La parola a don Carlo di Don Carlo
La parola a don Carlo “Uniti nell’abbraccio di Maria” Nell’andare se ne va e piange portando le semente da gettare, ma nel tornare viene con giubilo portando i suoi covoni… Quante volte i miei occhi si sono posati su questa preghiera solenne della Chiesa che vive la storia di un popolo chiamato a lasciare le certezze della vita per affrontare un nuovo viaggio nell’incertezza e nell’insicurezza. ma nel vortice di questo grande conflitto si è fidato, ha scelto di lasciare tutto per incontrarsi nel suo cammino con la Provvidenza di Dio. Proprio per questo molti anni fa la mia storia si è incontrata con la vostra vita, si è legata a tal punto che per amore è diventata unica. Questo è il fondamento dell’obbedienza che compie il miracolo dell’unità, quell’unità che è scaturita dalla voce potente del Cristo crocifisso per amore “in cui tutti siamo una cosa sola”. E’ la strada tracciata da una madre speciale, Maria, che nell’ora del dolore era presente sotto la croce addolorata. L’evangelista Giovanni accenna soltanto alla sua presenza, ma basta per farci capire quale abisso nasconde, quale offerta e affidamento la Madre pone nella misericordia di Dio. Era impossibile che a quel momento la Vergine madre, “figlia di suo Figlio” non sapesse tutto di suo Figlio. Ella dava tutta la sua fede. Il mistero della Vergine durante la Figlio? Non ha più nulla da dargli, ma è accaduto in Lei un fatto immenso perché vedendo morire il proprio figlio, una madre non può non sperimentare il massimo della sofferenza, specie se lo vede morire non di morte naturale ma giovane e martoriato. Noi sappiamo benissimo che se la più grande prova d’amore è dare la vita per quelli che si amano, la più grande sofferenza è anche la massima prova d’amore. La missione che suo Figlio compirà per la redenzione del mondo è la risposta ad ogni nostro dolore, all’ingiustizia che misteriosamente lega la nostra esistenza e tende a soffocare il nostro grido di speranza che sale dal cuore di ogni uomo. Maria ha sperimentato fin nell’intimo dell’essere la sofferenza che era redentrice.
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