CONCILIO
VATICANO II (1962 – 1965 ) ( 21° Ecumenico )
( 6° parte )
I DECRETI. Nella precedente puntata si è
brevemente parlato del contenuto delle 4 Costituzioni e delle 3 Dichiarazioni;
questa è dedicata ai 9 Decreti. Come già detto, le Dichiarazioni e i Decreti
contengono gli elementi esplicativi e operativi specifici delle 4 Costituzioni.
In altri termini, per chi non vuole capire - e sono ancora in tanti - i contenuti delle 4 Costituzioni, nei Decreti
e nelle Dichiarazioni, vengono esplicitati con suggerimenti atti a consentire
l’applicazione pratica del succo del Concilio, affinché non rimanga solo un
copioso materiale cartaceo da mettere nella Biblioteca vaticana ad
impolverarsi, in attesa della curiosità di qualche storico ricercatore. Ad
eccezione del Decreto sui mezzi di comunicazione ( Inter Mirifica, 4 dic. 1963),
promulgato prima della Costituzione sulla Chiesa ( Lumen Gentium, 21 nov. 1964
), gli altri otto poggiano, in particolare, sui contenuti dottrinali della
suddetta Costituzione e ne sviluppano gli aspetti che riguardano un concreto
programma di rinnovamento e di aggiornamento al fine di facilitare l’azione
pastorale a tutti i livelli, specialmente verso quelli a più diretto contatto
con i fedeli e la collettività ( es. i parroci ).
1 I doveri pastorali dei vescovi ( Christus Dominus, 28 ott.1965 ). Vengono affrontati il ruolo e i compiti del
vescovo nella Chiesa e nella sua Diocesi. I vescovi sono partecipi alle
responsabilità della Chiesa universale, infatti non si può prescindere dalla
collegialità dell’intero Episcopato nel garantire aiuto e sostegno al Pontefice
attraverso i Sinodi e le Conferenze episcopali nazionali. Nella propria diocesi
l’episcopo ha il compito di guida spirituale e operativa per i sacerdoti nei
loro specifici impegni di apostolato.
2 Il ministero e la vita sacerdotale (
Presbyterorum Ordinis, 7 dic. 1965 )
Già nel cap. 3 della Costituzione sulla Chiesa (Lumen Gentium ) e nel Decreto sui vescovi ( Christus Dominus), si parla della
posizione che il sacerdote occupa nella Chiesa e dei suoi compiti. In questo
decreto si evidenzia il ruolo importante del presbitero nell’azione di
rinnovamento della Chiesa. (Nonostante
siano passati 55 anni, papa Francesco è costretto a dire: “ Non siate i
burocrati funzionari del sacro” ) Il Decreto è l’Abbecedario che spiega le
funzioni del sacerdote, le sue relazioni con il vescovo, i confratelli e i
laici, specie se parroco, e dimostra come il ministero sacerdotale debba essere
sorgente di vita spirituale per il consacrato e per i fedeli a lui affidati,
oltre al costante impegno missionario verso i tiepidi e i lontani. Si riafferma
la legge del celibato per i sacerdoti della Chiesa latina ed esorta i sacerdoti
delle Chiese orientali a vivere una vita familiare esemplare interamente
consacrata al servizio dei loro fedeli (Basterebbe mettere in pratica la
lettera di san Paolo a Timoteo dove vengono elencate le caratteristiche
specifiche (identikit o profilo) dell’episcopo, del presbitero e del diacono).
Il Decreto si conclude sottolineando l’unità della missione di tutti i
sacerdoti qualunque sia il compito affidatogli nell’ambito della Diocesi.
3 La formazione sacerdotale (Optatam
totius, 28 ott.1965)
Il Concilio affronta per l’ennesima volta la formazione data dai seminari che
deve essere in piena sintonia con lo sforzo di aggiornamento di tutta la
Chiesa. I seminaristi devono essere preparati ad affrontare la cruda realtà della
società moderna, quando va bene, solo distratta, normalmente indifferente o
avversa e ad assumersi le responsabilità che un tempo in rapido cambiamento,
spesso caotico, richiede. Devono essere capaci di resistere alle forti
pressioni esterne attraverso lo spessore della fede e della vocazione,
l’equilibrio intellettuale e psicologico e l’attitudine a non perdere il
contatto con la realtà in cui opera.
4 Il rinnovamento della vita religiosa
(
Perfectae Caritatis, 28 ott.1965 )
Vengono fissate le regole per la vita religiosa, perché essa possa
adempiere compiutamente al suo compito di strumento di santificazione non solo
per il singolo ( cioè, per se stesso ), ma sempre in sintonia con la vita
spirituale di tutta la Chiesa, intesa come
popolo di Dio.
5 L’apostolato
dei laici ( Apostolicam Actuositatem, 18 nov. 1965 )
Il decreto sviluppa la dottrina della vocazione dei laici all’apostolato
( cominciando dai genitori verso i figli ) e precisa che anche il laico è
tenuto, con la parola e l’esempio, all’annuncio del messaggio evangelico e alla
sua quotidiana applicazione; infatti con
il sacramento del Battesimo acquisisce il “sacerdozio battesimale”.
6 L’attività missionaria della Chiesa ( Ad Gentes, 7 dic. 1965 ) “ Ad gentes”, cioè ai popoli,
approfondisce il carattere missionario della Chiesa. Missione voluta da Dio per
la salvezza di tutti gli uomini indistintamente. Affronta le varie tematiche
dell’opera missionaria, dalla formazione particolare dei missionari spesso
attivi in zone molto difficili e la riorganizzazione di tutta la Chiesa verso
questa primaria attività.
7 Le Chiese orientali cattoliche (
Orientalium Ecclesiarum, 21 nov. 1964 )
Questo Decreto legittima le diversità delle Chiese locali nell’unità
della Chiesa universale; afferma l’assoluta eguaglianza delle Chiese locali e
proclama il diritto e il dovere delle Chiese orientali a conservare e
sviluppare il loro patrimonio ecclesiastico e spirituale, nonché mantenere le
antichissime tradizioni. Vengono ribaditi e messi in risalto i diritti dei
patriarcati orientali quasi sempre di origine apostolica. Infine si fa il punto
sulle relazioni tra gli orientali cattolici e ortodossi specialmente per quanto
concerne la possibilità per gli ortodossi di ricevere i sacramenti nella Chiesa
cattolica e viceversa. Chiaramente è un modo per riaffermare l’unità ecumenica
dei cristiani che hanno in comune gli stessi sacramenti. ( Ho constatato
personalmente che questa importante apertura all’unità è ancora disattesa )
8 L’ecumenismo ( Unitatis
redintegratio, 21 nov. 1964 )
Obiettivo da perseverare costantemente è il recupero dell’unità ecumenica (“ Ut
unum sint” ) che è elemento essenziale
per procedere al rinnovamento della Chiesa che si apre al dialogo al quale
ogni membro deve partecipare.
Inoltre si fa riferimento alla premura prestata perché tutti i documenti
conciliari manifestassero questa volontà e dimensione ecumenica. Rimanendo in
questo spirito unitario, si indica ciò che è patrimonio comune e di unione e
quali sono i punti di dolorosa divisione.
9 I mezzi di comunicazione sociale (Inter
mirifica, 4 dic. 1963) Vengono presi in esame i moderni mezzi di comunicazione
che possono essere di aiuto all’azione pastorale e missionaria della Chiesa, evidenziando
anche i rischi in cui si può incorrere se non sono adeguatamente studiati anche
i possibili effetti negativi, cioè necessita un uso corretto. (E’ cronaca quotidiana l’uso scorretto e
delinquenziale degli strumenti telematici.)
Il Concilio Vaticano II rappresenta il momento più significativo della Chiesa
del secolo scorso, per questo merita delle considerazioni, che faremo nella
prossima puntata, sullo sforzo dei Padri conciliari di dare alla Chiesa gli
strumenti più idonei a risvegliare il bisogno
di fede e di trascendenza ad una società globalizzata che sembra soddisfatta e
appiattita sulla tecnologia e i personalismi. I nostri nonni ricorderanno come,
durante le sanzioni all’Italia degli anni ’30, l’orzo e la cicoria, divenuti
“surrogati” del caffè, mostrassero tutti i loro limiti. Il rapporto tra fede
nel trascendente e tecnologia è decisamente più negativo dei surrogati col
caffè.
(6 continua)