N° 6 - Giugno 2022
CALENDARIO LITURGICO DI NOVEMBRE
di La REDAZIONE


                                      CALENDARIO LITURGICO DI NOVEMBRE

 1  Dom.    Solennità di tutti i Santi.     Detta popolarmente, ma molto correttamente, OGNISSANTI, è una festività cristiana che fa memoria di tutti i santi, compresi anche quelli non canonizzati. Il calendario liturgico cattolico e ortodosso la definiscono Solennità di tutti i Santi ( Solemnitas Omnium Sanctorum ). L’origine è molto antica, difatti già nel IV secolo ad Antiochia  la domenica dopo la Pentecoste veniva dedicata a tutti i santi.
Successivamente, ed ancora oggi, per le Chiese orientali tale festa  è collocata  il 13 maggio . Nella Chiesa occidentale l’origine la si individua nella festa della Dedicatio Sanctae Mariae ad Martyres, ovvero l’anniversario della trasformazione del Pantheon da tempio pagano a chiesa cristiana dedicata a Maria e ai martiri, cerimonia celebrata il 13 maggio 610 da parte del papa Bonifacio IV. Papa Gregorio III ( 731 – 741 ) sceglie il 1° novembre che è l’anniversario della consacrazione in San Pietro di una cappella alle reliquie “dei santi apostoli e di tutti i santi, martiri, confessori e di tutti i giusti resi perfetti che riposano in pace in tutto il mondo.” Su richiesta di papa Gregorio IV il re francese Luigi il Pio nell’835 decreta che il 1° novembre sia festa di precetto. Ancora oggi resta festa di precetto riconosciuta tale dalle istituzioni di molti Stati.

 2  Lun.       Commemorazione dei fedeli defunti o Giorno dei morti.    Sono stati i Celti (popolazione pagana del nord della Francia e sud Inghilterra) a collocare in questo tempo dell’anno la memoria dei morti, memoria che poi la Chiesa ha cristianizzata, rendendola nei secoli una delle ricorrenze più partecipate nelle campagne come nelle città, nonostante la cultura dominante tenda a rimuovere la morte. La memoria dei morti è per i cristiani la grande celebrazione della resurrezione: quello che è stato creduto e proclamato durante il rito delle singole esequie, oggi viene dalla Chiesa riproposto per tutti con l’Officium defunctorum e la Missa pro fidelibus defunctis. La festa celtica e pagana di Halloween ha l’obiettivo di allontanare la morte spaventandola e demonizzandola attraverso il rito delle zucche e di brutti travestimenti. Oggi, partendo dagli Stati Uniti, è divenuta di gran moda il 31 di ottobre, ma ha solo un valore commerciale che farebbe inorridire gli antichi Celti.

11  Merc.   San Martino di Tours.  (316 – 397)   Nasce a Sarabia Sicca (Ungheria) dove il padre, tribuno militare, era di stanza con la sua Legione. Gli viene dato, come spesso accade nell’ambiente militare, il nome di Martino in onore del dio della guerra Marte.  Ancora bambino si trasferisce nel territorio di Pavia, dove il padre ha ricevuto un podere da coltivare in quanto veterano in pensione. Nel 331 un editto imperiale obbliga i figli dei veterani ad arruolarsi. Martino viene assegnato ad un corpo scelto e privilegiato della Guardia imperiale, disponendo di un cavallo e di uno schiavo. Viene inviato in Francia presso Amiens. La sua mansione è fare la ronda e le ispezioni ai posti di guardia. Durante una di queste ronde notturne accade l’episodio chiave che gli cambierà la vita.
Nel rigido inverno del 335 incontra un mendicante seminudo e sofferente. Decide di tagliare in due il suo mantello militare (clamide bianca della guardia imperiale) per condividerlo col poveretto.  La notte seguente sogna Gesù vestito della metà del suo mantello che dice: “Ecco qui Martino, il soldato romano non che non è battezzato, egli mi ha vestito.” Al risveglio Martino trova il suo mantello integro. L’episodio dà l’impulso decisivo a ricevere il battesimo e diventare cristiano essendo già da tempo catecumeno un po’ svogliato. Lasciato l’esercito si impegna a combattere l’eresia ariana nella sua Ungheria e a Milano dove erano presenti vescovi ariani. Soggiorna da eremita per quattro anni nell’isola di Gallinara (davanti ad Albenga). In seguito torna a Poitiers, dove, diventato monaco, fonda i primi monasteri dell’Occidente sotto la protezione del vescovo Ilario (santo e dottore della Chiesa) Nel 371 gli abitanti della vicina Tours lo vogliono come vescovo. Da vescovo continua la sua opera di evangelizzazione nella campagne e nei luoghi più poveri, abitati dai servi contadini in condizioni disumane. Oggi si direbbe nei luoghi dello “scarto”. Muore l’8 novembre 397, ma la Chiesa lo commemora il giorno della sepoltura. Grazie alla sua fama di santità e al numero elevato di cristiani di nome Martino, il suo culto si diffonde in tutto l’Occidente. 
A lui sono dedicate moltissime chiese piccole e grandi in città e in piccoli centri.  Anche Luni ha una bella chiesa, la più antica del territorio, a lui dedicata. Curiosità. Martino era molto restio ad accettare di diventare vescovo, così, si racconta, che si nascondesse in una stalla piena di oche. Per questo motivo il cibo tradizionale per la solennità a lui dedicata è l’oca.

22  Dom.    Gesù Cristo Re dell’Universo.     La Solennità di Cristo Re coincide con l’ultima domenica dell’Anno Liturgico. Con questa festa i cattolici vogliono sottolineare che la figura di Cristo rappresenta ed è il Signore incontrastato della storia e del tempo. A Ponzio Pilato che gli ricordava che lo accusavano di essere re, Gesù risponde semplicemente: “Tu lo dici” e sulla croce è posta la scritta INRI. Papa Pio XI, raccogliendo le ripetute sollecitazioni avvenute nel tempo, con l’enciclica “Quas Primas” dell’11 dicembre 1925 istituisce la ricorrenza di Cristo RE:             “E perché più abbondanti siano i desiderati frutti e durino più stabilmente nella società umana, è necessario che venga divulgata la cognizione della regale dignità di nostro Signore quanto più possibile. Al quale scopo Ci sembra che nessun’altra cosa possa maggiormente giovare quanto l’istituzione di una festa particolare e propria di Cristo Re.”

29   Dom.     Prima Domenica di Avvento.    Questo termine significa : venuta o verso la venuta. Nel linguaggio religioso pagano, adventus  indicava la venuta periodica del dio e la sua presenza nel tempio. Nel linguaggio cristiano il vocabolo adventus ha un duplice significato, infatti indica le due venute di Gesù: la 1° è la venuta storica di Gesù a Betlemme, la 2° sarà quella della fine dei tempi. L’Avvento è il tempo liturgico che precede come preparazione la festa del Natale, su imitazione della Quaresima, tempo di preparazione e di riflessione alla Pasqua. Non va dimenticato che il Natale nasce come rito ufficiale molto più tardi della Pasqua. A Roma il primo Natale porta la data del 335.  Siccome la venuta di Cristo è annunciata dai profeti, preparata dal Precursore e compiuta dalla Vergine Maria, le figure centrali su cui si focalizza l’attenzione sono Isaia, Giovanni il Battista e Maria. Pertanto durante tutto l’Avvento, tempo di speranza e preparazione, le letture sono imperniate su Isaia, Giovanni Battista e Maria, Madre di Gesù. Il colore dei paramenti è viola, tranne la 3° domenica  dove si possono indossare paramenti rosa, perché l’antifona d’inizio riporta un passo della lettera di Paolo ai Filippesi: “Rallegratevi sempre nel Signore, ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino.”  Le quattro domeniche hanno i loro nomi ricavati dalle prime parole dell’Introito: 1° Ad te levavi ( animam meam ); 2°  Populus Sion ( ecce Dominus veniet ad salvandas gentes ); 3°  Gaudete ( in Domino semper ) ;    Rorate ( coeli desuper et nubes pluant iustum ).  Con la 1° domenica d’Avvento ha inizio il nuovo Anno Liturgico ed è ovvio: tutto ha inizio con il Natale di Gesù.

 



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