1 Ven. Maria
Santissima Madre di Dio.
Vergine madre, figlia del tuo
figlio
tu se’ colei che l’umana natura
umile e alta più che
creatura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
termine fisso d’etterno consiglio,
non disdegnò di farsi fattura.
Ricorrenza liturgica col grado di solennità e rito ordinario. Oggetto è la
divina maternità di Maria definita Teotòkos
l’11 ottobre del 431 al Concilio di Efeso, pertanto in tale data viene
ripetuta la stessa ricorrenza nella forma straordinaria. Nel 1931 papa Pio XI,
ricorrendo il XV ° centenario di quel Concilio, ne istituisce la festa
liturgica. E proprio l’11 ottobre 1962 Giovanni XXIII apre il Concilio Vaticano
II. Nella celebrazione dell’Ottava dopo Natale è incluso anche il ricordo della
Circoncisione
di Gesù, perché, secondo la legge mosaica, era prevista dopo otto
giorni dalla nascita. La istituzione della solennità dedicata a Maria
nell’ambito della riforma liturgica del Concilio Vaticano II, non è estranea alla storia liturgica antica,
poiché è legata alla consuetudine risalente all’VIII secolo, quando
nell’Antifonario delle Messe, il 1° gennaio era definito Natale S. Mariae.
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Merc. Epifania del Signore.
Il mondo pagano greco indicava con epifania la manifestazione di una
divinità mediante miracoli, apparizioni e visioni. Per i cristiani è la manifestazione della
luce, la Luce più grande che è Dio, attraverso la stella che guida i Magi a
raggiungere Betlemme per adorare Gesù, quindi rappresenta la manifestazione ufficiale
del Signore al mondo. Dopo i pastori
anche i grandi della Terra (i Magi) riconoscono la divinità e la regalità di
Gesù. A partire dal III secolo, le
comunità mediorientali associano il termine Epifania a tre segni rivelatori di
Gesù Cristo: l’adorazione dei Magi, il Battesimo di Gesù nel Giordano e il
primo miracolo alle nozze di Cana.
Per i cattolici il Battesimo di Gesù nel Giordano ad opera di Giovanni il
Battista è ricordato il 10 gennaio.
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Dom. Battesimo di
Gesù. Si fa memoria del battesimo
ricevuto da Gesù, così come lo narrano i Vangeli di Marco, Matteo e Luca.
Mentre Gesù usciva dall’acqua del Giordano, il cielo si apre e scende su di Lui
lo Spirito Santo sotto forma di colomba, mentre si ode una voce che proviene
dall’alto che dice. “Tu sei il mio Figlio
prediletto, in Te mi sono compiaciuto.”
13 Merc. Sant’Ilario di Poitiers. (310 – 367) Di famiglia
aristocratica gallo-romana, era attratto dagli studi filosofici. Nonostante
fosse sposato e padre di una bimba, Abra, i religiosi della comunità nel 553 lo
vogliono vescovo di Pictavium (nome
latino di Poitiers). Pur di famiglia cristiana,
era poco addentro ai problemi della fede, tanto da conoscere i deliberati del
Concilio di Nicea (325) solo nel 554. L’imperatore Costanzo II lo esilia in
Frigia (regione della Turchia) dove nei 5 anni di confino ha modo di
approfondire il pensiero dei grandi padri orientali e scrive la sua opera
maggiore, il De Trinictate. Rientrato
a Poitiers, ha avuto un ruolo di rilievo nello sviluppo della Chiesa
occidentale latina. L’esilio, per una volta, è stato di grande utilità per l’uomo
e per la Chiesa.
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Giov. Sant’Agnese.
(Roma 290/3 - 21 gen. 305)
Vergine e martire a 12 anni. Appartenente alla nobile e storica gens Clodia, è martirizzata sotto le
violente persecuzioni di Diocleziano, dopo una lunga serie di angherie per
conservare la propria verginità e per non voler sacrificare al dio pagano
patrono della città. Condannata al rogo, le fiamme non lambivano il suo corpo,
così fu uccisa con un colpo di spada come si faceva con gli agnelli. Per questa
ragione, iconograficamente è rappresentata con un agnellino al fianco.
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Dom. San Giovanni
Bosco. Giovanni Melchiorre Bosco (Castelnuovo
d ‘Asti 16, agosto, 1815 -- Torino 31, gen., 1888) Presbitero e pedagogo dedica
la sua vita al sociale, legando l’educazione cristiana dei giovani alla tutela
dei loro diritti civili e sociali. Ha una fanciullezza e una gioventù d’inferno
a causa della perdita del padre e della miseria più nera.
Tutta la sua immensa opera tra i giovani si riassume nelle prime righe del suo
racconto di un sogno fatto a nove anni: “ A 9 anni ho fatto un sogno.
Mi pareva d’essere vicino casa, in un cortile molto vasto, dove si divertiva
una gran quantità di ragazzi. Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi
bestemmiavano. Al sentire le bestemmie mi slanciai in mezzo a loro. Cercai di
farli tacere usando pugni e parole. In quel momento apparve un uomo maestoso,
vestito nobilmente e con un mantello bianco. La sua faccia era così luminosa
che non riuscivo a fissarla. Mi chiamò per nome e mi ordinò di mettermi a capo
di quei ragazzi. Aggiunse: “Dovrai farteli amici non con le percosse, ma con la
mansuetudine e la carità.” Dopo infinite vicissitudini spiacevoli e pesanti,
raggiunge la consacrazione sacerdotale e da quel momento tutta la sua vita è
dedicata alla gioventù, improvvisandosi anche sindacalista ante litteram contro le angherie della nuova imprenditoria industriale
che sfruttava schiavizzandoli i giovani, e meno giovani, uomini e donne,
bisognosi di lavoro. Alla base del suo
metodo di lavoro, che era preventivo (prevenire è meglio che curare), è stato
il grande amore per i giovani. La sua triste e complicata gioventù non voleva
che diventasse una routine per tanti altri. Il suo messaggio educativo, troppo
disatteso dalle attuali comunità parrocchiali che non sanno cosa significhi
“preventivo”, si muove attorno a tre parole: ragione, religione, amorevolezza.
Da ciò si deduce la necessaria simbiosi tra la formazione religiosa permanente e
la elevazione sociale dei giovani. Per lui, investire sui giovani significa
garantire un futuro alla Chiesa e alla società civile. E questo non è un volo
pindarico, ma semplicemente un pensiero logico. Viene beatificato il 2 giugno
del 1929 e dichiarato santo il 1 aprile 1934, giorno di Pasqua, da papa Pio XI.