CALENDARIO
LITURGICO DI APRILE 2022
10 Dom. Domenica delle palme.
Segna l’inizio della Settimana Santa, cioè il periodo più intenso di
preparazione alla Pasqua con la memoria dell’ultima cena, l’istituzione
dell’Eucarestia il giovedì e la Passione di Gesù il venerdì. Questa solennità
ricorda il festoso ingresso di Gesù a Gerusalemme, quando una grande folla si è
riunita lungo il percorso per acclamarlo agitando rami d’ulivo e di palma e lo
chiamava il Messia. Accoglienze così trionfali erano riservate solo ai re. Gesù
entra in città cavalcando non un bardato
cavallo, ma un semplice asinello in segno di umiltà. La liturgia del giorno
inizia fuori dalla chiesa dove avviene
la benedizione di rametti di ulivo e di palma. Segue una breve processione fino
all’altare. Questi rametti, portati a casa, sostituiranno quelli dello scorso
anno. Durante la messa viene letta la Passione di Gesù tratta dai Vangeli.
Questo momento di grande intensità emotiva
ci racconta ciò che accadrà nei giorni della Settimana Santa. I rami di
ulivo un tempo ( tradizione ormai perduta )venivano usati nel giorno di Pasqua
per benedire la tavola del pranzo. Il rito veniva effettuato dal capofamiglia
che immergeva i rami nell’acqua e aspergeva la tavola e il cibo. Le Palme sono
una festa mobile legata alla Pasqua che si celebra la prima domenica dopo la
luna piena successiva all’equinozio di primavera.
14
Giov. Giovedi Santo.
Con
la messa in Coena Domini ( cena del
Signore ) inizia il triduo pasquale, ovvero i tre giorni nei quali si commemora
la Passione, la Morte e la Resurrezione di Gesù. Dal punto di vista liturgico
il triduo è un’unica celebrazione distribuita in tre giorni: infatti nella
Coena Domini manca il rito del congedo ( si lascia la chiesa in silenzio), così
il venerdi santo si procede all’Adorazione della croce, ma non c’è la
consacrazione e la Veglia del sabato sera inizia in silenzio, mentre la gioia
esplode quando viene il momento della resurrezione.
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Dom. Pasqua di Resurrezione.
E’ il momento più importante
della storia cristiana. Dopo la sofferenza e la morte, ecco il trionfo della
vita che si fa eterna in modo definitivo con la croce: “Tutto è compiuto.” Sussurra
Gesù esalando l’ultimo respiro. Come dice Paolo, dal sacrificio di un solo
uomo, che è anche Dio, l’umanità intera, persino chi non lo sa o lo rifiuta, ha
ricevuto il dono della salvezza. Ora sta a ciascuno esserne consapevole e
trarne le logiche conseguenze comportamentali. Purtroppo non sempre è così,
difatti nel Padre Nostro, forse, sarebbe più corretto dire: “ Rimetti a noi i
nostri debiti come anche dovremmo rimetterli ai nostri debitori e
non darlo presuntuosamente per scontato. Solo per Lui le promesse sono
certezze.
24
Dom. Festa della Divina Misericordia.
Papa
Giovanni Paolo II nel 2000 istituisce questa festività dedicata alla Divina
Misericordia. Durante un’apparizione a santa Faustina Kowalska, Gesù chiede : “
Desidero che la festa della Divina
Misericordia sia di riparo e di rifugio per tutte le anime e specialmente per i
poveri peccatori.” Il Papa polacco, particolarmente sensibile verso questa
santa sua conterranea, esaudisce la richiesta divina. La prima domenica dopo la
Pasqua era nota come Domenica in albis, perché
tradizionalmente durante la Veglia pasquale i catecumeni ricevevano il
Battesimo e indossavano una veste bianca che toglievano la domenica successiva
alla Pasqua, da qui in albis, cioè in bianco.
25 Lun. San Marco Evangelista.
Nasce in Palestina intorno al
20 d.C. e muore ad Alessandria d’Egitto intorno alla metà del 1° secolo.
Secondo alcuni studiosi sarebbe figlio della vedova proprietaria della casa
dove avvenne l’ultima cena. Essendo cugino di Barnaba, stretto collaboratore di
Paolo, Marco era ebreo di stirpe levitica, cioè sacerdotale. Com’era diffusa consuetudine
aveva due nomi, uno gentile ed uno ebreo. Quello ebreo era Giovanni. (
Anche Paolo ha il suo nome ebreo, Saulo ) Non è chiaro se conobbe Gesù,
sicuramente ne ha sentito parlare. Di certo sappiamo che dopo la morte del
Maestro gli apostoli e i primi discepoli si riunivano in casa di sua madre e in
quella avvenne il miracolo della Pentecoste. Dagli Atti degli apostoli si
apprende che seguisse Paolo insieme al cugino. Quando Paolo si diresse in
Turchia ( Panfilia e Cilicia ), i due cugini si diressero ad evangelizzare
Cipro. In seguito lo troviamo a Roma con Paolo e poi con Pietro, che lo inviò
ad Aquileia ed in Istria. Infine è ad Alessandria d’Egitto dove la Chiesa copta
lo venera come il primo vescovo e primo patriarca della città.
29 Ven. Santa Caterina da Siena.
Nasce
a Siena nella contrada dell’Oca ( allora Fontebranda ) il 25 marzo 1347, è la
24ma figlia di venticinque di Jacopo Benincasa, tintore, e di Lapa di Puccio
de’ Piacenti. La gemella Giovanna muore neonata. Il Dialogo della Divina Provvidenza ( ovvero, Il libro della divina Dottrina ), l’Epistolario ( vasto ed eccezionale per i contenuti ) e la raccolta
di Preghiere sono determinanti per la sua proclamazione il
4-10 – 1970 a Dottore della Chiesa da parte di Paolo VI; un particolare:
proclamazione avvenuta 7 giorni dopo quella di Teresa d’Avila, altra grande
mistica. I simboli iconografici sono il libro e il giglio che rappresentano la
dottrina e la purezza. Rifiuta il matrimonio e vive reclusa in una stanzetta
come terziaria domenicana. Da autodidatta impara a leggere e a scrivere. Con
l’ampio epistolario parla con Papi, re e regine. Per conto dei fiorentini va ad
Avignone, l’ambasceria non riesce, ma sa dare la spinta a papa Gregorio XI per
il ritorno nel 1377 a Roma, sede naturale del papato. E’ a Roma, chiamata da
papa Urbano VI, per sedare la ribellione
di un gruppo di cardinali che porta allo scisma d’Occidente con la nomina di un
antipapa. A Roma si ammala e muore il 29 aprile 1380 a soli 33 anni. E’
canonizzata nel 1461 da papa Pio II e dichiarata Patrona d’Italia con San
Francesco nel 1939 da papa Pio XII. Questa sua espressione “Niuno Stato si può conservare nella legge
civile in stato di grazia senza la santa giustizia” mostra quanto Caterina
sapesse vedere lontano non solo come mistica, ma anche come donna inserita
nella società civile. Considerando il periodo in cui ha vissuto, dove la donna
aveva pochi diritti, Caterina mostra tutta la sua intelligenza, le sue capacità
di dialogo persuasivo, il coraggio di affrontare le sfide, pur vivendo tutta l’intensità del
suo rapporto con Dio da grande mistica.