CALENDARIO LITURGICO DI NOVEMBRE
1 Dom. Solennità di tutti i Santi. Detta popolarmente, ma molto
correttamente, OGNISSANTI, è una festività cristiana che fa memoria di tutti i
santi, compresi anche quelli non canonizzati. Il calendario liturgico cattolico
e ortodosso la definiscono Solennità di tutti i Santi ( Solemnitas Omnium
Sanctorum ). L’origine è molto antica, difatti già nel IV secolo ad
Antiochia la domenica dopo la Pentecoste
veniva dedicata a tutti i santi.
Successivamente, ed ancora oggi, per le Chiese orientali tale festa è collocata
il 13 maggio . Nella Chiesa occidentale l’origine la si individua nella
festa della Dedicatio Sanctae Mariae ad Martyres, ovvero l’anniversario della
trasformazione del Pantheon da tempio pagano a chiesa cristiana dedicata a Maria
e ai martiri, cerimonia celebrata il 13 maggio 610 da parte del papa Bonifacio
IV. Papa Gregorio III ( 731 – 741 ) sceglie il 1° novembre che è l’anniversario
della consacrazione in San Pietro di una cappella alle reliquie “dei santi
apostoli e di tutti i santi, martiri, confessori e di tutti i giusti resi
perfetti che riposano in pace in tutto il mondo.” Su richiesta di papa Gregorio
IV il re francese Luigi il Pio nell’835 decreta che il 1° novembre sia festa di
precetto. Ancora oggi resta festa di precetto riconosciuta tale dalle
istituzioni di molti Stati.
2
Lun. Commemorazione dei
fedeli defunti o Giorno dei morti.
Sono stati i Celti (popolazione pagana del nord della Francia e sud Inghilterra)
a collocare in questo tempo dell’anno la memoria dei morti, memoria che poi la
Chiesa ha cristianizzata, rendendola nei secoli una delle ricorrenze più
partecipate nelle campagne come nelle città, nonostante la cultura dominante
tenda a rimuovere la morte. La memoria dei morti è per i cristiani la grande
celebrazione della resurrezione: quello che è stato creduto e proclamato
durante il rito delle singole esequie, oggi viene dalla Chiesa riproposto per tutti
con l’Officium defunctorum e la Missa pro fidelibus defunctis. La festa celtica
e pagana di Halloween ha l’obiettivo di allontanare la morte spaventandola e
demonizzandola attraverso il rito delle zucche e di brutti travestimenti. Oggi,
partendo dagli Stati Uniti, è divenuta di gran moda il 31 di ottobre, ma ha
solo un valore commerciale che farebbe inorridire gli antichi Celti.
11 Merc.
San Martino di Tours. (316 – 397) Nasce a Sarabia Sicca (Ungheria) dove il
padre, tribuno militare, era di stanza con la sua Legione. Gli viene dato, come
spesso accade nell’ambiente militare, il nome di Martino in onore del dio della
guerra Marte. Ancora bambino si
trasferisce nel territorio di Pavia, dove il padre ha ricevuto un podere da
coltivare in quanto veterano in pensione. Nel 331 un editto imperiale obbliga i
figli dei veterani ad arruolarsi. Martino viene assegnato ad un corpo scelto e
privilegiato della Guardia imperiale, disponendo di un cavallo e di uno
schiavo. Viene inviato in Francia presso Amiens. La sua mansione è fare la
ronda e le ispezioni ai posti di guardia. Durante una di queste ronde notturne
accade l’episodio chiave che gli cambierà la vita.
Nel rigido inverno del 335 incontra un mendicante seminudo e sofferente. Decide
di tagliare in due il suo mantello militare (clamide bianca della guardia imperiale)
per condividerlo col poveretto. La notte
seguente sogna Gesù vestito della metà del suo mantello che dice: “Ecco qui
Martino, il soldato romano non che non è battezzato, egli mi ha vestito.” Al
risveglio Martino trova il suo mantello integro. L’episodio dà l’impulso
decisivo a ricevere il battesimo e diventare cristiano essendo già da tempo
catecumeno un po’ svogliato. Lasciato l’esercito si impegna a combattere
l’eresia ariana nella sua Ungheria e a Milano dove erano presenti vescovi
ariani. Soggiorna da eremita per quattro anni nell’isola di Gallinara (davanti
ad Albenga). In seguito torna a Poitiers, dove, diventato monaco, fonda i primi
monasteri dell’Occidente sotto la protezione del vescovo Ilario (santo e
dottore della Chiesa) Nel 371 gli abitanti della vicina Tours lo vogliono come
vescovo. Da vescovo continua la sua opera di evangelizzazione nella campagne e
nei luoghi più poveri, abitati dai servi contadini in condizioni disumane. Oggi
si direbbe nei luoghi dello “scarto”. Muore l’8 novembre 397, ma la Chiesa lo
commemora il giorno della sepoltura. Grazie alla sua fama di santità e al
numero elevato di cristiani di nome Martino, il suo culto si diffonde in tutto
l’Occidente.
A lui sono dedicate moltissime chiese piccole e grandi in città e in piccoli
centri. Anche Luni ha una bella chiesa,
la più antica del territorio, a lui dedicata. Curiosità. Martino era molto
restio ad accettare di diventare vescovo, così, si racconta, che si nascondesse
in una stalla piena di oche. Per questo motivo il cibo tradizionale per la
solennità a lui dedicata è l’oca.
22 Dom.
Gesù Cristo Re dell’Universo.
La Solennità di Cristo Re coincide con l’ultima domenica dell’Anno
Liturgico. Con questa festa i cattolici vogliono sottolineare che la figura di
Cristo rappresenta ed è il Signore incontrastato della storia e del tempo. A
Ponzio Pilato che gli ricordava che lo accusavano di essere re, Gesù risponde
semplicemente: “Tu lo dici” e sulla croce è posta la scritta INRI. Papa Pio XI,
raccogliendo le ripetute sollecitazioni avvenute nel tempo, con l’enciclica “Quas
Primas” dell’11 dicembre 1925 istituisce la ricorrenza di Cristo RE: “E perché più abbondanti siano i
desiderati frutti e durino più stabilmente nella società umana, è necessario
che venga divulgata la cognizione della regale dignità di nostro Signore quanto
più possibile. Al quale scopo Ci sembra che nessun’altra cosa possa
maggiormente giovare quanto l’istituzione di una festa particolare e propria di
Cristo Re.”
29 Dom.
Prima Domenica di Avvento.
Questo termine significa : venuta o verso la venuta. Nel linguaggio
religioso pagano, adventus indicava la
venuta periodica del dio e la sua presenza nel tempio. Nel linguaggio cristiano
il vocabolo adventus ha un duplice significato, infatti indica le due venute di
Gesù: la 1° è la venuta storica di Gesù a Betlemme, la 2° sarà quella della
fine dei tempi. L’Avvento è il tempo liturgico che precede come preparazione la
festa del Natale, su imitazione della Quaresima, tempo di preparazione e di
riflessione alla Pasqua. Non va dimenticato che il Natale nasce come rito
ufficiale molto più tardi della Pasqua. A Roma il primo Natale porta la data
del 335. Siccome la venuta di Cristo è
annunciata dai profeti, preparata dal Precursore e compiuta dalla Vergine
Maria, le figure centrali su cui si focalizza l’attenzione sono Isaia, Giovanni
il Battista e Maria. Pertanto durante tutto l’Avvento, tempo di speranza e
preparazione, le letture sono imperniate su Isaia, Giovanni Battista e Maria,
Madre di Gesù. Il colore dei paramenti è viola, tranne la 3° domenica dove si possono indossare paramenti rosa,
perché l’antifona d’inizio riporta un passo della lettera di Paolo ai
Filippesi: “Rallegratevi sempre nel Signore, ripeto, rallegratevi, il Signore è
vicino.” Le quattro domeniche hanno i
loro nomi ricavati dalle prime parole dell’Introito: 1° Ad te levavi ( animam
meam ); 2° Populus Sion ( ecce Dominus
veniet ad salvandas gentes ); 3° Gaudete
( in Domino semper ) ; 4° Rorate ( coeli desuper et nubes pluant iustum
). Con la 1° domenica d’Avvento ha
inizio il nuovo Anno Liturgico ed è ovvio: tutto ha inizio con il Natale di
Gesù.