N° 4 - Aprile 2021
CALENDARIO LITURGICO DI APRILE 2021
di La Redazione

 

  1 Giov.   Giovedì Santo. Con il Giovedì Santo si conclude il periodo di Quaresima. Con la Messa in Coena Domini (Cena del Signore) inizia il Triduo pasquale, ovvero i tre giorni nei quali si commemora Passione, Morte e Resurrezione di Gesù; triduo che ha il suo momento più solenne nella Veglia pasquale e che si conclude con i Vespri del pomeriggio della domenica di Pasqua. Dal  punto di vista liturgico il triduo è un’unica celebrazione distribuita in tre giorni; infatti nella Messa in Coena Domini non c’è il congedo finale, ma in silenzio l’assemblea si scioglie; il rito del  Venerdì Santo, che consiste nella memoria della passione e crocifissione di Gesù, inizia e termina senza la consacrazione del Pane e del Vino nel silenzio, senza benedizione e congedo; la Veglia pasquale della sera del sabato inizia senza segno di croce e senza saluto; solo alla fine abbiamo l’esplosione di gioia per la resurrezione di Cristo con la solenne benedizione e il congedo. Il giovedì mattina nelle cattedrali il vescovo, insieme a tutti i suoi sacerdoti e diaconi, consacra il sacro Crisma, cioè l’olio benedetto per la somministrazione del battesimo, cresima e ordine sacro e altri tre oli per il battesimo, unzione degli infermi e unzione dei catecumeni. Nel pomeriggio in ogni parrocchia c’è la celebrazione della Messa in coena Domini. Si tratta della memoria dell’ultima cena di Gesù insieme ai suoi apostoli prima dell’arresto e della condanna.  Giovanni nel suo Vangelo racconta della lavanda dei piedi che nella cultura ebraica è simbolo di ospitalità e di rispetto. Durante la cena Gesù annuncia che sta per essere tradito e da chi. Il momento più prezioso della cena è l’istituzione della Eucarestia con la benedizione del pane e del vino, transustanziati in Corpo e Sangue di Gesù. Miracolo reale - e non memoria – che si ripete ad ogni Messa.

2  Ven.     Venerdì  Santo.    Giorno aliturgico: non viene celebrata la messa sostituita dall’ Azione liturgica della Passione del Signore (in Passione Domini) che si articola in tre parti:

-        Liturgia della Parola con la lettura della Passione e la solenne preghiera universale;

-        Adorazione della croce;

-        Distribuzione della Comunione con le ostie consacrate il giorno prima.
Spesso si svolge la Via Crucis in memoria del percorso compiuto da Gesù con la croce verso il monte Calvario ( Golgota ).
In segno di lutto le campane tacciono e l’altare è spogliato del suo arredo.
In diverse località è ancora attiva la tradizionale processione con le statue del Cristo morto e della Madonna Addolorata. Es. a Chieti si svolge la più antica di queste, è datata 842.

-        3  Sab.     Sabato Santo.  La tradizione indica che Gesù resta agli Inferi per 40 ore tra venerdì e sabato fino all’alba della domenica. Non si svolge nessun rito fino alla Veglia notturna i cui riti solenni (fuoco, benedizione del cero, canto delle letture) portano alla celebrazione della Resurrezione di Cristo. Ogni cristiano ha la consapevolezza che la sua vita è entrata in una nuova ed eterna dimensione, quindi la gioia è grande.

-        4  Dom.    Pasqua di Resurrezione.   E’ il momento più importante della storia cristiana. Dopo la sofferenza e la morte, ecco il trionfo della vita che si fa eterna in modo definitivo con la croce: “Tutto è compiuto.” sussurra Gesù esalando l’ultimo respiro. Come dice Paolo dal sacrificio di un solo uomo, che è anche Dio, l’umanità intera, persino chi non lo sa o lo rifiuta, ha ricevuto il dono della salvezza. Ora sta a ciascuno esserne consapevole e trarne le logiche conseguenze comportamentali. Purtroppo non è sempre così, difatti nel Padre Nostro, forse, sarebbe più corretto dire: “Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi dovremmo rimetterli ai nostri debitori” e non darlo presuntuosamente per scontato. Solo per Lui le promesse sono certezze.

-        11 Dom.  Festa della Divina Misericordia.  Papa Giovanni Paolo II nel 2000 istituisce questa festività dedicata alla Divina Misericordia. Durante un’apparizione a santa Faustina Kowalska Gesù chiede: “Desidero che la festa della Divina Misericordia sia di riparo e di rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori.” Il Papa, particolarmente sensibile verso questa santa sua conterranea, esaudisce la richiesta divina. La prima domenica dopo la Pasqua era nota come Domenica in albis. Tradizionalmente durante la Veglia pasquale i catecumeni ricevevano il Battesimo e indossavano una veste bianca che toglievano la domenica successiva alla Pasqua, da qui in albis, cioè in bianco. 

-        16  Ven.   Santa Bernardette Soubirous.    E’ la ragazzina che ebbe le apparizioni dell’Immacolata a Lourdes.

25  Dom.   San Marco Evangelista.   Nasce in Palestina intorno al 20 d. Cr. e muore ad Alessandria d’Egitto intorno alla metà del 1° secolo. Secondo alcuni studiosi sarebbe figlio della vedova proprietaria della casa dove avvenne l’Ultima Cena. Essendo cugino di Barnaba, stretto collaboratore di Paolo, Marco era ebreo di stirpe levitica. Com’era consuetudine diffusa aveva due nomi, uno gentile ed uno ebreo. Quello ebraico era Giovanni. (Es. Anche Paolo ha il suo nome ebreo, Saulo). Non è chiaro se conobbe Gesù, sicuramente ne ha sentito parlare. Di certo sappiamo che dopo la morte del Maestro gli apostoli e i primi discepoli si riunivano nella casa di sua madre e in quella casa avvenne il miracolo della Pentecoste. Dagli Atti degli Apostoli si apprende che seguisse Paolo insieme al cugino. Quando Paolo si diresse in Turchia (Panfilia e Cilicia), i due cugini si diressero ad evangelizzare Cipro.
In seguito lo troviamo a Roma con Paolo e poi con Pietro, che lo inviò ad Aquileia e in Istria. Infine è ad Alessandria d’Egitto dove la Chiesa copta lo venera come il primo vescovo e Patriarca della città.

29 Giov.  Santa Caterina da Siena.  Nasce a Siena nella contrada dell’Oca (allora Fontebranda ) il 25 marzo 1347, è la 24ma figlia di venticinque di Jacopo Benincasa, tintore, e di Lapa di Puccio de’ Piacenti. La gemella Giovanna muore neonata. Il Dialogo della divina Provvidenza (ovvero, Il libro della divina Dottrina), il vasto ed eccezionale per contenuti Epistolario, la raccolta di Preghiere sono determinanti per la sua proclamazione il 4/10/1970 a Dottore della Chiesa da parte di Paolo VI; un particolare: proclamazione avvenuta 7 giorni dopo quella di Teresa d’Avila, altra grande mistica. I simboli iconografici sono il libro e il giglio che rappresentano la dottrina e la purezza.
Caterina non va a scuola e i suoi, giovanissima, l’avviano al matrimonio, che lei rifiuta. Chiede per sé una stanzetta entro la quale vive da terziaria domenicana e che diventa il cenacolo di artisti, dotti, religiosi. Da autodidatta impara a scrivere e a leggere, anche se la maggior parte dei suoi scritti sono dettati. Con l’ampio epistolario parla con Papi, re, regine e donne di casa. Per conto dei fiorentini va ad Avignone, l’ambasceria non riesce, ma sa dare la spinta decisiva a papa Gregorio XI per il ritorno a Roma nel 1377. E’ a Roma, chiamata da Urbano VI, per sedare la ribellione di un gruppo di cardinali che porta allo scisma d’Occidente con la nomina di un antipapa.  A Roma si ammala e muore il 29 aprile 1380 a soli 33 anni. Viene canonizzata da Pio II nel 1461. Nel 1939 Pio XII la dichiara Patrona d’Italia con san Francesco.
Questa espressione “Niuno Stato si può conservare nella legge civile in stato di grazia  senza la santa giustizia” mostra quanto Caterina sapesse vedere lontano non solo come mistica, ma anche come donna inserita nella società civile. Considerando il periodo in cui ha vissuto, dove la donna aveva pochi diritti, Caterina mostra tutta la sua intelligenza, le sue capacità di dialogo persuasivo, il coraggio di affrontare le sfide, pur vivendo tutta l’intensità del suo rapporto con Dio da grande mistica.





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