2 Preghiera biblica. L’elemento fondante della preghiera
biblica è legato alla rivelazione del Dio “Uno
“ ( Dt 6,4 ) che ha un nome impronunciabile, JHWH (tetragramma): a Mosè che
gli chiedeva il nome risponde “Io sono
colui che è”. La rivelazione comporta l’elevazione di un popolo a “figli d’Israele” e a sentire il legame
indissolubile con JHWH. Difatti egli è il “Dio
dei padri”, “ il Dio di Abramo, di Isacco, il Dio di Giacobbe " (Es 3,6 ).
Dalla Bibbia appare chiaro come sia Dio che si rivela all’uomo e predispone
l’esperienza che l’uomo può fare di lui; è sempre Dio che comunica con l’uomo
attraverso la “parola” che richiede “ascolto” e che chiama ad una relazione
permanente (“alleanza”) e ad un impegno da viversi nella “comunità”. Pertanto è all’interno dell’Alleanza con Dio che nasce la preghiera dell’uomo biblico. Attraverso
l’Alleanza Dio si fa conoscere come Parola
e Volontà che chiama e sceglie
per amore l’uomo che, come partner nella libertà e nella responsabilità,
diventa “dialogante con Dio”. La
preghiera biblica è dunque dialogo, cioè ascolto della Parola e risposta
adeguata e sincera. La preghiera come risposta di fede ruota attorno ad un
elemento sostanziale, la lode/supplica.
I Salmi rappresentano il dialogo uomo-Dio e mostrano al meglio questo elemento
essenziale negli atteggiamenti di “benedizione
e ringraziamento” e di “invocazione,
domanda e intercessione”. La parola di Dio arriva all’uomo solo grazie al
suo essere parte integrante del popolo dell’Alleanza, così la risposta
dell’uomo può essere personale, ma soprattutto comunitaria. Nell’Antico Testamento
sono scarse le testimonianze di una preghiera personale, mentre molteplici sono
le testimonianze della dimensione comunitaria. Questa caratteristica indica
come la preghiera biblica sia fortemente legata alla vita e alla storia
dell’uomo, che poi sono anche il perimetro dell’intervento di Dio. Tornando al
Salterio ( Lode o Salmi ), troviamo in
esso tutta la ricchezza della preghiera ebraica. Come già accennato nella prima
parte, si possono distinguere diversi generi di Salmi: gli Inni, cioè la preghiera di lode per la creazione ed i prodigi
operati da Dio nella storia umana; i Salmi di ringraziamento, che sottolineano quanto Dio ha fatto, quindi
invitano al ringraziamento; le suppliche,
dove il singolo o la comunità invocano l’aiuto divino in una situazione di
dolore o di grave pericolo; i Salmi regali,
che invocano sul re l’adempimento delle promesse divine; i Salmi di Sion, che onorano Gerusalemme, la città santa amata da
Dio; i Salmi delle ascensioni, che
venivano cantati quando si saliva la gradinata che, al termine del
pellegrinaggio alla città santa, portava
al Tempio; i salmi sapienziali nei
quali si riflette sull’esistenza umana che induce a pregare. Il libro dei Salmi
( Salterio ) è il più menzionato nell’Antico Testamento. Anche Gesù ha pregato
con i Salmi come ogni credente e praticante.
La Chiesa primitiva nella sua azione missionaria ricorre spessissimo
alla citazione dei Salmi mostrando come la loro attuazione sia nel Cristo morto
e risorto e lascia illuminare la propria storia e le proprie vicende umane
dalla preghiera del Salterio, perché anche nel Nuovo Testamento l’obiettivo della
preghiera è il medesimo di quello dell’Antico,
cioè ringraziamento o richiesta di aiuto. I cristiani pregano con i Salmi
perché in essi si trova “trasformato in
canto” non solo tutto ciò che gli altri libri delle Scritture contengono,
ma anche perché “sono impressi e scritti
in esso i moti di ciascuna anima e il modo con il quale essa cambia e si
corregge, affinché chi è inesperto, se vuole, possa trovare e vedere nel
Salterio come un’immagine di tutto questo e plasmare se stesso come là è
scritto.” (Lettera a Marcellino,
Atanasio, patriarca di Alessandria e Dottore della Chiesa). Chi prega con i Salmi trova i sentimenti che
intende esprimere e per noi, che spesso non sappiamo pregare ( anche se lo
volessimo ), offrono gli stessi pensieri e parole delle Scritture trasformate
in preghiera. Non a caso nella Liturgia
della parola non manca mai la
lettura o in canto di un Salmo.
SALMO 10
( di ringraziamento )
Loderò il
Signore con tutto il cuore
e
annunzierò tutte le sue meraviglie.
Gioisco
in te ed esulto,
canto
inni al tuo nome, o Altissimo.
Mentre i
nemici retrocedono,
davanti a
te inciampano e periscono,
perché hai sostenuto il mio diritto e la mia causa;
siedi in
trono giudice giusto.
Hai
minacciato le nazioni, hai sterminato l’empio,
il loro
nome hai cancellato per sempre.
Ma il
Signore sta assiso in eterno;
erige per
il giudizio il suo trono:
giudicherà
il mondo con giustizia,
con
rettitudine deciderà le cause dei popoli.
Il
Signore sarà riparo per l’oppresso,
in tempo
di angoscia un rifugio sicuro.
Confidino
in te quanti conoscono il tuo nome,
perché
non abbandoni chi ti cerca, Signore.
Cantate
inni al Signore, che abita in Sion,
narrate
tra i popoli le sue opere.
Vindice
del sangue, egli ricorda,
non
dimentica il grido degli afflitti.
Abbi pietà
di me, Signore,
vedi la
mia miseria, opera dei miei nemici,
tu che mi
strappi dalle soglie della morte,
perché
possa annunziare le tue lodi,
esultare
per la tua salvezza.
Tornino
gli empi negli inferi,
tutti i
popoli che dimenticano Dio.
Perché il
povero non sarà dimenticato,
la
speranza degli afflitti non resterà delusa.
Sorgi,
Signore, non prevalga l’uomo:
davanti a
te siano giudicate le genti.
Riempile
di spavento, Signore,
sappiano
le genti che sono mortali.
Sorgi,
Signore, alza la tua mano,
non
dimenticare i miseri.
A te si
abbandona il misero,
dell’orfano
tu sei sostegno.
Spezza il
braccio dell’empio e del malvagio.
Il
Signore è re in eterno, per sempre.
Tu
accogli, Signore, il desiderio dei miseri,
rafforzi
i loro cuori, porgi l’orecchio
per far
giustizia all’orfano e all’oppresso;
e non
incuta più terrore l’uomo fatto di terra.
Dalla lettura di questo Salmo traspare tutta la gratitudine
profonda e sincera dell’orante verso Dio, il quale, a causa dell’alleanza che
ha voluto instaurare col suo popolo, deve eliminare i nemici e chi compie
ingiustizie ed empietà. Questo è lo spirito dell’antica alleanza, mentre la
nuova, instaurata attraverso il Figlio, Gesù, allarga l’orizzonte
dell’intervento divino all’intera umanità senza distinzioni utilizzando non la
forza e la potenza di re degli eserciti, bensì un comandamento nuovo: “ Amatevi
l’un l’altro come io ho amato voi.”