Carissimi,
è bello pensare che insieme ci
sforziamo di incontrare Cristo nella nostra vita, di vivere nel quotidiano la
sua parola che allarga il nostro cuore alla speranza.
In una società sempre più
triste, dove assistiamo inermi ad un decadimento dei valori più grandi,
famiglia, amicizia, amore, non ci stanchiamo di vivere i valori evangelici che
trasmettono una pace interiore che rende più vera la nostra vita. La forza di
questo cammino sta nella nostra unità, nel sentirci fratelli amati in modo
straordinario da Cristo, che ci rende un’unica famiglia desiderosa di mettere a
disposizione gli uni degli altri i doni che Dio ci ha donato. Certamente questo
cammino iniziato insieme non è privo di difficoltà, di pericoli, di tentazioni
che tendono a soffocare il grido di speranza che sale dal nostro cuore, proprio
per questo necessitano momenti spirituali che ci offrano quel riposo sereno che
è dono di Dio, riassunto in quella famosa frase di Sant’Agostino: “Il nostro
cuore inquieto, si riposerà soltanto nel cuore di Dio.”. L’eucarestia, la
preghiera, la carità rendono possibile questo miracolo, avvicinano Dio alla
nostra vita, in Cristo uomo nuovo capace di fermarsi accanto a noi e infondere
speranza nel nostro cuore. La speranza, quella vera, è una virtù, è una forza dell’anima,
un atto disinteressato, una determinazione eroica. Perciò la definizione di un
grande scrittore francese, Bernanos, è stupendamente vera:” La speranza è una
disperazione superata.” E noi possiamo constatarlo, quando sentiamo parlare di
circostanze difficili, tragiche: “abbiamo lottato con il coraggio della
disperazione, con forza disperata.”. “I Santi”, diceva ancora Bernanos “sono i
campioni della speranza che combattono sempre da disperati…” E desidero ancora
citare un suo testo:” Colui che in una tragica sera, calpestato da vigliacchi,
disperato di tutto, consuma le sue ultime risorse urlando di rabbia, costui,
senza saperlo, muore in una piena affermazione di speranza…La speranza è
affrontare”. La speranza, come la fede, non si sente. Non si può sapere se si
possiede o meno la speranza: è sufficiente compiere le opere.
Oggi alcuni criticano l’atto di speranza, che invece è qualcosa di veramente
grande:” Mio Dio, io spero con la mia fiducia assoluta che tu mi darai la
grazia in questo mondo e la tua gloria nell’altro. E, perché io lo spero?
Perché tu stesso me l’hai permesso, tu che sei fede”. C’è già in questa
preghiera della speranza qualcosa di immenso, perché il fondamento di questo
atto sono le parole:” perché tu me l’hai permesso”. Ciò dunque non dipende da
noi, ma solo da Dio che è fedele. Ma io devo anche fare degli atti, delle opere
di speranza. La speranza scaturisce ancora dall’incontro da due parole spesso
ripetute, ma che è necessario ripeterle ancora. Due frasi, una di Gesù, l’altra,
la risposta di San Paolo. Dice Gesù:” Senza di me non potete fare nulla” -
Gv:15,15- Voi non potete fare nulla di nulla!” Ma San Paolo replica: “Tutto è
possibile in colui che mi dà forza..” Queste due espressioni non devono mai
essere separate, La nostra vita non è una scommessa di tipo lascia o raddoppia:
“tutto o niente”, ma è nello stesso tempo il niente e il tutto.
Continuiamo
insieme questo cammino senza stancarci mai.