1 Le
origini. La lettura ed il canto dei
salmi nei lunghi momenti di preghiera e
di riflessione nei monasteri, fin dal
primo medioevo, ha avuto sempre notevole importanza. Nella Liturgia della
Parola, dopo la 1° lettura, è presente la lettura o il canto di un salmo. Le
Chiese cristiane in ogni tempo hanno prestato molta attenzione ai salmi e li
hanno posti in rilievo nei loro riti, perché rappresentano un eccellente, semplice
e diretto dialogo con Dio.
Per queste ragioni,
sembra cosa opportuna ricordare cosa
sono e come sono nati, cioè conosciamoli come profonda espressione di fede che
l’antico popolo ebraico ci ha lasciato in eredità.
Il libro dei salmi appartiene
all’Antico Testamento ed è inserito
nella parte detta gli Scritti, che contengono
libri di svariati argomenti. La lingua
usata è l’ebraico e la sua stesura definitiva, dopo secoli di trasmissione
orale, è avvenuta in Giudea sul finire
del III secolo a.C., raccogliendo i testi di varia origine e provenienza, oltre
che di più autori delle varie tribù lungo molti secoli. Il salmo più antico
sembrerebbe essere il numero 104 che richiama l’egiziano “Inno al Sole” del XIV
secolo a.C. Il libro dei salmi è
composto da 150 capitoli, ognuno dei quali contiene un solo salmo o inno di
vario genere: lode, supplica, meditazione sapienziale. Il libro è incluso nei
Libri sapienziali ed è detto “ Salterio” o
Lode. In principio il singolo salmo era un inno ( accompagnato da strumenti
musicali di origine pastorale come il saltèrio ) cantato nei luoghi sacri. Col
tempo si formano piccole raccolte che nel III secolo a.C. diventano il Libro
dei Salmi. Nel libro delle Cronache ( Antico Testamento ) si dice testualmente:
“Davide e tutto Israele facevano festa
davanti a Dio, a tutta forza, cantando e suonando cetre, saltèri, timpani,
cembali e trombe.” L’Antico
Testamento menziona diversi casi di solenni cerimonie di festa e di preghiera,
in cui l’intero popolo eletto si raduna davanti al re per ringraziare Dio,
adorato come Signore degli eserciti e Re d’Israele, dopo una vittoria in
battaglia o un evento di particolare importanza. La maggior parte dei salmi
inizia con un versetto introduttivo che a volte indica il possibile autore o le
circostanze che ne hanno indotto la stesura, da qui la tradizione che ne
attribuisce a Davide la composizione. In
realtà sono il prodotto di vari autori e cominciano ad essere trascritti nel Vi
secolo a.C. Siccome il regno davidico è tra
il 1000 e il 900 a.C., i testi attribuibili a Davide sono stati preservati per secoli dalla
tradizione orale. La critica moderna,
analizzando le intestazioni di ogni salmo e i diversi elementi stilistici,
ritiene di aver individuato, oltre a Davide, diversi autori come Mosè, Salomone, i figli di Core,
ed altri, mentre molti vengono definiti “orfani”, perché l’autore non è
identificabile. Il salmo 79 ( numerazione ebraica, diversa da quella della
Bibbia dei 70 in greco ) è un lamento per la distruzione del Tempio e di
Gerusalemme da parte di Nabucodonisor II, quindi è stato scritto quattro secoli
dopo Davide. Possiamo, in conclusione, dire che i salmi sono un’opera corale
che si forma lentamente attraverso più secoli e che viene codificata in modo
definitivo quando si dà forma scritta anche all’Antico Testamento. La suddivisione dei salmi si può fare per
genere letterario e contenuti: Inni, Suppliche, Ringraziamenti.
Gl’Inni hanno una struttura abbastanza simile tra loro:
iniziano con una esortazione a lodare Dio specificando i motivi di questa lode
e si concludono con una preghiera.
Le Suppliche manifestano la sofferenza e i lamenti per una
situazione grave o un evento doloroso. Iniziano con una invocazione e un grido
di aiuto a Dio e terminano con una preghiera.
I Ringraziamenti esprimono la gioia per la grazia ricevuta e
la gratitudine verso Dio sempre pronto a venire in soccorso della sua
creatura. Questo tipo di salmi, come del
resto gli altri, possono essere individuali e collettivi.
Indiscusso è il grande valore
spirituale che i salmi hanno avuto presso il popolo ebreo, ma anche presso tutte
le fedi legate al monoteismo ebraico, cioè cattolici, ortodossi e le altre
Chiese cristiane.
Non va sottovalutato il grande valore poetico
che esprimono. Sono vere poesie stilisticamente originali con una metrica del
verso che le rende perfettamente idonee
al ritmo del canto. I salmi sono poesia e canto esclusivamente religiosi, ma
tutte le coeve civiltà e culture del Mediterraneo orientale davano molta
importanza ad esprimersi col canto: basta ricordare l’aedo per eccellenza,
Omero, che cantava i suoi poemi nelle regie
delle polis greche.
Concludiamo questa 1° parte
con il Salmo 1, attribuito unanimemente
a Davide:
Beato
l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non
resta nella via dei peccatori
e non
siede in compagnia degli arroganti,
ma
nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua
legge medita giorno e notte.
E’
come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà
frutto a suo tempo:
le sue
foglie non appassiscono
e
tutto quello che fa, riesce bene.
Non
così, non così i malvagi,
ma
come pula che il vento disperde;
perciò
non si alzeranno i malvagi nel giudizio
né i
peccatori nell’assemblea dei giusti,
poiché
il Signore veglia sul cammino dei giusti.
Mentre
la via dei malvagi va in rovina