Sabato 24 aprile - Oggi la
Chiesa festeggia Gesù come buon Pastore che
chiama tutti alla salvezza e ci conosce uno ad uno ed è pronto a donare
per noi la sua stessa vita.
La Chiesa di S.Giuseppe oggi è
davvero piena di fedeli che elevano meravigliosi canti per solennizzare la
S.Messa.
Profonda l'omelia di Padre
Michele che di seguito riporto: "Ogni anno la quarta domenica di Pasqua
viene chiamata la "Domenica del buon Pastore". È Gesù l'immagine del
buon Pastore e questo è un titolo molto caro al popolo di Israele perché è un titolo che appartiene al Dio
dell'Antico Testamento. Chi è il Pastore
del popolo di Israele? È Dio. E quando Gesù si proclama dicendo: "Io sono
il buon Pastore" non diventa un pastore qualsiasi ma diventa "Il
Pastore" del nuovo popolo che è la Chiesa. Ma Gesù voleva chiarire chi è
il Buon Pastore: non è soltanto un pastore che guida, ma è un pastore che dà la
vita per il suo gregge.Ed è molto importante comprendere il messaggio di Gesù quando proclama Lui stesso
di essere il "Buon Pastore". Gesù dice: "Il buon pastore conosce
il suo gregge e il gregge conosce il suo
pastore ed ascolta la sua voce".Quindi è
un conoscere divino: non è una conoscenza intellettuale, non è sapere
troppo, non è il comprendere tutto, ma conoscere, entrare in un rapporto
profondo, un rapporto intimo col Pastore che è Dio, un Pastore che mi vuole
bene e lo dice chiaramente Gesù: "Il mercenario non è un buon pastore
perché il mercenario è un approfittatore e, quando vede venire il lupo, fugge,
lascia il gregge". Chi è il
mercenario? Potremmo immaginarlo come un uomo malvagio. No! Il mercenario è
colui che quando gli interessa una cosa è pronto e quando non gli interessa non
è pronto. Quando qualcosa gli piace, ascolta e quando non gli piace non ascolta. Invece il Signore
vuol dirci che quando noi vogliamo entrare in comunione con Lui, Lui ci dona la
vita, ma non una vita che sparisce, ma una vita di presenza del Signore.
Inoltre il pastore conosce il gregge ed anche il gregge conosce il suo pastore.
Il pastore ascolta il suo gregge ed il gregge ascolta il suo pastore.
Molto bella questa immagine!
Anzi, nella lingua originale, non si parla di "Buon" Pastore ma viene
definito il "Bel" Pastore, un Pastore bello, un Pastore modello e
quindi il buon Pastore è un Pastore modello. Diventa davvero bello ma perché?
Perché dona la vita, dona la bellezza e
quando noi ascoltiamo la voce del Signore entriamo in rapporto con la bellezza
di Dio perché entriamo in quel rapporto intimo della grazia e dell'amore di Dio
e perché sono consapevole che quel mio Pastore,
che è Dio, dona la sua vita per
me.
Chi è il lupo che rapisce le
pecore e le disperde? Guardate che il lupo non mangia il gregge. Gesù non dice:
"Il lupo mangia il gregge", ma dice che lo rapisce e lo disperde.
Interessante è il fatto che il lupo non mangia le pecore, ma le rapisce e le
disperde e quindi le allontana dalla voce del buon pastore. Il male ci
disperde, non ci fa capire niente e quindi non siamo capaci di ascoltare la
voce del buon Pastore, cioè la voce di Dio, come è accaduto nella Genesi con
Eva, la nostra madre che ha ascoltato un'altra voce e non la voce di Dio, ma la
voce del male. Secondo la Genesi è stata la voce del serpente che ha fatto
perdere tutto a quelli che l'hanno ascoltata: Adamo ed Eva. Hanno perso la
bellezza di Dio, hanno perso quel giardino e cioè la grazia di Dio e, quando
noi non ascoltiamo la voce del nostro Dio, perdiamo quel rapporto, quella
relazione con Dio, ma oggi Gesù ci dice che il Signore ci conosce singolarmente
perché Dio conosce ogni persona. Dio conosce ogni figlio e lo ama. Ci chiama
per nome. Possiamo dire che noi siamo scritti nel cuore di Dio. Non siamo
contenti di questo? Crediamo questo? Perché il sapere non è un sapere
intellettuale, mentale, ma è un sapere nel cuore. A questo siamo chiamati oggi.
Non occorre pensarlo, ma occorre sentire che siamo nel cuore di Dio.
Abbiamo un Pastore che è Gesù
e che dona la vita per noi. La domanda, in questa domenica, è questa: "Noi
ascoltiamo veramente la voce del nostro Pastore? La ascoltiamo veramente o
quale altra voce noi ascoltiamo? ....
Purtroppo oggi siamo dispersi
e non sappiamo a che cosa aggrapparci e quando siamo così, siamo tristi,
scoraggiati, delusi e cosa pensiamo? Pensiamo che Dio non c'è, che Dio non
pensa a noi. Invece siamo noi che ci allontaniamo dal nostro Pastore e che il
male ci rapisce, ci disperde e tante volte non ci piace ed allora noi dobbiamo
essere coscienti di avere un vero Pastore: Gesù Cristo che dà la sua vita per
noi.
Chiediamo questo al Signore in
questa domenica del buon Pastore per sentirci chiamati, amati e guidati dal
nostro vero Pastore che è Gesù Cristo e Dio Onnipotente ci conceda la sua grazia e ci dia la sua
benedizione e chiediamo anche l'intercessione della nostra Madre,la Vergine
Santissima. Amen".
Domenica 2 maggio - Oggi al
Santuario della Madonna del Mirteto si celebra una importante ricorrenza:
P.Mario Martin Villafuerte festeggia il 25°di Ordinazione Sacerdotale,
Ordinazione avvenuta il 27 aprile 1996 a Colón, Panama. Padre Mario è nato a El
Salvador 49 anni fa ed ha compiuto gli studi nel Seminario della Fraternità
Missionaria di Maria, in Guatemala.
Ha iniziato la sua attività
Missionaria in Italia nel marzo 1997, avendo la sua prima sede in Abruzzo e
quindi è stato trasferito a Cassino, prima di approdare al Santuario della
Madonna del Mirteto in Ortonovo dove svolge la sua missione in comunione con
altri due confratelli (Padre Michele, Parroco di Casano e Padre Domingo Patix,
Parroco di Ortonovo), mentre lui ora svolge la missione di Parroco di San
Lazzaro.
La ricorrenza è molto sentita
e non per niente il Santuario è davvero gremito di fedeli che sono corsi anche
dal Piano per essere vicini a Padre Mario, molto amato da tutti i fedeli delle
varie parrocchie. Padre Mario è stato infatti parroco di Ortonovo Paese, prima
di Padre Domingo e per circa un anno è stato parroco anche di San Giuseppe e San Martino. Ecco perché si è fatto amare
da tantissimi fedeli e molti oggi sono corsi a festeggiarlo.
Molto solenne la S.Messa
celebrata nel Santuario della Madonna del Mirteto, con la partecipazione di
Padre Domingo, di Padre Michele e del diacono Agostino Cavirani e la Corale
diretta dal maestro Renato Bruschi.
Molto profonda l'omelia di
Padre Mario che di seguito riporto: "Fratelli e sorelle, l'evangelista
Giovanni continua a presentarci queste parole del Signore Gesù, rivolte ai suoi
discepoli con le quali li invita a rimanere uniti a Lui per poter fruttificare.
I discepoli hanno accolto la chiamata del Signore, sono stati con Lui, Lo hanno
conosciuto, Gli hanno voluto bene ed ecco il pericolo che corrono: quello di
abbandonare la chiamata del primo momento perché a volte la quotidianità può
far diminuire quella prontezza con la quale anche loro hanno risposto al
Signore quando erano nel Mare di Galilea e quindi anche a noi oggi il Signore
rivolge il suo invito a mantenere viva questa unione con Lui affinché il nostro
nemico, il Diavolo, non ci possa
separare, attraverso la tentazione, attraverso i dubbi e tante altre cose che
possono allontanarci, possono far raffreddare quel nostro "Sì" al
Signore, perché tutti noi abbiamo dato un "Sì" al Signore. Noi
abbiamo risposto alla chiamata, alla vocazione sacerdotale e voi avete risposto
ad un'altra chiamata: quella matrimoniale. Comunque tutti siamo stati chiamati
alla vita di fede, per ciascuno di noi fruttifica se siamo veramente uniti a
Lui. Quindi non possiamo agire per conto nostro. È infatti questa la grande
tentazione: pensare che possiamo fruttificare grazie ai nostri sforzi, grazie
al fatto che siamo bravi e, qualora fosse necessario, possiamo dare una valida
testimonianza di bene, di vita cristiana. Invece no! Perché il Signore è stato
chiaro con i discepoli ed oggi lo è con noi, quando dice: "Senza di Me non potete far
nulla": nulla di buono, nulla di bene, nulla di evangelico, perché la
radice è Lui, perché la vite è Lui: quella vite che comunica a noi, attraverso
il suo Spirito, la forza per poter testimoniare la vita cristiana. Altrimenti
ci si stanca,altrimenti uno perde quella illusione.
Vale per noi nella vita
sacerdotale, ma vale anche per voi nella vita cristiana di ogni giorno perché
talvolta si può perdere l'illusione, quella gioia del primo momento e, con la
quotidianità, perdere quello slancio, per noi sacerdoti di lavorare, di
annunziare il Vangelo, di lavorare come comunità parrocchiale, etc. e per voi
fedeli invece perdere quello slancio,
quella voglia di testimoniare quotidianamente la fede perché ci si
stanca quando magari gli altri non la pensano come noi, quando ci sentiamo come
pesci fuori dell'acqua o perché tutti
gli altri vanno verso un'altra strada e noi siamo contro corrente. Ma ciò non
importa perché per noi quello che è veramente importante è vivere questa unione
con il Signore, riconoscere dunque che
solo in Lui noi possiamo ricevere la grazia e la forza per dare testimonianza
di vita evangelica. Lo hanno fatto i grandi Santi, lo hanno fatto i Martiri e
dobbiamo anche noi, nella nostra vita spirituale,vita cristiana, essere
consapevoli che se uniti a Cristo poi il Padre, che è il vignaiolo, lavora su
di noi, attraverso il Suo Spirito Santo. Lavora su di noi perché possiamo dare
frutti ancora più belli ed allora bisogna anche accettare la potatura nella
nostra vita, quando sentiamo l'invito nel nostro cuore a staccarci da quelle
cose che sono superflue e ad una chiamata del Signore ad avallare ciò che è
veramente importante e cioè l'unione con Lui. Insomma, le famose rinunce della
nostra vita che a volte non ci piacciono ed alle quali facciamo fatica a
rinunciare perché magari ci siamo attaccati a loro, perché ci fanno stare bene,
perché ci danno un po' di gioia, ma il Signore ci invita a qualcosa di più
grande.
A volte sembra che il Signore
ci tratti male e che non ci voglia bene e lo diceva anche Santa Teresa d'AviIa
che i Santi hanno questo rapporto col Signore molto personale. Gesù diceva:
"Io tratto così i miei amici"
ed allora Santa Teresa ha detto: "Ecco perché ne hai così pochi!" Appunto perché il Signore vuole
che nella nostra vita ci sia sempre di
più e soprattutto ci sia sempre di più bello perché noi, con la nostra vita di
fede, fruttificando nella nostra vita di fede - dice Gesù - rendiamo gloria al
Padre. Dunque chiediamo al Signore la grazia che quell'unitá che abbiamo
ricevuto grazie al Sacramento del Battesimo, nel quale siamo stati innestati in
Cristo vera Vite, quella unita possiamo mantenerla sempre salda, attraverso la
nostra preghiera, attraverso la vita sacramentale, con la Confessione e con la
Comunione Sacramentale, quella unione sacramentale che ci permette di
camminare, di nutrire quell'unione con Cristo e attraverso l'ascolto e la
meditazione della Sacra Scrittura e quel modo in cui noi possiamo sempre più unirci a Cristo ed allora i frutti verranno
da soli perché, nutrendoci di Cristo che è il bene, non possiamo che
fruttificare il bene.
Chiediamo al Signore questa
grazia e vi ringrazio con tutto il cuore per esservi uniti a me per dire grazie
al Signore per il dono del ministero sacerdotale insieme ai miei confratelli
sacerdoti e quindi alla nostra preghiera per la nostra comunità religiosa, la
Fraternità Missionaria di Maria. Anche lì è un mistero,vedete? Mentre io
celebro i miei 25 anni di sacerdozio, proprio ieri abbiamo perso un confratello
sacerdote di 49 anni, missionario nel Venezuela e rientrato in Guatemala per
problemi di salute e ieri abbiamo ricevuto la notizia che è venuto a
mancare. Quindi,ecco il Signore pota in
questo modo e ci chiama ad essere quello che è veramente essenziale e cioè
l'unione con Lui, l'unione con la Chiesa, l'unione nella vita parrocchiale e
proprio in quel modo noi rendiamo gloria a Dio e testimoniamo la nostra fede.
Maria Santissima, e siamo nel
Santuario a Lei dedicato e siamo nel mese di maggio che dedichiamo alla
preghiera del Santo Rosario, ci aiuti con la Sua intercessione affinché, come
Lei si è sentita sempre unita al Suo Figlio, possiamo anche noi sentirci uniti
a Cristo, unica vera vite. Sia lodato Gesù Cristo".
Sabato 15 maggio - Io sono
solito partecipare anche alla S.Messa vespertina nella vigilia della domenica,
nella Chiesa di S.Giuseppe. Inoltre oggi
ricorre una festività davvero solenne: l'Ascensione di Gesù, che segna l'inizio
della missione della Chiesa che sarà sempre
accompagnata dal Signore e sostenuta dallo Spirito Santo e che testmonierà
la presenza del Risorto in
mezzo a noi, annunciandola ai fratelli attraverso il Vangelo.
I fedeli presenti sono davvero
numerosi e contribuiscono a solennizzare questa S.Messa con canti meravigliosi.
Molto profonda l'omelia di
Padre Michele di cui, per motivi di spazio, riporto solo alcuni passi:
"Oggi noi dobbiamo comprendere qual'è la nostra missione come cristiani.È
la missione che è stata consegnata da Gesù ai suoi discepoli, prima di salire al Padre.
Dice chiaramente l'Evangelista Marco: "Gesù disse ai suoi discepoli:
Andate in tutto il mondo e proclamate il
Vangelo". Ecco la nostra missione! Su questa frase ho riflettuto molto in
questa settimana e mi sono reso conto che tante volte, nel mio ministero, nella
mia missione, mi preoccupo di convertire la gente, di cambiare la mentalità
della gente, di cambiare i loro cuori, ma mi sono reso conto che non era e non
è questa la mia missione e neppure la vostra missione. La mia missione, la tua
missione, la nostra missione è proclamare il Vangelo. Il compito di Dio è di
cambiare il cuore attraverso la mia proclamazione e tutti dobbiamo impegnarci
in tal senso...... Quando noi proclamiamo,
facciamo la missione consegnataci da Gesù e quando non proclamiamo cosa
succede? Lo dice chiaramente Gesù: "Chi crederà e sarà battezzato sarà
salvato, ma chi non crederà sarà condannato". Chi ci condanna? Dio? No!
Dio non ci condanna, ma siamo noi stessi nel momento in cui non accogliamo quella
missione che Gesù ci ha consegnato.... Gesù non si ferma sui nostri peccati,
sulle nostre debolezze che Lui conosce benissimo, ma va oltre i nostri peccati,
le nostre debolezze e ci consegna di nuovo, dopo oltre duemila anni, questa
missione: "Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo. Chi crederà
sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato". Questa è la grande
missione che Gesù ci consegna e si fida di noi..... " Questi saranno i
segni che accompagneranno quelli che credono e nel mio nome scacceranno demoni,
parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se saranno
contagiati da qualche veleno, questo non renderà loro alcun danno. Imporranno
le mani ai malati e questi guariranno". Cosa vuol dirci Gesù con questi
segni? Gesù con questi segni va oltre quello che noi possiamo vedere con i
nostri occhi. Noi siamo tentati di guardare i segni visibili e quando questo
non è possibile, sperimentiamo la debolezza, sperimentiamo la stanchezza delle
nostre preghiere, la partecipazione eucaristica, le cose belle che facciamo, ma
non vediamo il frutto dei nostri sacrifici ed il demonio che dice: "Lascia
perdere. Perché credi ancora? Goditi la vita: prima o poi morirai". Ecco
il Demonio, il veleno che entra nel nostro cuore e ci fa morire. Noi
sperimentiamo la morte nel peccato.
Quando invece noi accogliamo
il Vangelo, siamo pronti a combattere con questi mali che ci attaccano dal di
dentro e dal di fuori.....
La proclamazione del Vangelo
deve trasformare la nostra vita e noi dobbiamo soltanto accogliere Gesù che
veramente è morto per me ed è risorto per me ed io credo in questo Gesù risorto
per la mia vita. Lui vuole la nostra gioia in questa festa dell'Ascensione e la
grande festa è che Lui non sparisce, ma rimane in noi e consegna Sé stesso a
noi, entrando a far parte della nostra vita. È Lui che vive con noi i momenti
di difficoltà della nostra vita e
dobbiamo essere certi che Lui è con noi e sarà sempre con noi. Lo dice alla
fine del Vangelo secondo Matteo che sarà sempre con noi fino alla fine del
mondo....".
Enzo