Memorie Missionarie di Padre Carlo Cencio
Memorie Missionarie CHI UCCIDE PAGA Nei giri di brousse si fanno sempre nuove scoperte, perché anche dopo molti anni l’Africa è sempre da scoprire. Sembra che il migliore scopritore dei misteri africani sia padre Marco. Forse dipende anche dal fatto che le sue piste si addentrano molto nella savana. All’interno si avvertono concretamente il mistero della morte e la paura. Sulla pista passa qualche macchina e anche qualche corriera, una volta la settimana. Transitano i grandi camion del cotone… ma dopo il loro chiassoso passaggio, dietro quella nuvola di polvere ritorna il silenzio. Questo silenzio cade sulle capanne, disseminate ai bordi della strada, e tra le foglie sempre verdi del bosco. A distanza scorazzano le scimmie e le antilopi. Per procacciarsi il cibo, alcuni cacciatori tendono le reti, altri invece appiccano il fuoco alla savana. Tutto si svolge in un cerimoniale magico in cui dominano la paura e la morte. Questa vive sulla punta della freccia avvelenata, mentre la paura vive nel cuore degli uomini, a contatto con gli spiriti degli antenati, spesso incontentabili. La vita è conservata e rinnovata dalla donna. Essa racchiude il mistero della vita ed ha valore per questa dimensione. Spesso la donna può essere paradossalmente origine di morte. Siccome la genetica non è neppure lontanamente conosciuta, tutto ciò che accade è attribuito al volere divino e a quello degli spiriti. Anche la morte viene attribuita alle vendette degli spiriti cattivi, specie allo spirito del malocchio o likundu. Se un bambino muore, qualcuno l’ha ucciso, e chi uccide deve pagare. Questa la filosofia del diritto dell’uomo della savana. Finché incontriamo questo comportamento nei pagani, pur cercando di far comprendere che può esistere anche un’altra logica, non ci sentiamo di andare molto oltre. Ma quando ci troviamo di fronte a cristiani che credono nella vendetta e nell’ordalia, allora non possiamo stare con le mani in mano. Certo che la superstizione è diffusa anche in Italia, e non dovremmo meravigliarci molto, ma a noi interessa la parola di Gesù: siamo qui per il suo messaggio e per la liberazione dell’uomo dalla schiavitù del peccato. Non tutti quelli che hanno ricevuto il battesimo e portano una croce al collo sono riusciti a superare le convinzioni ancestrali. Anche il consigliere di Malé non è riuscito a superare la tentazione dell’ordalia e dell’omicidio. In più, l’omertà ha chiuso la bocca a tutti i cristiani del villaggio per oltre sei mesi; due morti (di cui un omicidio) hanno intristito tutta la zona. Il figlio del consigliere, ammalatosi, era morto in tenerissima età; aveva ricevuto il battesimo da padre Marco in occasione del Natale 1973. Il ragazzino era felice in cielo, ma suo padre e il clan non si sarebbero rassegnati finché non avessero trovato il responsabile della sua morte. Dopo aver consultato gli stregoni, si convinsero che si trattava di una donna anziana che abitava in un villaggio vicino: costei non ne sapeva niente, ma si vide recapitare un biglietto che parlava della morte del ragazzo. La poveretta pianse e protestò, ma nessuno la difese: la polizia esiste solo nei centri urbani e l’omertà… La donna cristiana era stata la prescelta a morire o, meglio, a dar prova, bevendo un velenoche era innocente. Il suo clan non era molto forte, e se qualcuno avesse tentato di difenderla avrebbe confessato implicitamente la sua colpa, e poi sarebbe incorso nelle ire del consiglio. Il catechista non era venuto a conoscenza dei fatti per tempo, o forse aveva avuto paura d’intervenire. Una fattucchiera aveva preparato un decotto ricavato da un fiore giallo molto simile alle zampe di gallina. Per discolparsi, la donna aveva un’unica possibilità: bere quella coppa di decotto velenoso. Se innocente, non le avrebbe nuociuto; se colpevole, sarebbe morta. L’anziana donna bevve…e morì. Così i morti nella zona furono due (due cristiani), uno giovanissimo e uno anziano. Ecco a cosa avevano portato l’ignoranza da una parte e la mancanza di fede dall’altra. Padre Marco meditava troppo su quelle cose per non soffrirne profondamente. Quel giorno si precipitò a Malé con a fianco il catechista. Radunò i cristiani, chiamò il consigliere e fece una predica durissima. Istituì un tribunale ecclesiastico e stabilì le pene per il consigliere: astensione dai sacramenti per un anno, con l’obbligo di soccorrere la famiglia dell’uccisa; gli fu imposto anche di lavorare in due piantagioni, di cui una per i poveri e l’altra per i parenti della morta. Gli altri consiglieri furono d’accordo, come pure il catechista capo, ma, non essendo privi di colpa per omertà, furono privati dei beni spirituali e religiosi per tre mesi. Fu così chiesto perdono a Dio in modo pubblico e la pace fra le famiglie ristabilita. Pare che la lezione sia servita, perché ora il consigliere pentito si dedica molto di più agli altri. Padre Carlo Cencio
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