N° 5 - Giugno 2020
A V E M A R I A
di Antonio Ratti


 Premesso che l’Ave Maria, insieme, e forse più del Padre Nostro, è la preghiera più diffusa, amata e detta con il cuore da parte dei cattolici e dei cristiani delle altre confessioni, penso che conoscerne il significato aiuti a recitarla con maggiore consapevolezza. ( La fede senza la ragione e la conoscenza non ha gambe per camminare, sosteneva il vescovo Moraglia, tanto per citare chi abbiamo conosciuto bene.)

Ave   L’Ave Maria è composta da due parti ben distinte. La prima è di chiaro riferimento biblico. Infatti,  comprende il saluto e le espressioni di lode dell’angelo Gabriele e di Elisabetta che il Vangelo di Luca ci riporta. “ Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te.” ( Lc 1, 28 ) L’invito a gioire ( kàire, nell’originale greco) della preghiera diventa in latino  il classico  saluto gioioso, “Ave”.  Questo invito alla gioia, pienamente accolto e realizzato da Maria, si allarga ed è rivolto anche a chi quotidianamente cerca di fare la volontà di Dio. Maria non sa appieno cosa il Signore ha deciso per lei, lo scoprirà giorno dopo giorno, ma la fiducia in Lui è assoluta. Chi si rivolge oggi a Dio-Padre sa quale potrà essere il suo futuro. Tutto dipende dall’accettazione totale e volontaria come quella di Maria o dal rifiuto, cedendo alla tentazione.

Maria, piena di grazia,    Nella preghiera,  alle parole dell’annuncio  divino attraverso l’Angelo, è inserito il nome e, quindi, diventa “Rallegrati Maria, piena di grazia ( kekaritoméne ).  Ella è tale perché il Signore l’ha prescelta per dare l’umanità carnale  al Figlio Unigenito. Nel nome Maria è già scritto il destino della Vergine.  Il significato egizio – ebraico del nome è “amata dal Signore”; infatti, la radice egizia MYR  vuol dire amata, mentre la radice ebraica YAM proviene da Jahvè,  cioè il nome di Dio.  In aramaico il significato è di “principessa o grande signora.” Diventa chiaro come  in entrambi i casi, il nome racchiuda tutta la grandezza e il mistero interiore di colei che ha generato nella carne il Figlio di Dio.

il Signore è con te.    Nella Bibbia questa espressione ricorre spesso per sottolineare la vicinanza di Dio al suo popolo nell’ottica dell’alleanza mosaica. Maria, nel contesto della Nuova Alleanza, è la mediatrice  attraverso la quale lo Spirito Santo realizza il piano di salvezza del genere umano e irradia la sua azione salvifica iniziata col sacrificio di croce di Cristo.  Queste poche parole assumono anche un significato di rassicurazione. Difatti l’Angelo la rassicura, perché “nulla è impossibile a Dio.” ( Lc 1,34 ) La vicinanza del Signore a Maria è totale, reale e fisica, direi, carnale: Dio, cioè, Gesù il Cristo, è in Lei, incarnato nel suo ventre umano.

Tu sei benedetta fra le donne   Come riferisce Luca ( Lc 1,42 ) la cugina Elisabetta, cui Maria va a fare visita, ispirata dallo Spirito Santo, accoglie e riconosce Maria come “la benedetta fra tutte le donne”. Ed Elisabetta rivela che dopo quel saluto “il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.” ( Lc 1,44 ) Non dimenticando  che Elisabetta è in attesa di Giovanni il Battista, questo sobbalzo del feto è la conferma che Maria è veramente la benedetta da Dio, Creatore, autore della vita, che opera , in modo del tutto speciale ed unico, in Lei. E il Battista, ancora non nato, gioisce a suo modo nel grembo della madre.

e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.     Elisabetta, sempre guidata dallo Spirito Santo, dopo aver riconosciuto Maria come la benedetta fra tutte le donne, va oltre, e riconosce come benedetto il frutto  che Ella porta nel proprio ventre. Già l’Angelo a proposito di Gesù aveva detto a Maria “sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo.” ( Lc 1,32 ) E’ evidente che Gesù, frutto dello Spirito Santo ( Lc 1, 35 ), è il Benedetto per eccellenza, della stessa natura di Dio, Dio egli stesso nell’unità trinitaria, eppure  anche frutto del ventre umano di Maria. Tanto è soprannaturale il concepimento, quanto è normale e umana la gestazione della Vergine. Come ogni altra donna, per nove mesi Maria  percepisce i movimenti fisiologici e la presenza di una nuova vita che prende forma  e cresce nel suo utero e sicuramente le avrà trasmesso qualcosa dei suoi lineamenti, del colore dei capelli e della pelle, il colore degli occhi e magari qualcosa del suo carattere. In Maria si è compiuta in toto l’unione carnale del divino con l’umano, perché si adempisse pienamente la Nuova Alleanza  che non avrà fine. Anche il nome rientra nella normalità umana, infatti, Gesù,”Jahvé salva,  era  un nome frequente tra gli Ebrei.

Santa Maria,  Con la proclamazione della santità inizia la seconda parte della preghiera, che storicamente nasce successivamente nel seno della Chiesa in piena sintonia con la prima legata alle Sacre Scritture. Infatti se l’Angelo la saluta “ piena di grazia”  è logico definirla anche “santa”.  Tutto ciò che entra in relazione con Dio  e partecipa alla sua Santità, è santo.  E’ santo chi fa la volontà di Dio, pur con tutti gli evidenti limiti umani, e cerca di imitarlo. Alla base di questa imitazione di Dio sono Cristo, maestro e modello assoluto e lo Spirito Santo, presenza costante e guida al fianco dell’uomo.

Madre di Dio,      Da sempre il ruolo di Maria come genitrice di Cristo costituisce una realtà fortemente sostenuta e documentata dalle Chiese orientali che la definirono la Theotòkos, cioè Madre di Dio. In modo mirabile e misterioso per volontà di Dio nelle sue viscere s’incarna il Figlio Unigenito. Cristo mantiene la sua natura divina  - ciò che è -  e assume quella umana attraverso la carne di Maria. Gesù è un essere in carne ed ossa che vive trentatre anni come un comune mortale. E non è un fantasma o una immagine incorporea,  e questo intende dimostrare, quando, appena risorto, cammina con  i due discepoli di Emmaus, cena con loro e spezza il Pane o quando chiede all’incredulo Tommaso di toccargli le ferite del costato e delle mani. Se fosse stato un fantasma sarebbe successo quanto accaduto ad Enea quando nell’Ade tenta di abbracciare il padre Anchise, ma le sue braccia tornano vuote a lui, perché stringono un’ombra immateriale. Già con il primo Concilio a Nicea ( 325 ) si parla di Maria Theotòkos, ma, per condannare ripetute eresie sulla natura di Gesù e quindi sul ruolo di Maria, ad Efeso ( 431 ) e a Calcedonia (451 ) i padri conciliari definiscono la doppia natura di Gesù, vero Dio e vero uomo. Ne consegue che Maria è la vera Madre di Dio per quanto riguarda la natura umana. Nessuna creatura è stata elevata a così alta dignità, nata senza peccato d’origine perché “redenta in modo sublime in vista dei meriti del Figlio suo.” 

Prega per noi peccatori,     Chiediamo aiuto a Maria consapevoli di essere deboli verso le tentazioni e quindi peccatori. Ma Gesù non è venuto nel mondo ed ha subito l’infamia della croce per liberare i malati di peccato?  Si spiega così, nel rapporto madre – figlio, il ruolo di mediatrice che Maria ha presso la Santissima Trinità. Se facciamo memoria  delle tante apparizioni,  ci accorgiamo che Maria chiede sempre con insistenza di essere ascoltata per poter intercedere per noi presso il Figlio-Dio.  

adesso  Chi può sentirsi certo di non necessitare di nulla materialmente e spiritualmente? Nell’ Adesso  dell’Ave Maria riecheggia l’Oggi del pane quotidiano del Padre Nostro. L’uomo responsabile è consapevole  e sa di essere bisognoso dell’intervento e della guida divina in ogni momento. Ritenersi autosufficienti è l’illusione di cui è preda la società moderna,  globalizzata e tecnologica ( il materialismo storico non esiste più, la tecnologia e la finanza sono i nuovi materialismi ). L’ Adesso rappresenta il trascorrere del tempo che è sempre un adesso da non trascurare pensando ad un futuro ancora irrealizzato e incerto. Con i diffusi atteggiamenti dell’uomo moderno, l’adesso, l’oggi, il quotidiano  sembrano espulsi dalla vita dell’uomo. L’Ave Maria, come il Padre Nostro, ci suggerisce di ridare al presente, cioè all’adesso, la sua giusta dimensione e di viverlo con intensità e disponibilità piena verso se stessi e il prossimo.

e nell’ora della morte.   Nel nostro futuro fumoso e ignoto, vi è una sola certezza, la morte corporale. Per quanto esorcizzata e tenuta lontana è inesorabilmente presente nel nostro domani. L’Ave Maria ci richiama senza tanti giri di parole a questa realtà. La nostra fede afferma che Cristo, morendo, ha distrutto la morte;  ma intanto la nostra natura umana cerca di opporsi con ogni mezzo a questo evento ineluttabile. La morte che  Gesù  ha distrutto non fa riferimento alla vita che conosciamo, cioè terrena e materiale, ma a quella eterna che attraverso il sacrificio della  croce è di nuovo disponibile per ciascuno. L’Ave Maria, e Maria stessa, davanti a “nostra sorella morte” ci indicano l’unica strada possibile per distruggerla: guardare a Cristo morto e risorto per noi. Con Gesù come modello e con Maria mediatrice presso il Figlio, la speranza di oggi è lo strumento di sostegno del presente e quello che ci permette di guardare con fiduciosa  serenità al futuro e a  quell’ultima ora.

Amen   E che cosi sia, come promesso da Gesù Cristo  insieme a Maria, sua Madre.






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