Il 13 giugno è la festa
liturgica di Sant’Antonio da Padova (Lisbona 15 (?) agosto 1125 – Padova 1231)
A Lisbona antica nella chiesa dove è stato battezzato, se volete farvi dei
“nemici” chiamate il santo, Antonio da Padova.
Fin dalla prima fanciullezza frequenta l’ambiente agostiniano come il
convento di Coimbra, ma non sembra trovare ciò cui aspirava la sua fede. Nel
1220 sente parlare di Francesco e trova che lo spirito francescano sia
totalmente appagante, quindi si trasferisce in Italia, prima a Forlì e poi
definitivamente a Padova, diventando, dopo Francesco, il santo francescano più
venerato.
Il 14 giugno ricorre la solennità del
Corpus Domini che ha come oggetto la celebrazione del sacramento eucaristico,
portato, tradizionalmente, in processione con l’ostensione del Santissimo
Sacramento. La festa è stata istituita ad Orvieto da papa Urbano IV con la
Bolla Transiturus dell’11 agosto 1264 per ricordare due eventi. Berengario di
Tours sosteneva che la presenza di Cristo nell’Eucarestia fosse solo simbolica
e non reale, quindi la Diocesi di Liegi per contrastare questa tesi nel 1247
istituisce la festa del Corpus Domini. A Bolsena nel 1263 avviene il noto miracolo
del sanguinamento dell’ostia durante la consacrazione; così il Papa decide di
estendere la solennità belga a tutta la Chiesa. E’ festa a data mobile legata
alla Pasqua.
Il 29
giugno è la festa liturgica di Pietro e Paolo. Una coppia diversissima
per carattere, preparazione culturale e approdo alla fede, ma unita dal
medesimo obiettivo di vita tutto dedicato alla difesa e diffusione della fede.
Pietro è il semplice pescatore chiamato da Gesù a diventare pescatore di
uomini.
Caratterialmente molto vero, sincero e timoroso di non essere all’altezza, si
lascia conquistare da Gesù frequentandolo per tutto il periodo della
predicazione del Maestro. Paolo, di cultura rabbinica, comprende il pericolo
del messaggio di Gesù per l’ebraismo, per questo lo combatte, ma viene chiamato
alla fede bruscamente con la caduta da cavallo e la breve cecità. Ha chiara la
differenza tra la Vecchia e la Nuova Alleanza tra Dio e l’uomo. La prima è di
sudditanza assoluta (Abramo invitato a sacrificare il figlio Isacco), la Nuova
è di figliolanza, ma soprattutto è una libera scelta, perché basata sull’amore.
Così i Comandamenti non vanno obbediti passivamente, ma accolti liberamente e
razionalmente in quanto rappresentano il percorso per raggiungere la salvezza
promessa da Dio-Padre attraverso il sacrificio del figlio Gesù Cristo. Entrambi
dedicano ogni energia, non a far proseliti, ma a far arrivare la fede vera al
maggior numero di persone, procurandosi molti nemici che, denunciandoli, li
hanno portati al martirio a Roma.