N° 1 - Gennaio 2022
VANGELI DEL MESE DI GENNAIO 2022
di Antonio Ratti



 6  EPIFANIA.
( Mt 2, 1-12 )

  L’Epifania è la solennità importante che chiude il ciclo liturgico del Natale.
E’ la manifestazione  di Gesù a tutti i popoli, rappresentati dai Magi ( i Grandi della Terra ), che offrono oro ( che significa regalità di     Cristo ), incenso 
( divinità di Gesù ), mirra ( umanità del Signore ). Matteo inizia la narrazione di questa manifestazione dicendo : “Nato Gesù a Betlemme di Giudea al tempo del re Erode.” La presenza di re Erode nella narrazione è fondamentale per due motivi: il primo, per dare concretezza e credibilità storica alla nascita di Gesù, il secondo, mette in evidenza la seria preoccupazione di Erode che riteneva di avere in Gesù un antagonista da eliminare, come dice la profezia “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà pastore del mio popolo Israele”.
L’evangelista Luca dice che “entrati nella casa , videro il bambino con Maria sua Madre, si prostrarono e lo adorarono”. Così anche Luca ci manifesta la regalità di Gesù sottolineata dal comportamento dei Magi che rappresentano tutto il mondo non ebraico. Erode è il tipico egoista, arrivato al trono con la violenza e l’assassinio, mentre i capi dei sacerdoti e gli scribi, pur conoscendo le scritture e la verità, per vile opportunismo, rifiutano di aprirsi al futuro e al nuovo. Tutti siamo alla ricerca di Dio o meglio Dio è alla ricerca di ciascuno di noi non sempre disponibili ad accoglierlo. La ricerca è fatica.
I pastori devono vincere il riposo notturno, i Magi fanno un lungo ed incerto cammino al seguito di una stella che a volte si nasconde ai loro occhi, ma non demordono e così sono premiati. Anche in ciascuno di noi ci sono momenti di buio, di dubbio, di incertezza, ma la speranza che Lui ci sta cercando è la  sola certezza che porta al traguardo.

9   BATTESIMO DI GESU’. (Mt 3,15-16; 21- 22)
La voce che dall’alto indica Gesù il suo Figlio prediletto di cui si è compiaciuto, è il segno eclatante di come lo Spirito Santo attesti la divinità di Gesù proprio nel momento in cui, come un qualsiasi essere umano, compie il gesto penitenziale sottoponendosi al battesimo in acqua di Giovanni il Battista. Gesù mostra anche in questa occasione tutta la sua grandezza manifestandosi nell’umiltà dei gesti e delle parole. Sembra volerci dire che ad ogni passo possiamo scegliere Dio o rifiutarlo, estremi  ( peccato e santità ) che all’uomo appaiono entrambi attraenti, ma nella quotidianità, accettando il dono dell’umiltà, ci sarà chiara la scelta di campo da fare.


16  DOMENICA  II del Tempo Ordinario.  (
Gv 2, 1-11 )

Non è venuta ancora la mia ora” dice Gesù a Maria con un tono che non ammette replica, tanto da far sembrare inopportuna la richiesta di sua Madre: “Non hanno più vino.”  Per “ora” s’intende  il momento di iniziare la missione pubblica, cioè il tempo dei segni tangibili, dei miracoli. Anche Gesù obbedisce ad un tempo che non ha stabilito Lui, ma che il Padre gli ha assegnato.
Il miracolo di Cana di Galilea è il segno della forza della fede di Maria.  Forza che brilla anche nella gioia del maestro di tavola. Con questo miracolo, che è allegro e dona gioia agli sposi a differenza di tutti gli altri  che risolvono dolori grandissimi, ha inizio la vita pubblica di Gesù. 


23  DOMENICA  III del Tempo ordinario.
( Lc 1, 1-4; 4, 14- 21 )

Al resoconto del discorso di Gesù alle gente del suo paese, Nazareth, viene fatto precedere il prologo del Vangelo dove l’evangelista Luca  chiarisce  il carattere storico e documentabile del suo Vangelo per dare solidità e autorevolezza agli insegnamenti del Maestro. Tutti devono essere certi e convinti dell’importanza di Gesù e delle sue parole per la storia dell’uomo. Luca si prefigge l’obiettivo di mostrare come quella di Gesù non sia un’opera umana, ma la rivelazione del progetto di Dio per l’uomo. Di fatto la sua missione terrena è accogliere tutti per renderli liberi. E’ la profezia di Isaia di cui Gesù si appropria e pone in essere.
Con la lettera apostolica in forma di Motu proprio “Aperuit illis”, Papa Francesco ha stabilito che la III Domenica del tempo ordinario sia dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio.

30   DOMENICA IV del Tempo  ordinario. ( Mc 4, 21 – 30 )

Gli uomini rifiutano il profeta che parla in nome di Dio perché avvertono in lui un personaggio scomodo, che tenta di scuoterli dal loro quieto vivere e li condanna per le vie sbagliate che percorrono, suggerendo di cambiare vita.
A Nazareth rifiutano Gesù, il figlio del falegname, quindi un signor nessuno, che propone e chiede un radicale cambiamento di vita e di abitudini. Così si cercano i pretesti per non dare ascolto ai suggerimenti e all’ invito del profeta. Il genere umano ha bisogno di profeti del Vangelo, oggi più di ieri, ma prima di offrirmi  devo chiedermi: come accolgo Gesù che quotidianamente mi invita alla conversione? Sono in grado di dare, meglio, donare  a chi avvicino  ( o si avvicina a me ) un chiaro stimolo al bene ? I miei criteri di giudizio, le mie scelte di vita, il mio approccio col prossimo entrano o no in crisi quando leggo e rifletto il Vangelo?   Questa è una necessaria e seria verifica unita alla preghiera. In caso contrario, che senso ha dirsi cristiano e soprattutto, com’è possibile essere di esempio in famiglia, sul lavoro, nella scuola, nel tempo libero, nei rapporti interpersonali ?

                                                                                  


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