Questo il titolo della nuova
iniziativa culturale-gastronomica - una festa contadina - messa in atto nel
centro storico di Ortonovo la sera del 22 agosto, alla quale sono convenute,
secondo me, un migliaio di persone. E pensare che gli organizzatori nutrivano
seri dubbi sul buon esito di questo evento, specialmente perché di questo tipo
di iniziative ne fanno ormai in quasi tutti i paesi.
Sono giunta con un’amica al paese con il bus-navetta che partiva da Casano.
Nella piazza S. Lorenzo mi sono recata alla cassa per ritirare il buono-pasto.
Ho pagato 10 euro e mi è stato consegnato un contenitore con il logo della
manifestazione con dentro un bicchiere (le bevande venivano distribuite strada
facendo) e una specie di fiore con i petali, formati da striscioline di carta
di diversi colori, ogni colore era riferito a un borgo e a uno specifico
prodotto da consumare, ad esempio: colore giallo, il Poggio per la pasta e
fagioli (i tagh’arin); colore arancio, la Piazzetta per i panigacci e a seguire
altro colore e borgo per gli sgabei, un altro per le frittelle con baccalà, con
fiori di zucca, con le mele; poi il giro si concludeva nella Piazza di Sopra
con un misto di dolci tipici preparati dalle donne del paese. Le bevande venivano
distribuite dentro antiche cantine rimesse in uso per l’occasione.
Ma la cosa più caratteristica è che tutto il paese era un’esposizione a cielo
aperto di oggetti, foto, biancheria e quant’altro tirati, fuori chissà da dove,
dalla gente del paese. Ho visto, passando, una radio Marelli degli anni 30/40
ancora funzionante (stava trasmettendo in quel momento la partita
Lazio-Bologna), macchine da cucire Singer, William…, lenzuola antiche ricamate
a mano, coperte all’uncinetto…, e poi una bella vera galleria fotografica con
foto dal primo ‘900 fino agli anni ’60, nelle quali persone, ora anziane, si
riconoscevano e rivedevano amici e parenti. Tutto questo è un bel modo per
riportare in vita coloro che in questi paesi hanno vissuto e lavorato,
lasciandoci la loro storia e testimonianze di vita.
Devo dire inoltre che stentavo a riconoscere le persone del paese perché erano
tutte vestite all’antica, in tema con la serata, e come loro anche i bambini
più piccini che scorrazzavano per le piazze sotto la torre tra botti e balle di
fieno. Anche un gruppo di ‘contadinelle’ (ragazzine del paese, davvero brave)
si sono esibite in alcune danze antiche. Molto bravo il trio di musicisti che
hanno suonato per tutta la serata musiche che non avevo mai sentito, tutte in
tema con la serata: una ragazza col tamburello duettava col fisarmonicista e
col chitarrista.
Dire un sentito grazie a tutti è per me doveroso, e in questo ‘tutti’ c’è tutto
un paese unito che si dà un gran da fare per vivacizzare la vita del paese e,
col ricavato, cercare di migliorare l’aspetto del centro storico ed è inoltre
un modo per stare insieme con letizia e allegria.