N° 1 - Gennaio 2021
Dal diario di un parrocchiano
di Enzo Mazzini

Domenica 29 Novembre - Oggi il Papa celebra in San Pietro, dalla cattedra, rendendosi necessario un allestimento particolare a causa del virus. È la prima domenica di Avvento che prepara al Natale del Signore e la liturgia ci invita a vigilare nella preghiera, a stare pronti, per non lasciarci sfuggire nulla e quindi non perdere nessuna occasione in cui incontrare Gesù e la Sua parola di salvezza.
Papa Francesco ieri nella sua omelia aveva fatto un vibrato richiamo contro la corruzione ed un richiamo alla responsabilità dei Cardinali a vigilare, con un discorso molto intenso, come per stabilire una profonda sintonia con i nuovi Cardinali e con tutto il Collegio, durante una cerimonia molto rigorosa a causa della pandemia.
Il Concistoro normalmente è una cerimonia festosa, con la presenza anche dei parenti, questo invece si è svolto nella più assoluta sobrietà e con un ristrettissimo numero di presenti. Ieri il Papa ha nominato tredici nuovi Cardinali, di cui sei italiani, in occasione del settimo concistoro del suo pontificato e fra questi ha eletto cardinale un parroco, Enrico Feroci, parroco di Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva ed ex direttore della Caritas di Roma, affidandogli come diaconia proprio quella della sua chiesa, con questa simpatica esortazione: "È la tua parrocchia. Il Papa fa cardinale un parroco!". Non è la prima volta che ciò accade: anche San Paolo VI, nel 1965, aveva nominato cardinale padre Giulio Bevilacqua lasciandolo parroco di Sant'Antonio a Brescia, dietro sua espressa richiesta.
"Comportati bene" é stata la simpatica battuta di Papa Francesco rivolta al neo cardinale Marcello Semeraro che  è andato a sostituire il Cardinale Angelo Becciu, come noto, destituito da Papa Francesco.
Un altro cardinale proviene dal Ruanda ed ha una storia molto dolorosa alle spalle: quando lui stava a Roma, sono stati uccisi il padre, la madre e cinque fratelli. È un grande uomo di pace, che ha collaborato perché in Ruanda riprendessero finalmente i rapporti fra Chiesa e Stato ed è la prima volta che viene eletto un cardinale ruandese.
Il Papa ha infatti riservato molta attenzione alle periferie, nominando anche il primo cardinale afro-americano statunitense.
Fra i Cardinali c'è anche il custode del Sacro Convento,  Padre Mauro Gambetti,
Sacro Convento  dove Padre Francesco ha firmato l'ultima Enciclica "Fratelli tutti", un documento davvero importante: una sorta di sintesi della dottrina sociale del Papa. Elevato è il valore di Padre Mauro che l'ha condotto a questa nomina, ma poi c'è anche il legame di Papa Francesco col convento, un legame davvero strettissimo. Attività francescana ed attività gesuita in qualche modo diventano complementari. Si potrebbe parlare di un pontificato francescano-gesuita: lo spirito francescano è stato molto assunto da Papa Francesco: è il suo evangelismo. Non tarderemo a scoprire la ricchezza dell’Enciclica "Fratelli tutti", una enciclica profonda su cui bisogna meditare: non è un unico messaggio ma è un insieme di messaggi sociali.
Davvero solenne e commovente la S.Messa celebrata oggi dal Papa in San Pietro e, come sempre, profonda ed accorata la sua omelia nella quale ha sottolineato che le letture di oggi ci riferiscono due parole chiave per il tempo di Avvento: vicinanza e vigilanza. Vicinanza di Dio e vigilanza nostra perché il Profeta Isaia dice che Dio è vicino a noi e Gesù nel Vangelo ci esorta a vigilare in attesa di Lui. Ma Gesù ci è vicino nella nostra vita? Se chiediamo al Signore di stare vicino a noi, dobbiamo essere in costante vigilanza per renderci conto della Sua presenza. Dobbiamo vigilare la notte in attesa del giorno, che verrà quando il Signore sarà con noi. "Vegliate, vegliate": il Signore lo ripete quattro volte in cinque versetti. S. Agostino diceva: "Ho paura che Gesù passi ed io non me ne accorga!" Attratti dai nostri interessi e distratti da tante vanità, rischiamo di smarrire l'essenziale. Perciò oggi il Signore ripete a tutti: "Vegliate, vegliate! State attenti!". Ma se dobbiamo vegliare, vuol dire che siamo nella notte. Si, noi non vogliamo nel giorno, ma nell'attesa del giorno. L'oscurità ci fa tristi. Il giorno arriverà quando saremo col Signore. Arriverà, non perdiamoci d'animo. La notte passerà, sorgerà il Signore. Dirigerà Lui il nostro cammino. Non dobbiamo lasciarci sopraffare dallo scoraggiamento e questo vuol dire vivere nella speranza. Come prima di nascere siamo stati attesi da chi ci amava, ora siamo attesi dall'amore in persona e se siamo attesa in cielo, perché affannarsi per un po' di soldi, un po' di fama, un po' di successo: tutte cose che passano! Perché allora perdere tempo lamentandoci nella notte, mentre si aspetta invece il giorno? Perché cercare i padrini per avere una promozione? Tutto passa. "Vegliate" dice il Signore. Non è una cosa facile, anzi è una cosa molto difficile.
Avviandosi alla conclusione, il Papa ci esorta a non correre due pericoli: uno è il sonno della mediocrità. Infatti, senza slanci d'amore per Dio, senza attendere la Sua novità, si diventa mediocri, tiepidi e mondani e questo corrode la fede. Non rimane che pregare! L'altro pericolo è il sonno dell'indifferenza e cioè quando non pensiamo ai nostri fratelli, ma solo ai nostri interessi. Secondo Papa Francesco non si può essere cristiani senza la carità. Solo la fratellanza e le opere di misericordia ci avvicinano al Signore.

Martedì 8 dicembre - Oggi si festeggia una solennità molto importante: l'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. In questa solennità le letture presentano il disegno di Dio che, di fronte al fallimento dell’umanità, rilancia la creazione e ridisegna un progetto più grande: "In Cristo ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi ed immacolati di fronte a Lui, nella carità, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi mediante Gesù Cristo". L'uomo passa dalla paura della sua nudità (prima Lettura) alla gioia dell'Annunciazione del Signore (Vangelo).
In vista dei meriti di Gesù e per la salvezza degli uomini,  Dio "sceglie" Maria, Immacolata Concezione, mai "toccata" dal peccato originale per divino privilegio. Mossa dallo Spirito dice sempre "Si" alla volontà di Dio e "No" ad ogni forma di peccato. Lei è "tutta santa" non solo per Sé stessa, ma anche per noi.
Con questo spirito ho partecipato alla Santa Messa nella Chiesa di San Martino che oggi è veramente gremita di fedeli. Molto intensa anche l’omelia di Padre Michele: "La festa che celebriamo oggi è una festa che fa parte della nostra vita cristiana.  Questa festa è stata riconosciuta dalla Chiesa soltanto nel 1854, proprio l'8 dicembre, ma già in precedenza i fedeli, con una fede semplice ma genuina, riconoscevano in Maria Colei che è stata concepita senza alcuna macchia di peccato: la Chiesa della fede. E la Chiesa gerarchica ha visto quella fede della gente e non ha fatto altro che riconoscerla. Non è che i Papi abbiano detto: "Dovete credere". No! La gente credeva già e quindi la Chiesa gerarchica, di fronte a questa fede, ha fatto qualcosa davvero grande. Ciò che ha fatto Dio è quella persona chiamata Maria, che Dio ha scelto come la "Casa" di Suo Figlio. Ecco, noi dobbiamo essere orgogliosi di tutto questo. Non è che la Chiesa lo abbia imposto. Tante volte noi crediamo che la Chiesa ci ha obbligati a credere. No! Non ha fatto questo la Chiesa, ma la Chiesa gerarchica ha visto questa fede della gente ed ha agito di conseguenza. Si tratta di un riconoscimento antico: già nell'antichità molte Chiese la celebravano e già riservavano questa devozione alla Vergine Maria, come Immacolata. Ci sono stati tanti santi padri della Chiesa, tanti pensatori, tanti sacerdoti che avevano riservato questo riconoscimento a Maria già prima del 1854, allorché Papa Pio IX ha riconosciuto ufficialmente questa fede, dichiarando Maria come "Immacolata", proprio con le parole che abbiamo ascoltato nel brano del Vangelo secondo Luca: "Rallegrati piena di grazia. Il Signore è con te". Ecco la "Piena di grazia"! Tutto questo la gente lo sentiva già dentro: che era piena di grazia e Dio ha scelto questa donna come "La piena di grazia", come “La senza macchia, senza peccato". Non solo per i suoi meriti, ma soprattutto per i meriti di Colui che doveva nascere in Lei e perché si è lasciata guidare dalla parola di Dio, come abbiamo ascoltato nella Sua risposta all'Arcangelo Gabriele: l'"Eccomi" di Maria che è diventata la dimora del Padre Celeste e proprio nel seno di Maria nasce la salvezza dell'umanità.
Quant'è bella la risposta di Maria! E anche noi oggi dobbiamo dire: "Avvenga per me secondo la Tua parola". Ecco, dobbiamo essere contenti di questo; contenti, grati e gioiosi perché la Chiesa gerarchica ha visto la nostra fede: questa fede umile, semplice, ma genuina.
Preghiamo Dio Onnipotente perché la nostra Madre Santissima ci accompagni in questo tempo dell'Avvento, ma anche in questo nostro tempo di pandemia. In questa situazione di dolore chiediamo alla nostra Madre Santissima che ci accompagni e perché possiamo dire: "Eccoci, siamo i servi del Signore". Dio Onnipotente ci conceda questa grazia e chiediamo l'intercessione della nostra Madre Santissima perché possiamo sempre vivere la presenza di Dio Padre nella nostra vita umana e cristiana. Che il Signore faccia scendere su di noi questa grazia, come è scesa su Maria e che scenda su di noi in questa nostra Santa Eucaristia. Amen".


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