N° 4 - Aprile 2022
L A B I B B I A
di Antonio Ratti

 


L A   B I B B I A

 

 


 3.  La Bibbia ( tà biblìa , i libri ) è riconosciuta dall’ebraismo e dal cristianesimo come Parola di Dio, ossia come racconto-testimonianza della rivelazione di Dio all’uomo, pertanto è considerata come libro ispirato. Per tale motivo i credenti hanno ritenuto da sempre, oltre allo studio di questo documento storico-letterario, la possibilità di ascoltare nelle parole e tra le righe di questo testo la Parola di Dio. E’ riduttivo vedere nella Bibbia un trattato da usare come interessante oggetto di studio e comprensione di un periodo della storia di un piccolo popolo monoteista in mezzo a tutti gli altri politeisti, per i credenti essa è la storia di un popolo che crede fermamente nell’intervento di Dio, costante e permanente, sia nel Primo (Antico ) che nel Nuovo Testamento. Dio non trasmette all’uomo semplici informazioni comportamentali, ma comunica il suo amore e il piano di salvezza per trarre fuori dalla condizione attuale il genere umano.
Gli avvenimenti narrati non sono semplici racconti  e resoconti di eventi accaduti, essi indicano sempre l’interpretazione del senso religioso  e spirituale che contengono; in sintesi, gli eventi descritti non sono fine a se stessi. La Bibbia è interpretata dai credenti  con gli occhi della fede, che sanno trovare nelle vicende umane descritte il disegno di Dio che si realizza nella storia e per i cristiani culmina nella rivelazione operata da Gesù Cristo, la quale risulta essere la chiave per interpretare le Scritture e la Parola di Dio che si è fatta carne ( Gv 1,14 ). La Bibbia è il modo con il quale Dio e la sua verità raggiunge l’umanità: “I libri della Scrittura insegnano fermamente, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la nostra salvezza, volle che fosse consegnata nelle sacre lettere. ……. Le parole di Dio, espresse con lingue umane, si sono fatte simili al linguaggio degli uomini, come già il Verbo dell’eterno Padre si fece simile agli uomini” ( Dei Verbum, Costituzione del Concilio Vaticano II )
Sant’Ignazio di Lojola  e i suoi primi compagni ( Gesuiti ), per offrire al genere umano la comprensione  chiara delle Scritture,  cercarono di capire il mondo del loro tempo ( XVI secolo ) al fine di individuarne le necessità. E contemplarono a lungo le tre Persone divine che guardano dall’alto la superficie dell’Universo popolata da uomini e, insieme, decidono che la seconda Persona  si faccia uomo per salvare il genere umano. L’osservazione sugli uomini è attenta e scrupolosa in tutta la varietà di costumi e comportamenti: i bianchi, i neri,  quelli in pace e quelli in guerra, chi in lacrime e chi in riso, quelli che nascono e quelli che muoiono. L’obiettivo era di individuare in quale modo avrebbero potuto lavorare  concretamente alla chiamata missionaria di Cristo e all’instaurazione del Regno di Dio usando come “libro di testo” le Scritture.

Ancora oggi l’obiettivo prioritario resta la conoscenza delle esigenze dell’uomo moderno che in modo diverso si pone sempre le stesse domande: Perché il mio camminare? Dove devo andare e dove sto andando? C’è chi può guidare i miei passi, perché non ceda alla disperazione, la gioia non mi confonda le idee, la sofferenza e la morte non mi tolgano la speranza? Ecco, le Scritture ci propongono il modo di conoscere e sperimentare l’alleanza  antica di Dio-Padre con l’uomo e, poi, la rivelazione risolutrice di Cristo che dice: “Venite a me” ( Mt 11, 28 ).
La Bibbia ci evidenzia anche il forte desiderio del genere umano di mantenere saldo il dono della vita e il segno della vita,  nella sua forma convenzionale,  è una croce a tau, sormontata da un laccio a modo di impugnatura  ( crux ansata ). Anche nei geroglifici egizi il segno ankh ( vita ) è molto affine al tau, non solo nella forma grafica, ma anche nel significato al simbolo cristiano della croce: la croce, dunque, è il segno vero della vita. Gli dei egizi sono sempre raffigurati con questo simbolo nella mano destra a sottolineare il possesso della vita immortale. Tale convenzione iconografica fa rassomigliare il segno ad una chiave: la chiave verso l’eternità.  ( Purtroppo per ragioni tecniche  non è possibile riportare i disegni di questi simboli ( tau e ankh ) sul Sentiero cartaceo, che si trovano, invece, sul Sentiero on line o su internet ).



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