Il culto ai martiri, comune alle Chiese
ortodosse e alla Chiesa cattolica, comincia molto presto. Le prime tracce di un
giorno dedicato a loro sono del IV secolo, provengono da Antiochia e fanno
riferimento alla domenica dopo Pentecoste.
Mentre Sant’Efrem il Siro (373) parla di questa festa celebrata il 13 maggio.
La commemorazione è un evento di tutte le comunità cristiane, il giorno, invece,
è legato a situazioni locali. Nella Chiesa occidentale il culto verso coloro
che volontariamente hanno accettato il martirio per non abiurare alla fede, è
immediato, basta pensare alle catacombe romane. La ricorrenza e la data
deriverebbero dalla trasformazione del Pantheon, tempio intitolato a Giove
Vendicatore, in chiesa dedicata a S. Maria SS. Regina di tutti i Martiri (Sancta Maria ad Martyres ). La
dedicazione, voluta da papa Bonifacio IV (609 o 610), porta la data del 13
maggio. Gregorio III (731 – 741) il 1° novembre consacra in S. Pietro una cappella
dedicata alle reliquie “dei santi
apostoli e di tutti santi, martiri, confessori e di tutti i giusti resi
perfetti che riposano in pace in tutto il mondo.” Da quella data il 1° nov.
è destinato al culto di tutti i santi, anche di coloro dei quali non si
conoscono il nome, le virtù e i meriti, che, in compenso, sono ben noti a Dio.
Da qui il nome di OGNISSANTI. La liturgia in questo giorno propone il brano
delle Beatitudini, che rappresentano la vera strada della santità: beati i poveri
di spirito, i misericordiosi, gli operatori di pace, infine, beati noi se
sapremo ritrovarci tutti in paradiso a godere per sempre la gioia eterna di
Dio.