In questo mese che celebriamo la festa
dell'acclimazione vorrei ricordavi parte della storia del Santuario N. S. Del
Mirteto: “L'anonimo frescante, che giunse a Ortonovo eseguì in una parete
dell'oratorio un affresco raffigurante la drammatica scena della Deposizione di
Cristo dalla Croce in cui la Vergine veniva raffigurata accasciata e
semi-svenuta ai piedi della Croce. Il 29 luglio 1537, mentre le donne del paese
pregavano dinnanzi all'affresco della Deposizione, l'immagine della Madonna cominciò
a lacrimare sangue vivo.
Si gridò subito al miracolo e in breve tempo la notizia si diffuse nei
territori circostanti a Ortonovo folle di fedeli cominciarono ad accorrere al
piccolo oratorio, attirate soprattutto da notizie di grazie e di guarigioni che
in quel luogo si ottenevano per intercessione della Madonna. Per contenere il
sempre più crescente numero di visitatori, i priori della confraternita
decisero nel 1540 di utilizzare le sostanziose offerte elargite dai pellegrini
nella costruzione di un grande santuario in onore della Beata Vergine
Addolorata. Il progetto, commissionato all'architetto lucchese Ippolito
Marcello prevedeva la realizzazione di una chiesa a tre navate sorrette da due
file di colonne con l'entrata non più rivolta verso il paese come era
nell'antico oratorio, ma affacciata sulla pianura di Luni. Per l'esiguità dello
spazio destinato alla costruzione del santuario, l'antico oratorio dovette
essere distrutto ma naturalmente fu preservata la parete che conteneva
l'affresco della Deposizione, oggi custodito nello splendido tempietto
realizzato alla fine del `700 e posto a sinistra rispetto la navata centrale.
Nel 1566, dopo oltre 25 anni di lavori, i priori e i procuratori della
Compagnia annunciarono la fine dei lavori.
Con l'apertura del Santuario
aumentarono ulteriormente le presenze dei pellegrini ma, nello stesso tempo,
sorsero nuove e intricate problematiche connesse alla gestione della nuova
struttura. In effetti se i Disciplinati si fossero impegnati principalmente
nella cura del santuario non avrebbero potuto dedicarsi assiduamente alle opere
caritatevoli (in particolare all'assistenza ai malati e ai poveri della
parrocchia), sulle quali si fondava l'essenza spirituale della confraternita.
Fu per tale motivo che nel 1584, durante la visita a Ortonovo del vescovo
Angelo Peruzzi, la confraternita annunciò l'affidamento del santuario ai Padri
domenicani. Con la presenza dei frati domenicani il Santuario ricevette notevoli
benefici anche dal punto di vista estetico: fu costruito immediatamente un
ampio convento adiacente alla chiesa; nel 1601 fu realizzata la sacrestia; nel
1650 fu aperto un ampio coro dietro la sacra edicola; nel 1749 fu eretto il
bellissimo altare marmoreo dovuto allo zelo del padre priore Celso Furia,
mentre nel 1796 fu aggiunto l'attuale prezioso tempietto, opera insigne del
celebre architetto carrarese Giò Matteo Calabroni. La conquista della Liguria
da parte delle armate napoleoniche preannunciò il periodo più buio della storia
del santuario; nel 1800 i frati domenicani furono espulsi da Ortonovo e
lasciarono il santuario nelle mani della confraternita ormai ridotta a
pochissimi componenti e non in grado di gestire una struttura così imponente.
Fu nel corso di questi anni di dominazione francese che il toponimo
“mortineto”, usato per oltre tre secoli, si trasformò in Mirteto, probabilmente
a causa delle storpiature che avvenivano nel passaggio dall'italiano al
francese, lingua quest'ultima, adottata nei documenti ufficiali.
Dopo la caduta di Napoleone il
Santuario fu abbandonato a se stesso e veniva ricordato dai fedeli soltanto
quando qualche pericolo minacciava i raccolti o la salute della gente.
Fortunatamente nel 1888 il vescovo decise di riaffidare il Santuario alle cure
dei frati domenicani; costoro si posero subito al lavoro e in poco tempo
ripararono i danni causati da quasi un secolo di incurie donando al santuario
della N.S. del Mirteto quell'aspetto imponente e mistico che tutt'oggi possiamo
ammirare”, (www.santuariodelmirteto.it).