Domenica 18 Ottobre - Oggi la
Parrocchia "Preziosissimo Sangue Luni Isola" è in grande festa per
una celebrazione davvero solenne: il nostro Vescovo, S.E.Mons.Luigi Ernesto
Paletti, amministra il Sacramento della Confermazione, più conosciuto come Cresima,a
45 ragazzi. Si tratta di un Sacramento molto importante perché rafforza la
grazia battesimale ed arreca la forza speciale dello Spirito Santo.
Per poter dare pieno rispetto alle
misure restrittive imposte a seguito del Covid-19 e quindi per garantire il
necessario distanziamento, Don Carlo ha
dovuto programmare 2 SS.Messe: una alle ore 16 ed un'altra alle ore 18,30 per
consentire la intermedia necessaria sanificazione ambientale, a garanzia dei fedeli.
Ovviamente le due SS.Messe si sono svolte nella
massima solennità, pur nel totale rispetto delle vigenti norme per
quanto riguarda il distanziamento dei
fedeli.
I due cori che si sono susseguiti sono
stati diretti rispettivamente dal Dott.Giuseppe Cecchinelli e da Nicoletta.
Io, in quanto componente del
"Coro" di Isola, ho partecipato alla seconda S.Messa che è stata, a
dir poco, commovente.
Molto accorata la presentazione dei ragazzi che stanno per ricevere
l'importante sacramento, rivolta al Vescovo da parte del Parroco Don Carlo:
"Eccellenza Reverendissima, siamo al secondo momento di celebrazione
dell'Eucaristia, con un altro gruppo
numeroso: sono22 questa volta i ragazzi che desiderano essere confermati
nel dono dello Spirito Santo, per poter esprimere, attraverso la vita, la
bellezza e l'amicizia con Cristo figlio di Dio, risorto per amore.
Come ho detto nell'altro gruppo, io incoraggio e ringrazio in modo particolare
il gruppo di catechiste che sono mamme, che sono insegnanti, alcune in pensione
e qualcuna insegna ancora, il nostro avvocato che ci ha aiutati a vivere un
momento di emergenza interpretando quelle che sono le leggi, quelle che
sono le norme, le precauzioni,
predisponendoci un patto di
collaborazione fra noi ed i genitori,
per poter costituire tutte le attività di catechesi.
Sappiamo che questa emergenza è molto importante e quindi, proprio per tutelare
loro, voi ed in modo particolare i bambini che vanno al catechismo, ma tutti
noi. Siamo importanti: non siamo soltanto dei numeri. Ecco perché, come ho
detto nell'altro gruppo, questi bambini hanno vissuto momenti belli, dei veri
momenti di grazia, attraverso il dono del Battesimo, la Confessione, la Prima
Comunione che abbiamo fatto insieme e poi, sapete anche voi cos'è successo:
siamo un po' bloccati per la paura per questa brutta emergenza, per questa
orribile malattia silenziosa, diabolica che divide, divide e dove passa
distrugge e fa soffrire.
Allora anche il catechismo, anche la
pratica dei sacramenti ed in particolare la celebrazione è andata un pochino
così, però noi siamo qui, con questi ragazzi che desiderano diventare buoni
cristiani. Padrino, madrina ed i loro genitori ed anche noi li accompagnato e
desideriamo che siano testimoni di questa grande verità”. A questo punto segue
la profonda e coinvolgente omelia del Vescovo che di seguito riporto:
"Abbiamo insieme ascoltato la parola di Dio, una parola che ci alimenta: é
il pane della parola, primo momento della celebrazione della nostra Eucaristia.
In modo particolare il Vangelo. È un Vangelo conosciuto, è un Vangelo anche popolamento
accettato: "Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di
Dio". Sono diventate anche frasi che sono entrate nell'uso comune, ma il
Vangelo è veramente importante per noi.
Tutto parte, lo abbiamo sentito, da un tranello che viene fatto nei confronti
del Signore Dio: vogliono trarLo in inganno per poterLo accusare e il tranello è
fatto bene: è fatto bene perché presuppone tutte e due le risposte e in ogni
caso presuppone la possibilità di accusarlo. Se dice che è giusto pagare il
tributo a Cesare allora sarà facile accusarlo: "Altroché Messia
liberatore, questo è uno che collabora con l'esercito occupatore e quindi con i
Romani!"
Se invece dice: "Si,si non bisogna pagare il tributo a Cesare" allora
è facile dire: "Vedete? É un sovversivo perché vuole andare contro Cesare,
contro il potere dei Romani" e dunque, in un modo o nell'altro doveva
scattare la condanna. Ma non è così, perché il Signore Gesù risponde, ma con
una domanda e qui diventa importante per noi questo passaggio perché non è solo
un sistema, seppur molto raffinato, che Lui utilizza per potersi liberare da
questi inganni, ma diventa per noi un motivo di rivelazione ed insegnamento e
veramente di sapienza evangelica.
Chiede che Gli sia portata una moneta, domanda di chi è l'iscrizione sulla
moneta e quando Gli viene detto: "È Cesare", risponde dicendo:
"Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio ". È
importante questo passaggio perché in questo passaggio il Signore non dice
semplicemente che va restituito lecitamente ciò che appartiene a Cesare. Ne riconosce l'autorità, l'autorevolezza, ma
dice soprattutto che l'uomo appartiene a Dio perché quella moneta appartiene a
Cesare e perché? Perché ha impressa l'immagine di Cesare, ma l'uomo ha impressa
l'immagine di Dio.
Se ricordiamo all'inizio proprio del primo libro della Bibbia, quando viene narrata, sia pure nel modo in
cui viene narrata all'epoca la
creazione, si dice che Dio fece l'uomo a Sua immagine ed a Sua
somiglianza: quella immagine e quella somiglianza che il Signore ha scritto
dentro di noi fin dall'inizio e che è patrimonio comune di tutti gli uomini: lo
sappiano o non lo sappiano, lo accettino
o non lo accettino, portano l'immagine, la somiglianza del loro creatore. Ma
allora, se noi portiamo la somiglianza e l'immagine di Dio come la moneta porta
quella riferita a Cesare, l'uomo invece è riferito a Dio e qui abbiamo la
grandezza della nostra umanità ed anche il senso profondo della nostra vita,
una vita che certo poi verrà portata a una luce particolare perché quella
immagine sappiamo che subito dopo si rovinerà col peccato d'origine, ma non si
cancellerà. Continuerà anche a rovinarsi con i nostri peccati personali, ma non
si cancellerà fino in fondo e con la venuta del Signore Gesù non solo verrà
ripresa, ripulita, riportata all'immagine originale, ma addirittura sarà
elevata ad essere figli di Dio. Col Battesimo il Signore dona a noi non solo
l'immagine, ma addirittura la vita divina. Ecco, allora diventa fondamentale
questo, perché se noi ascoltiamo in modo serio, autentico, quello che il
Vangelo ci dice, oggi noi ci rendiamo conto che la nostra vita e noi stessi
apparteniamo a Dio. Non possiamo buttarci via,
non possiamo distruggerci e questo fa sì che allora nella nostra esistenza
debbano essere accettate varie cose ed anche
questa pandemia che ha riportato la nostra umanità ad una dimensione più
concreta: ci ha fatto capire che non siamo onnipotenti; ci ha fatto capire che
non possiamo vivere da soli; ci ha fatto capire quanto sia importante il vivere
nella comunità proprio quando la comunità ti viene tolta; quanto siano
importanti le nostre relazioni umane quando quelle ci possano essere da un
giorno all'altro private immediatamente e quanto sia importante collaborare
insieme. Ma se questo è vero a livello umano, quanto ancora di più è vero a
livello evangelico! Siamo figli di Dio. Il Signore ci ha voluti per vivere
dentro una comunità di fede, per camminare insieme in una comunità di fede e,
osservando i Suoi comandamenti, non ci priva della nostra gioia, ci permette di
cogliere ciò che distruggerebbe la nostra esistenza, col peccato. E allora
sapere che siamo ad immagine e somiglianza di Dio vuol dire veramente dare la
dignità piena ad ogni vita umana e di dare da parte nostra testimonianza di
tutto questo. Certo, questo non ci porta a vivere isolati, ma se mai a
ritornare in una vita di relazione, di comunità, a vivere l'impegno comune di
tutti, perché noi siamo chiamati ad essere testimoni del regno di Dio.
Oggi celebriamo la Confermazione. La Confermazione porta alla maturità, il
cammino del cristiano che porta alla testimonianza.
La testimonianza è fondamentale perché siamo chiamati non solo a vivere la
fede, ma anche a diffonderla. È giusto averla, è giusto viverla, è giusto renderla
manifesta, ma è altrettanto importante diffondere la fede attorno a noi.
Diffonderla, condividendola con chi già ce l'ha, per rafforzarla, ed
annunziandola a chi ancora non ce l'ha.
Certo, è sempre un annuncio che propone, perché la fede va proposta: non può
essere imposta e dunque da parte nostra questa necessità di rivolgere il
Vangelo a tutti. L'annuncio in modo semplice: il dire che Gesù è il Signore,
che è il nostro Salvatore e che crediamo in Lui, che con la nostra vita, anche
se fragile e debole, cerchiamo di essere Suoi discepoli ed è già un annuncio
questo. Poi si potrà fare un discorso più profondo, lo si potrà portare nella
comunità, però noi dobbiamo diffondere la fede attorno a noi. Oggi il mondo,
anche se non lo sa, ha bisogno di ritornare a vivere il Verbo di Dio.
Oggi scende lo Spirito per questo: per consentire nuovi testimoni autorevoli
della fede. Però la testimonianza richiede l'impegno, la responsabilità da
parte nostra e per i nostri cresimandi come momento di partenza: oggi non
termina, oggi parte tutto. Tanti anni di preparazione proprio per poter partire
bene ed imparare a testimoniare insieme. Questo comporta il continuare ad
accogliere la fede, ma anche ad approfondirla perché noi cresciamo e con noi
cresce anche la nostra fede. Crescono anche le domande che hanno bisogno di
risposte autorevoli. Dobbiamo conoscere il Vangelo sempre meglio: non possiamo
accontentarci di quello che abbiamo conosciuto ed allora l'approfondire la fede
dev'essere un cammino continuo per tutti. E se dunque da una parte invochiamo
lo Spirito, per noi chiediamo che oggi lo Spirito venga riattivato. Dobbiamo
invocarLo dentro di noi per poi, insieme con loro, diventare testimoni in modo
che realmente chi ci incontra possa diventare discepolo del Signore, in modo
che chi ci incontra possa trovare non delle persone straordinarie e neppure
degli eroi, ma delle persone fragili che credono nel Vangelo e nella
misericordia di Dio e nella potenza della Sua parola.
Allora accompagniamo questi cresimandi a ricevere il grande dono dello Spirito
e con loro gioire, ma anche per sentire la responsabilità del sapere che se non
portiamo l'immagine dentro di noi, non possiamo testimoniarla e non possiamo
farla conoscere al nostro fratello".
Seguono quindi le promesse battesimale e la somministrazione del Sacramento
della Confermazione, con l'imposizione della mano del Vescovo sui cresimandi,
per esprimere la discesa dello Spirito Santo su di loro, mentre il Coro invoca
lo Spirito Santo col canto: "Veni, Creator Spiritus".