N° 8 - Settembre-Ottobre 2021
UNA STRADA E DEI LIBRI: ECCO LA SINTESI DI PADRE DAMARCO
di Egidio Banti


Uno slargo stradale e una piccola biblioteca, porzione preziosa di una molto più grande: con questi significativi “doni” Sarzana, e con Sarzana l’intera Val di Magra, si concludono nel mese di ottobre le iniziative a ricordo del sacerdote vincenziano padre Vincenzo Damarco, iniziate nel 2019 in occasione del 45° anno dalla sua scomparsa.
Damarco lo abbiamo ricordato altre volte su queste pagine, anche per la sua “vicinanza” ai territori di Ortonovo e di Castelnuovo. La villa dell’Olmarello, ora affidata alla cura della “Cardinal Maffi”, è stata per molto tempo un presidio importante della Congregazione della Missione (i “lazzaristi”, più comunemente detti “vincenziani” dal loro fondatore san Vincenzo de’ Paoli).
Negli anni Sessanta, Damarco la utilizzò come base per molte iniziative di solidarietà, come quelle a sostegno delle campagne di “Mani Tese”: si raccoglievano indumenti usati, stracci ed altro materiale da rivendere. Tanto da portersi dire, in qualche modo, che il “riciclo”, oggi così di moda, in tempi di “green generation”, da vederlo utilizzato persino dalle grandi griffe del lusso, in Val di Magra lo abbia inventato proprio padre Damarco. E l’Olmarello fu, in vallata, uno dei primi centri di smistamento delle varie raccolte che si facevano, a sostegno di quelli che allora si chiamavano i “popoli nuovi”.
Già questo episodio, peraltro assai parziale nell’intensa vita pastorale e culturale del religioso, piemontese (era nato nel 1922 a Casale Monferrato), dice molto alla Chiesa ed alla società di oggi.
Papa Francesco parla sempre di una Chiesa “in uscita”, ospedale da campo a sostegno delle sofferenze fisiche e spirituali del nostro tempo. Ma parla anche – la Chiesa italiana sta per affrontare anche questo tema proprio in vista del prossimo Sinodo dei vescovi – di cultura, di approfondimento, di capacità di essere al passo con i tempi, aggiornando (cambiare no, ma aggiornare si deve) la sua capacità pastorale.
Diventano dunque simbolici i due gesti che gli amici di padre Damarco hanno pensato per concludere il ciclo delle iniziative cui facevamo sopra riferimento: l’intitolazione di uno slargo stradale proprio a due passi dalla Casa della Missione, dove Damarco visse, ascoltò ed insegnò negli anni Sessanta del secolo scorso, e quella di alcuni scaffali, contenenti una selezione significativa dei suoi libri, nella biblioteca diocesana del seminario vescovile,  in via Mascardi a Sarzana.
Chiesa in uscita, e Chiesa che interroga se stessa e la sua storia: la strada e il libro. Questi sono stati i segni distintivi della “missione” di Damarco in una Val di Magra che già mezzo secolo fa terra di missione la era, e con questi segni, grazie all’impegno straordinario dei suoi amici, a cominciare da Paola Gari, ortonovese di adozione, ora sarà ricordato.
Damarco, a Sarzana, è per così dire rappresentato da un gruppo di amici fedeli, l’associazione “Amici del padre Damarco”, e dal circolo ACLI che porta il suo nome, a testimonianza dei tanti semi da lui gettati anche nel terreno sociale. Ma è rappresentato anche dalla tradizione vincenziana, quella della congregazione alla quale apparteneva ed alla quale ubbidì sempre, nella fedeltà di Cristo, anche a prezzo di sofferenze e di provvedimenti non sempre giusti (oggi la storia, maestra di vita, lo mostra più chiaramente di ieri), come quando venne allontanato da Sarzana all’inizio degli anni Settanta.
Per questo appare molto significativo il fatto che, sabato 16 ottobre, ad inaugurare lo slargo stradale della via che porta al forte di Castruccio, e che come detto è all’ingresso orientale della Casa della Missione, ci sarà padre Erminio Antonello, visitatore per l’Italia della congregazione. La biblioteca, per esigenze logistiche, sarà inaugurata poco tempo dopo. Padre Antonello aveva già partecipato a distanza al convegno a ricordo di Damarco tenutosi un anno fa, e il suo intervento, molto bello e denso di ricordi, oltreché di valutazioni culturali e pastorali, è già stato pubblicato alcuni mesi fa sul “Sentiero”.
Sabato 16 ottobre sarà a Sarzana di persona, accolto da tutti con amicizia e con calore. Perché i vincenziani ora a Sarzana non ci sono più (la Casa della Missione è adesso della diocesi, che l’ha affidata al consorzio delle cooperative di don Franco Martini). Alle 9.30 benedirà la targa a ricordo del confratello scomparso, quella appunto dello “Slargo Vincenzo Damarco – Educatore”.
Quindi alle 10, nella sala della Casa della Missione messa a disposizione dal consorzio “Cometa” di don Martini (che al termine offrirà ai presenti un ristoro da condividere insieme), padre Antonello parlerà sul tema “La dignità della persona e l’apertura agli altri”: tema quant’altri mai connesso all’esperienza di vita e all’insegnamento di padre Damarco. Tutti sono invitati.
Una seconda relazione sarà tenuta, ancora una volta, dal maggior studioso vivente di padre Damarco, Gaetano Lettieri, docente di Storia del cristianesimo all’Università “La Sapienza” di Roma, dove alcuni suoi studenti stanno già preparando tesi di laurea sui testi di Damarco, oltreché componente dell’Istituto di studi storici del Vaticano. Saranno inoltre presenti l’illustre teologo genovese don Giovanni Cereti e il sacerdote diocesano don Sandro Lagomarsini, parroco di Cassego, che celebrò nel 1974 il funerale di padre Damarco. Un’altra presenza molto importante, infine, sarà quella di padre Floriano Strappazzoni, missionario in Madagascar, uno degli “eredi” spirituali della generazione del padre Damarco.
La sera prima, alle 21, nell’oratorio sarzanese di Santa Croce, il gruppo vocale e strumentale “Musica Nova” di Levanto, diretto da Aldo Viviani, terrà, a beneficio di tutti, un concerto di canti spirituali e pacifisti. Dovrebbe inoltre essere già disponibile, in questi due giorni importanti, la riedizione del volume di Damarco “Commenti ai Vangeli”, che tutti i maggiori interpreti attuali giudicano una straordinaria anticipazione dell’insegnamento di Papa Francesco e delle sue encicliche, in piena fedeltà al testo evangelico.
Due giornate insomma molto intense. Non ci sembra giusto però parlare di “celebrazioni”. Padre Damarco ci direbbe infatti di non volere affatto essere “celebrato”. Ci direbbe, piuttosto, di vivere, portandocelo dentro, il suo insegnamento: la strada e i libri, per l’appunto. Chi può, venga a Sarzana quel giorno.



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