Domenica 21 novembre -
Oggi si festeggia Nostro Signore Gesù Cristo come Re dell'universo, ma un re
molto diverso dai potenti della terra. La Sua è una signoria che non si impone
con la forza e con la violenza, ma si manifesta attraverso la testimonianza della
verità e dell'amore. Lui ci ha insegnato cosa significa verità e amore:
significa donare ai fratelli anche la propria vita!
Purtroppo la nostra società brancolla nel buio e sembra incapace di recuperare
le sue radici cristiane. Ecco perché si impone il massimo sforzo da parte di
tutti noi per rimettere Cristo al centro dell'intera esistenza e questo avverrà
solo se Lui tornerà ad essere il nostro Re, il nostro unico Signore e se la
Croce tornerà ad essere la vera sorgente di luce e sapienza per tutto il popolo
cristiano. Molto significativa, a tal proposito, l'omelia pronunciata da Padre
Michele nella S.Messa odierna di cui riporto solo alcune riflessioni:
"Oggi è la festa di Cristo Re dell'universo. Il brano della liturgia che
abbiamo ascoltato non ci presenta un Gesù glorioso, ma un Gesù sotto processo,
anzi un Gesù che sta per essere condannato a morte e che quindi non sembra un
re, ma semplicemente un fallito. Se io chiedessi a questi ragazzi cosa
significa essere re, sicuramente risponderebbero che immaginerebbero una corona
d'oro, invece Gesù si trova solo ed abbandonato, davanti al Governatore Pilato
che ha il potere assoluto di salvarlo o condannarlo.
Pilato sicuramente si sente minacciato da questo uomo chiamato Gesù e gli
domanda: "Tu sei il re dei Giudei?" È strano che Gesù non risponda
dicendo "Sì" o "No", ma Gesù risponda invece con un'altra
domanda: "Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto su di me? Io
sono il re dei Giudei. Tu che ne dici?" Allora Pilato gli chiede:
"Cos'hai fatto, Gesù?" Ed anche qui Gesù non dice: "Non ho fa
niente. Ho predicato soltanto l'amore e il perdono di Dio, ma questa
gente non mi capisce" ed invece Gesù risponde: "Il mio regno non è di
questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero
combattuto perché non fossi consegnato dai Giudei nelle tue mani".
Nel Vangelo di Giovanni essere "Giudei" significa essere contro Gesù
e quindi una forza a Lui contraria ed infatti consegnano Gesù a Pilato che Lo
mette sotto accusa. Gesù viene consegnato perché è verità e non menzogna. Nel
Vangelo Giovanni dice che è la luce e chi è la luce? È Gesù e Pilato
viene minacciato da questa luce. Noi accogliamo la verità? Accogliamo la luce o
siamo minacciati dalla luce, dalla verità? Dice Papa Benedetto XVI che la
volontà di Dio non minaccia i nostri desideri ma li illumina perché siano
veramente l'essenza di Dio nella nostra vita. Li illumina, li conduce".
Mercoledì 8 dicembre - In questo giorno la Chiesa celebra la festa
della Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria e quindi il dogma, la
verità di fede, secondo la quale Maria non è stata "toccata"
dal peccato originale in quanto ne è stata preservata sin dal primo istante del
Suo concepimento. Questa è una ricorrenza molto sentita da tutti, ma
particolarmente dai fedeli di Isola che le riservano una profonda devozione e
solenni festeggiamenti ed anch'io mi sono unito alla "Corale" diretta
da Nicoletta per offrire il mio piccolo contributo per solennizzare questa
importante ricorrenza.
La Chiesa è davvero gremita di fedeli che, a stento, riescono a trovare un
posto, stante anche il doveroso e rigoroso rispetto delle norme vigenti
per il Coronavirus.
Molto coinvolgente, come sempre, l'omelia pronunciata da Don Carlo, che
di seguito riporto: "Un solo pensiero perché la predica più bella
siamo tutti noi e la testimonianza della vostra numerosa presenza. Come regalo
per il prossimo Natale possiamo portare due riflessioni: la prima consiste
nella bellezza della maternità. Ecco, su questo penso che siamo d'accordo
tutti. Guai se ci scoprissimo senza maternità! Non solo saremmo senza mamma, ma
senza senso della vita ed allora l'Immacolata Concezione viene a ricordarci che
noi siamo amati anche nelle situazioni più complicate della vita e noi ne abbiamo
davvero tante! Maria è come se ci venisse incontro e ci dicesse:
"Coraggio!". Non perdiamoci d'animo. Gesù a Natale, anche quest'anno
desidera nascere nelle nostre case, nei nostri cuori.
Seconda riflessione, anche questa molto bella: la famiglia. La famiglia è
un dono, la famiglia è sicurezza, è affetto, è amore. Sono valori che non
troviamo nei banchetti del mercato: lì non ci sono. Ci sono altri valori anche
particolari ed anche belli, ma questi non ci sono. Questi valori li vediamo
scritti solo sui volti delle nostre mamme, nei loro sacrifici, nel loro
amore per i figli, nella donazione totale che le caratterizza.
Ho letto una bellissima preghiera che diceva: "Quando la mamma ed il papà
invecchiano, non hanno più un aspetto giovanile ed il loro volto non è più
com'era tanti anni prima. Vengono le rughe, viene la vecchiaia e qual'è allora
la ricchezza della vita? La donazione! ". Però ci sono delle case nelle
quali il papà e la mamma non ci sono più ed anche quello ci fa capire che
questo Natale e Maria Immacolata Vengono a dirci: "Non abbiate
paura! Non guardate soltanto con gli occhi del vostro volto, usate la
fede, usate la speranza, usate la carità ". Pensate che noi non
siamo i padroni della vita!. C'è qualcosa che dobbiamo scoprire e questo Natale,
anche quest'anno, viene a ricordarcelo: la vita non è solo quella che
appare, ma è qualcosa di grande, di eccezionale ed allora raccoigliamo le
nostre preghiere ed anche la nostra gratitudine insieme alle preghiere di
questi bambini che sono scritte nel cuore più che nella mente, perché vogliamo
raccoglierle e posarle su questo Altare perché tutti insieme possiamo avere una
risposta sicura: la risposta che viene dall'amore materno di una Mamma che non
abbandonerà mai le nostre vite"
Venerdì 24 dicembre - Il Natale rappresenta l'ingresso del Figlio
di Dio nei nostri cuori e nella storia dell'intera umanità. L'infinitamente
grande si fa piccolo per noi, nell'umile grotta di Betlemme: l'Onnipotente
sposa la nostra natura umana. Infatti, la notte diventa luce ed in un'umile
grotta si compie il miracolo voluto da Dio Onnipotente: la natura divina
diventa umana! Dio vuole essere come gli uomini per farli diventare
"familiari di Dio". Questo è il vero miracolo che rivela tutta la
bontà del nostro Padre Celeste e nostro Creatore e tutti noi, in questa notte
speciale, ci sentiamo pervasi da sentimenti nuovi e profondi che si rinnovano
ogni anno nella magia della Notte Santa.
Io corro nella Chiesa di Isola per unirmi al "Coro" diretto da
Nicoletta che offre tutto il suo impegno per rendere più solenne questa
Santa Messa che vede la partecipazione di tantissimi fedeli: ogni posto
disponibile è occupato e l'altare è circondato da una vera "corona"
di bambini e bambine. Che meraviglia! Quanta dedizione ed attrazione da parte
del nostro parroco, Don Carlo! Chissà quanta gioia nel vedere questo commovente
spettacolo!
Anche la sua omelia, che di seguito riporto, tocca i nostri cuori:
"Riviviamo la notte davvero particolare di duemila anni fa, una notte
oscura ma davvero magica perché ci fa rivivere quella notte del tutto
eccezionale. In quella notte non sono stati accolti in nessun alloggio -
dice l'Evangelista Luca - il quale, essendo anche medico, quando scrive è
anche una garanzia di storicità: alloggio che forse era un albergo, era una
casa? C'erano anche a quei tempi gli alloggi, ma non li hanno voluti accogliere
perché per loro non c'era posto nell'alloggio! Per loro! Perché per loro? Chi
sono loro? Cosa sta succedendo nel mondo? C'è una mamma con un bambino ed il
suo papà. Certo non conoscono la storia della salvezza, non sanno quello che
sappiamo noi oggi, ma potevano far paura queste tre persone? Questa
è la mia prima riflessione: possono far paura un bambino appena nato ed
una mamma che lo dà alla luce? Qui ci sono tante mamme e sanno che quando nasce
un bambino si fa grande festa. Don Tonino Bello diceva che quando nasce un
bambino Dio sorride ancora al mondo. Le mamme presenti lo possono capire
compiutamente! Noi figli lo capiamo in modo diverso però una mamma e un papà lo
capiscono perfettamente.
Perché per loro non c'era posto nell'albergo? Perché viene annunciata una cosa
così sconvolgente a dei pastori? Quello che dice Luca è molto sottile e
descrive questi personaggi in maniera davvero certosina. I pastori - dice
l'Evangelista Luca - non avevano voce nel mondo perché erano dei pastori e
quindi non valevano proprio niente: "Voi non volete niente. La vostra
parola vale zero" ed è vero questo se dico una cosa che mi invento.
Figuriamoci se poi si mettono a dire che hanno visto gli Angeli, la luce, Gesù
Bambino! Chi crede a loro? E perché gli Angeli parlano a loro, proprio a loro?
E perché non c'era posto nell'albergo? Vedete: ci sono però tante cose che ci
richiamano a quello che è il vero senso del Natale, il canto del Natale che si
traduce in una espressione molto bella: "Pace agli uomini che Dio
ama". Ecco, vedete? Nonostante tutto, nonostante le tragedie della non
comunione, le tragedie della guerra, le tragedie della non comunicazione
non solo tra popoli, tra i capi, ma anche tra la gente comune, nelle famiglie,
nelle situazioni difficili della vita, nelle situazioni complicate, oggi viene
annunciata una grande gioia che sarà di tutto il popolo, di ogni uomo che si
fida. Certo, non saranno solo i pastori ad accogliere questo annuncio, ma il
mondo intero perché da quel momento il mondo cambierà e si porrà di fronte a
qualcosa di inaudito e questo qualcosa di inaudito è il desiderio del nostro
cuore. Perché dico questo? Perché Dio vuole e cerca la giustizia, cerca
la verità, cerca la vita, cerca il lavoro, cerca la casa, cerca la gioia, cerca
la salute. Ecco perché questo Bambino, in quel modo, si presenta per
distruggere chi cerca la potenza, chi pensa che la vita è autosufficiente a sé
stessa, colui che non è in comunione con gli altri, nelle piccole e nelle grandi
cose, colui che dice: "La vita è mia!". Perché la vita è tua? Non lo
dice neanche un figlio alla madre che la vita è sua perché la madre gli
potrebbe dire: "È vero, ma è un dono e se tu soffri io soffro e quindi non
è solo tua la vita. Se tu gioisci io gioisco". C'è una comunione profonda.
Noi ci realizziamo in quanto siamo figli, ma non solo a livello familiare ma,
in quanto siamo persone, abbiamo un compito da svolgere nella nostra
piccola o grande società e qual è il compito che mi viene offerto? Quello di
vivere pienamente i miei doni, la mia vita.
"Ma io non possiedo nulla" mi diceva una persona alcuni giorni
fa. "Io avevo tutto ma ho sciupato tutto: la mia bellezza, la mia
giovinezza, la mia famiglia. Le ho buttate via. Non le ho più! " ed allora
io le ho replicato: "Perché dici questo? - "Perché non ho più
nulla" - "No! Quando ti accorgi di non aver più nulla vuol dire
che hai tutto, vuol dire che ricominci a sperare, vuol dire che ritorna il
desiderio profondo che è nel tuo cuore, perché la tua vita è un dono,
anche la tua, forse sommersa dal fango ma, proprio allora, quel Bambino che
viene mi fa capire perché non c'è posto nel mio cuore, nella mia casa: Per voi
non c'è posto!". Ora capisco perché i pastori, l'umanità, il povero, il
ricco, il Re Maggio, Ponzio Pilato discuterà con questo Bambino quando
sarà grande, perché sarà attratto dalla bellezza della parola di questo
giovane però non riuscirà a salvarlo: per il mondo è così, perché ha
paura, perché per la carriera ha paura di cedere ed allora di fronte a questo
Giovane, adesso Bambino, si laverà le mani pur capendo che in quel momento
qualcosa di eccezionale è legato a Lui. Gesù non ha bisogno di essere difeso.
Siamo noi che dobbiamo capirLo, abbracciarLo ed amarLo ed allora sarà Lui ad
essere a fianco della nostra vita, allora ci aiuterà a comprendere il senso
pieno di tutto quello che accade, giorno dopo giorno e ci darà la certezza che
noi siamo persone amate".
Stasera il Papa in una sua affermazione diceva: "Questo Bambino nasce
ancora per dire a noi persone che Dio ci vuole bene". Dio non è
misterioso, Dio non è complicato, Dio è verità, Dio è bontà ed allora
sentiamoLo oggi, questa notte, ma sempre, presente nella nostra
vita".