Don Domenico Lavaggi è tornato
alla casa del Padre nella notte di martedì 2 marzo ed ora dal Paradiso veglia
su tutti noi. Lui era molto orgoglioso di essere un collaboratore del
"Sentiero" e ci ha fatto dono di pagine davvero indimenticabili. Per
questo riteniamo di fare un gradito dono ai lettori del Sentiero pubblicando il
suo messaggio rivolto al suo caro amico e confratello don Carlo Cipollini il 27
Giugno 2006, in occasione dei 25 anni di sacerdozio di don Carlo, festeggiati
con una solenne e commovente cerimonia nella bellissima Chiesa di Nicola.
Quel giorno c'eravamo
veramente tutti, per vivere una giornata davvero commovente ed indimenticabile
ed ecco il messaggio che don Domenico ha
rivolto al suo confratello don Carlo al quale era legato da una profonda
amicizia:
"Caro don Carlo, sono
passati 25 anni da quel 27 giugno 1981, quando il Vescovo Siro ti ha detto:
"Oggi sei prete nella chiesa di Gesù". C'eravamo tutti sulla piazza
della chiesa quel giorno e oggi, in molti, siamo ancora qui per lodare e
ringraziare Dio dei suoi tanti doni. Quante volte, in questi anni, tu hai ripetuto le parole che hanno aperto
nel mondo una via nuova per una nuova civiltà: "Gesù prese il pane, lo
spezzò e disse: mangiatene tutti! Questo è il mio corpo dato per voi" ed
ogni volta Gesù si è fatto presente nel pane spezzato perché l'uomo potesse
vincere la sua fame: "fame di
verità, fame di giustizia, fame di amore ". Se oggi, tra i presenti in
questa chiesa, qualcuno mi chiedesse: " Chi è il prete?", gli darei
una sola risposta - che mi pare la più evangelica: "Il prete non è l'uomo
più intelligente o più colto, e non è neppure l'uomo più santo: il prete è l'uomo che, come Gesù, nel pane
dell'Eucaristia, accetta di essere pane
spezzato perché chi ha fame ne possa mangiare ogni giorno: pane spezzato per i
bimbi, per i ragazzi, per i giovani, per gli adulti, per gli anziani. Pane
spezzato per chi è vecchio, ammalato, moribondo. Il prete è l'uomo per gli
uomini, per quelli che credono, per quelli che ancora non credono, per quelli
che hanno smesso di credere: il prete è l'uomo di tutti, perché così era Gesù, che non aveva paura di
essere sempre disponibile per chiunque incontrava sulla Sua strada. Al
funzionario di Erode che gli diceva: "Mio figlio è molto malato: scendi a
casa mia prima che egli muoia" Gesù rispose: "Va', tuo figlio vive" (Giov.4,47-49). Alla donna cananea che gridava in preda alla
disperazione: "Pietà di me, Signore Figlio di Davide, mia figlia è
crudelmente tormentata da un demonio" Gesù, avendo visto la sua fede,
disse: "Donna, davvero grande è la tua fede, ti sia fatto come desideri:
tua figlia è fuori pericolo ed è salva" (Matteo 15,22-28). Al centurione
romano che gli diceva: "Signore, il mio servo più anziano giace in casa
paralizzato e soffre terribilmente", Gesù rispose: "Io verrò e lo
curerò" (Matteo 8,6-7). Alla donna che i sacerdoti volevano lapidare
perché colpevole di adulterio Gesù, rimasto solo con lei, disse: "Donna,
dove sono i tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata? ":
"Nessuno" - rispose la donna - E Gesù: "Neppure io ti condanno:
va' e d'ora in poi non farlo più " (Giov.8,10-11). Questo è il prete! È
l'uomo che sa dire ad un padre spaventato per suo figlio molto malato:
"Non aver paura, tuo figlio è caro
a Dio: Lui saprà guarirlo'". Il prete è l'uomo che sa dire ad una madre
preoccupata per la figlia che cammina per sentieri pericolosi: "Non
disperare, tua figlia è nel cuore di Gesù: Lui saprà condurla sui sentieri
della vita ". Il prete è l'uomo che
sa dire ad un vecchio malato e sofferente: "Non ti cruciare, Gesù lo sa
che tu soffri e ti è vicino per confortarti". Il prete è l'uomo che sa
dire a chi ha peccato: "Abbi fiducia, Gesù è morto sulla croce anche per
te: Egli ti ha liberato dal peccato".
Carissimo Carletto, noi
sappiamo dal Vangelo che, prima di ascendere al cielo, Gesù ha parlato così ai
Suoi discepoli: "Andate nel mondo e dite a tutti: Dio vi ama ed è il
vostro padre". È questa la Buona
Notizia che Gesù ha affidato al prete: Dio è il Padre che ama i Suoi figli e
che rimane con loro quando sono buoni e quando dimenticano di essere buoni con
Lui e con i loro fratelli.
Miei cari amici presenti in
questa chiesa, se Dio ha dato al prete
il potere di rimettere i peccati nel Suo Nome, l' ha fatto perché ha voluto far
sapere a tutti che Egli è "Padre
Misericordioso" e di questa misericordia di Dio il prete è ministro e messaggero.
Carissimo don Carlo, quando tu
ed io saremo davanti a Dio, Egli ci chiederà: "Siete stati i messaggeri
della misericordia e
dell'amore?" Se noi potremo
rispondere di sì, allora vorrà dire che
siamo stati i preti che Gesù voleva che noi fossimo nel Suo nome. Ci conforta e
ci dà speranza la Parola che oggi abbiamo letto nella Preghiera dell'ufficio delle Letture: " Poiché Tu, o Padre, non
privi mai della Tua guida coloro che hai stabilito sulla salda roccia del Tuo
amore". È questo "amore" che ci dà la forza per essere ogni
giorno "Pane spezzato".