Sabato 23 novembre - Oggi è la
vigilia della grande Solennità di Cristo Re dell'Universo e, come ogni sabato,
partecipo alla S.Messa nella Chiesa di S.Giuseppe.
Nonostante il brutto tempo, molti sono i fedeli presenti che la rendono davvero
solenne con i preziosi canti eseguiti. Molto profonda l'omelia di Padre Michele
che di seguito riporto:
"Oggi è la festa di Cristo Re, Re dell'universo. È davvero commovente vedere
il nostro Re crocifisso, un Dio potente crocifisso! E come posso confidare in
un Dio forte, potente, crocifisso? Questo Dio che si è fatto uomo in Gesù
Cristo ed ancora, dopo duemila anni e più, Lo adoriamo. Lui non ha avuto paura
di essere rifiutato, di non essere accolto. Ecco l'onnipotenza di Dio, un Dio
che si è avvicinato a noi non per renderci Suoi schiavi, ma per renderci Suoi
figli. È entrato nella nostra natura umana, nella nostra sofferenza, nei nostri
dolori, nelle nostre difficoltà.
La festa di oggi, già da questa sera, ci invita non soltanto a guardare, ma a
riconoscere che da quel Gesù Crocifisso, da quel Dio Crocifisso, è venuta la
nostra salvezza. Abbiamo ascoltato: i soldati, i Farisei Lo guardavano non per
adorarLo, ma per metterLo in ridicolo, dicendogli: " Se Tu sei il Figlio
di Dio, salva Te stesso, scendi dalla Croce e noi Ti crederemo". Lui
avrebbe potuto farlo: era Dio, ma non lo ha fatto, anzi si è fatto umile per
salvarci. Quante volte anche noi, nella nostra esperienza umana, quando
sperimentiamo i momenti in cui la nostra vita è provata, quando stiamo
sperimentando la sofferenza, le difficoltà della vita, che cosa facciamo? Ci
rivolgiamo a Dio, al nostro Dio, perché Lui ci conosce ed è passato lì proprio
dove noi passiamo oggi, per raggiungere la gloria del Signore. Quant'è bella la
risposta di Gesù al condannato crocifisso accanto a Lui e che Gli dice:
"Gesù, ricordati di me quando entrerai nel Tuo regno!" E Gesù
risponde: "In verità ti dico: oggi sarai con me nel Paradiso".
Ecco, questo ci invita, ci incoraggia, perché la nostra vita non è di questo
mondo. Noi siano di passaggio, ma in questo passaggio, la nostra vita, ci sono
tanti momenti nei quali dobbiamo incontrare molte difficoltà che dobbiamo
affrontare con l'aiuto del Signore, per poter entrare nella Sua gloria, nel Suo
Regno, nella Sua presenza e questa è la nostra Messa, che noi celebriamo ogni
volta che partecipiamo alla Santa Eucaristia. Gesù è il nostro Re, un Re che ci
salva, un Re che ha donato la Sua vita per noi.
Ecco, riconosciamo in questa santa Eucaristia che Gesù è morto, è morto ma è
risorto e ci ha salvati. Non è rimasto sulla Croce, ma è risorto per darci una
vita, per darci il senso, ma soprattutto la luce della nostra vita, la luce
della nostra mente, la gioia della nostra vita, nel nostro cuore. Ecco cosa
celebriamo oggi: noi non celebriamo un Gesù crocifisso per niente, ma un Gesù
crocifisso per tutti noi e quel Gesù crocifisso per noi ci ha dato la
possibilità di chiamarci "Figli di Dio". E noi possiamo avere questa
opportunità, questo privilegio di chiamare Dio "Nostro Padre" e di
poter dire: "Signore, voglio fare la Tua volontà. Signore, da solo non ce
la faccio: dammi la forza, aiutami, Signore!". Se noi lo diciamo veramente
col cuore, il Signore ci ascolta e ci aiuta. Non ci toglierà le sofferenze, ma
ci darà la forza per affrontare ogni difficoltà ed arrivare alla Sua presenza.
Lui ha vinto la morte, Lui ha vinto la sofferenza, per entrare nella presenza
di Dio.
Il Signore ci dice: "Io sono con te; Io sono morto per te; Io sono stato
crocifisso per te, per darti la vita, il vero senso della tua vita".
Ecco, preghiamo il Signore in questa Santa Eucaristia perché possiamo
accogliere questo Gesù come il Re della nostra vita e che ha pagato il prezzo
della Sua vita, della Sua vita divina, per dare a noi la vista divina del
Signore. Preghiamo il Signore Onnipotente che ci dia questa grazia, già da
questa sera, in ogni momento della nostra vita e chiediamo l'intercessione
della nostra Madre, la Vergine Santissima. Amen".
Domenica 24 novembre - Oggi si festeggia la solennità di Gesù Re dell'universo.
Nella Sua tenerezza il Padre ci dona un Re e ce Lo dona sulla croce. E proprio
qui, il primo ad accoglierLo, a desiderare il Suo regno, è un malfattore che ne
condivide la sorte finale e che Lo supplica: "Gesù, ricordati di me quando
entrerai nel Tuo regno!". Cosa ha determinato questa conversione? Come
giunse a riconoscere Gesù come re mentre, secondo il Vangelo di Matteo, poco
prima insultava anch'egli Gesù? Sarà stata la presenza di Maria ai piedi della
Croce? Certamente è questa conversione che il Padre oggi vuol donarci:
manifestare la regalità di Gesù, contemplando Gesù crocifisso, Gesù abbandonato
e riconoscendo in Lui Colui, non solo per mezzo ed in vista del quale tutte le
cose sono state create, ma anche per mezzo ed in vista del quale tutte le cose
sono state riconciliate. Ed allora, innamorati di Lui e del Suo Regno, non
avremo nessun altro re nel nostro cuore e saremo liberi di percorrere la via
che Egli ci ha indicato, liberi dalla schiavitù del peccato, lodando Dio senza
fine.
Con questi convincimenti, dopo aver partecipato alla S. Messa nella bellissima
Chiesa di San Martino, sono corso nella Chiesa di Isola per unirmi al coro,
diretto da Nicoletta, per solennizzare questa importante ricorrenza. La Chiesa
"Maria Ausiliatrice" è veramente stracolma di fedeli che partecipano
con grande devozione.
Molto profonda l'omelia del Parroco, Don Carlo, che di seguito riporto:
"Di solito quando noi desiderassimo incontrare un re, dovremmo entrare in
un sontuoso palazzo ed anche quando nasce un re, nasce con tanto rumore, così
come quando nasce un bambino che qualche volta nasce in casa ma, il più delle
volte, nasce in ospedale ed allora, quando si viene a casa, si fa davvero
festa. Però non è così per tutti: perché? Non parlo di Gesù, ma parlo di tanti
altri bambini: qualcuno nasce anche nella foresta, per esempio, lontano da
tutti, nelle capanne e nasce solo, abbandonato da tutti.
Certamente non è giusto ma succede. Anche Gesù sappiamo dove è nato e come è nato.
Inoltre ci chiediamo perché Gesù non ha risposto a quella domanda che Gli hanno
rivolto, alcuni personaggi anche importanti: "Salta di lì e noi crederemo
in Te!" Certo Gesù che se fossi saltato da quella Croce avresti fatto un rumore
tremendo e tutti Ti avrebbero creduto. È proprio così!
Forse sono belle parole perché sarebbe stata una cosa grandiosa. Noi cerchiamo
Dio. Tutti noi cerchiamo le cose grandi. Perché non l'hai fatto, Gesù?
Ci spieghi il motivo? Il motivo è molto semplice: perché ci sono tante persone,
milioni di persone, crocifisse e che rimarranno sempre sulla croce. Moriranno
lì: non solo la croce come albero, come legno, ma nelle capanne, nelle case,
negli ospedali: moriranno così, abbandonate da tutti e Lui ha fatto questo per
essere con loro, in quel momento. Che bello, Signore! Noi abbiamo forse capito
che cos'è il Tuo grande amore, diverso dagli altri, diverso da quello di noi
uomini: io sarei saltato giù velocemente da quella croce e poi avrei preso un
bastone ed avrei dato delle bastonate a tutti quelli che mi avevano crocifisso!
Perché Tu non l'hai fatto? Mi vuoi spiegare il perché? La risposta è che non
saresti stato vicino a tutti noi, alla maggior parte delle persone che pregano
e rimangono sempre nel loro dolore. Bene, questa è una grande verità e questo è
il fondamento della nostra fede. Gesù nasce in una capanna. Lo vedremo
nell'Avvento, faremo il Presepe nelle nostre case, nelle scuole e nelle Chiese.
Gesù nasce in una capanna, abbandonato da tutti e poi finirà la vita, ancora
abbandonato da tutti, sulla Croce. Che missione è questa? Cosa ci racconti,
Signore? Cosa ci dici? Come possiamo seguirti noi, miseri uomini, se Tu inizi
in quel modo e finisci ancor peggio? Beh! È proprio questo tragitto
meraviglioso che ci indica la grandezza di un amore infinito. Ci fa capire che
le cose che contano sono quelle che vediamo con il cuore, non con il
portafoglio: anche quelle, perché se io domani devo pagare delle bollette, ma
non so come fare certamente è un problema però se io non ho amore, anche se ho
di che pagare, non sarei felice ugualmente. Ecco perché è fondamentale quello
che oggi Gesù ci dice, Cristo Re dell'universo per te, per me, in questo modo:
per amore, per dirti che c'è qualcosa di veramente eccezionale, di grande che
io con Te, con voi, dobbiamo scoprire. Potremmo dire: "Che cosa Signore?”.
La folla, migliaia di persone, stava a vedere.
Coloro che erano i capi religiosi, politici, della cultura, Lo prendevano in
giro: "Ha fatto tanto nella vita, ha salvato tante persone e poi è lì e
muore!".
I soldati Gli davano da bere l'aceto e lo versavano anche sulle ferite, aceto
che brucia da morire, come l'alcool e poi Lo prendevano in giro ed anche uno
dei due malfattori Gli diceva: "Ma dai, saltiamo giù insieme.
Salvaci". L'altro, ecco la risposta di tutto quello che cercavamo, diceva:
"Noi siamo qui perché siamo cattivi, abbiamo fatto tanto male nella vita,
Lui no". Addirittura (pensate: una persona così, ignorante, che forse non aveva
conosciuto Dio, essendo un delinquente, un malfattore) riesce a dire: "Non
hai alcun timore di Dio! Tu che sei condannato alla stessa pena: noi
giustamente" - guardate che sono parole davvero soprannaturali - "
perché noi riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni, Egli
invece non ha fatto alcun male" e poi, rivolto a Gesù: "Ricordati di
me nel Tuo regno!". Che fede, che intuizione, che intelligenza! Crede nel
Paradiso. Lui sta per morire, crocifisso con Gesù, Gesù è fallito, muore in croce ma, nonostante
questo fallimento, è l'unico a dire: "Io credo, o Signore", come noi
che oggi siamo qui perché crediamo, perché sappiamo che quel gesto d'amore è
l'abbraccio tenero che durerà per tutta la nostra vita e non ci lascerà mai
soli".