Sabato 19 Settembre - Nella nostra parrocchia si celebra
la S. Messa prefestiva alle ore 18 nella Chiesa di S. Giuseppe. Io cerco di non
mancare, come alle messe della domenica, per accompagnare all'organo i canti
sacri che vengono eseguiti. Questa sera c'è una notevole partecipazione di
fedeli e molto significativa, nel Vangelo di oggi, la parabola degli operai
mandati a lavorare nella vigna, in diverse ore del giorno. Infatti da essa
emerge chiaramente la smisurata generosità di Dio che è sempre pronto a donare
a tutti, compresi quelli dell'ultima ora, il suo amore davvero sconfinato.
Questo è per noi anche motivo di vera consolazione perché sta a dimostrare che
fino all'ultimo istante della nostra vita possiamo chiedere a Dio il perdono
dei nostri peccati e Lui è sempre pronto ad accordarcelo e ad accoglierci fra
le Sue braccia. Quale consolazione per noi e quanta speranza e fiducia nascono
nei nostri cuori!
Tutto questo emerge chiaramente dall'omelia di Padre Michele che di seguito
riporto: "Siete d'accordo col brano del Vangelo che abbiamo letto? Siete
d'accordo con quel padrone? È stato giusto il padrone? Uno di noi o tutti noi
veniamo chiamati a lavorare e lavoriamo per l'intera giornata però altri che
vengono chiamati dal padrone a lavorare per poche ore ricevono la stessa paga.
Non so voi, ma io umanamente non sono d'accordo, umanamente ed anche come
sacerdote però sono d'accordo quando penso alla mia vita: la mia vita non
davanti a me ma davanti al Signore, davanti a Lui che conosce tutto, tutto,
tutto della mia vita e da alcune cose mi rendo conto che non sono degno ma Lui
continua a chiamarmi.
Ecco, tutto questo ha fatto: ha chiamato i primi, quelli del primo mattino e
poi è uscito alle 9, a mezzogiorno, alle 3 e poi alle 5. Cioè il Signore ci
chiama sempre.
Magari c'è un momento in cui è Lui che addirittura prega per noi; magari c'è un
momento che per noi non ha più senso, non è importante, ma per il Signore è
importante. Ecco Gesù vuol farci capire tutto questo in questo brano del
Vangelo e cioè che tutti i momenti della nostra vita sono importanti agli occhi
di Dio, tutti i momenti, anche quando stiamo facendo del male. Per Lui sono
tutti importanti!
Siamo noi che dobbiamo permettere di unirci a Lui quando siamo chiamati. A
quelli delle cinque dice: "Cosa state facendo qui tutto il giorno senza
fare niente?" "Perché nessuno ci ha chiamati" e magari in quel
momento possiamo dire: "Ormai non posso fare più niente", magari
diciamo: "Sono inutile: tanti sforzi nella vita e non ho combinato proprio
niente!" Ma il Signore per noi in quel momento è importante. Tutto questo
perché vuol farci capire anche quanto abbiamo ascoltato nella prima lettura del
Profeta Isaia, dove il Profeta ci dice che i pensieri di Dio non sono i
nostri pensieri. Non pensa come noi pensiamo. Lui pensa sempre al nostro bene,
in ogni momento e in nessun momento il Signore pensa diversamente: pensa sempre
al nostro bene.
Invece la nostra esperienza è diversa: quando qualcuno ci fa un torto, in quel
momento noi gli auguriamo il male, ma il Signore non è così. Noi ci comportiamo
male ma Lui continua a cercarci sempre, ci cerca sempre, come dice l'Apostolo
Paolo nel brano che abbiamo ascoltato. L'Apostolo ci dice che lui stesso non sa
cosa scegliere perché per lui morire è un guadagno: è vivere al cospetto di
Dio, ma "se il Signore mi lascia per fare del bene, accetterò di vivere la
mia esperienza per fare del bene. Per me infatti il vivere è Cristo e il morire
un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so
davvero che cosa scegliere". Allora in questa domenica, nella quale
entriamo già da questa sera, ringraziamo il Signore che ci cerca sempre, anche
nei momenti che riteniamo inutili. Se quel tempo non conta niente per noi, per
Dio conta anche quel momento perché vuole farci entrare nella Sua vigna, cioè
nella Sua gioia, a far parte della Sua famiglia. Dio vuole che noi facciamo
parte della Sua famiglia perché siamo Suoi figli.
Chiediamo al Dio Onnipotente che il Signore ci doni sempre di poter capire
questa grazia, questo dono che il Signore ci offre sempre. Nella scorsa
settimana il Signore ci ha detto di perdonare settanta volte sette ed oggi ci
dice che il Signore ci cerca sempre: vuole sempre il nostro bene. Lasciamoci
amare da Dio, lasciamoci trovare da Dio, lasciamoci unire a Lui per entrare
nella Sua gioia. La vigna significa popolo di Dio, ma significa anche la gioia
di Dio. Cerchiamo di poter entrare nella Sua gioia. Lui ci cerca, Lui vuole
prenderci per mano per entrare nella Sua misericordia, ma soprattutto per
entrare nel Suo regno".
Lunedì 21 Settembre - Oggi per tutti
noi è una giornata molto triste: due giorni or sono Nadia ci ha lasciati ed
oggi nella monumentale Chiesa di San Lorenzo viene celebrato un solenne rito
funebre. Ci consola il fatto che per Nadia sono cessate le sofferenze degli
ultimi giorni e che ora vive la gioia eterna del Paradiso. Sicuramente ci sarà
stata una schiera di Angeli festanti ad accoglierla, dopo essere stati accanto
a lei nel passaggio alla gioia eterna. Certo, per noi che ragioniamo da miseri
umani, questo è un momento di profondo dolore, ma ci consola la nostra fede in
Cristo Salvatore, certi che ora Nadia ha finito di soffrire ed è nella gioia
eterna. La fiducia nell'eterno Paradiso aiuterà anche i familiari, che l'hanno
sempre assistita con tanta cura ed infinito amore, in particolare la cara Paola
ed i suoi familiari, a superare questo momento di profondo dolore e sgomento,
così come i parenti, amici e gli Ortonovesi tutti e non solo loro, perché
Nadia era veramente amata da tutti e nessuno le ha mai risparmiato un
abbraccio, una carezza. Tutti la consideravano un po' la loro "bambina"
ed avevano sempre per lei tanta tenerezza. Molti infatti anche gli abitanti del
Piano e delle località vicine che sono saliti ad Ortonovo per testimoniare il
loro amore per Nadia e per non risparmiarle una preghiera. Non per niente la
grande e monumentale Chiesa di San Lorenzo era veramente gremita di fedeli e
molti si sono uniti al coro per elevare al Signore ed alla nostra Madre Celeste
i canti di ringraziamento che hanno impreziosito la Santa Messa, davvero
solenne, celebrata con la presenza di tutti i parroci della Vicaria di
Luni e del diacono Agostino Cavirani. Molto significativa anche l'omelia di
Padre Domingo, che di seguito riporto:
"Il rito che stiamo celebrando ci ricorda che siamo uniti a Cristo,
attraverso il nostro Battesimo. Condividiamo la Sua morte e la Sua
resurrezione. Lui è stato il primo a vincere la morte, morte che ci fa
ricordare che ognuno di noi ha una missione da svolgere nella vita. Non basta
soltanto credere. Abbiamo bisogno di praticare la nostra fede. Abbiamo bisogno
di testimoniarla. Nadia ha praticato la fede nella sua vita. Ci ha insegnato
che amava Dio. Lei è stata molto con Cristo: crediamo anche che vivrà con Lui.
Sappiamo che Cristo è risorto dai morti ed è la nostra vita.
La morte non ha potere su di noi: la
morte ci apre soltanto la porta alla vita eterna.
La fede ci spinge a sperare nel Signore: i nostri occhi vedranno il Suo volto.
Il signore è la nostra luce, la nostra salvezza. Il Signore è la difesa della
nostra vita.
Il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato ci invita ad essere pronti: la morte
è come un ladro che non sappiamo a che ora ci sorprende. Beato chi si impegna
nella fede, nella speranza e nella carità! Essere pronti vuol dire ricordare
ogni giorno che siamo di passaggio, ricordare che siamo chiamati a fare il bene
e lavorare per il regno di Dio e costruire un mondo migliore, più umano, più
giusto e più fraterno.
Con questa Eucaristia affidiamo e confidiamo che l'anima di Nadia nel giorno
della Resurrezione possa presentarsi davanti a Dio trasfigurata, per godere
delle Sue promesse che lei praticò e possiamo anche noi riaffermare la nostra
speranza, la nostra fede nella vita eterna. Sia lodato Gesù Cristo".
A conclusione della S. Messa Padre Mario ha voluto esternare un accorato
ricordo di Nadia che, in parte, è stato già riportato nell'ultimo numero del
Sentiero.
Venerdì 25 Settembre - È una
giornata molto dolorosa quella che stiamo vivendo oggi: il nostro caro ed
amato Raffaele Caddeo ha raggiunto la pace eterna, lasciando tutti noi nel
più profondo sgomento. Nessuno se lo aspettava! Io lo ricordo, come sempre
sorridente, nell'ultimo recente incontro presso il Bar di Ermanno dove lui
veniva a trascorrere le mattinate. Voleva a tutti i costi offrirmi il caffè,
come generosamente faceva con tutti ed ora sono dispiaciuto per non averlo
accontentato, ma la mia età ed il mio stato di salute me lo sconsigliavano.
Io ero molto legato a Raffaele: da sempre mi è stato vicino negli impegni
politici. Come non ricordare le inesauribile energie profuse nelle numerose
"feste dell'amicizia"? Com'era felice nelle serate segnate da
notevole presenza di cittadini, come quando vennero Luciano Tajoli e
l'Orchestra Casadei per ben due volte ciascuno! Non stava più nella pelle.
Caro Raffaele, quanto ci manchi! Ma non manchi solo ai tuoi amici più cari, ma
a tutti coloro che hanno avuto il dono di conoscerti e di amarti, perché non
poteva essere diversamente. Tu eri semplicemente meraviglioso. Lo dimostra la
grande partecipazione di cittadini al tuo rito funebre, nonostante il difficile
momento che stiamo vivendo a causa del Coronavirus, rito che si è svolto nella
Cappella del Cimitero di Nicola ed officiato da un tuo grande, fraterno amico:
Don Carlo.
Sì, perché se qualcuno non lo avesse saputo, lo smisurato amore per te da parte
di Don Carlo ("Don Carletto" per tutti noi che gli vogliamo
un'infinità di bene) lo ha potuto riscontrare durante la sua davvero toccante
omelia. Quanti silenzi, profondi e ricorrenti dovuti alla voce rotta dal pianto
che ti stringeva la gola! Davvero gli volevi un mondo di bene, come tutti noi!
Hai risvegliato in me il ricordo del dolore di Gesù dinnanzi alla tomba di
Lazzaro. Anche le tue parole, come sempre molto profonde e toccanti, hanno
voluto salutare un grande "cristiano": sempre in prima fila in tutte
le funzioni religiose, sempre in prima fila in tutte le iniziative benefiche,
sempre in prima fila in aiuto di chi soffriva. Hai voluto essere vicino anche
ai suoi cari che ha lasciato nel più grande dolore, confortati solo dalla fede
che li anima. Anche il dott. Giuseppe Cecchinelli, che era legato a Raffaele da
una grande amicizia che è durata un'intera vita, si è adoprato per rendere
davvero solenni le sue esequie con l'accompagnamento all'organo di canti
davvero toccanti e seguire, con grande partecipazione, tutti i momenti della
toccante cerimonia.
Martedì 29 Settembre - Oggi si
festeggiano i Ss. Michele, Gabriele e Raffaele Arcangeli. Ma è una festa molto
significativa per la Parrocchia di S. Giuseppe e S. Martino anche perché oggi
il nostro parroco, Padre Michele, festeggia una ricorrenza a lui molto cara: il
ventottesimo anniversario di vita sacerdotale. Per solennizzare questo
avvenimento, nella Chiesa di S. Giuseppe è stata celebrata una novena molto
sentita dai fedeli e che culmina con l'odierna solenne S. Messa.
La Chiesa è davvero gremita di fedeli. Tutti i posti disponibili sono occupati!
Davvero corali i canti eseguiti per solennizzare la ricorrenza e molto
significativa l'omelia di Padre Michele che a stento nasconde una certa
emozione, omelia che di seguito riporto:
"Come ho detto all'inizio, sono contento di aver potuto percorrere questa
settimana con la novena a San Michele Arcangelo, come ringraziamento, in mezzo
a questa comunità che il Signore mi ha donato, come ho detto, nella Sua
misericordia e non perché sono perfetto, ma perché il Signore mi chiama nella
Sua misericordia ed è proprio questo che voglio riconoscere nella mia
vita, come uomo, come cristiano, come sacerdote in mezzo a voi.
Il Signore mi ha chiamato; mi ha chiamato perché vuole che io sia un Suo
messaggero. È proprio questo che noi celebriamo oggi: celebriamo la festa degli
Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, i messaggeri di Dio, ma anche noi siamo
chiamati a cooperare nella Chiesa di Cristo: tutti i battezzati e soprattutto
noi che abbiamo risposto con umiltà, semplicità, a questa vocazione di
consacrati nella misericordia di Dio. Vorrei ringraziare di questo il Signore.
Innanzitutto perché se guardo indietro, umanamente mi fa paura, perché non so
come ho fatto ad arrivare a ventotto anni di sacerdozio, con difficoltà grandi
e piccole.
Ci sono stati momenti di gioia, ci sono stati momenti di difficoltà e
continueranno ancora. Non è che con questo sono arrivato alla meta, ma perché
mi rendo conto che il Signore ogni giorno mi chiede di più, non oltre le mie
forze perché Lui le conosce, le conosce bene, ma mi chiede che possa guidare la
Sua Chiesa, secondo la Sua volontà. Questo è il mio ringraziamento al Signore.
Vorrei ringraziare spiritualmente anche i miei genitori che mi hanno donato al
mondo: hanno dato un figlio, senza sapere che sarebbe diventato sacerdote.
Vorrei anche ringraziare specialmente voi, perché questa è la mia comunità
oggi, non quella che ho avuto anni fa, ma questa adesso è la mia comunità. La
mia missione è in mezzo a voi in questo momento e ve lo dico con tutto il
cuore: grazie per questi tre anni che sono in mezzo a voi, grazie per le vostre
preghiere, grazie per le vostre comprensioni, insomma grazie di tutto.
Non dobbiamo guardare ciò che ci impedisce, ciò che ci allontana dalla presenza
del Signore, ma cerchiamo di guardare quel poco o quel tanto che riusciamo a
fare insieme, secondo la volontà di Dio. Questa è la nostra forza! Di questo
vorrei ringraziare il Signore, i miei genitori e la mia comunità che siete voi
e che San Michele Arcangelo ci difenda sempre contro le potenze del male e
l'Arcangelo ci dia sempre la potenza di Dio ed anche l'Arcangelo Raffaele sia
sempre la missione spirituale della nostra vita.
Sappiamo che l'Arcangelo Michele significa che è come Dio, cioè la forza di
Dio, la presenza di Dio e Gabriele il messaggero ed anche noi possiamo essere
messaggeri e portare sempre la presenza di Dio ed anche noi, come San Raffaele,
possiamo essere, anche per gli altri, medicine spirituali con la nostra
preghiera.
Il Signore Onnipotente ci conceda la Sua grazia e chiediamo l'intercessione del
nostro Patrono San Giuseppe e della nostra Madre, la Vergine Santissima.