Giovedì 29 agosto 2019 -
Grandi festeggiamenti oggi nella Parrocchia del S. Cuore di Molicciara. Infatti
ricorre la solennità della Madonna della Guardia.
Moltissime le SS. Messe celebrate e davvero eccezionale la partecipazione di
fedeli alla processione serale per le vie parrocchiali. Le funzioni sono
impreziosite anche dalla presenza del Vescovo di Novara. Io partecipo alla S.
Messa delle ore 18 ed il Parroco, Don Andrea, mi chiede di accompagnare
all'organo i canti dei numerosi fedeli presenti.
Veramente profonda l'omelia di Don Gilberto Caceres di cui, per carenza di
spazio, posso riportare solo la prima parte: "Siamo qui anche per chiedere
a Maria le Sue intercessioni per tutte le nostre necessità e le necessità della
Parrocchia, della Chiesa Universale e per le necessità di ciascuno di noi e
proprio perché la festa patronale è una
grazia di Dio che viene offerta a ciascuno di noi perché attingiamo alle
sorgenti della salvezza e quando ci mettiamo di fronte alla figura della
Madre Celeste certamente sorgono degli
interrogativi: "chi è Costei che sorge come l'aurora, bella come la luna e
splendente come il sole?" ed è proprio una riflessione che è presente nel
cuore del credente, del cristiano, dell'uomo quando si trova ad invocare la
protezione e l'aiuto di Maria, a pregare con Lei, a chiedere a Lei di
intercedere presso il Padre. Ci troviamo di fronte ai misteri della Vergine
Santa, alla vita di Maria e soprattutto a quei due momenti principali della
vita di Maria che sono il Suo apparire nella scena di questo mondo, e quindi la
Sua natività, e poi anche il Suo congedo da questo mondo che noi abbiamo
celebrato nella festa dell'Assunzione della Vergine Maria al Cielo.
Certamente noi ci troviamo piccoli, con la nostra natura umana, di fronte ai grandi
misteri della Vergine Santa. Osiamo certamente intuire qualcosa con la nostra
intelligenza, con la nostra umiltà, certamente senza esaurire i tesori nascosti
nei segreti di Dio che riguardano la vita di Maria, il ruolo di Maria
nell'economia della salvezza, nella Chiesa. Maria è la presenza viva nel cuore
del credente e non può essere che così, perché è la Madre donata a ciascuno di
noi. Ed allora, meditando sugli istanti iniziali e conclusivi della vita di
Maria, possiamo rispondere ad alcuni interrogativi che riguardano la nostra
fede e la nostra devozione alla Madre di Dio.
In questa Parrocchia viene invocata con il titolo di "Madonna della
Guardia", Patrona, oltre che di questa Parrocchia, anche della Liguria e
quindi riguarda un po' tutta questa regione la sete che ispira e ci spinge
verso questo luogo dove Maria viene a custodire e guardare il popolo di Dio. E
allora possiamo fare qualche riflessione che nasce spontanea se pensiamo ai
momenti iniziali e conclusivi della vita di Maria e la prima cosa che dobbiamo
dire è che il primato nella vita della Madonna è per Dio. È Dio appunto,
l'Emanuele, Dio con noi, Colui che cambia le sorti del popolo di Dio. È
soltanto Dio che può salvare l'umanità. Dio è Colui che fa della debolezza
dell'uomo in cui si manifesta, la potenza della Sua azione e Maria proprio oggi
lo dimostra.
Pensate a tutto il percorso terreno della Vergine Maria, accompagnando il Suo
Figlio fino alla Croce. Ai piedi della Croce, Maria, donna dei dolori, diventa
la madre di tutto il genere umano, la Madre dei credenti: "Ecco tua
Madre", Madre della Chiesa, Madre di tutti noi.......".
- Sabato 7 settembre -
Siamo arrivati alla vigilia della festa della Natività
della B.V. Maria, una ricorrenza molto cara e sentita dalla popolazione
ortonovese e lunense e non solo, ma anche dei fedeli delle zone spezzina ed
apuana. Infatti suscita sempre una profonda commozione la visita al
meraviglioso Santuario della Madonna del Mirteto, tempio maestoso e secolare,
ricco di storia e di prodigi, con la sua incantevole posizione che domina la
sottostante pianura, la Lunigiana, la Versilia ed il suggestivo lembo di mare
azzurro del Mare Ligure, con il Golfo della Spezia e la foce del Magra.
Io ero solito raggiungere il Santuario percorrendo a piedi il tratto di strada
che da Serravalle porta al Santuario medesimo. Quanta commozione! Si partiva in
compagnia dei familiari e vicini di casa
e poi, lungo il percorso, il gruppo diventava sempre più numeroso.
Quanta gioia e quanta fraternità! Negli ultimi tre anni, purtroppo, ho dovuto
rinunciare a questa commovente abitudine. L'avanzare degli anni mi ha
suggerito, anzi imposto, l'uso dell'autobus che parte da Piazza del Municipio.
Ma quanta nostalgia e rimpianto! E poi il pensiero corre, doverosamente, alle
persone care che erano con noi e che ci hanno lasciati. Non resta che pregare
Maria, implorando anche su di loro il Suo aiuto materno.
Comunque, raggiunto Ortonovo in autobus, debbo dire che ho vissuto dei momenti
davvero meravigliosi e commoventi. Bellissima la processione che ha portato i
fedeli dalla Chiesa di S. Lorenzo al Santuario, attraverso Via Provinciale, al
suono della banda musicale. Numerosissimi i fedeli che hanno partecipato alla S.
Messa solenne celebrata nel Santuario, impreziosita da canti davvero solenni
eseguiti dalla corale diretta dal Maestro Renato Bruschi.
Molto profonda l'omelia del Vicario Generale Mons. Enrico Nuti, che di seguito
riporto:
"Cari fratelli e care sorelle e tutti devoti della Madonna del Mirteto,
siamo in festa per la natività della Vergine Maria. La liturgia ci presenta
come una sorta di parallelismo fra la nascita di Gesù, che è la nascita
centrale che trasforma il mondo e la creazione, e la nascita di Maria che è una
tappa fondamentale in questo disegno di Dio, in quel disegno di Dio che è un
disegno d'amore che nasce nella creazione perché la creazione stessa è un atto
d'amore di Dio che ci vuole perfezionare e ci perfeziona lungo la storia della
Salvezza, dove tutti gli eventi narrano la venuta del Cristo come culmine della
fonte della rivelazione affinché tutti noi uomini possiamo conoscere il vero
volto di Dio, il volto nostro, il volto dell'uomo perché Cristo, che è la
verità e non una verità semplicemente speculativa, è una verità personale ed ha
la capacità di illuminare la storia del mondo. In Cristo c'è la pienezza della
verità e questa pienezza di verità non vuol dire allora che noi cristiani
possediamo immediatamente tutta la verità e la dobbiamo imporre agli altri.
Nella divina rivelazione della storia di Israele, nella storia della Chiesa,
noi possiamo incontrare autenticamente Cristo e lasciare che per noi sia la via
di verità, quel Cristo che dissemina semi di verità in tutti i cuori degli
uomini e in tutte le culture, ma in Cristo questo segno di amore di Dio si compie
e diventa finalmente luce che ci illumina il corso della storia. Se non fosse
così la nostra fede non servirebbe a nulla. Se fosse soltanto una sapienza
umana, tra le altre sapienze, sarebbe perfettamente inutile la nostra devozione
ed anche la devozione a Maria. Invece, per divina disposizione di Dio, questa
storia della salvezza ha dei riferimenti per noi sicuri e, guardando alla
Vergine Maria, lasciandoci imprimere nel cuore i Suoi sentimenti, che sono
sentimenti anzitutto di umiltà, di affidamento, di fiducia, possiamo incontrare
il Signore Gesù, il Signore Gesù che governa l'universo, lo governa per
riportarlo al Padre, ma non come un padre dispotico che fa i capricci e vuole
le cose come le ha pensate Lui, vuole la nostra collaborazione, vuole la nostra
partecipazione, vuole la nostra libertà perché non ci ha chiamati servi, ma
amici.È questa la consapevolezza principale che ci dà il Signore Gesù e solo
Lui ci può dare, qualsiasi sia l'altezza o la profondità di altre tradizioni
religiose che certo intuiscono qualcosa di vero, ma solo Cristo ci consente di
diventare figli, di essere fogli di Dio e di poter rivolgerci a Dio come Padre
e riconoscerci quindi fratelli in un modo che va ben oltre l'appartenenza al
genere umano, che va ben oltre le nostre appartenenze territoriali. Diventa una
fraternità veramente universale che ci impegna a leggere i tempi, a comprendere
le contraddizioni che portiamo dentro, a lasciarle illuminare dalla sapienza di
Cristo.............. Anche nelle vicende
apparentemente più contraddittorie, segnate dal male, dalla sofferenza, proprio
perché il Dio misericordioso nel quale crediamo, possa diventare per noi non un
punto di caduta e di disperazione, ma un punto di forza per proseguire il
cammino: l'itinerario di Maria è emblematico da questo punto di vista.
Maria si trova sempre sorpassata dall'iniziativa di Dio, a volte andando a
rischio della vita. Pensate a quel concepimento che non ha solo il contorno
bello della nascita di una vita: quel concepimento poteva far rischiare la vita
di Maria che poteva essere lapidata per adulterio!
E Maria, fiduciosa, accoglie le parole dell'Angelo e si lascia guidare e tutta
la Sua vita, non stiamo a ripercorrerla, diventa questa opportunità. Tutto ha
concorso, nella vita di Maria, al Suo bene, al bene del Suo Figlio, al bene
della Chiesa e tutto ciò non è avvenuto in un modo normale, tranquillo e in
maniera sempre chiara, evidente, assolutamente certa. Maria tante volte non ha
capito quello che capitava al Suo Figlio e che cosa Suo Figlio chiedeva a Lei,
ma non ha opposto rifiuto. Proprio perché non capiva, non è che si è
allontanata. Invece continuava a credere, invece continuava a sperare, invece
ha continuato ad amare giorno dopo giorno proprio perché sapeva bene, prima che
S. Paolo lo scrivesse, che tutto concorre al bene di coloro che amano
Dio.........
Allora viviamo questa parola di verità, avendo ovviamente come modello Maria
che è stata la risposta migliore che l'uomo potesse dare all'intervento di Dio
e Dio L'ha scelta perché, nella Sua onniscienza, sapeva che Maria avrebbe dato
la risposta migliore e Maria l'ha data. Non è che per il fatto che Dio La
conoscesse in qualche modo Maria avesse le cose già tutte fatte, così come in
noi il Signore conosce il nostro destino ed è un destino di bene per tutti noi,
ma attende la nostra risposta e Maria ci insegna questa via che è quindi una
via spianata.
Possediamo altri consulenti, altri consiglieri. Se seguiamo lo spirito del
mondo lì per lì ci sembra forse di camminare più speditamente. Peccato che
andiamo a finire in una via senza uscita! La via del Vangelo, che sappiamo è
via stretta, è però l'unica che porta alla meta e allora, guidati da Maria, in
questa sera bella, intensa, con Maria insieme a noi, viviamo questo momento con
questa docilità interiore e facciamola diventare la nostra forza. Sia lodato
Gesù Cristo”. - Domenica 8 settembre - Io sono costretto a mettere la sveglia
per poter correre al Santuario di buon'ora. Padre Domingo, come l'anno scorso,
mi invita ad accompagnare all'armonium i canti dei fedeli che si recano al
Santuario per pregare Maria, partecipando alle SS. Messe che si susseguono ogni
ora, a partire dalle ore 7 fino alle ore 18. È per me un'occasione davvero
eccezionale per passare un'intera giornata in questo meraviglioso Santuario, a
cui sono molto legato anche per antichi e recenti avvenimenti familiari: lì si
è sposata la mia unica figlia Manuela; lì è stata battezzata la mia adorata
nipotina Margherita e da lì la nostra Madre Celeste assiste quotidianamente
tutti noi.
Molto solenne la S. Messa delle ore 11, impreziosita dai bellissimi canti
eseguiti dalla "Corale" di Isola. Molto profonda l'omelia di Padre
Gianluigi (frate francescano) che, per carenza di spazio, non posso riportare.
Alle ore 18, a conclusione di questa intensa giornata di preghiera, la S.Messa
viene celebrata da Don Carlo, accompagnata da bellissimi canti e con la partecipazione
di numerosi fedeli.
Molto profonda l'omelia di Don Carlo che di seguito riporto: "Oggi le
culture sono diverse, ma le domande per tutti sono: il significato della
sofferenza , il significato del dolore, di quello che è imprevedibile: il senso
della fatica umana. Fin dall'inizio l'uomo si è posto questo grande quesito e
tanti hanno cercato di dare delle risposte anche precise. Se noi ripercorriamo
il senso della storia, anche della nostra storia, abbiamo sentito e dato tante
risposte.
Abbiamo cercato tante volte la verità, ma l'abbiamo trovata? L'ha trovata il
mondo, la storia?
Forse una piccola verità, una scintilla di verità, ma subito è sfuggita, è
scappata. S'è spenta.
Se poi noi pensiamo al grande oceano del dolore, dolore innocente, mentre noi
siamo qui, al tramonto di questa giornata, in questo bellissimo Santuario che
ricorda la storia della nostra vita, della vita di tante persone, c'è un dolore
che cresce continuamente e che guida e chiede risposta e forse nessuno dà una
risposta: o non la sa dare o risponde in modo diverso. "E tu Betlemme di
Efrata sei così piccola, insignificante, nascosta, dimenticata. Da te uscirà
Colui che deve essere dominatore di Israele". E "dominatore"
potrebbe sembrare una parola così possente. Potrebbe sembrare una parola così
autoritaria, arrogante. Chi è che ci domina? Gesù stesso lo dice: i capi delle nazioni
esercitano su di esse il potere, le dominano i grandi, ma per voi non sia così.
Ed ecco allora che questo dominatore di Israele, attraverso quello che è il
grande mistero della salvezza, diventa Colui che alla fine del Vangelo viene
chiamato l'Emanuele, il Dio con noi: Colui che porta la pace ed è bello pensare
la pace fra il Cielo e la terra. Il Cielo che è il desiderio del nostro cuore:
questa Chiesa, questo Tempio, che tenta di arrivare là nell'infinito e questa
terra che è la terra della nostra vita, dove noi camminiamo e su cui tanti
hanno camminato.
Leggevo con Padre Mario, e non me n'ero mai accorto, un documento che è in
questa sacrestia e che parla di questa Chiesa di Ortonovo nel 997 e quindi
1.022 anni fa: 1022 anni fa parlavano della verità di Dio, parlavano di Cristo.
Parlavano di quello che è la rivelazione assoluta, di quello che è l'inaudito e
cioè di una Maternità Divina: quel Dio onnipossente, quel Dio motore immobile,
quel Dio che è al di là, invisibile e che noi non possiamo neanche vedere non
solo con i nostri occhi, ma col cuore talmente grande, quel Dio che sfugge,
ecco l'inaudito: ha voluto avere una mamma! E voi mamme, ce ne sono tante qui,
sapete qual è il miracolo della vostra vita: il vostro grembo diventa
quell'arca dell'alleanza che pone davanti alla nostra storia quella che è la risposta
autorevole che dà grande pace alla nostra vita: io sono nato non per
caso, ma per un progetto d'amore e devo essere curioso per riconoscere questo
progetto d'amore ed ho dei dati:
non solo la mia famiglia, non solo chi mi istruisce nel cammino della fede, nei
suoi contenuti, ma ho dei tempi, ho delle strade, ho delle case che mi indicano
qual è la grande verità e qui abbiamo un
dipinto miracoloso: ad un certo punto, tanti anni fa, ancora una volta per l'uomo
forse cocciuto, forse che ha dimenticato il sentiero della propria storia, che
cosa è successo? Una Madre ha voluto piangere. Il pianto è l'espressione più
alta della gioia, ma è anche l'espressione più alta del dolore. Ma se poi
queste lacrime sono di sangue, sono l'offerta di quel dolore immenso che
continua ad attanagliare l'umanità ed è raccolto, da chi è raccolto? Dalla
nostra terra, dal nostro cuore, dalla nostra vita. Ecco la risposta solenne
all'inquietudine potente del nostro cuore, dove noi tante volte non troviamo la
risposta. Però questa sera, al tramonto di questo giorno, la troviamo in questo
Edificio, in questo Tempio, in questa Casa che raccoglie tutto quello che noi
siamo, quello che saremo, quello che sono stati, perché tante persone sono
passate di qui: i custodi, ringrazio Padre Domingo, i Padri Missionari di Maria
che sono qui e custodiscono con voi questo Santuario che sta guardando le
nostre case, dove c'è la storia, la storia ordinaria di ogni giorno, che
potrebbe fluire nel tempo senza significato e invece noi vogliamo darle un
significato spirituale. Vogliamo scriverla su questi muri, su questi edifici,
su questo Affresco, offrirla accanto a quella Madre che ancora ci dice:
"Amo la vostra vita, seguite la verità". "Quale verità?" noi
potremmo chiedere, "Quella verità che vi ama:
Cristo che muore e risorge per voi!". Ed ecco allora il nostro essere qui,
il nostro pregare, il nostro ricordare il Parroco che è stato per tutti noi:
Don Ludovico, ma desideriamo ricordare tante persone che ci hanno amati,
ricordare tutti coloro che testimoniano questa verità e che raccontano,
attraverso la loro vita, la bellezza della fede. Qualche volta non siamo
ascoltati. Capita a tutti no? Non lo so: a me sì. Forse noi non siamo
ascoltati, ma quello che seminiamo, quel piccolo seme, forse insignificante,
diventerà una grande quercia. E tu Betlemme sei la più piccola delle città.
Nessuno ti conosce, ma sei diventata il capoluogo della verità. Sei diventata
la sorgente della vita. Allora quei piccoli semi, quei piccoli sacrifici che
noi, attraverso la testimonianza, offriamo, forse insignificanti, forse che non
fanno rumore, ma sono quelli che poi diventeranno, nella fecondità di un amore,
qualcosa di grande, di eccezionale. È Il capolavoro della storia della
salvezza, che continua ad essere scritto nel nostro tempo, nel nostro cuore e,
in modo particolare, ecco la bellezza nelle nostre case, nei nostri figli, nei
nostri nipoti che offrono la luce della fede, attraverso la delicatezza di una
maternità che, abbassando lo sguardo, offre tutto quello che ha, soltanto per
cosa? Per amore e per dire che la tua storia, che la mia vita non è insignificante,
ma è legata ad un fatto straordinario: è legata all'infinito di Dio. Allora
questa Eucaristia sia per noi motivo di sorgente, di speranza".