PER UNA SCUOLA AL SERVIZIO DEL BENE COMUNE
Pubblichiamo il testo del messaggio di saluto che il vescovo diocesano monsignor Francesco Moraglia ha rivolto in questi giorni agli studenti e a tutto il personale della scuola in occasione dell’inizio delle lezioni per il nuovo anno scolastico.
Carissimi,
l’inizio di un nuovo anno si presenta sempre come possibilità, opportunità ed incognita; questo è vero tanto per i dirigenti scolastici come per i docenti, per gli studenti e per il personale tecnico-amministrativo.
Auspico che i differenti soggetti del variegato mondo della scuola, che proprio in questi giorni iniziano il nuovo cammino, possano contribuire - secondo la loro specificità - a far crescere il bene comune nella scuola, realtà sempre più decisiva per il futuro del nostro Paese.
Per voi giovani la scuola è momento imprescindibile di crescita culturale, di educazione e formazione del senso di responsabilità nei confronti della società, di cui, domani, farete parte a pieno titolo. Molto, al futuro cittadino - dopo quello che si riceve in famiglia -, lo dà la scuola. La cultura, l’educazione, il senso di responsabilità non si improvvisano nella vita di una donna e di un uomo; quindi, l’augurio che rivolgo a voi, studenti - donne e uomini di domani -, è che possiate trovare nella scuola, attraverso i vostri docenti, maestri capaci di dischiudervi le strade di un sapere sanamente critico, capace di verità, bellezza e bene. Queste quattro cose -sapere critico,, verità, bellezza e bene -, vanno tenute insieme se si vuole pervenire ad uno sviluppo armonico e reale della persona a livello individuale e sociale.
La nostra società può rinunciare a tante cose -di talune sarebbe bene cominciasse presto a saperne fare a meno -, ma non può rinunciare a cittadini aperti ad un sapere critico, disponibili alla ricerca della verità, sensibili al bello in ogni sua forma e sostenitori convinti del bene. Ma, ancor più, questa nostra società ha necessità di cittadini appassionati dell’uomo, di ogni uomo, particolarmente quando questi versa in situazioni di fragilità e porta in sé i segni di una “vita debole”, perché non più o non ancora significativa, visibile o produttiva che, però, in quanto vita umana, chiede sempre accoglienza e rispetto.
Ai dirigenti scolastici, ai docenti, agli studenti, al personale tecnico-amministrativo, il mio cordiale e rispettoso saluto. Chiedo a Dio, per tutti, un anno sereno e di vera crescita nel bene comune.
+ Francesco, Vescovo