La Pasqua è la festa più
solenne per la Chiesa in quanto vi si celebrano i riti più significativi:
l'ultima Cena, con l'istituzione dell'Eucaristia; la Passione, la Morte, la
Resurrezione ed Ascesa al Cielo di Gesù Cristo e poi, subito dopo, la discesa dello
Spirito Santo sugli Apostoli, ma sicuramente il Santo Natale è capace di
risvegliare in tutti noi molta commozione e sentimenti davvero profondi anche
nel periodo preparatorio. Infatti molte cose si possono scrivere sull'Avvento, ma io, per ragioni di spazio a
disposizione, mi limiterò a riassumerle, prendendo anche alcuni spunti dalla
lettura di Avvenire, consapevole che, pur trattandosi di un periodo ormai
trascorso, rimane però nei nostri cuori, trattandosi di uno dei periodi più
belli dell'anno: le città si illuminano con fantastiche fantasie di luci che
rendono gioiose e scintillanti le strade più importanti, in TV vengono
trasmessi meravigliosi spettacoli e film natalizi e nelle case vengono
allestiti dei bellissimi alberi di Natale e
dei fantastici presepi: il tutto per annunciare a tutti un avvenimento
davvero sconvolgente: Dio si fa uomo e si manifesta nel volto di un bambino e
davanti alla mangiatoia di Betlemme tutte le nostre angustie, ansie e
preoccupazioni si sciolgono come neve al sole e le nostre anime si rallegrano
in una grande festa.
Anche la liturgia del tempo di Avvento ha preparato ed accompagnato tutti noi
nel cammino verso l'incontro con Gesù Bambino e ci ha ricordato che tutto ciò
che facciamo nella nostra vita è un momento di preparazione all'incontro con la
luce vera e tutto questo ha preso forma nella liturgia di questo periodo ed a tal proposito è importante
ricordare che l'Avvento si suddivide in due periodi pressoché di uguale durata.
Infatti, fino al 16 dicembre i brani
biblici letti ci hanno aiutato a guardare oltre e cioè verso quello che viene
chiamato il "tempo ultimo" e cioè il compimento finale della Storia.
Dal 17 in poi, abbiamo invece rivissuto i fatti storici che hanno portato alla
nascita di Gesù, nella grotta di
Betlemme e cioè quanto avvenuto oltre duemila anni fa in Giudea e che è
divenuta l'immagine del nostro destino. E quindi la Chiesa si è preparata al Natale anche con riti e simboli
molto significativi e, fra questi, uno dei più famosi ed universali è
rappresentato dalla "Corona d'Avvento", generalmente formata da
ramoscelli di alberi sempre verdi e cioè di conifere o di alloro, intrecciati a
forma di cerchio e che fanno da base a quattro candele che stanno a
simboleggiare le quattro settimane dell'Avvento, come abbiamo visto nelle
nostre Chiese.
La tradizione affida ad ogni candela un nome che vuole esprimere un aspetto
particolare, legato alla nascita di Gesù.
La prima candela si chiama "Candela del profeta" e sta a ricordare le
tante voci che nella storia hanno annunciato la venuta di Gesù.
La seconda è la "Candela di Betlemme" perché è dedicata alla località
dove è nato il Salvatore dell'umanità: una piccola realtà geografica che è
diventata il centro del mondo.
La terza è la "Candela dei pastori" e sta a ricordare coloro che per
primi hanno incontrato Gesù, avvolto in
fasce e depositato in una mangiatoia ed i primi che Lo hanno festeggiato ed
adorato.
Infine, nell'ultima domenica di Avvento,
abbiamo acceso la "Candela degli Angeli" che è dedicata a
coloro che portarono a tutto il mondo
l'annuncio della nascita di Gesù, invitando tutti noi a fare altrettanto.
Come si vede chiaramente, il Natale si è
manifestato attraverso simboli molto significativi.
Anche i paramenti indossati dal sacerdote nella celebrazione della S.Messa nel
periodo di Avvento hanno un colore particolare: il colore dell'Avvento, come
quello della Quaresima, è il viola, una tinta che simboleggia l'attesa e la
penitenza, ma nella terza domenica di
Avvento può essere usato il colore rosa,
per ricordare a tutti che l'attesa sta per finire e quindi presto si potrà fare festa, una grande festa. Infatti sta per
nascere il Salvatore ed i nostri cuori sono in trepidante attesa: Gesù Bambino
entrerà nei nostri cuori!.