Carissimi, desidero parteciparvi una notizia a me nota soltanto dalla giornata di martedì 24 gennaio, alle ore 12,30. Quattro anni fa, nella celebrazione eucaristica con cui iniziavo il ministero come vostro Vescovo, ponendo tutto il mio servizio nelle mani del Signore, tra le altre cose vi dicevo: «Non sappiamo per quanto tempo il Signore ci darà la grazia di camminare insieme». Questo tempo, ora - dopo la decisione del Santo Padre di nominarmi Patriarca di Venezia -, è noto; sono stati poco meno di quattro anni, un periodo piuttosto breve ma per me bello, indimenticabile.
Considero questi anni, in cui sono stato il vostro Vescovo, una vera benedizione del Signore, un tempo in cui sempre vi ho sentiti vicini; gli anni alla Spezia hanno coinciso con l’inizio del mio ministero episcopale, i miei primi passi di Vescovo sono avvenuti qui; anche per questo rimarrete indelebilmente nel mio cuore.
Il nostro impegno comune - del pastore e dei fedeli - è stato guardare al Signore Gesù, il Risorto; abbiamo cercato, attraverso la Sua grazia, nonostante i nostri limiti, diseguirlo fedelmente con tanto entusiasmo.
Ricordo, in modo particolare, i pellegrinaggi mariani del primo sabato del mese, la bella e promettente realtà del Seminario diocesano e, ultima, in ordine di tempo, l’adorazione perpetua diocesana, giorno e notte, per tutto l’anno; sono convinto che l’adorazione incessante sarà fonte inesauribile di grazia e fecondità pastorale per la nostra Chiesa.
Dopo che al Signore Gesù e alla Sua Santissima Madre, la mia gratitudine è tutta per voi, carissimi, membra vive di questa Chiesa particolare; il ministero del Vescovo, infatti, trova la sua motivazione proprio nel popolo cui è mandato; perciò sento di dover ringraziare tutti coloro che, in questi quattro anni, hanno collaborato con impegno e sguardo soprannaturale, ricco di fede; il bene vero delle anime è stato il criterio che ho sempre inteso perseguire, anche quando si poteva presumere che non sarebbe stato compreso da tutti.
Quelli trascorsi alla Spezia sono anni che considero tra i più belli e sereni della mia vita, una stagione particolarmente benedetta dal Signore e di cui - come detto – rendo grazie a ciascuno di voi; se qualcuno avessi involontariamente offeso chiedo perdono. I nomi dei paesi e delle comunità visitati più volte, soprattutto durante la Visita Pastorale, rimangono nel mio cuore. La Visita Pastorale iniziava a manifestare, con le inevitabili fragilità, anche non pochi punti virtuosi delle nostre comunità che – nonostante il secolarismo diffuso - sono fortemente radicate nella fede nel Signore Risorto. Sono certo che chi verrà dopo di me potrà contare sulla vostra generosità e sulla vostra fede. In questi anni, come vostro pastore, ho condiviso momenti gioiosi e sereni e, purtroppo, anche tristi e drammatici, in cui ho avuto modo di toccare con mano la forza d’animo, la dignità, il coraggio, la voglia di ricominciare della nostra gente. Abbiamo condiviso la sofferenza di tanti lavoratori e lavoratrici - anche molti capifamiglia – che vedevano ridursi in modo inaccettabile, o addirittura venir meno, il reddito per sé e le loro famiglie.
Voglio ricordare, in modo particolare, la recente inondazione del 25 ottobre 2011, nella quale, oltre gli ingenti danni materiali, abbiamo dovuto contare undici morti. In tale frangente mi ha colpito la saggezza, l’equilibrio, la forza composta, la volontà di reagire ma, soprattutto, la visione di fede di non pochi tra i più provati. Sono grato al Signore di avervi potuto visitare proprio in tale circostanza, comunità per comunità, in quei giorni così duri; vi ringrazio per la fede che avete mostrato e con cui mi avete accolto. In questi anni in cui sono stato fra voi come Vescovo ho cercato, con tutte le forze - come ho potuto - d’indicarvi il Signore Gesù e solo Lui, perché, ne sono convinto, in Lui ogni cosa ci è data e in Lui tutto si può ritrovare; il dispiacere è non averlo saputo fare meglio, con più coraggio, con più fede, con amore più grande.
Alle vostre preghiere, soprattutto a quelle dei bambini, dei malati, degli anziani, delle persone provate, affido il mio nuovo e impegnativo ministero episcopale di Patriarca di Venezia. Attraverso l’intercessione della Vergine Madre - che so quanto è venerata nella nostra diocesi - desidero servire il Signore e solo Lui nel mio nuovo ufficio.
Ancora una volta - come in questi quattro anni ho fatto quotidianamente - affido alla materna protezione di Maria questa diocesi che, da oggi, è in attesa del suo nuovo pastore, che raccomando alla vostra preghiera, come io sto già facendo. Insieme alla diocesi, affido alla Madre di Gesù ciascuno di noi, affinché possiamo vivere, con fede, questo delicato tempo di transizione.
Tutti possiamo essere docili a quanto il Signore si attende da noi.
La Spezia, 31 gennaio 2012