Il culto verso la reliquia del
sangue preziosissimo di nostro Signore Gesù Cristo ha le sue origini a LUNI il
venerdì santo dell’anno 782, quando il vescovo, Apollinare, e quello di Lucca,
Giovanni, raccolgono sul litorale antistante la città un legno cavo che
conteneva due importanti reperti: un’ampolla col sangue di Cristo ed una Croce
con l’immagine del Salvatore. Sull’episodio del ritrovamento si sono formate
nel tempo diverse versioni abbastanza improbabili e fantasiose. L’ipotesi più
attendibile ci porta alla lotta iconoclastica (distruzione di immagini e reliquie)
in medio oriente, quando, per salvare le venerate reliquie dalla distruzione, venivano
affidate al mare o a marinai diretti in occidente. Secondo la tradizione
Nicodemo di Arimatea, sul Calvario, aveva raccolto in una ampolla il sangue di
Cristo appena deposto dalla croce e in seguito aveva scolpito una croce con il
volto di Gesù per contenerla. La croce, detta VOLTO SANTO, dal vescovo Giovanni
è portata a Lucca dov’è tuttora conservata e venerata, mentre la reliquia,
detta del PREZIOSISSIMO SANGUE, rimane nella cattedrale di Luni. Da Luni, ormai
inabitabile ed abbandonata, nel 1204, quando la sede episcopale viene
trasferita a Sarzana, la preziosa reliquia viene portata in quella che
diventerà la nuova cattedrale diocesana, cioè la chiesa di Santa Maria. A
dimostrazione di come il culto sia cresciuto nel tempo, nell’anno 1700 viene
istituita la Confraternita del Preziosissimo Sangue e nel 1877 viene istituita
la Congregazione del Preziosissimo sangue, entrambe ancora attive e impegnate
nella diffusione della devozione alla sacra reliquia. Nel 1815, grazie al
collegamento tra la Confraternita sarzanese e l’Arciconfraternita del
Preziosissimo Sangue di Roma, ha origine la Coroncina del Preziosissimo Sangue che è una meditazione in sette
punti su episodi della passione di Gesù. Infine una curiosità che tocca da
vicino Ortonovo antico e riguarda lo scomparso castello di Volpiglione. Quando
il vescovo Raimondo, conte e feudatario, nel 1168 compie l’atto di infeudazione
del castello, fa obbligo agli uomini residenti di intervenire, ogni anno, alla
festa del Sangue portando ceri e persone capaci di accompagnare con strumenti
musicali il salmodiare del coro; il tutto per rendere più solenni e partecipati
i riti che si svolgevano ancora nella cattedrale di Luni, città che stava
rapidamente spopolandosi fino ad essere, poco dopo, abbandonata del tutto.