Ci ho pensato, pensato e
ripensato se era il caso di andare ad assistere alla beatificazione di Itala
Mela a La Spezia lo scorso dieci giugno e trascinare con me anche mio marito.
Avevo paura che avvenissero dei disordini e poi si annunciava un caldo
africano. La sera prima ero quasi decisa a non andare, telefonare a Don Carlo e
con una scusa disdire la mia prenotazione, poi mi son detta: “Mila piantala!
Per quel che riguarda i disordini abbi fede in Dio e nella nuova Beata e per il
caldo africano? Abbi pazienza ci sei stata sedici anni in Africa e adesso hai
paura del caldo?”
Sono andata, anzi siamo andati ed è stata una giornata indimenticabile.
Hanno detto che c’erano tremila persone ma sembravano di meno perché erano
disposte tutte molto ordinatamente. Il caldo, mitigato da una leggera brezza,
non era quello africano. I volontari si aggiravano tra le persone offrendo
bottiglie d’acqua e come si sa incidenti non ne sono avvenuti. Tutto bene, sembrava
d’essere in piazza San Pietro a Roma invece eravamo a La Spezia in piazza
Europa sotto la cattedrale, di fronte alla cripta di Sant’Andrea. L’altare
eretto in mezzo alla piazza era sormontato da una di quelle croci monumentali
che a volte vengono portate nelle processioni solenni e un maxi schermo
permetteva a tutti di poter seguire le varie fasi della cerimonia. Si è
iniziato con il racconto della vita della Serva di Dio Itala Mela che scorreva
sul maxi schermo. Poi l’arrivo in processione del nostro Vescovo S.E. Mons.
Luigi Ernesto Palletti con a fianco S.E.R. il Sig. Cardinale Angelo Amato,
prefetto della congregazione per le cause dei santi e rappresentante del Santo
Padre Francesco, che dopo i riti di introduzione leggerà la lettera apostolica
colla quale il Papa dichiara d’aver ascritto la Venerabile Serva di Dio, Itala
Mela, nel numero dei beati. Con loro c’era anche S. E. il cardinale Bagnasco. Poi,
ad aprire il seguito di tutti i sacerdoti, seminaristi e chierici, il nostro
vescovo emerito S.E. Mons. Bassano Staffieri.
Come la processione è uscita dalla cripta il coro ha intonato:” Santa Chiesa di
Dio” a quel punto mi sono commossa e per tutto il tempo è stato così,
un’emozione dopo l’altra. Prima della liturgia eucaristica, insieme alle
offerte, è stata portata all’altare una reliquia della nuova Beata, ad offrirla
è stata una coppia di coniugi con la loro figlia che pare, dico pare perché non
so se il miracolo è già stato riconosciuto dalla Chiesa, sia stata miracolata
dalla Beata Itala Mela.
Io conoscevo i nonni paterni di questa ragazza ormai diciannovenne, il nonno
era un amico fraterno di mio cognato e avevo già sentito di questa storia,
speriamo di poter dire presto con certezza che si è trattato di un miracolo e
poter annoverare la nostra Maria della Trinità tra i Santi.
Maria della Trinità. Perché?
Itala Mela, oblata benedettina, è l’esempio di un percorso mistico fatto in
nome della Santissima Trinità tant’è che ne ha assunto il nome: Maria della
Trinità. Questa donna presenta al mondo moderno il mistero più grande della
nostra Fede: Unità e Trinità di Dio. Di fronte ad altre donne: dotte,
intelligentissime, studiose di fama internazionale, autrici di importanti
scoperte ma atee, che credono soltanto nella ragion pura, Lei che avrebbe
sicuramente potuto arrivare al loro livello nel gioco della vita, è lì col suo
nuovo nome: Maria della Trinità. È lì per dire:” Ecco questo è il mistero di
Dio, non bisogna capirlo, bisogna soltanto avere l’umiltà di crederlo. L’umiltà,
dote senz’altro difficilissima da avere, dote da santi, e l’amore per Dio,
Amore con l’A maiuscola, anche quello non è facile averlo. In quanto a me,
povera e indottorata catechista, quando i miei bambini della dottrina mi
chiedono di spiegar loro i misteri della nostra Fede, sudo freddo, cosa devo
spiegare?
Cerco di dire qualcosa alla bell’e meglio e concludo sempre con un “quando
sarete più grandi cercate di leggere il Vangelo e le Sacre Scritture per
saperne più di me e poi pregate e abbiate Fede.
Ricordatevi sempre quello che
Gesù disse a San Tommaso dopo averlo invitato a mettere le dita nelle sue
piaghe: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo
visto crederanno!”