Accertato che la grazia è la benevolenza di Dio
verso l’uomo, nell’A.T. la grazia indica la benignità che si esprime con il
costante favore di Dio verso il suo popolo. Infatti per il popolo d’Israele il
più alto atto di grazia ricevuto è quello di essere stato scelto come il popolo
eletto e di aver voluto stipulare con esso un’alleanza eterna ( Es 34,6 )
indicando la Legge del Decalogo come l’atto costitutivo. Ne consegue che
ricorre spesso nell’A.T. il pensiero
che Dio vuole salvare e non distruggere l’uomo e la creazione, sebbene il suo
popolo eletto, Israele, goda di ogni prelazione. Per questo la grazia si manifesta come la
volontà di Dio di salvare la creatura umana dalle conseguenze temporali ed
eterne del peccato, sebbene nel pensiero ebraico le idee sull’aldilà siano
molto vaghe: la maggior parte propendono che tutto si esaurisca nella vita
terrena e comunque sarà Dio a stabilire il meglio per il suo popolo che non è
tenuto a porsi il problema.
Il N.T. sintetizza tutta la
ricchezza della grazia nel nostro Signore Gesù Cristo, infatti “non siamo più sotto la Legge, ma sotto la
grazia” ( Rm 6,15), dato che la grazia divina “vi è stata data in Cristo” ( 1Cor 1,4 ). E ancora “La grazia di Dio e il dono concesso in
grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti
gli uomini.” ( Rm 5,15 ) La benevolenza di Dio verso le sue creature non
muta tra il A.T. e il N.T., si allarga dal popolo eletto
all’umanità intera, perché la legge del Decalogo resta un elemento fondante
anche nel Nuovo, semmai cambia
l’approccio; la presenza di Gesù introduce un fatto nuovo, la visibilità
dell’amore ( “vi dò un comandamento nuovo” ): prima la Legge andava rispettata
per obbedienza ( Abramo obbedisce senza obiettare alla richiesta esplicita dell’olocausto
dell’unico figlio, Isacco, avuto in vecchiaia), dopo con Gesù si instaura un
nuovo modo d’intendere il Decalogo, quindi un conto è essere obbligati ed un
altro constatare nei fatti, per la presenza di Gesù che si offre alla croce per
la salvezza dell’uomo, tutto l’amore del Padre che dona l’Unigenito e
garantisce anche la libera scelta di accettare o meno il dono della grazia. La
nuova alleanza offerta da Dio è con
tutti gli uomini senza distinzione, non più con il suo popolo, Israele,
per questo la grazia è il contenuto primario del Vangelo: è l’annuncio del
mondo nuovo, il mondo della riconciliazione, il mondo delle beatitudini. Si
tratta di vivere ad imitazione di Gesù, di vivere come figli del Padre e non
più come sudditi del più potente re degli eserciti.
Il comandamento dell’amore introduce ad una nuova visione del mondo e della
vita, porta alla condivisione dell’operare misericordioso di Dio che per il
Vangelo di Luca (6, 36 ) è il succo di ogni etica: “Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro.” La
grazia di cui parla Gesù non ha limite alcuno, al contrario dell’A.T. è di tutti, così come è di tutti il Vangelo e
a tutti è offerto il Regno di Dio e solo alla fine dei tempi verrà separato il
grano dalla zizzania (Mt 13,30. 40-43 ).
Le fonti più antiche legano la vita di figli al dono dello Spirito Santo (At 2,
33; Gal 8, 14-16; Rm 8,14-16 ): la potenza dello Spirito Santo è cristologica, dal momento che ci rende “conformi all’immagine del Figlio suo, perché
egli sia il primogenito tra molti fratelli” ( Rm 8, 29 ) e ci fa “diventare simili a lui” ( 1 Gv 3,2 ). E’
lo Spirito, che Gesù ci rende disponibile in modo permanente, ad introdurci nei
segreti dell’agire di Dio. Paolo collega la grazia all’azione salvatrice con
cui Gesù ci libera dai nostri peccati ( Rm 3, 23-24 ) e alla nozione di nuova
creatura: “Se uno è in Cristo, è una
nuova creatura; le cose vecchie sono passate” ( 2 Cor 5,17 ) La vita nella
grazia è l’alternativa vera alla vecchia vita naturale: è realmente una nuova
creazione. La grazia si lega strettamente al rapporto che il Dio di Gesù ha
voluto stabilire con l’umanità: in questa prospettiva siamo in cammino verso la
comunione di vita con Dio e verso il glorioso traguardo finale. Ne consegue che
la grazia è una realtà trinitaria, dove ognuna delle tre persone ha un ruolo
preciso, che incide in modo determinante nella nostra vita, rendendola vera
vita di figli di Dio-Padre.
(Continua,
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