DOM
6.03.2022 – I° Dom. di Quaresima - Anno
C - Lc 4,1-13
Oggi celebriamo la prima
domenica di Quaresima, il Tempo che ci porta alla Pasqua del Signore: un Tempo
da dedicare alla meditazione su di noi, sui nostri comportamenti e sulle nostre
scelte nella vita per valutare quanto siano conformi all’insegnamento di Gesù.
Il brano del Vangelo di oggi ci narra il modo con cui Gesù ha iniziato la Sua missione:
si è ritirato nel deserto a pregare “pieno
di Spirito Santo”
( ricordiamoci che senza Amore
non si può fare nulla di importante ).
Il compito da svolgere non era facile e sapeva che il Nemico sarebbe stato
sempre in agguato.
Il Separatore (il diavolo) era pronto ad ostacolare l’opera di Gesù e infatti
tenta di farlo al termine dei quaranta giorni di digiuno, quando lo pensa
debole, e quindi facilmente circuibile.
Gesù viene tentato a ricercare il benessere fisico ( mangiare trasformando le
pietre in pane), la ricchezza e il potere ( avere la gloria ed il dominio su
tutti i regni terreni).
Il Demonio lo tenta usando in modo deforme delle citazioni della Parola di Dio
alle quali Gesù risponde con fermezza, utilizzando brevi ma incisive frasi
bibliche:
“Non di solo pane vivrà l’uomo”, “Adorerai il Signore, tuo Dio, a lui solo
rivolgerai la tua preghiera”, “Non tenterai il Signore tuo Dio”.
Gesù sceglie di essere un inviato religioso, affida tutta la sua Missione a
Dio.
Non sarà il Messia politico
che Israele attendeva.
Il Vangelo di oggi ci invita a fare un po’ di deserto attorno a noi,
liberandoci di immagini, suoni e parole, per riflettere su “come” vogliamo
essere.
Dobbiamo vincere le tentazioni
che ci vengono offerte in tutti gli ambiti della vita:
- Trasformare le pietre in pane …. lo leggo come la possibilità che ci viene
data di poter “snaturare” le opere del creato per le nostre necessità, perché molti
credono che se un’azione si può fare allora è lecito farla! ( Ma non è sempre
così: leggiamo il Magistero della Chiesa che ci guida a comportamenti
eticamente cristiani)
- Arrivare a posti di potere senza essere preparati a gestirli soltanto per il
gusto di governare o perché fa comodo a qualcuno … è la distruzione della vita
sociale, economica e culturale... Ricordiamoci che tutti abbiamo naturalmente
dei talenti (competenze, qualità) che sono dono di Dio e che, appartenendo alla
Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, anche se siamo una piccolissima … cellula
epiteliale siamo importanti per il funzionamento di tutto il Corpo!
- Vivere come se tutto ci fosse permesso ….” Tanto Dio è buono e ci fermerà in
tempo, prima che ci si possa far male!” … E’ vero che Dio è buono, ma dobbiamo
vivere in modo responsabile ( cioè dobbiamo rispondere delle nostre azioni
perché ci ha fatti liberi!)
DOM
13.02.2022
– II° Dom di Quaresima - Anno C – Lc 9,28-36
Oggi ci viene presentata
l’esperienza fatta da Pietro, Giovanni e Giacomo che hanno vissuto “in
anteprima” le emozioni dello stare nel Regno di Dio.
Il fatto si svolge su un monte, luogo che nella Bibbia è la scena nella quale
Dio si incontra con l’uomo: Abramo sale sul monte Moria per compiere il
sacrificio del figlio Isacco, Mosè sale sul monte Sinai per parlare con Dio e
riceve i Dieci Comandamenti. Gesù nei suoi tre anni di predicazione spesso sale
su un monte ( nel momento delle tentazioni, per proclamare il “Discorso della
montagna” o “delle Beatitudini”, il giorno dell’Ascensione e il giorno della
Trasfigurazione ).
Nel IV secolo San Girolamo scrive di una tradizione che identificava il luogo
della Trasfigurazione con il monte Tabor, un colle della Galilea alto circa 400
metri, mentre altri esegeti propongono invece il monte Hermon, alto quasi 3000
metri e più indicato, secondo loro, per andarvi a pregare” in disparte”.
Gesù inizia a pregare e la preghiera lo trasforma : lo cambia nell’aspetto
fisico e ciò che lo tocca ( la veste ) diventa candido e sfolgorante. La Sua
preghiera si trasforma poi in un dialogo con due persone, apparse nella loro gloria,
che sono riconosciute come il profeta Elia e il profeta Mosè.
L’argomento della loro conversazione è “ l’esodo” di Gesù che può indicare o la
“morte”, come nel libro della Sapienza 3,2, o un” passaggio nella gloria”,
“un’assunzione dal mondo”, come in Lc 9,51. Elia e Mosè sembrano ufficializzare
con la loro autorità quello che Gesù aveva rivelato ai discepoli “circa otto
giorni prima”, quando aveva parlato della Sua Passione, Morte e Resurrezione.
Pietro e gli altri due discepoli vengono descritti come insonnoliti e confusi.
Pietro “non sapeva quello che diceva” … infatti avrebbe voluto rendere
”normale” una situazione soprannaturale, costruendo delle mondanissime tende
per Gesù e i due Profeti. I discepoli sono testimoni oculari di questa
anticipazione del Regno che viene arricchita da un’ulteriore teofania (=
manifestazione di Dio) che si presenta come una nube che li avvolge.
La voce del Padre invita ad ascoltare il Suo Figlio preferito … invita i
discepoli e invita noi, in questo inizio di Quaresima, a prepararci
adeguatamente per poter godere della Resurrezione.
DOM
20.02.2022 – III° Dom di Quaresima -
Anno C – Lc 13,1-9
Nel brano del Vangelo di questa domenica Gesù prende lo spunto da due fatti di
cronaca che erano accaduti in Israele in quel periodo per invitare la folla che
lo ascoltava a convertirsi. Il primo avvenimento era stata una repressione con
morti e feriti operata dal governatore romano Pilato contro alcuni ribelli e
l’altro fatto era stato il crollo di una torre nel quartiere “Siloe” di
Gerusalemme che aveva causato diciotto vittime. Secondo la mentalità ebraica il
peccato veniva retribuito con un castigo per cui gli uditori di Gesù vedevano
in questi sanguinosi eventi la punizione divina per i peccatori
( l’esserne esclusi li rassicurava sulla bontà del loro comportamento).
Gesù respinge questa lettura semplicistica della vita e ammonisce tutti
alla conversione. Che cosa significa “convertirsi”?
Vuol dire: “Cambiare”, ”voltare le spalle alla direzione del proprio cammino”…
e per fare questo è necessario far conciliare due aspetti dell’uomo che sono la
razionalità e la passionalità. Il filosofo Platone, vissuto più di trecento
anni prima di Cristo, paragonava questi due aspetti dell’uomo a due cavalli,
uno bianco e uno nero che tiravano in due diverse direzioni. Credeva necessario
un auriga, un cavaliere, che li tenesse a bada entrambi e mettesse ordine nel
disordine …
Per il Cristiano questo auriga è lo Spirito Santo che permette, con i suoi
doni, di superare le incertezze della razionalità e le insicurezze della
passionalità.
I versetti 7-9 sono crudi ma necessari: Dio vuole che ognuno di noi dia
frutto, ci affida al vignaiolo ( = il sacerdote) che ci cura, ci nutre e ha
fiducia nelle nostre potenzialità …. ma, se proprio non ci interessa
collaborare, il padrone della vigna, così come ci ha piantati ha il diritto di
reciderci … E’ una prospettiva del Vangelo, anche se non è quella dominante.
DOM 27.02.2022 – IV° Dom di Quaresima - Anno C -
Lc 15,1-3.11-32
Il capitolo 15 inizia con la
frase “Si avvicinavano a Lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo ”
… e ovviamente ciò suscitava il mormorio dei “benpensanti”. Gesù risponde con
tre parabole che parlano di oggetti, animali o persone perdute e poi, con
grande gioia, ritrovate.
I vv. 11-32 ci presentano le vicende di un giovane che è prodigo (poiché dona
generosamente i soldi richiesti e avuti dal padre come eredità), e il padre,
che è prodigo di amore. Il padre attende ogni giorno il ritorno del figlio che
se n’è andato di casa col “malloppo” …. e il figlio, dopo aver dilapidato
tutto, ritorna. Si converte,” volge le spalle” alla direzione che aveva
erroneamente preso!
Quando il giovane trova il coraggio di riconoscere e confessare il proprio
errore il padre lo abbraccia e manifesta tutta la gioia del ritrovamento. In
questa parabola, sul cui sfondo possiamo vedere tutta la storia biblica e
umana, c’è un personaggio, il figlio maggiore, che rappresenta le persone che
pensano di non aver bisogno della misericordia di Dio, perché oneste e
irreprensibili. Il figlio maggiore incarna la legalità rigida di una
religiosità che non conosce né la misericordia né la supremazia dell’amore.
Egli non comprende la necessità della festa per il ritorno a casa ( al sicuro,
lontano dai pericoli) del fratello, il dono dell’anello ( simbolo di autorità),
il dono dei calzari ( indossati dagli uomini liberi, non dagli schiavi), il
banchetto arricchito dal vitello grasso ( allevato con lo scopo di utilizzarlo
per un’occasione gioiosa). Il vero protagonista della parabola è il Padre che
ci stupisce e ci rassicura con la Sua Misericordia. Il Cristiano deve imparare
a soccorrere chi sta male ( sia materialmente, sia spiritualmente) e a
perdonare chi sbaglia ... soltanto facendo queste azioni si potrà sentire
vicino a Dio.
Claudia Pugnana