LA
B I B B I A
2 Nuovo Testamento. Quando le primissime comunità
cristiane si radunavano per pregare, sull’esempio degli ebrei, leggevano e
commentavano un brano dell’Antico Testamento, cui faceva seguito il racconto
della vita e degli insegnamenti di Gesù da parte di coloro che lo avevano
conosciuto personalmente e seguito nella sua predicazione. Come sempre, gli
anziani erano i testimoni viventi; quando vengono a mancare, nasce l’urgenza di
mettere per iscritto le loro testimonianze dirette. Nascono così i Vangeli, gli Atti e le Lettere degli
Apostoli, che sono da subito considerati e preservati come preziosi tesori da avere la stessa
autorità delle Scritture dell’Antico
Testamento.
Verso la fine del II secolo
d.C. i 4 Vangeli, ritenuti fedeli al pensiero e al messaggio di Gesù, sono già
considerati come la “Scrittura”
ufficiale della Chiesa. Anche l’Apocalisse di Giovanni e le lettere di
Paolo e quella agli Ebrei ( la cui paternità è sconosciuta, dopo essere stata
per secoli attribuita a Paolo ) sono usate comunemente dalla Chiesa durante i
riti sacri. Praticamente il Nuovo Testamento nella sua forma attuale era già in
uso molto prima che i grandi Concili ecumenici del IV secolo ( Nicea 325,
Costantinopoli 381, Efeso 431 ) lo confermassero teologicamente corretto, e ne
promulgassero l’elenco o “Canone”,
escludendo gli scritti ritenuti apocrifi. Ricordo che questi Concili hanno
definito la teologia trinitaria e cristologica, cioè il mistero di Dio Uno e
Trino e Gesù Cristo Vero Dio e Vero uomo, sulla base degli insegnamenti di
Gesù, riportati fedelmente dai Vangeli, quindi dal Nuovo Testamento.
Fino all’invenzione della
stampa ( 1500 ) per molti secoli i libri erano trascritti a mano da scribi e
amanuensi: in molti monasteri la riproduzione manuale dei testi era l’attività
principale. A noi sono arrivati migliaia di questi manoscritti più o meno
completi, che usano l’aramaico e il greco come lingue, con alcune differenze del contenuto e di
scrittura degli episodi. Da ciò la necessità di confrontare le varianti
introdotte dai copisti lungo i secoli per cercare di ridefinire il testo
originale. Per l’Antico Testamento la versione più famosa è quella in greco detta
“ dei 70 ” che risale al III-II secolo a.C. Il Nuovo Testamento è stato a sua volta
tradotto in greco, siriaco, georgiano, armeno e copto. Ovviamente circolavano
anche traduzioni della Bibbia ( A. e N. Testamento ) in latino divenuto la
lingua parlata in tutto il vastissimo Impero romano. Per mettere un po’ di
ordine tra le tante versioni latine, verso il 400 d. C. San Gerolamo, grande
conoscitore delle lingue mediorientali ( ebraico, aramaico, greco ), rende
pubblica la sua versione latina dell’intera Bibbia, detta “Vulgata” o “Volgata”, che da
allora diventa il testo ufficiale della Chiesa
cattolica. Una curiosità: con l’invenzione della stampa,
il primo libro stampato è la Bibbia (
Venezia 1516 – 1517 ).
Non possiamo separare le due
parti della Bibbia, ritenendo l’Antico Testamento esclusivo degli Ebrei, perché
i primi 5 libri ( detti Pentateuco )
contengono la “regola di vita”, cioè i 10 Comandamenti ( la Legge che Dio ha
dato all’uomo nel segno della sua alleanza ). I Comandamenti infatti riguardano
le relazioni con Dio, con la famiglia, con il prossimo e regolano i vari
aspetti del culto dovuto al Creatore, della vita familiare, del sesso, della
proprietà e della veracità e onestà. Innumerevoli sono i richiami e le citazioni
che Gesù fa dall’Antico Testamento, e, quando gli viene chiesto di riassumere
la Legge, egli cita due espressioni del Deuteronomio 6,5 e del Levitico 18,19 :
“Amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il
cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze.” E questo è il primo e più grande
comandamento. Il secondo è simile: “Ciascuno
deve amare il prossimo suo come se stesso.” Ricordiamo che i 10
Comandamenti si trovano scritti proprio nei due libri citati. Dovrebbero
bastare queste parole che Gesù cita dall’Antico Testamento per comprendere come
per i cristiani sia impossibile scindere le due parti della Bibbia: esse
rappresentano l’intera storia dell’uomo,
dell’alleanza e della salvezza eterna
offerteci da Dio-Padre. Il legame con
l’Antico Testamento non finisce qui, infatti nella Messa, la “Liturgia della parola” contiene sempre un brano dei profeti ( prima
lettura ) a dimostrazione che Dio attraverso un uomo anticipa il suo progetto
di salvezza e un Salmo, segno tangibile della vera e sincera riconoscenza della
creatura verso il suo Creatore. Certamente l’uomo e la società sono molto
cambiati in 2500 - 2800 anni, per cultura, progresso, modo di esprimersi e
consuetudini di vita, pertanto questi
antichi testi vanno interpretati per essere compresi, mentre è estremamente
chiaro che l’alleanza con Dio dipende
esclusivamente dall’uomo, cioè, da noi: Lui i suoi impegni li ha già mantenuti
tutti, attraverso la predicazione e il sacrificio del Figlio, Gesù Cristo. Fin
dalle prime righe della Bibbia è manifesta per l’essere umano la totale libertà
di decidere: sì, accetto l’alleanza, oppure palesare indifferenza. Anche le
conseguenze sono altrettanto ovvie ( per il principio di causa-effetto).( 2, continua )
Antonio Ratti