Domenica 12 gennaio -
Battesimo del Signore - Oggi la Chiesa celebra il Battesimo di Gesù. "Tu
vieni da me?" si chiede stupito Giovanni il profeta. È lui che deve essere
battezzato, purificato dal Messia ed invece è il Messia che viene a farsi battezzare!
Giovanni però cerca di impedirglielo dicendo: "Sono io che ho bisogno di
essere battezzato da te e tu vieni da me?" Ma Gesù gli rispose:
"Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia".
Allora Egli lo lasciò fare. Questo è un avvenimento che ci deve far riflettere
e far ricordare il Battesimo di ognuno di noi, facendoci festeggiare con
devozione questa importante ricorrenza che ci ha fatti diventare figli di Dio.
Con questi convincimenti, ho
partecipato alla S.Messa nella Chiesa di San Martino. Nonostante la giornata
abbastanza fredda, è presente un bel numero di fedeli.
Molto profonda l'omelia di
Padre Michele che di seguito riporto: "Il Battesimo di Gesù. Qual'è il
significato della festa del Battesimo? Abbiamo celebrato il Natale; abbiamo
celebrato l'Epifania. Nel Natale abbiamo contemplato il volto dell'amore di Dio
in un bambino, il Bambino Gesù. Nell'Epifania abbiamo celebrato che Gesù è
offerto a tutti, non soltanto ad un piccolo gruppo, ma a tutti, rappresentati
dai Re Magi che arrivano da paesi lontani. Nel Battesimo cosa celebriamo? Il
senso di questa festa è proprio ciò che esce da quella voce, dall'Alto. Dopo
che Gesù esce dall'acqua del Giordano dove Giovanni Battista battezzava, ecco
la voce che viene: "Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il
mio compiacimento": ecco la voce che conferma che Gesù è Figlio di Dio,
l'amato, presentato a noi, non nel volto di un bambino, non da Maria che ci
presenta Gesù, ma il Padre stesso conferma che Gesù è il Figlio di Dio. Ecco il
significato del Battesimo che celebriamo. Ma c'è un problema da chiarire. Che
cosa ci insegna la Chiesa sul Battesimo? Perché dobbiamo battezzare? Perché i
nostri genitori ci hanno battezzati? Perché voi genitori avete battezzato i
vostri figli? "Per togliere il peccato originate" mi rispondereste.
Allora perché Gesù si è battezzato? Aveva il peccato originale? Perché ci
battezziamo? La Chiesa ci insegna che lo facciamo per togliere il peccato
originale che acquisiamo quando nasciamo, quando veniamo al mondo, col
peccato di Adamo ed Eva. Ecco quello che la Chiesa ci insegna . Qual'è allora
il senso del Battesimo di Gesù? Perché è importante? Perché, oltre che togliere
il peccato originale, con Battesimo veniamo purificati. Perché anche Gesù viene
al Giordano, si presenta davanti al Battista e il Battista esclama: "Come
mai? Non è possibile! Sono io che ho bisogno di essere battezzato da Te e Tu
vieni a me?" Anche Giovanni
Battista riconosce che Gesù non ha bisogno di essere battezzato perché Giovanni
Battista offriva un battesimo di penitenza, di purificazione, per essere una
creatura nuova perché dal peccato si va
alla grazia. Ma c'è una cosa molto importante e lo dice Gesù stesso:
"Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia".
Conviene che adempiamo ogni giustizia: qual'è la giustizia? È il piano di Dio, di salvezza che viene
presentato nel Suo Figlio Gesù Cristo. È questo che avviene nel Battesimo di
Gesù. Ecco il senso della Voce: Dio che presenta il Suo Figlio. È Lui il piano
di Dio e il piano di Dio è la salvezza dell'umanità. E allora Gesù si presenta
come piano di Dio, il piano della nostra salvezza perché il Battesimo di Gesù
inaugura la missione pubblica di Gesù in quanto, essendo stato confermato che
Gesù è Figlio di Dio, viene confermata la Sua missione. Ma qual'è la Sua
missione? È il piano di Dio, la Sua giustizia, cioè il piano di salvezza per
cui ha un senso il nostro Battesimo, per mezzo del Battesimo di Gesù. Perché?
Ecco ascoltiamo la seconda parte. Tre immagini: i cieli che si aprono; lo
Spirito che scende; la Voce che si sente, la Voce del Padre. Ecco ciò che
avviene nel nostro Battesimo per mezzo del Battesimo di Gesù: i cieli che si
aprono, come quando Gesù esce dall'acqua del Giordano. Infatti si sono aperti i
cieli per noi quando siamo stati battezzati. Si sono aperti per noi non perché
eravamo bambini bravi, neonati, ma si aprono i cieli perché Gesù li ha aperti
per noi, per cui ha un senso la frase che Gesù dice, nel Vangelo di Giovanni,
al Suo discepolo Tommaso: "Io sono la via, la verità e la vita".
Sempre nel Vangelo di Giovanni, dice al Suo discepolo Filippo: "Chi ha
visto me ha visto il Padre".
Gesù è la via, è Lui che ha
aperto i cieli per noi.
Ecco ciò che avviene nel
nostro Battesimo. Nel momento in cui siamo battezzati, si aprono i cieli. In
quel momento potremmo morire tranquillamente perché entreremmo subito nella
gloria del Padre. Inoltre, quando ci battezziamo, scende anche lo Spirito del
Signore su di noi come una colomba. Nell'immagine biblica scende e si posa su
Gesù. Ebbene, avviene anche su di noi quando ci battezziamo: scende lo Spirito
e dimora in noi e diventiamo il nido, la casa dello Spirito di Dio. Avviene
perché Gesù ha aperto i cieli per noi e
una volta che si aprono i cieli, scende lo Spirito su di noi, come è sceso su
Gesù. Sempre Giovanni, all'inizio del suo Vangelo, dice: "Il Verbo si fece
carne e venne ad abitare in mezzo a noi" e "A quanti L'hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio". Ecco: si aprono i cieli, scende
lo Spirito Santo e c'è una voce che dice: "Questo è il mio Figlio l'amato
e in Lui ho trovato il mio compiacimento". Nel Battesimo anche noi
diventiamo, per mezzo di Gesù, figli di Dio e Gesù ci dice: "Sei il mio
figlio amato. In te ho trovato il mio compiacimento". Lo dice anche il
Padre nel nostro Battesimo, grazie a Gesù che ci ha aperto la via perché Lui è
la via e la verità: Lui ci dà la vita nel Battesimo. Com'è bello! Dobbiamo
riconoscere che siamo privilegiati
perché la Chiesa dà un vero senso al Battesimo. Non perché l'abbia
inventato la Chiesa; non perché lo abbia inventato il Papa, ma perché lo
abbiamo ascoltato nella Parola di Dio in questa domenica, per cui ha un senso
il nostro Battesimo nel nome di Gesù: non soltanto perché toglie il peccato originale,
ma perché Gesù ci dice: "Io sono la via, ho aperto per te la via al
Cielo" ed ancora: "Hai ricevuto lo Spirito Santo e quindi la tua vita
ha un senso: essere testimone nel mio nome. Tu sei figlio di Dio perché per te
ho dato la mia vita e sei così diventato figlio di Dio". Ecco perché è
importante il Battesimo e ogni anno dobbiamo festeggiare il giorno del nostro
Battesimo. Ricordiamo il giorno in cui siamo nati ed allora perché non
ricordare il giorno in cui siamo diventati figli di Dio? Ecco, allora dobbiamo
tutti ricordare il giorno del nostro Battesimo per dire: "Signore, in
questo giorno sono stato battezzato e Ti ringrazio perché hai aperto le porte
del Cielo per me e mi hai donato lo Spirito Santo e così sono diventato la casa
dello Spirito Santo e mi hai chiamato "Figlio amato" ".
Ecco, diciamo questo al
Signore in questa domenica. Dobbiamo sentire questa gioia dentro di noi e
chiediamo l'intercessione della nostra Madre, la Vergine Santissima. Amen"
Venerdì 31 gennaio - Oggi
ricorre la festa di S.Giovanni Bosco e quindi la comunità di Isola festeggia
con devozione il suo Patrono. È una ricorrenza molto sentita non solo dai
fedeli di Isola ma anche da quelli dell'intero Vicariato di Luni. La Chiesa
infatti è veramente gremita di fedeli ed anche la Corale, diretta da Nicoletta,
è presente al gran completo per contribuire a rendere la Santa Messa la più
solenne possibile.
Sono presenti tutti i parroci
ed i diaconi del Vicariato, oltre l'immancabile Don Romano La Santa Messa è celebrata da
Don Franco Pagano, rettore del Seminario Vescovile diocesano e, dal 2011,
Parroco di San Francesco in Sarzana. Veramente profonda la sua omelia che di
seguito riporto: "Sia lodato Gesù Cristo. Vi dico intanto grazie per
l'invito a vivere con voi questa festa a voi molto cara: la festo di San
Giovanni Bosco.
Non è la prima volta che vengo
in questa parrocchia, ma è la prima volta che celebro Messa proprio il giorno
della festa di San Giovanni Bosco e quindi questa è per me una gioia tutta
particolare e poi è anche molto particolare perché dovete sapere che diciotto
anni fa ero proprio insieme a Don Carletto. Eravamo insieme in una parrocchia
cittadina ed io stavo diventando sacerdote e gli ultimi due anni di cammino in
preparazione al sacerdozio li ho vissuti accanto a Don Carlo e quindi ci ha
uniti un'amicizia che ci ha accompagnati in tutti questi anni e pertanto lo
ringrazio per essere stato sempre una figura un po' come Don Bosco, un po'
paterna e sempre vicina, capace anche di ascoltarmi in tanti momenti anche un
po' difficili. Ma oggi siamo qui perché
molti anni fa c'è stato Don Bosco che ha
lasciato una traccia talmente importante che dopo molti, molti anni noi ce lo
ricordiamo ancora. Ci ricordiamo ancora di Lui perché chi fa del bene lascia
una traccia nella storia che non è facile cancellare perché il bene è come la
luce: non la puoi nascondere. Si può nascondere la luce del sole? Si, se ci
mettiamo dentro una stanza o ci tappiamo gli occhi ma, anche se non la vediamo,
quella luce continua ad esserci e così è Don Bosco. Magari oggi tanti non sanno
nemmeno chi è Don Bosco, ma noi si, perché siamo venuti qua e qualcuno è venuto
anche da qualche altra parrocchia. Noi è come se avessimo voluto quest'oggi
guardare la sua luce, la luce che ha lasciato.
E sapete perché è riuscito a
lasciare una luce? Perché un giorno ha dato ascolto a qualcosa che Dio aveva messo nel suo cuore.
Aveva nove anni. Qualcuno di
voi ha nove anni? Qualcuno sì. Aveva dunque la vostra età: nove anni. È andato
a dormire forse un po' prima dell'ora in cui ci andiamo noi, perché allora la
luce non c'era e quindi è andato a dormire molto presto e la sua mamma - si
chiamava Margherita - gli ha suggerito, come suggeriscono tutte le mamme
cristiane, di dire le preghiere prima di dormire e poi Don Bosco si è
addormentato. Si chiamava Giovannino in quell'epoca. Giovannino si è
addormentato e quelle parole che aveva pronunciato con la mamma: "Ave
Maria, piena di grazia......." lo hanno aiutato ad aprire il suo cuore a
qualcosa che Dio voleva far nascere in Lui. Ha avuto un sogno: ha sognato i
suoi amici, ragazzi che si picchiavano l'uno con l'altro. Chi bestemmiava e
tutti alzavano le mani. Giovannino, che era di famiglia contadina e quindi
bello robusto, abbastanza forte, si è buttato in mezzo a quei ragazzi che
litigavano ed ha incominciato, per separarli, a picchiare anche Lui. Poi, ad un
certo punto, una signora, una donna proprio come questa immagine di Maria (rivolgendosi alla statua della
Madonna Ausiliatrice), una donna così gli ha detto: "No, non con la
violenza, non con le percosse, non facendo male, ma con l'amore". Avrebbe
dovuto aiutare i più piccoli a smettere di fare le cose che non andavano ed
incominciare invece a fare il bene.
Ma era solo un sogno, solo un
sogno fatto a nove anni. Poteva finire tutto lì, ma la mamma Gli disse una
cosa, perché al mattino, appena svegliato, disse alla mamma: "Mamma,
mamma, ho fatto un sogno, ho sognato....."
e lei gli ha detto: "Aspetta, portalo nel cuore questo sogno.
Chissà che Gesù non ti abbia voluto dire qualcosa!"
Giovannino quel sogno se lo
porta sempre nel cuore. Un sogno bellissimo che forse tutti noi potremmo fare:
il sogno di poter fare del bene, lasciare il mondo un po' meglio dì come
l'abbiamo trovato, non imitando le persone che non fanno del bene, ma
spronandole a farlo. Giovannino lo porta nel cuore questo sogno e poi vede che
Lui era capace di catturare l'attenzione dei suoi amici. Giovannino era molto
simpatico, molto brillante, giocava, sapeva fare dei bei giochi, sapeva fare
anche giochi di prestigio ed aveva anche una bella parlantina. Infatti parlava
bene e quando raccontava le storie tutti Lo stavano ad ascoltare. Erano
impressionati. E allora pensò: "Ma allora io posso fare del bene, usando
questi doni che Gesù mi ha dato, perché sono simpatico e so fare molte cose che
posso utilizzare per fare il bene degli altri. Quindi non per me, per fare
molti soldi, ma posso farlo perché altre persone possano essere felici".
È così Giovannino sente in
cuore un desiderio: diventare sacerdote, ma fare il sacerdote, nel Suo cuore,
nella Sua mente, voleva dire: "Io dò tutto quello che ho, tutte le mie
capacità le dò a Dio perché solo quando le dò a Dio finiranno benissimo,
finiranno nel modo migliore: guadagnerò il Paradiso ed aiuterò tanti ad andare
in Paradiso". Sono le ultime parole che Giovannino, quando sarà sacerdote
e sarà vecchio, dirà ai Suoi ragazzi. È partito sognando ed è arrivato vedendo
il Suo sogno concretizzarsi: tanti ragazzi che Lo hanno seguito e Lui, mentre
sta per morire, li guarda e dice: "Vi aspetto tutti in Paradiso".
Quello era il Suo grande desiderio.
Ma concludo con un piccolo
riferimento alla parola di Dio, ma soprattutto a come la parola di Dio ha
cambiato anche la vita di Don Bosco perché Don Bosco cosa ha fatto? Ha voluto
bene ai Suoi ragazzi. La preghiera di oggi diceva che Don Bosco è stato padre e
maestro, un papà che ha detto che per educare bisogna voler bene. Diceva:
"L'educazione è una cosa di cuore". Bisogna voler bene e noi tutti
abbiamo il compito di voler bene, in un mondo dove tutto si fa per forza, a
volte si fa' sopportando ed un po' guardando all'utile che se ne ricava:
"lo faccio fino a lì perché ......niente di più". Finché mi torna
comodo, lo faccio e poi, quando diventa impegnativo : "Chi me lo fa fare?".
Il problema è che non
ragionano così solo i bambini, ma anche noi adulti: "Chi me lo fa fare?
Che tornaconto ne ho? Cosa me ne viene in tasca?". "No - Lui dice -
gratuitamente: le cose si fanno come un papà. Le cose si fanno per amore. Le cose
si fanno come le avrebbe fatte Gesù: volendo bene" e quando Gesù parla ai
bambini, intorno a Sé, dice: "Lasciate che i bambini vengano a me e non
glielo impedite perché, dove c'è un cuore puro come un bambino, lì inizia il
regno dei cieli. A loro appartiene il regno dei cieli".
E poi fu un maestro e non è
facile fare gli educatori perché bisogna farsi anche un po' violenza, tenere
anche il muso duro, riuscire a superare a volte anche tante difficoltà, ma Don
Bosco sa che educare significa dire la verità. Non dire: "Va bene
tutto", ma bisogna anche correggere ed allora, un giorno, un bambino molto
speciale va nella camera di Don Bosco e Gli dice: "Io voglio diventare
santo". Oh bella! "Voglio diventare santo. Cosa devo fare?" E
Don Bosco lo ha guardato un po', gli ha sorriso e gli ha detto: "Per
diventare santo ci vogliono tre cose:
1 - Fare bene tutti i vostri
doveri: andare a scuola, studiare, stare attenti e l'impegno che
ci mettiamo è la palestra della nostra
santificazione e cioè, come il mio corpo si
allena facendo sport, così la mia anima
si allena facendo il bene e quindi il bene è la
palestra dell'anima. Quindi fare bene
tutti i nostri doveri: è lì che ci santifichiamo.
Non occorre fare cose straordinarie!
2 - Stare sempre allegri. Non vuol dire ridere
sempre: uno che ride sempre non è detto
che vada in Cielo, però bisogna stare
con il cuore sereno. Quando c'è qualcosa che
non va, bisogna dire: "Signore,
tanto lo so che Tu mi vuoi bene !" Così faceva Don
Bosco che ha avuto un sacco di problemi, però
ogni volta diceva: "Va bene: se Dio lo
permette vuol dire che ci potremo tirar
fuori un bene. C'è una difficoltà: stringiamo
I denti ed andiamo avanti. Siamo sempre
sotto lo sguardo di Dio. Essere sempre
allegri. L'allegria è la gioia del
cuore". Lo dice anche San Paolo: "Essere sempre
allegri. Fratelli, siate sempre lieti
nel Signore, facendo il bene".
3 - È simpaticissimo: portare a Gesù i nostri
amici.
Fai queste tre cose e sei
santo subito, immediatamente. Tutto perfetto! Ora, ad esempio, lunedì andate a
scuola e ci sarà qualche vostro amico che oggi non è venuto alla Messa e magari
qualche vostro amico domenica non verrà alla Messa e tu prova a parlargli di
Gesù: "Sai, sono andato alla Messa. È proprio bello! Ho imparato un sacco
di cose. Gesù ci ha detto un sacco di cose belle, intelligenti: ci ha aiutati
ad essere più buoni. Perché la domenica prossima non vieni anche tu?" I
bimbi ci danno dei punti, ma se lo facessimo anche noi più grandi?. Don Bosco
parlava ai ragazzi, ma parlava ai ragazzi perché capissero gli adulti ed è
stato capace di trasformare il mondo con la Sua santità.
Bene, chiediamo stasera a Don
Bosco di aiutarci .
A proposito, quel bambino poi
è diventato santo: si chiama Domenico Savio ed è uno dei fiori più belli del
suo Oratorio, ma chissà quanti altri bambini sono diventati santi e non lo
sappiamo, grazie a Don Bosco! Speriamo anche noi di poterli raggiungere nel
Paradiso ".