Mercoledì
25 Dicembre –
NATALE DI GESÙ - Oggi ricorre la festa più sentita dell'anno:
il Natale del Signore, la festa della luce.
Perché il Natale è la solennità per eccellenza? Perché già nella sua etimologia
ci ricorda che stiamo festeggiando la nascita del Salvatore, l'incarnazione di
Dio che viene in mezzo a noi, viene a vivere in mezzo a noi. Quella del Natale
è la festa della gioia, perché celebra la venuta del nostro Redentore, quale
mediatore tra Dio e noi uomini e luce del mondo. E poi chi non ricorda i Natali
vissuti nella propria infanzia? Quanta commozione ha sempre suscitato il
Presepe e l'albero ripieno di lumicini e di statuette! E come possiamo
dimenticare le commoventi Sante Messe di mezzanotte vissute con le persone care
che ora ci guardano dal Cielo? Le aspettavamo tutto l'anno e quando arrivavano
ci arrecavano delle sensazioni indescrivibili. Con questi nostalgici ricordi ed
il cuore pieno di gioia, mi sono recato alla Santa Messa nella Chiesa di San
Martino e poi sono corso nella Chiesa "Maria Ausiliatrice" di Isola
per unirmi al coro, diretto da Nicoletta, per dar vita ad una Santa Messa
davvero solenne.
La Chiesa è gremita di fedeli e dagli occhi di ognuno traspare una gioia
particolare, unita all'augurio silenzioso di vivere una Santa Messa ed una
Festa davvero commoventi e di fraternità. Molto profonda, come sempre, l'omelia
di Don Carlo che di seguito riporto: "Ancora oggi veniamo invitati ad
accogliere una parola: la parola che parla bene di noi. Di fronte a tante parole
così difficili, qualche volta tristi, qualche volta misteriose, c'è una parola
piccola, seria: "leale", la parola che desidera posarsi sul nostro
cuore, aprirlo ai tesori grandi della vita. Parliamo proprio di noi. Noi non
abbiamo costruito il creato. Di cosa abbiamo bisogno?
Oggi è Natale, attraverso la semplicità di un Bambino e noi abbiamo tanti
bambini qui, oggi: i vostri nipoti. Sono in festa i loro occhi, il loro cuore.
Sono gli occhi di questo Bambino che non finisce di stupirci, ci ama e noi abbiamo
proprio bisogno di questo.
Ieri sera, quando parlavo di bambini molto lontani, dicevo fra me e me: "
Ha ancora senso il Natale, di fronte ad un manicomio di mondo così? Ad
un'immane sofferenza: la guerra, la fame, le malattie?" E dopo un po' mi
chiamano dall'Orfanotrofio e mi dicono: "Tutti i bambini ti salutano. Sono
quasi trecento. Non hanno più i genitori. Sono stati raccolti nelle periferie,
nel fango, nelle strade, tolti dalla violenza, dall'arroganza dell'uomo, non
più venduti". Allora mi sono detto: "Si, Natale ha senso! Che bello,
Signore! Viene ancora a portarmi la bellezza della vita. Ma io cosa posso fare
per un bimbo così lontano? Puoi fare tante cose: puoi testimoniare la bellezza
della vita, puoi perdonare, puoi fare comunione, puoi benedire, puoi incontrare
gli sguardi delle persone, meravigliarti della loro bontà, della loro bellezza,
puoi offrire lavoro, puoi offrire pace: tante cose che noi possiamo fare".
Questo bambino ce lo ricorda. Ma ce lo ricorda con arroganza, con violenza?
No!! Ce lo ricorda con la pace. È messaggero di pace. Viene in silenzio, 2.000
anni fa, in silenzio ed in silenzio completa il Suo capolavoro di amore perché
di qui inizia l'avvio della testimonianza suprema di un amore infinito che
decide e dà senso alla mia vita, se io lo voglio. Ecco la libertà: se io lo
voglio, divento figlio di Dio e, diventando figlio di Dio, sono l'erede di
questa grande verità, di questa bellezza della Trinità di Dio. Potremmo
parlarne all'infinito, ma forse è meglio fermarci qui.
È bello diventare quel Presepe. Il Presepe è la nostra vita, è la mia casa, la
tua casa. Forse qualche volta le nostre case sono vuote, ci sono dei vuoti, ma
questo piccolo Bambino le illumina, dà valore a tutto quello che è accaduto e
ritorna ancora più bello nel tempo: il tuo lavoro, il tuo sacrificio, le tue
domande profonde, le tue richieste d'aiuto e questo Bambino sarà quella piccola
voce dentro il tuo cuore che dice: "Cammino con te". Ecco la bellezza
del Natale! "Cammino accanto alla tua vita e continuo a dirti - anche se
tu qualche volta sei troppo svelto nel camminare, forse sei preso da tante cose
e mi dimentichi - Io no! Io non ti dimenticherò mai! Il Natale è questa fedeltà
e ti accorgerai, se lo vorrai, della mia presenza nella tua vita".
Allora, continuiamo a vivere questa bellezza del Natale, questo prolungamento
di una gioia che illumina il nostro cuore e chiediamo in modo particolare,
come abbiamo chiesto proprio in questi
giorni, a questo piccolo Bambino che è nato, di illuminare il nostro cuore, le
nostre case, ma di aiutare a toccare il cuore di quei bambini, di quei ragazzi,
di quelle persone che vivono la malattia, perché la Sua presenza vivificante e
salutare possa essere, per loro, motivo di conforto, innanzitutto, e di
amicizia, ma anche di salute e di guarigione ."
Mercoledì 1 gennaio 2020 -
CAPODANNO - SANTA MADRE DI DIO - A Capodanno, l'1 gennaio, la Chiesa ed il
mondo cristiano dedicano la giornata a
Maria Santissima Madre di Dio. È una festa molto importante: è la prima
"festa mariana" istituita dalla Chiesa. Dio mandò Suo Figlio, nato da
donna. L'Apostolo Paolo, nella seconda lettura, evidenzia la realtà
dell'incarnazione: il Figlio di Dio nasce da una donna, liberandoci dalla
schiavitù. Egli si è fatto uno di noi, condividendo in tutto, fuorché il
peccato, la nostra condizione e noi, aderendo a Lui nella fede battesimale,
siamo veramente figli di Dio. Che meraviglia! Che grande dono abbiamo ricevuto!
Con questa convinzione e ringraziando Dio, mi sono recato nella Chiesa di San
Martino per partecipare ad una solenne Santa Messa. La Chiesa è davvero piena
di fedeli che contribuiscono ad elevare le loro preghiere anche attraverso
bellissimi canti che io accompagno all'organo.
Bellissima l'omelia di Padre Michele che di seguito riporto: “In questo giorno,
in questa solennità, dedicata a Maria Santissima come Madre di Dio, siamo
chiamati a contemplare Maria, come abbiamo contemplato Gesù nella mangiatoia.
In questa giornata infatti contempliamo Maria vicina alla mangiatoia. Ma non è
sola. Immaginiamo anche Giuseppe e, al centro, Gesù.
Oggi la Chiesa ci chiama a
contemplare Maria come Madre di Dio e se noi contempliamo Maria come Madre di
Dio, possiamo contemplare nella fede che Maria è nostra madre. È bello perché
non siamo orfani e noi, consapevoli di questa certezza, siamo una famiglia.
Abbiamo un padre, il Padre Celeste, che ha dato una Madre a Suo Figlio e che
per mezzo del Figlio, Gesù Cristo, siamo diventati, anche noi, figli di Maria
per cui è davvero difficile capire perché tanta gente non riconosca Maria come
Madre di Dio. Mi riferisco anche a cristiani evangelici come i protestanti che
non riconoscono Maria come Madre di Dio. Loro la considerano una donna che Dio
ha utilizzato e basta. Tutto è finito lì. Ha partorito il figlio di Dio e la funzione
di Maria finisce in quel momento, nella tristezza. Invece per noi cattolici
Maria continua la Sua maternità spirituale nei nostri confronti. Non siamo
figli carnali di Maria, ma siamo Suoi figli spirituali. Non siamo orfani.
Abbiamo un grande privilegio: quando vengono a mancare le nostre madri carnali,
il cristiano, il cattolico non si sente solo, non si sente orfano. C'è una
Madre spirituale che ci accompagna e questa è la bellezza della solennità che
oggi celebriamo. Dio ci dice che non siamo orfani. Dio, essendo Dio, ha cercato
una mamma per il Suo Figlio anche per dire a noi oggi: "Se ho cercato una
Madre a mio Figlio è perché questa Mamma sia anche vostra".
Ecco, chiediamo al Signore, in questo primo giorno dell'anno, che questa nostra
Madre spirituale ci accompagni tutti i giorni di quest'anno, perché possiamo
fare la volontà di Dio come Lei che ha accolto la volontà di Dio nella Sua
vita.
Ma oggi è anche la giornata della pace. Accogliamo quindi la benedizione di
Dio, come abbiamo ascoltato nella prima lettura, allorché il Signore chiede a
Mosè di benedire il suo popolo per mezzo del sacerdote Aronne ed indica come
doveva essere questa benedizione: "Ti benedica il Signore e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il
Signore rivolga a te il suo volto e ti
conceda pace". Ecco, accogliamo questa benedizione del Signore in questo
primo giorno dell'anno e ci accompagni la Sua pace perché sono sicuro che abbiamo
bisogno di questa pace e che ci sia la pace nel mondo dove ci sono le guerre ed
anche nella nostra Italia. Quante cose accadono!
Abbiamo bisogno di pace anche nella nostra piccola comunità, nella nostra
Chiesa, nelle famiglie e nella nostra vita. Chiediamo al Signore di avere
quell'atteggiamento che abbiamo ascoltato nel brano del Vangelo,
quell'atteggiamento di Maria quando ascoltava tutto quello che veniva
raccontato dai pastori, quella visione che hanno avuto i pastori e Maria
custodiva nel Suo cuore tutte le cose che i pastori dicevano del Bambino. Ecco,
noi preghiamo il Signore perché anche noi possiamo custodire la bellezza
dell'amore di Dio nella nostra vita, per sentire la Sua pace.
Non siamo orfani. Abbiamo una madre, abbiamo la benedizione di Dio perché
possiamo avere la pace ed abbiamo Maria come modello per custodire l'amore di
Dio nella nostra vita.
Ecco, chiediamo questo al Signore, in questo primo giorno dell'anno, perché il
Signore ci dia questa grazia, questa benedizione. Chiediamo l'intercessione
della nostra Madre, Maria Santissima e di San Giuseppe e la benedizione di Dio
Onnipotente per mezzo del Suo Figlio, Gesù Cristo. Amen".
Giovedì
9 gennaio -
ORA DI ADORAZIONE PER LE VOCAZIONI -
Il Gruppo Interparrocchiale del Vicariato di Luni questa sera si riunisce, per
la bella pratica dell'ora di adorazione per le vocazioni, nella Chiesa
"Maria Ausiliatrice" di Isola, per pregare il Padrone della messe
perché mandi operai nella Sua messe. Veramente intensi i momenti di preghiera e
di meditazione, guidati dal parroco Don Carlo ed intercalati da bellissimi
canti diretti da Nicoletta che accompagna all'organo.
Dopo l'esecuzione del canto "Adoro Te", Il diacono Agostino Cavirani
procede alla lettura di un significativo brano del Vangelo secondo Marco
12,28b-34, nel quale Gesù ci spiega che il primo di tutti i comandamenti ci
indica di amare il Signore Dio come noi stessi e poi di amare il nostro
prossimo come noi stessi: "Non c'è comandamento maggiore di questi".
Quindi, dopo qualche minuto di meditazione silenziosa e di adorazione e l'esecuzione
di un bellissimo canto, viene data lettura di una "Lettera" di San
Giovanni Bosco, intitolata "L'educazione è una cosa del cuore" che
davvero meriterebbe di essere riportata e quindi letta e meditata per intero,
per far tesoro degli insegnamenti forniti, che meriterebbero di essere seguiti, per la loro profondità ed
attualità. Purtroppo lo spazio a disposizione non me lo consente.
Dopo la recita della "Coroncina per le vocazioni sacerdotali" guidata
da Angela, l'ora di adorazione termina con la Benedizione Eucaristica .
In conclusione, Don Andrea ricorda che la prossima ora di adorazione per le
vocazioni si svolgerà, il prossimo mese, nella Chiesa del Preziosissimo Sangue
di Caffaggiola.