Giovedì, 12.03.09.

Questa sera, a pregare per le vocazioni ci siamo incontrati nella chiesa di San Giuseppe, a Casano.

Presiede la riunione il parroco, padre Onildo.

Sono presenti don Andrea, padre Carlos, il diacono Agostino; all’organo  Enzo sostiene i nostri canti.

Non c’è, stasera, la Lucia: partecipa alla “settimana bianca” organizzata dalla Scuola Media, ma chi la sostituisce è all’altezza della situazione.

Le panche sono tutte occupate e questo, per noi di Casano, è un segno di positività dell’incontro.

Bene per i presenti, ma rimpianto per i molti assenti perché hanno perduto le tante riflessioni che abbiamo fatto e che invitano a pregare perché le vocazioni non vengano mai a mancare.

Giovedì, 19.03.09.

San Giuseppe è il patrono della nostra parrocchia e quindi tutti gli anni qui a Casano il 19 marzo c’è festa.

C’è una Santa Messa al mattino per le mamme che hanno fretta e poi c’è la Santa Messa solenne alla sera.

Di solito si conclude, in parrocchia, con una cena alla quale partecipano tutti i sacerdoti, i diaconi di Ortonovo e anche qualcuno che arriva da fuori, spesso da Genova (sacerdoti orionini di Ortonovo).

Questo per la parrocchia, ma in casa mia c’è pure festa, un’altra festa: io e mio figlio ci chiamiamo Giuseppe e siamo nati tutti e due il 19 marzo; quindi per tutti e due questo giorno si festeggia onomastico e compleanno.

Quando San Giuseppe era festa di precetto la Giulia invitava tutti i suoi parenti di Fivizzano e la nostra casa era piena di gente: grande pranzo, fotografie.

 Ognuno dei “mazziniani” nel corso dell’anno aveva un giorno nel quale tutti i parenti venivano invitati: il nostro giorno era il 19 marzo, San Giuseppe.

Da anni San Giuseppe non è più festa di precetto, tutti lavorano e anche per noi è rimasto soltanto festa di parrocchia e di famiglia.

Due anni fa, però, la Giulia aveva deciso di fare una bella festa, invitare tanti parenti; diceva: “Siamo vecchi; chissà se il prossimo anno ci saremo ancora.

” La preoccupazione della Giulia purtroppo era fondata e il giorno di San Giuseppe, due anni fa, ci siamo trovati, sì tutti intorno alla Giulia, ma non in una sala da pranzo, bensì intorno al suo letto, all’ospedale di Carrara: quel giorno era stata operata di un tumore che l’ha poi portata alla tomba (2 giugno).

Ma quest’anno San Giuseppe è risultata una grande festa parrocchiale; chi in quei giorni è passato davanti alla nostra chiesa non può non aver notate quello splendore di bandierine che commuovevano.

Certamente tutte quelle bandierine volevano onorare il nostro patrono, San Giuseppe, ma volevano onorare anche qualcun altro: don Giovanni, che, per ragioni di età (anni 96) aveva lasciato la parrocchia e si era trasferito nel Veneto, dove lui è nato, in una bellissima casa  di don Orione.

Don Giovanni quest’anno era stato invitato a tornare qui per San Giuseppe.

Era bendisposto, ma diceva anche: “Se le mie condizioni di salute saranno buone”.

Quindi in parrocchia c’era molta attesa; qualcuno gli telefonava per avere conferma.

Era commovente vedere quanta gente era in ansia, sperava che don Giovanni potesse fare questo viaggio: quattro ore d’auto.

Due giorni prima di San Giuseppe  Enzo e padre Onildo sono andati a prelevarlo.

Anch’io ero stato invitato a partecipare, ma ho ritenuto di dover dire di no: un viaggio di quattro ore d’auto, per me, era rischioso, pesante: eppure io ho dieci anni meno di  don Giovanni.

E don Giovanni è arrivato fresco e sorridente, come sempre.

La Santa Messa vespertina del 19 marzo l’ha celebrata lui in una chiesa  che tutti gli anni è piena ma quest’anno era strapiena e ci ha detto: “Sono stato in questa parrocchia trent’anni, ma non ho mai celebrato la Santa Messa solenne vespertina”.

E questa è stata per lui certamente una bella soddisfazione.

Don Giovanni non è rimasto qui solo per il giorno di San Giuseppe ma per quasi una settimana e ha partecipato a tanti incontri soprattutto alla cena del 19 sera, al Santuario di Ortonovo.

Eravamo tanti quella sera, più di ottanta, e solo l’ANSPI di Ortonovo poteva fare fronte a un impegno così gravoso.

E’ stata una serata magnifica: tanta gente (anche persone che di solito non frequentano la chiesa), tutti i sacerdoti di Ortonovo.

Tanta allegria, tanto entusiasmo, tanta commozione, Don Giovanni ha celebrato altre Messe nella nostra chiesa, ha partecipato anche alla nostra Via Crucis: un’ora in piedi per la Via Crucis, un’ora in piedi poi per la celebrazione della Santa Messa: io invece sono stato seduto per tutta la Via Crucis e per la Santa Messa.

Grazie, don Giovanni, per quello che ha sempre fatto per noi; grazie per il suo eterno sorriso, per il suo buonumore. Grazie per essere tornato fra noi, quasi per una settimana.

Grazie e, se ce lo permette, arrivederci al San Giuseppe del 2010.

                                          Giuseppe Franciosi