Dopo aver impaginato e assistito, il giorno 28, con immensa sofferenza
fisica, ma grande determinazione, alla stampa de IL SENTIERO di Ottobre, nel
pomeriggio del giorno 29 Walter ha chiuso la sua intensa vita terrena,
lasciando un vuoto incolmabile nella sua bella famiglia ed uno immenso
nell’intera comunità di Ortonovo.
Il Sentiero, la sua creatura prediletta, lo ricorda con affetto e lancia un
appello forte, forte, perché, nel nome di Walter, tutti i lettori ed amici si
sentano impegnati, nel modo a ciascuno più congegnale, a sostenere la voce
della comunità: è il modo migliore e più gradito per fare ogni mese memoria
di Walter e del prof. Franciosi, senza i quali Il Sentiero non sarebbe mai diventato un punto di riferimento mensile
per molti, sia nella versione cartacea, che in quella web.
Pubblichiamo alcune testimonianze di coloro che hanno conosciuto ed
apprezzato Walter ed il suo operato.
Quella mezza pagina bianca, l’ultimo regalo di
Walter
Oggi, come ogni prima domenica del mese, in tutte le parrocchie di
Ortonovo viene distribuito “Il sentiero”, giornalino realizzato da molti anni
a livello interparrocchiale e coordinato da Walter Pedroni.
C’è però una particolarità; l’ultima mezza pagina è bianca. Walter, chiudendo
il suo solito “Diario” nell’altra mezza pagina, si è scusato di questo
inconveniente.
Oggi, alla messa, lui non ci sarà; stroncato dal male, ha chiuso gli occhi a
questa vita giovedì scorso.
Prima però, benché già fortemente provato, aveva voluto farsi portare in
redazione, a Casano, per finire il giornale, e stamparlo; la scadenza di oggi
non poteva essere mancata.
Tornato a casa dopo poche ore si è spento sereno circondato dall’affetto dei
familiari.
Nella sua vita, sempre illuminata dalla luce di una grande fede, tutto ha
sempre avuto un posto preciso; e in questo tutto, un ruolo molto importante
lo aveva “Il sentiero”.
Walter, con il buon senso di ogni autentico testimone cristiano, ha sempre
creduto nella forza pastorale, formativa e informativa, del giornale ”comune”
delle parrocchie, esempio tuttora unico in diocesi.
Non bastava “per lui” predicare bene, bisognava rimboccarsi le maniche e
realizzare in concreto, con umiltà, quello che il Papa, i vescovi e gli
esperti indicano come un dovere. E così ha fatto sinché ha potuto, davvero
sino in fondo. Un esempio grande per tutti noi che operiamo nei “mass media”
e per quanti ne fruiscono.
Quella mezza pagina diventa così un invito, a che ora siano altri a scriverla
e ad essere testimoni, a Ortonovo, come altrove nel segno della speranza
cristiana.
Alla moglie Fiorenza, alle figlie e ai familiari tutti, le nostre più sentite
condoglianze.
Egidio Banti
Arrivederci
Quale parola o aggettivo possono dare la misura esatta di Walter?
Quale espressione può dare conforto al dolore della sua grande e splendida
famiglia?
Un improvviso terremoto ha sconvolto la quotidianità serena di un microcosmo
speciale: la sua famiglia e la sua operosità nei tanti impegni rivolti sempre
verso gli altri con disponibilità e mitezza.
Ho perso l’amico, il confidente, l’esempio inarrivabile.Nel nome della fede
che ci ha accumunato tanti anni addietro, quando Il Sentiero ( sempre lui !)
ci ha fatto incontrare per caso e poi camminare insieme, arrivederci Walter.
Tonino Ratti
Caro
Walter
La
chiesa di San Lorenzo, il piazzale, la collina erano gremiti attorno a te,
che ci lasci e ti riunisci a Colui che per anni hai reso reale e vivente con
la tua azione semplice, sorridente ed efficace.
Da Luni Mare eravamo almeno in cinque o più, perché tu ci hai fatto partecipi
della testimonianza cristiana, che rende saporita la realtà, la vita,
l’ambiente.
Se il nostro dolore è sentito, quanto più grande quello dei tuoi cari e del
tuo mondo, che tu hai sempre arricchito mettendo in pratica la parola di
Gesù.
A Gesù ho chiesto di lasciarti pregare per i tuoi cari e per tutti, mentre
noi ti sentiremo presente e vigile, perché non sempre siamo così pronti e
attenti come sei stato tu.
Dobbiamo farcela, dobbiamo continuare la via che tu hai concretizzato. Ora
con Doretto, testimone di fede, restiamo vigili e non lasciamoci sopraffare
dalla facile via del lasciar perdere, tanto è così che va. Ma non è così che
va, infatti testimoniando la luce che Dio mette in noi, rendiamo migliore la
famiglia, l’ambiente, il paese, la vita.
Ora Walter, ti ringraziamo con tutto il cuore, ricordando la tua presenza, il
tuo rendere vivo anche la chiesa San Pietro e noi che andiamo contro
corrente.
Ti pensiamo sereno nella luce di Dio mentre non perdi i tuoi cari e tutti
noi.
Ci auguriamo di rivederti quando Dio ci chiamerà …..ed ora…..avanti con fede!
La
comunità di Luni Mare
1 ottobre,
2016
Santa
Teresa di Gesù Bambino
Fraternidad Misionera de María
Instituto Superior de Estudios Misioneros “Pablo VI”
9ª calle 1-91, Zona 3 Mixco, Guatemala
24320292, 24320575
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I reverendi padri Capitolari della Fraternità Missionaria di Maria si
uniscono al dolore della famiglia Pedroni per la perdita del caro Walter, al
tempo stesso, rivolgono la loro preghiera al Dio della vita affinchè accolga
l’anima del fratello Walter e doni a Lui il premio dei giusti quale compenso per aver portato con
fede e con pazienza il dolore e la sofferenza fisica, lasciando a tutti noi
un esempio di vita cristiana e di fedeltà al Vangelo fino all’ultimo momento.
Il fratello Walter fin da subito si e´ sentito identificato con i sacerdoti
della Fraternità, collaborando con i padri del santuario,
manifestando pure il suo desiderio di approfondire la spiritualità della
fraternità fino a consacrarsi, insieme ad altri tre, a Maria aiuto dei
cristiani e dando vita cosi alla seconda fraternità laicale presente in
Italia.
La spiritualità della Fraternità ha tra i suoi pilastri l’adorazione eucaristica
e la devozione a Maria, ecco perche e´molto significativo che il Signore
abbia chiamato Walter alla sua presenza di giovedi, giorno della adorazione eucaristica alla
quale Walter partecipava devotamente ; è altrettanto significativo che le
sue esequie vengano celebrate di sabato, giorno che la chiesa dedica a Maria
e giorno nel quale Walter saliva puntualmente al Santuario per pregare
insieme ai padri e altri fedeli.
Caro Walter, ora che sei al cospetto di Dio e lo adori in spirito e verità,
ora che la cara Madonna ti accoglie tra i suoi figli prediletti, ti chiediamo
di continuare insieme a noi il cammino cristiano accompagnandoci con la tua
preghiera e il tuo incoraggiamento a non perdere la speranza e a scoprire,
nelle piccole cose della vita, la presenza di un Dio che ci vuole bene.
Amen.
I padri dell’ottavo Capitolo Generale della Fraternità Missionaria di
Maria.
E’ l’attesa, la misura di tutte le cose
Dopo la morte di mia moglie, andai a trovare
la Anna d’ Gidio, madre di Walter, da tempo inferma.
Mi abbracciò, le chiesi come stava, mi rispose: “Sono in attesa, la Rosanna
si è tolta il pensiero”.Tanto tempo fa, ho avuto un orologio da taschino, che
da mio nonno è arrivato a mio padre e poi a me: una “cipolla”. Lo aprivo in
continuazione. Volevo sincronizzarmi con il tempo che passava inesorabile. Mi
faceva meditare. C’è più tempo che vita. Il tempo non finisce mai, mentre la
vita, ogni suo atto, è legato allo scorrere dell’orologio. All’attesa anche
dell’inevitabile. Una persona importante per te che viene ricoverata. La
lunga attesa di qualcosa che non vogliamo immaginare, di cui non possiamo
parlare, il momento nel quale lei diventerà per sempre inafferrabile, e
saremo irraggiungibili l’uno per l’altro.
Cinque anni fa, dopo un’allucinante attesa, mia moglie si spegneva nel suo
letto, fra le mie braccia. La malattia l’aveva spolpata, come un cane fa con
un osso. Ha combattuto fin che ha potuto, “come un leone”, dirà il prof.
Spinelli, poi si è arresa, perché la lotta era impari.
Ma… “Se saprete ricordarmi io sarò
sempre con voi”. E noi ti ricordiamo sempre Rosi. Tuttavia, nonostante il
dolore, il senso di smarrimento, i grandi o piccoli sensi di colpa che ci
devastano l’anima, la vita intorno a noi non si ferma un solo istante. E,
anche se viene a mancare il punto di riferimento, a non fermarsi non è solo
la vita degli altri, ma anche la nostra.
E gli anni continuano a passare inesorabili. Siamo oramai sentinelle avanzate
su un terreno incognito. Assistiamo sempre più dolenti alla scomparsa di tanti
amici.
Walter, Walter, quanti ricordi ci hai lasciato. Quella colonna bianca parla
più di cento articoli. “Scusatemi tutti
voi, cari lettori, se non sono riuscito a portare termine a questo mio
diario”, così finiva la tua vita terrena. Il giorno dopo ci lasciavi.
Stanne certo caro Walter, quella pagina la riempirà la nostra Madonna del
Mirteto. Lei conosce bene, dalla nascita alla morte, la trama della tua vita.
Nel suo grembo materno ha raccolto tutte le opere tue e le consegnerà al suo
figlio Gesù.
Novembre è il mese dei morti. Le foglie cadute dagli alberi, sospinte dal
vento ai margini della strada, raccontano a tutti la fragilità e la
transitorietà della vita vissuta sulla terra.
Sapevo, attendevo, ma non riuscivo a crederci… come Doré. Quando mi
telefonasti la sua morte, rimasi annichilito, eppure lo sapevo, e così anche
la tua mi è giunta come un pugno nello stomaco. Eppure Gianni mi aveva messo
in attesa.
Come ha detto don Andrea, per la nostra comunità la tua presenza non sarà
facile da sostituire (Luciano Muracchioli, mi ha riferito che lo ha detto
anche il vescovo), ma in cielo, ne sono sicuro, suoneranno a festa, lieti di
averti in mezzo a loro. Ma più che il dolore e la profonda nostalgia di te,
ti rende vivo e presente a tutti noi la fede in Cristo Gesù, sulle cui tracce
tu, non ti stancasti mai di camminare. “Io
sono la risurrezione e la vita, chi crede in me non vedrà la morte in
eterno”. Tu dunque sei. Non
avviciniamoci alla sua tomba piangendo. Non c’è. Non dorme lì. La morte non
ha trionfato sulla sua persona ma solo sul suo corpo.
“Quando non ci saremo più, non cercateci dietro il freddo marmo di una tomba;
cercateci fra le cose che amavamo e che curavamo di più, perché solo lì ci
troverete”, così, insieme,
ragionammo un giorno. Lì sopravvive la sua anima, e un giorno sarà ancora a
Lui ricongiunta nella gloria di Dio immortale. Tu caro Walter, vivi ancora
per la fede in Cristo da te lealmente professata. Dio, un giorno, soffierà
sulla tua polvere dispersa e dirà: “Alzati
e cammina, la mia Chiesa ha ancora bisogno di te”. E da questo cimitero
sorgerà tutta una legione di amici e fratelli. Perciò noi oggi, non addio ti
diciamo, ma arrivederci. Tu intanto veglia sulla tua meravigliosa famiglia,
affranta, sui tuoi cinque splendidi nipotini. Veglia su di noi perché
continuiamo il tuo cammino, fatto di volontariato e di fede: sempre al
servizio della Tua Chiesa. Aiutaci ad avanzare ogni giorno di più lungo la
strada che tu ci hai tracciato. Prega anche tu per noi, come noi ora
preghiamo per te. Amen
Fiorenza,Laura, Elena, dice sant’Agostino che Walter non è sparito, è solo
invisibile, e continuerà a tenere i suoi occhi pieni di luce, fissi nei
vostri pieni di lacrime: sempre,
sino a quell’Alba che mai avrà
tramonto.
Romano Parodi
Mio fratello Walter
Mi è stato chiesto di ricordare mio fratello Walter, su questa
pagina del Sentiero, utilizzando quanto ho detto in chiesa il giorno del suo
funerale. Quelle parole mi sembravano poca cosa già dette così, a voce e non
credo che la forma scritta possa migliorarle ma le riporto come le ricordo e
in quella forma perché a voler aggiustare qualcosa, spesso non si fa che
peggiorarla.
Mi capita spesso, quando devo dire di qualcuno o qualcosa, di rimanere, dopo,
con l’amaro in bocca per non avere saputo esprimere non soltanto l’essenziale
di quella persona o di quella pagina, per esempio, ma neppure l’essenziale di
quanto mi stava a cuore di dire. Una delle rare volte che questo non è
successo è stato, per fortuna, a proposito di Walter. Eravamo insieme ad un
convegno a Sarzana, organizzato da Paola Gari e alcuni suoi amici per
ricordare la figura di padre Damarco e tra gli altri erano stati chiamati a
intervenire padre Giovanni Cereti il cui libro “Per un Rinnovamento della
Chiesa” (Marcianum Press, Venezia, 2015) è stato l’ultimo che Walter ha letto
con entusiasmo, ha cercato di diffondere.
Da quel libro Walter ha tratto il brano che è stato letto da padre
Milton e che ci ha lasciato come un ultimo saluto e conforto nel numero del
Sentiero di settembre. Insieme a Giovanni Cereti è intervenuto, tra gli
altri, il professor Gaetano Lettieri, titolare della cattedra di Storia del
Cristianesimo e delle Chiese all’Università La Sapienza di Roma. Con il
professor Lettieri avevo passato la serata del giorno prima del convegno e
parte della mattinata seguente.
A seguito delle conversazioni con lui,
il professore mi attribuiva una competenza sulla scrittura sacra del tutto
immotivata e lasciamo stare. In ogni caso, quel giorno Lettieri aveva fatto
un bellissimo intervento che non poteva non trattare anche della parola,
quella che “era in principio ed era presso Dio ed era Dio” e avendo la
possibilità di fargli incontrare una persona che mi stava tanto a cuore, ne
ho approfittato per presentargli Walter e l’ho fatto con queste parole:
“Vede, professore, io non sono tuttalpiù che un glossatore della parola ma
mio fratello Walter vive la parola, vive nella parola”. Ecco in
quell’occasione e senza prepararmi, credo di essere riuscito a esprimere non
soltanto quello che mi stava a cuore di dire di Walter ma anche la sua
essenza di credente e praticante.
Don Andrea e Enzo Mazzini hanno già detto tanto e tanto bene di Walter e
altrettanto potrebbero fare molti qui presenti, della corale, degli amici del
Sentiero così come dei volontari dell’AVIS ma meglio di tutti potrebbero dire
i nipotini di Walter, perché mio fratello non era soltanto il miglior nonno
del mondo ma soprattutto il nonno preferito dai suoi nipoti che facevano a
gara per stare con lui e sedersi sulle sue ginocchia. In un’ipotetica prova
del nonno, con rispetto per gli altri nonni, per Walter non ci sarebbe stata
partita.
Ho detto di Walter credente e nonno e per dirne di Walter più in generale
basterebbe ricordare, a chi ha conosciuto mio padre, che di tutti i suoi sei
figli, quello che assomigliava di più a Olimpio era proprio lui. Walter gli
somigliava tanto oltre che nella forza fisica, anche nella fortezza morale e
lo ha dimostrato soprattutto nella sopportazione della malattia sempre e
particolarmente durante gli ultimi giorni. I giorni della pena e della
coscienza quando cadono tutte le scorie e il superfluo e dell’individuo
rimane, quando c’è e nella misura in cui c’è, un nucleo incandescente e
luminoso che rimarrà nella memoria dei cari per sempre. Walter, come
trentaquattro anni fa mio padre, ha mostrato, nei giorni che hanno preceduto
la sua morte, la capacità di mantenere intatti tutta la fortezza, l’altruismo
e tutta la sua mitezza, la virtù a me e, credo, a lui, più cara e più cara a
Norberto Bobbio che dedica ad essa un libretto meraviglioso.
Durante i giorni della malattia e dell’agonia di mio padre ho avuto il
privilegio di avere tanto tempo per stargli vicino e in quell’occasione tutto
è stato reso più straziante e nello stesso tempo più denso e prezioso dalla
conoscenza, fatta da poco, di Camillo Sbarbaro che da allora è diventato non
soltanto il poeta a me più caro ma anche una vera presenza come lo sono Dante
e mio padre, Piero e Pascoli e d’ora in avanti, Walter per fin che campo. Di
Sbarbaro si può leggere, nelle pagine centrali di questo numero del Sentiero
la poesia “Padre che muori tutti i giorni un poco” di cui, in chiesa, ho
letto alcuni versi, immaginandoli pronunciati dalle sue figlie.
Infine devo ringraziare tutti i presenti qui in chiesa e chi gli è stato
vicino durante quest’ultimo periodo e sempre e devo ringraziare in
particolare Gianni, Elena e Laura che mercoledì hanno assecondato il folle
proposito di Walter di attingere all’ultima riserva delle poche energie che
aveva, per scendere a Casano, mettersi alla macchina e curare l’edizione del
numero del Sentiero di ottobre di cui
ha potuto tenere tra le mani la prima copia e che costituisce una sorta di
suo testamento spirituale.
Infine un grazie tutto particolare a Fiorenza che, come un vero angelo
custode, gli è rimasta a fianco durante questi ventitre anni a lottare contro
quell’altro angelo che soltanto dopo tutto questo tempo e nei limiti che gli
sono propri, ha potuto imporre a Walter la morte corporale. Da parte mia e di
tutta la mia famiglia un grazie di cuore a Fiorenza, per tutta la vita.
p.s. Approfitto di questo spazio per ricordare ancora Piero; le parole
sulla generosità e l’altruismo che ho usato per Walter e mio padre valgono
anche per lui così come valgono per Marcella, quelle sulla dignità dimostrata
fino all’ultimo nella sopportazione della malattia.
Giuseppe Pedroni
Una carezza
La portiera dell’ auto, che si chiudeva, un fischiettare molto tenue, a
modo tuo; annunciavi la tua visita.
Doretto, riconosceva subito chi fosse e gli brillavano gli occhi, come ad un
bambino, a cui portavano un dono. Impaziente di vederti, già cominciava a
parlarti dalla camera, ancor prima che vi giungessi. Presa dalle mie
faccende, mi recavo in cucina e da lì… sentivo il vostro parlottare, soprattutto
le risate di Doretto, che amava scherzare e scommettere su ogni cosa, curioso
di sapere come andavano a finire i suoi pronostici.
Sai Walter? Sono certa che, quando vi siete incontrati lassù nel cielo, lui
ti ha detto: “Ecco! Tu, caro Walter ce l’hai fatta a morire nel tuo letto,
con tutta la tua famiglia attorno, amato e coccolato. Con la Madonna che ti
sorrideva, proprio come avrei desiderato io, ma…
Queste visite portavano letizia nel suo cuore e Doretto mi ripeteva sempre:
“Che grande amico è Walter, sento che mi vuole bene”. Portavi conforto a
tutti coloro che andavi a trovare, ti stimavano anche per questo tuo modo di
renderti utile; lo facevi discretamente, in punta di piedi.
Ricordo sempre come ti sei preso a cuore il nostro caro amico Ferruccio. L’hai
preso per mano e accompagnato nel percorso critico, ospitandolo in casa tua
assieme alla tua famiglia, assistito con affetto e calore, restandogli vicino
fino alla fine.
Nel sociale ti sei reso presente in tutte le manifestazioni che ti vedevano
impegnatissimo nei molteplici interessi. Incarico AVIS, per citarne uno, ma…
il giornalino interparrocchiale “Il Sentiero” che seguivi con un piacere
speciale… che poi hai onorato fino alla resa del tuo corpo al Signore.
Hai sempre donato la tua disponibilità al tuo prossimo, senza mai una
imprecazione negativa né un lamento emotivo.
Grazie Walter, così diceva sempre anche Dorè, quando gli portavi il
giornalino appena stampato. Anche questa volta, ne è uscito un buon numero.
Grazie Amico Walter, per il tempo che hai trascorso con noi.
Grazie per aver continuato anche dopo… nelle tue visite alla nostra famiglia
per informarti di come andassero le cose.
Grazie amico Walter per il bene che ci hai voluto.
Anche questa è una carezza del Signore.
Marta
“Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di
questo pane, vivrà in
eterno…” (Gv 6,51)
Grazie Walter, per tutto quello che hai dato alla nostra
scuola in questi anni; grazie per l’esempio di umiltà e moralità che hai donato
ai nostri ragazzi, con amore e generosità, come solo chi è molto vicino a Dio
può fare.
In questo momento di dolore immenso, siamo vicini con tutto il nostro affetto
alla tua famiglia, che tu tanto amavi e che il Signore ricolmerà di
benedizioni.
Con gratitudine, sarai sempre nei nostri cuori.
Prof.ssa
F. Bassani, Prof.ssa A. Barion, Prof. G. Guiso
Walter è…
Walter è una persona speciale.
Uso il presente perché lui continua a vivere negli occhi di chi gli vuole bene, di conseguenza, quando
mi guardo allo specchio, riesco a rintracciarne un frammento…
Walter è presente in ogni gesto caritatevole ed affettuoso, in una stretta di
mano, in un orecchio in ascolto, in un’attenta risposta, in un consiglio mai
negato, in due braccia sempre aperte…
Walter è una voce mai alterata, in un sorriso sincero, in una spalla su cui
appoggiarsi, in un favore reso ancor prima di esser chiesto, nella gioia delle
piccole cose, nella speranza, nella fede…
Il suo amore verso il prossimo è racchiuso in ogni gesto che compie, in ogni
sorriso che regala a chiunque sia triste, in una parola buona in un momento di
sconforto…
Chiunque si ritrovi a compiere anche solo una di queste semplici e nobili
azioni, possiede il potere di mantenerlo in vita, quindi diamoci da fare!!
Per lui “la morte non è una luce che si spegne, è mettere fuori la lampada
perché è arrivata l’alba”.
Ovunque tu sia, sono convinta che userai la lampada per far luce su di noi.
L’Amica
Anna
Ciao Walter,
è stampata, dentro di me , la tua voce e il momento quando
mi telefonasti prima di tornare da Milano, perché tu sapendo che la mia lettera
l’avrei consegnata all'ultimo momento , con tanta delicatezza ed amore mi hai
informato che la stampa del Sentiero sarebbe avvenuta prima.
Non avendo ancora scritto nulla ti ho ringraziato del tuo gesto premuroso e ti ho promesso di
consegnarti per tempo la lettera per il mese successivo. Il 16 di settembre
anche per mantenere la promessa fatta e per evitare di scrivere come sempre
all'ultimo momento , il giorno del compleanno di mio nonno la scrissi; il tema
era la Festa dei nonni.
Ed io ho raccontato del mio nonno e del
grande tesoro che mi ha lasciato; l’amore, il sentirmi amata ... e tu Walter
che grande nonno che sei stato e lo sei sempre da lassù; quanto amore lasci a
tua moglie, alle tue figlie e l'amore non muore ma vive.
L'Amore di chi si dà e che ritorna quando ci si dona gratuitamente agli altri
senza avere il pensiero di ricevere qualcosa in cambio.
Terminata la lettera ti ho telefonato
Walter, ma mi ha risposto Fiorenza che purtroppo mi ha avvisato che la malattia
era precipitata, che stavi dormendo e che purtroppo eri alla fine della tua
vita terrena: quanto ci manchi, e quanto ci mancherai Walter ma mi ripeto
quanto amore hai lasciato a ciascuno di noi, alla tua famiglia, quale padre ,
marito , nonno, fratello, cognato e figlio che ognuno desidererebbe avere
accanto.
Quanto amore hai lasciato anche al nostro Sentiero, quanto tempo hai speso per
questo bollettino interparrocchiale, forze che hai consumato fino all'ultimo
adoperandoti con tutta la tua volontà per farlo uscire anche questo mese. Il numero del tuo Sentiero, di
cui noi di Ortonovo dobbiamo andare fieri, cercando di farlo continuare, perché
non sono tanti i luoghi in cui le parrocchie si uniscono facendo qualcosa
assieme, aprendo una luce sul nostro primo annuncio di credibilità del nostro
Vangelo, la vera unità; lo sappiamo tutti: tante sono le parrocchie ma sappiamo
anche che solo una è la Chiesa e se anche tu Walter tenevi al "tuo"
Santuario e a San Lorenzo ma tanto tenevi anche, attraverso questo bollettino,
a diffondere questo messaggio di unità tra parrocchie e quindi tra di noi.
Grazie Walter per averci donato un pezzo della tua eredità, di un valore
immenso, indistruttibile e che soprattutto
non divide ma ci unisce : l'Amore.
Grazie Walter arrivederci tutti assieme quando anche noi ritorneremo da dove
siamo partiti, chiudendo il nostro cerchio alla casa del nostro unico Padre Dio
dell'Amore.
Grazie e arrivederci
Stefania
Salmo 91/90
“Egli per te darà
ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi.
Sulle mani Essi ti
porteranno perché il tuo piede non inciampi nella pietra.
Calpesterai aspidi e
vipere, schiaccerai leoni e draghi” (Salmo 91/90)
La
figlia Laura
Ciao Walter
Ho conosciuto Walter, quando sono andata come insegnante
alla Scuola Media “C.R. Ceccardi” di Ortonovo, diretta dal grande Preside
Franciosi e popolata da una miriade di insegnanti estremamente attivi, che
hanno reso questo Istituto all’avanguardia non solo dal punto di vista
didattico, ma anche per le attività extrascolastiche che lo hanno caratterizzato.
C’erano tra queste la settimana bianca, il campeggio estivo, il mercatino e i
genitori degli alunni che collaboravano
con la scuola tramite l’Associazione genitori, di cui Walter faceva parte. Ho
così passato assieme a lui, a Fiorenza e alle sue ragazze, Elena e Laura, molte
settimane bianche, fatto tante risate lungo le piste e nei momenti del pranzo e della cena negli
alberghi delle varie stazioni sciistiche. Ha allacciato con noi tanti scarponi ai ragazzi che dovevano
imparare a sciare, ci ha aiutato sempre in ogni occasione, perché eravamo in
tanti a sciare, praticamente sulle piste si trasferiva mezzo paese. E lui aveva
sempre un sorriso per tutti, la battuta pronta per sdrammatizzare, una parola
buona per chi si alterava.
Era una animatore anche delle altre attività della scuola, è sempre stato
rappresentante dei genitori nelle classi delle sue figlie, Presidente del
Consiglio d’Istituto.
Ho saputo poi che era anche impegnato nel sociale, consigliere dell’AVIS e
attivo in questo settore che con la sua presenza ha visto l’incremento delle
donazioni.
Era anche molto credente e partecipava
attivamente alla stesura de “Il Sentiero”, giornale di parrocchia a cui aveva
sempre collaborato anche il Prof. Franco Marchi. Un uomo come pochi: attivo con
gli altri e presenza affettuosa per la sua famiglia.
Di lui ho un bellissimo ricordo: mi chiamava un po’ con mio nomignolo, un
po’con il cognome e mi sorrideva sempre anche nei momenti più tristi per lui.
Molti anni fa gli era stato diagnosticato un brutto male da cui credevo fosse
guarito. Invece non era così, ma lui non si è mai lamentato, anzi al mio – come
stai?- di qualche tempo fa, ha risposto –bene-.
Caro caro caro Walter, sei rimasto nel mio cuore per le tua gentilezza, per il
tuo sorriso, per la tua disponibilità e oggi posso dire anche per il tuo
coraggio e per la dignità con cui hai saputo portare avanti un peso così grande
qual è stata la tua malattia. Sarai per tutti noi sempre un bel ricordo e per i
tuoi cari un esempio di bontà e di rettitudine.
Ciao, caro amico, un saluto dalla tua amica Bebi
Castelnuovo Magra 18 ottobre 2016
Bebi
Gruppo amici padre Damarco
Mi commuove far parte del gruppo di amici che si raccolgono
attorno a Walter per testimoniare la sua vita generosa, discreta e totalmente
disponibile.
E non so immaginare una “celebrazione” più adatta di quella espressa da “Il
Sentiero”, per il quale si è speso sino all’ultimo giorno della sua vita.
Io vorrei ricordare gli ultimi mesi di un’amicizia tessuta di tanti incontri...
Due giornate sono state particolarmente significative: il convegno
dell’11giugno scorso dedicato, in Sarzana, a“Dignità della persona e apertura
agli altri”, per la riedizione del libro “Commento ai Vangeli” di padre
Vincenzo Damarco, “sacerdote del Concilio Vaticano II morto nel 1974; e
l’incontro ecumenico dell’11 settembre presso il Santuario di Ortonovo.
Nella prima giornata Walter ha potuto confrontarsi con il teologo don Giovanni
Cereti, del quale aveva apprezzato il libro “ Per un rinnovamento della Chiesa”
libro che farà poi circolare fra tutti gli amici.
Nella giornata di incontro ecumenico, l’ultima passata nel "suo"
Santuario, era stato particolarmente coinvolto e partecipe di quel clima di
comunione e pace interiore.
Poi le sue condizioni di salute si sono molto aggravate, ma questo non gli ha
impedito di dedicarsi con passione alla redazione del Sentiero.
In quel periodo mi chiese di interessarmi per la stesura di un articolo, da
parte dell’amico Egidio Banti, sull’attività del gruppo “amici padre Damarco”
rivolta ad attualizzare il suo pensiero profetico sul tema cruciale dei
migranti.
Ed Egidio ha subito risposto, con grande soddisfazione di Walter.
Negli ultimi giorni mi ha ricordato spesso la necessità, secondo le continue
indicazioni di papa Francesco, di aprire il suo paese, la parrocchia, il
Santuario all' accoglienza di una famiglia di profughi.
E' bello, ci conforta, ricordare la sua grande apertura verso gli altri,
soprattutto verso i più piccoli e indifesi, sempre attento ai loro bisogni; e
il suo ricordo ci sarà di sostegno nel cammino che, come "gruppo amici
padre Damarco", abbiamo intrapreso per la difesa dei nostri fratelli più
deboli, spesso senza voce.
Paola
La tua valigia, Walter, era pronta
Quel giorno io non c’ero. Non c’ero, caro Walter, a darti
l’ultimo saluto, perché ero su, a Bruxelles, dai miei.
E’ stato per me un grande dolore. Mi hanno detto che la chiesa era gremitissima
(e come avrebbe potuto essere altrimenti) e che tutt’intorno aleggiava un’aria
che sapeva di soprannaturale, che quasi si poteva toccare con mano, un anticipo
di paradiso.
Una cara amica mi ha confidato che, nel corso della cerimonia funebre, ha avuto
come la certezza che si stesse facendo una grande festa in cielo per il tuo
arrivo.
Sì, Walter, perché la tua valigia era pronta da tempo, piena della tua lunga
sofferenza sopportata con una dignità, un coraggio, un abbandono alla volontà
di Dio che non facevano trapelare nulla e di tanti atti d’amore, perché tu ti
preoccupavi di donarti agli altri.
Non ti faceva paura la fatica, eri sempre presente nelle più importanti
manifestazioni religiose e non della nostra vallata e della nostra diocesi e,
anzi, ti facevi cura di organizzare un trasporto efficiente perché tutti
potessero parteciparvi.
Già gravemente malato, l’otto settembre, hai voluto andare a salutare
personalmente la Madonna che amavi tanto. Mi hanno riferito che, giunto con
grande fatica sul piazzale del Santuario, avendo saputo che una persona era in
difficoltà per tornare giù al piano, ti sei prodigato, come hai potuto, per
aiutarla.
E che dire del tuo prodigarti in favore dell’AVIS a cui hai dedicato tempo ed
energia, coinvolgendo in una gara di generosità tantissime altre persone?
Nella tua valigia, però, campeggia il tuo capolavoro, il tuo fiore
all’occhiello: l’impegno che hai profuso per portar avanti e rendere sempre più
interessante e piacevole il nostro giornalino interparrocchiale, “Il Sentiero”.
All’inizio, forse, neanche tu pensavi ad una attività così coinvolgente. Poi,
piano piano, sei cresciuto alla scuola del nostro caro preside, il professor
Franciosi, dal quale (dicevi) avevi imparato tutto, cosicché, al momento
opportuno, avevi potuto assumere la direzione del nostro bollettino. Sono stati
tanti la dedizione e l’entusiasmo che gli hai dedicato da poter affermare,
senza timore di essere smentiti, che “Il Sentiero” eri tu !!
Mi piaceva chiamarti redattore- capo (te l’ho mai detto?) e, in realtà, lo eri
veramente, perché seguivi la realizzazione di ogni numero del giornalino
dall’inizio alla fine.
Ti preoccupavi di contattare noi, tuoi collaboratori, per sapere se quel mese
avremmo scritto qualcosa in modo da lasciare gli spazi necessari, ci
incoraggiavi se eravamo un po’ titubanti, passavi a ritirare gli articoli
scritti a mano (gli altri ti venivano inoltrati via e-mail), li stampavi, li
impaginavi, li assemblavi (si dice così?) e… infine il giornalino compariva in
tutte le parrocchie fresco di stampa e prezioso per l’impegno di tutti.
Trovavi anche il tempo di redigere la rubrica ‘Il diario di un parrocchiano’
(adeguatamente ereditata dal prof. Franciosi) in cui riferivi e commentavi gli
avvenimenti religiosi più importanti del mese.
Mi commuove leggere l’ultimo tuo articolo, dove chiedi scusa per non essere
stato in grado di terminarlo!! Ma,
insieme, mi consola sapere che Gesù ti è sempre stato vicino nelle persone dei
sacerdoti che, illuminati dallo Spirito Santo, sanno trovare le parole che
giungono fino al cuore, donandoti Gesù stesso che tu hai ricevuto con tanta
solennità ed emozione.
Caro Walter, credo che tu abbia saputo aderire e realizzare nel modo migliore,
con semplicità e modestia, il Disegno che il Padre Celeste aveva su di te e
cioè di contribuire a far conoscere la bellezza e l’attualità del Vangelo e,
nello stesso tempo, dar vita ad una grande famiglia dove ognuno poteva trovare
il proprio posto e avere voce, valorizzando e incoraggiando le capacità di
ciascuno.
Spero che un giorno ci si possa incontrare in Paradiso e chissà che, tutti
insieme, non si riesca ad imbastire un “Sentiero” anche lassù!
Giuliana
Rossini
Caro Walter,
ti scrivo come se fossi partito per un lungo viaggio, per
parlarti come non ho potuto fare prima perché non sono mai stata brava con le
parole, e ho sempre preferito scrivere.Ti scrivo per raccontarti il vuoto che hai lasciato, pur
sapendo che questo non ti riporterà tra noi.
Vorrei vedessi la disperazione delle tue ragazze, le lacrime di Laura che non
si rassegna, la solitudine di Fiorenza che ti vede in ogni angolo, la forza di
Elena che cerca di fare coraggio a tutti anche quando non ne ha.
Ognuno reagisce secondo il proprio carattere e secondo i propri mezzi, ma
saresti fiero di loro nel vedere la forza che hanno dimostrato, prima quando
eri malato ed oggi che non ci sei più. Quando ci si dedica anima e corpo ad una
persona cara succede che, quando questa viene a mancare, ci si senta inutili e
senza più uno scopo.
E’ come se la vita si fosse fermata con lei, ed andare avanti sembra assurdo ed
impossibile.
Vorrei raccontarti di Gianni, di quanta paura aveva di accompagnarti
quell’ultima giornata alla sede del Sentiero, anche se non ti reggevi in piedi,
solo per farti contento, fingendo che tutto fosse normale e che non fossi agli
ultimi istanti della tua vita; con quanta ostinazione hai programmato questo
viaggio! Un compito da terminare e consegnare ad altre mani.
Saresti contento di sapere che Elena se ne è fatta carico, e che tutta la tua
famiglia sta scrivendo sul giornalino; quell’ultima copia, con l’articolo
scritto di tuo pugno, è andata a ruba il mese scorso: hanno dovuto mandarlo in
ristampa.
Vorrei dirti dei bambini che alla sera portano allegria in casa, unica traccia
della vita che va avanti, tranne quando la vocina di Anita cerca e chiama
Nonno.. allora potresti vedere i visi impallidire e le lacrime che gli adulti
cercano di ingoiare per non deludere e non fare male ad altri.
Vorrei dire alle tue donne di continuare la propria strada sapendoti ancora accanto, perché l’amore non
termina con la vita, ma continua oltre.
L’amore che hai saputo donare è stato talmente grande che rassegnarsi alla
perdita è difficile, ma il coraggio di cui hai dato prova deve servire da
esempio per chi rimane.
Vorrei terminare con un grazie: per esserci sempre stato, per la tua famiglia e
per tutti gli altri; per non aver mai parlato e pensato male, anche quando
avresti potuto; per aver cresciuto due figlie così in gamba; per essere stato
il punto di riferimento di tanti; per la dignità ed il coraggio che hai
dimostrato nella malattia, anche quando la rabbia sarebbe stata più che
giustificata; per non aver mai dimostrato paura e non esserti mai fatto
prendere dallo sconforto; grazie per tutti gli sguardi che dicevano tutto;
grazie per avermi cercato quell’ultima volta.
Aiutaci a sentirti vicino; non più con gli occhi, ma con il cuore.
Marene
La figlia Elena
Avevo diciassette anni
quando, tra bisbigli, andirivieni dei miei zii, referti ospedalieri e ricerche
sulla Treccani, ho capito che avrei potuto perdere mio babbo… ma Qualcuno ha
voluto che non andasse così.L’anno successivo per il suo compleanno gli abbiamo regalato una videocassetta
di un famoso film, “Miracolo a Milano”, perché per noi quello era successo…
Oggi di anni ne ho quaranta e mio babbo mi è stato accanto fino a qualche
giorno fa.In questi ventitré anni la “malattia” non lo ha mai abbandonato,
ci sono stati ospedali, analisi, operazioni, paura di non farcela… lacrime…
Ma c’è stato anche molto di più… e quelle sono state solo delle parentesi a cui
lui dava poca importanza non lamentandosi mai, non risparmiandosi mai e vivendo
fino in fondo ogni momento.
Ci sono stati diplomi, lauree, matrimoni, nascite, battesimi, vacanze…gioia,
risate, amore…lui è stato presente con i suoi silenzi e le sue carezze in ogni
momento della nostra vita, non solo in quelli importanti ma anche nella più
semplice normalità. Perché per noi la normalità era un’eccezione, perché averlo
ancora con noi non è mai stato dato per scontato.
Due anni fa abbiamo fatto una bellissima vacanza in montagna con un gruppo di
focolarini; una delle escursioni è stata più dura del previsto, abbiamo scalato
un monte altissimo, soprattutto per noi non allenati. Io , mia mamma e
Francesca abbiamo faticato, ci siamo lamentate e più volte abbiamo pensato di
rinunciare… noi più giovani di lui e più sane. Mio babbo invece era davanti a
tutti noi, con solo un bastone e con tutti i suoi problemi… non ha detto una
parola ed è arrivato sulla cima prima di noi. Quando finalmente sono arrivata
anch’io, distrutta e con l’unico scopo di riposarmi, ho trovato lui ad
attendermi con il suo solito sorriso pacifico sulle labbra e pieno di soddisfazione
per essere lì assieme.
La nostra vita è stata come quella camminata… tutta in salita… apprezzando
ancor di più le gioie, sorreggendoci l’un l’altro nei momenti più duri… ma la
nostra forza più grande era vedere lui sempre un passo avanti a noi che ci incoraggiava
a non mollare mai.
E’ dura lasciare andare un babbo così… anche se ho la certezza che mi ha dato
ciò che di più bello e profondo poteva darmi: tutto se stesso fino all’ultimo
istante… e ora continuerà a mandarmelo da lassù.
Elena
Pensieri dei ragazzi della scuola media
“ Ceccardo Ceccardi “
Un grande dispiacere, quello
che si prova dopo anni di grandi iniziative e grande lavoro, questo grande uomo
è passato a vita migliore.
Per anni ha diretto “Il Sentiero” con grande serietà ed è sempre riuscito ad
accontentare i lettori.
Una sua grande idea è il calendario dell’AVIS che veniva portato avanti da lui
e dal nostro professore di arte che, con l’aiuto degli alunni delle elementari
e delle medie scriveva ogni anno nuovi argomenti che interessavano tutti coloro
che volevano quel calendario.
Grandi opere che verranno
ricordate per moltissimi anni.
(Pietro Baldoni,;Andrea
Lochtmans; 2^C)
Siamo alunne della scuola
secondaria di primo grado di Ortonovo e vogliamo rivolgere questo pensiero a
quelle persone che, grazie alla loro generosità, contribuiscono a salvare vite
umane. L’AVIS è un’organizzazione di volontariato costituita da coloro che
donano volontariamente, gratuitamente e in maniera anonima il proprio sangue.
Sono persone d’età compresa tra i 18 e i 65 anni con un peso non inferiore ai
50 kg che si recano, periodicamente, nei centri prelievo. Donare sangue è un
gesto di grande solidarietà: questo è indispensabile alla vita, tutti potremo
averne bisogno, per un qualsiasi motivo.
Da anni il nostro Istituto Comprensivo collabora con l’AVIS di Ortonovo per la
realizzazione del calendario: gli studenti autorizzati dal Dirigente
Scolastico, assieme ai loro docenti e sotto la supervisione del Prof. Guiso,
realizzano i disegni. Un grande successo.
Doveroso ricordare il signor Walter Pedroni, venuto tristemente a mancare a
fine settembre, che per lungo tempo è stato volontario AVIS e negli ultimi anni
ha coordinato la redazione del giornalino mensile interparrocchiale “IL
Sentiero”. Pochi giorni prima del triste giorno ha scritto una pagina del suo
solito “diario”, una sorta di saluto per i tanti fedeli lettori.
Persona molto amata, altruista, che tutti porteranno nel loro cuore: un esempio da seguire.
Ciao Walter, grazie.
(Di Casale Benedetta;
Vanelli Carolina Maria; Baldoni Eleonora; Bianchi Margherita; 2^C)
Ricordo di Walter
Walter era legato in modo
indissolubile ad Ortonovo, che per lui rappresentava un’unica grande comunità.
Il suo impegno per il “Sentiero”, come tante altre attività, spesso condivise
con i familiari, ne danno una testimonianza davvero molto bella. Il suo però
non era, non è mai stato un “campanilismo”, per lo meno nel senso deteriore del
termine.
La visione di Walter – spesso ispirata, come per tanti altri amici,
dall’esperienza di Chiara Lubich e del movimento dei Focolari – era una visione
profonda di unità. Le divisioni, di qualunque genere, non le comprendeva e non
le approvava. Unità in famiglia, prima di tutto, e profonda. Unità
nell’ambiente di lavoro. Unità in parrocchia. Unità nel Comune ortonovese.
Unità, e poi mi fermo ma si potrebbe andare oltre, a livello diocesano. Per
questo, Walter non solo partecipava e faceva partecipare alle diverse
iniziative diocesane, dalle celebrazioni con il vescovo ai pellegrinaggi
mariani del primo sabato del mese, ma credeva davvero nell’unità della diocesi:
una unità, per lui, senza centro né periferie, e che considerasse, in una
visione armonica come di un corpo umano composto dalle varie membra, tutte le
diverse componenti, parrocchie, movimenti e così via. Ci sono due episodi
abbastanza recenti che mi piace raccontare qui, perché siano anche di esempio.
Se c’è un “giornale” nel senso più completo del termine, questo è il
“Sentiero”. Ma nessun responsabile del “Sentiero” era stato mai chiamato a
partecipare all’incontro che ogni anno il vescovo diocesano – sin dai tempi di
monsignor Silvestri – tiene con i giornalisti delle diverse testate spezzine a
fine gennaio, in occasione della festa di san Francesco di Sales, patrono
appunto dei giornalisti. Avendo letto l’ennesimo resoconto di tale incontro su
“Spezia 7”, la pagina diocesana di “Avvenire”, Walter, forse un po’
amareggiato, mi fece presente questa incongruenza. Gliene spiegai il motivo: i
giornalisti del “Sentiero” lo sono in tutti gli aspetti, tranne uno,
l’iscrizione all’Ordine dei giornalisti. Ma aggiunsi che ritenevo fondata la
sua osservazione e che l’avrei trasmessa al segretario del vescovo, il quale, a
sua volta, la condivise. Così, nel gennaio scorso, Walter in persona poté
rappresentare tutti i collaboratori del “Sentiero” alla Messa ed al successivo
incontro del vescovo con gli operatori della comunicazione. Al di là del suo
carattere schivo, era palpabile la sua gioia: non per sé, ovviamente, ma per la
testimonianza che quel gesto dava all’esperienza del “Sentiero” e, quindi, ad
una sempre più completa “unità” diocesana, anche a livello di mass media.
Secondo episodio. L’11 giugno scorso, a Sarzana, è stata presentata la ristampa
dei “Commenti ai Vangeli” del religioso vincenziano padre Vincenzo Damarco.
Nell’occasione, il gruppo degli amici di padre Damarco aveva invitato come
relatore don Giovanni Cereti, illustre teologo romano, di origine genovese. Tra
i presenti c’era Walter, che appunto era sempre molto attento ad ogni
testimonianza che, partendo dal Vangelo, potesse rappresentare un arricchimento
per tutti, credenti e non credenti. Nell’intervallo di quella giornata aveva
avvicinato don Cereti per scambiare con lui alcune riflessioni, mostrandosi
molto interessato all’esperienza della fraternità degli Anawim, un gruppo
romano di spiritualità che si richiama agli “umili” della Bibbia, che vivevano
incarnando le Beatitudini . Anche nelle settimane seguenti, mentre purtroppo il
male stava cominciando l’offensiva finale, era tornato sull’argomento, e
sull’impegno che gli amici di Damarco avevano ricavato da quella giornata, sul
tema così urgente e “strategico” dell’accoglienza ai migranti, nelle case,
nelle parrocchie, nei santuari. Come si vede, un ulteriore impegno di unità e
per l’unità, anche tra popoli diversi: unità delle persone, in primo luogo, credenti
e non credenti, e dunque anche per l’unità dei credenti in Cristo. Per lui
erano inconcepibili le divisioni, le gelosie, le chiusure preconcette. Una
testimonianza, la sua, che merita davvero di essere considerata e non
dimenticata ….
Egidio
Banti
E' morto Walter
“E’
morto Walter- questo Santo Rosario è dunque tutto per lui”. Così si è
concluso in grande mestizia un pomeriggio sereno, in visita Maria S.S.
di Montenero in Livorno . E’ l’ultimo giovedì di settembre, penultimo
giorno del mese.
Personalmente mi sento in colpa. Non gli avevo più telefonato
perché, come una bambina, ero un po’ imbronciata dopo il suo richiamo a
Milano, per verifiche e cure. “Walter, coraggio, tutti vogliamo che stai
bene”, così lo avevo salutato. Lo avevo visto sereno e giovane, con la
piccola nipotina in braccio, su in Ortonovo, sotto lo storico torrione.
Ora se chiudo gli occhi lo rivedo così, sorridente e sereno. Arrivata a
casa mi ha aperto mio figlio Davide dicendo: “Purtroppo mamma c’è una
brutta notizia; è morto Walter”.
“Lo so”, ho risposto io e ne sono
molto addolorata; e vedo che ne siete addolorati pure voi”. Ci ha dato
molto Walter ed il vuoto che lascia è grande. Penso al dolore e sgomento
dei familiari. Penso alla sua presenza al Santuario, per la preghiera,
per il coro. Penso al suo diario del mese su “Il Sentiero” che tanto lo
ha impegnato, proprio da una dei “pochi ma buoni”.
Ora in cuor mio, spero che tutto l’impegno di lui risorga, con tanto amore per la sua persona.
Penso
che continueremo a volergli molto bene, a sentirlo e ad accompagnarlo
presso il Signore con la nostra preghiera, insistenti come lo sono state
le sue, per tutti i familiari e per il bene della chiesa.
Ora mi
stringo ai suoi cari e neanche loro potrò dimenticare nella preghiera.
Con tutto il mondo che consegna perdite su perdite, rialziamo il capo e
la nostra vita, per dire grazie a chi ci è stato di esempio generoso e
fedele, per Ortonovo e per tutti, anche qua a Luni mare.
Con affetto e dolore grande, la famiglia e Paola Vitale
I Santi Arcangeli Michele Gabriele e Raffeale
29 settembre 2016
Il Sentiero di
Walter
Non è facile
salutare un amico, doverlo salutare per sempre, accettare di
perderlo per sempre e nello stesso tempo volerlo per sempre
ricordare.
E’ quel “per sempre”, che frena ogni tua scelta, fino al
punto di pensare che ogni tua
iniziativa, per non fare si che il “per sempre” si
trasformi in definitivamente, risulti inopportuna, insufficiente e arrivi a soffocare ogni tua volontà’.
Così è successo a me ……..
ho pensato che ogni cosa avessi
fatto non avrei potuto cambiare ciò che era successo……
Impossibilitata a modificare il mio scoraggiamento ho pensato di fare quello
che a Walter piacerebbe:
scrivere una pagina da inserire nel SENTIERO per condividere con gli altri il mio stato d’animo, i miei
pensieri ……..
Quindi eccomi ……..a scrivere, come sempre, quando Walter me lo chiedeva, con quel
suo sorriso fraterno che riuscivo
a visualizzare anche ascoltandolo
al telefono;
con la sua dolcezza “paesana” impastata di
saggezza ed umiltà mi convinceva
ad accettare sempre le sue richieste per fare
in modo che il bollettino uscisse ogni mese con “qualcosa” che valesse la pena di condividere con i lettori, verso i
quali Walter aveva un rispetto
reverenziale e per i quali, secondo lui,
gli impegni profusi non sarebbero
sicuramente mai stati né ’vani né
sufficienti.
La sicurezza di Walter, alimentata dalla sua fede granitica, abbracciava
chi collaborava con lui, nel servire “Il Sentiero”, fino a sentirsi
protetti, per tutto il
tempo che si dedicava alla creazione del bollettino, da un abbraccio
unico e speciale:
l’abbraccio di Maria, Madre
del Servizio.
Tutto ciò è stato
possibile grazie al sentiero che Walter percorreva quotidianamente, al
richiamo delle campane del mattino,
salendo verso il suo santuario
per abbracciare con la preghiera tutta la nostra comunità interparrocchiale e
metterla sotto la protezione di Maria,
Madre della Chiesa, nostra Madre per
sempre ….. e tutto ciò continua ancora ……
la “Grazia” si ripete proprio ora
mentre sto scrivendo per il bollettino…… Walter
sorridendo mi gratifica e mi rincuora confermandomi che con la fede il “per sempre” non è definitivamente
negativo ma eternamente positivo …….
ciao Walter…..
Rosa Lorenzini
Caro Walter,
La
chiesa di San Lorenzo, il piazzale, la collina erano gremiti attorno a te, che
ci lasci e ti riunisci a Colui che per anni hai reso reale e vivente con la tua
azione semplice, sorridente ed efficace.
Da Luni Mare eravamo almeno in cinque o più, perché tu ci hai fatto partecipi
della testimonianza cristiana, che rende saporita la realtà, la vita,
l’ambiente.
Se il nostro dolore è sentito, quanto più grande quello dei tuoi cari e del tuo
mondo, che tu hai sempre arricchito mettendo in pratica la parola di Gesù.
A Gesù ho chiesto di lasciarti pregare per i tuoi cari e per tutti, mentre noi
ti sentiremo presente e vigile, perché non sempre siamo così pronti e attenti come
sei stato tu.
Dobbiamo farcela, dobbiamo continuare la via che tu hai concretizzato. Ora con
Doretto, testimone di fede, restiamo vigili e non lasciamoci sopraffare dalla
facile via del lasciar perdere, tanto è così che va. Ma non è così che va,
infatti testimoniando la luce che Dio mette in noi, rendiamo migliore la
famiglia, l’ambiente, il paese, la vita.
Ora Walter, ti ringraziamo con tutto il cuore, ricordando la tua presenza, il
tuo rendere vivo anche la chiesa San Pietro e noi che andiamo contro corrente.
Ti pensiamo sereno nella luce di Dio mentre non perdi i tuoi cari e tutti noi.
Ci auguriamo di rivederti quando Dio ci chiamerà …..ed ora…..avanti con fede!
La comunità di Luni Mare
1 ottobre, 2016
Santa Teresa di Gesù Bambino