Siamo arrivati al Santo Natale
ed il nostro Vescovo, S.E. Mons. Luigi Ernesto Palletti, rivolge a tutti noi il
suo accorato messaggio augurale che di seguito riporto: "Il tempo in
cui viviamo è particolarmente segnato da
profonde sofferenze, lutti, incertezze e restrizioni, anche se molte sono le luci che risplendono in mezzo a noi e non solo
quelle delle luminarie ma, ancor più,
quelle di persone che, in questi momenti difficili, sanno offrire vicinanza
umana, professionalità e solidarietà. Giunti ora al Natale, siamo però chiamati
ad accogliere la luce della stella che brilla su di noi per orientare il nostro sguardo verso la grotta
di Betlemme. Non si tratta di un ritorno
al passato, ma del fare memoria dell'evento decisivo della salvezza per saper
vivere il presente in una speranza sempre nuova. Siamo, così, invitati a
riscoprire questa festa in modo autentico, ad andare all'essenziale, a
coglierne il vero significato, superando
quei modi di concepirla che spesso ci portano a vedere altro. Infatti, se è
vero che l'uomo si esprime attraverso le parole, è altrettanto vero che le
parole modellano il pensare dell'uomo. Pertanto, come credenti, abbiamo bisogno
di ritornare a vivere e parlare del Natale con parole e gesti capaci di
manifestare correttamente ciò che esprimono. Mi permetto,dunque, di suggerire
alcuni spunti di riflessione.
Il Presepe in ogni casa -
Innanzitutto rivolgo a tutti l'invito di
fare il Presepe in ogni casa. San Francesco d'Assisi ce lo insegna come segno
semplice, richiamo efficace al mistero della nascita di Gesù ed occasione per
riscoprire il valore del silenzio, del raccoglimento, della preghiera,
particolarmente se vissuto in famiglia.
La natività - È altrettanto
doveroso ricordare che questa festa non è la bella favola del Natale, ma la
realtà della nascita di Gesù a Betlemme. Realtà segnata dalla storia - la Sacra
Famiglia si reca in quella piccola città a motivo di un censimento del popolo -
,ma soprattutto capace di segnare la storia. Infatti, accolto o rifiutato,
Cristo con la sua nascita e, successivamente, con la sua predicazione, morte e
resurrezione, interpella ogni generazione.
La notte santa - È altrettanto
necessario ricordarci che la notte del Natale non è una notte magica, ma la
Notte Santa, nella quale il Figlio di Dio nasce dalla Vergine Maria per la
nostra salvezza: notte illuminata da una stella, allietata dal coro degli Angeli e animata
dalla curiosità dei pastori. È la notte del dono che Dio fa agli uomini, nel
mistero dell'Incarnazione del suo figlio che si fa uomo, perché l'uomo,
liberato dal peccato, possa ritrovare la comunione con Dio; anzi, possa lui
stesso essere rigenerato come figlio di Dio.
Una rinnovata spinta interiore
- Siamo dunque chiamati a vivere ciò in
una rinnovata dimensione interiore, ma non in modo intimistico o privato. La
fede, proprio perché illumina l'uomo nella sua totalità, ha sempre un risvolto
pubblico e manifesto. Accogliere la luce che promana dalla grotta di Betlemme
vuol dire lasciarsi illuminare in modo nuovo e integrale con quella "luce
che splende nelle tenebre e che le tenebre non hanno vinta" (cf. Giovanni
1, 5). Ecco perché è doveroso ritrovarci insieme a celebrare il dono che
proviene dal Padre che è nei cieli, così
com'è altrettanto doveroso annunciarlo affinché possa essere da tutti
conosciuto, amato e adorato.
La concretezza della carità -
Tutto questo non è una sorta di romanticismo religioso. Il Natale ci richiama,
infatti, alla concretezza con l'annuncio del Vangelo e con gesti di carità
autentica e operosa. Non possiamo dimenticare coloro che attendono il nostro
aiuto di vicinanza umana, di solidarietà materiale e spirituale, di ascolto...
Potranno essere persone a noi sconosciute
oppure quelle stesse che condividono con noi lo stesso tetto, lo stesso
lavoro.
Ciò che importa è che la
carità sia vissuta in modo tangibile. Allora, assieme al canto degli angeli
"Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che
egli ama" (Lc 2, 14) potremo sentire la voce di Gesù che dice: "tutto
quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete
fatto a me" (Mt 25, 40).
A tutti un Santo Natale e la
benedizione del Signore".