N° 4 - Aprile 2019
COMMENTO AI VANGELI DEL MESE: APRILE 2019
di Rosa Lorenzini


 07 aprile     V DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO C)    Gv 8,1-11

 

Lo sguardo degli uomini e lo Sguardo di Dio: la miseria e la Misericordia

 Commentando il Vangelo di questa domenica, Sant’Agostino presenta l’episodio dell’adultera come un esempio di armonia tra misericordia e giustizia. La donna viene presentata a Gesù per essere lapidata perché ha peccato d’adulterio, qui lo sguardo degli accusatori accentua la miseria umana che amplifica   la giustizia a scapito dell’umanità ferita dal peccato: così dice la Legge di Mosè. In primo luogo, Gesù disarma i lapidatori con un giusto ammonimento: chi è senza peccato sia il lapidatore, qui lo sguardo di Dio ricolmo di Misericordia allontana gli astanti. Così rimane Gesù solo. Sant’Agostino commenta con finezza: «Rimasero soltanto loro due: la miseria e la misericordia». Gesù, pieno di misericordia, dichiara alla donna: «Neanch’io ti condanno», . Ma il perdono non è una licenza per continuare a peccare: «Va’ e d’ora in poi non peccare più» (Gv 8,11) . In queste parole, non vi è semplicemente l’invito a non peccare, v’è una grazia donata dal Signore che ricrea il cuore infranto della peccatrice. È più di un comando, è una grazia donata alla donna appena liberata dalla condanna della Legge. La misericordia, allora, si manifesta come una giustizia superiore perché non si limita a non condannare, ma dona la grazia e l’orientamento che crea le condizioni per redimere dal peccato e prevenirlo.
Sulla posizione da prendere verso il peccato e verso il peccatore, Sant’Agostino ci offre una distinzione cruciale: «Quando giudichi, ama la persona, odia il vizio. Non amare il vizio per l’amore che devi all’uomo; non odiare l’uomo a causa dei suoi vizi. L’uomo è tuo prossimo, il vizio è un nemico del tuo prossimo. Amerai veramente l’amico solo se e quando odierai ciò che all’amico nuoce». In un discorso successivo, invita l’uomo ad essere simile a un medico che ama il malato odiando la malattia e accanendosi contro di essa. «Non amate i vizi dei vostri amici, se amate gli amici stessi». È questo l’equilibrio della giustizia divina: Dio odia il male, l’ingiustizia e il peccato, ma ama l’uomo, lo ama follemente e desidera salvarlo. La misericordia è il volto più splendente della giustizia di Dio.

( Spunti per il commento tratti  da  Robert Cheaib, Rahamim, Nelle viscere di Dio.Tau Editrice.)

 

14 aprile    DOMENICA DELLE PALME (ANNO C)


Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca  Lc. 22,14 – 23,56

Con la Domenica delle Palme, inizia la Settimana Santa, che mette a nudo quanto Dio ci ami: una Settimana, in cui sfilano davanti alla nostra fede i grandi momenti, ineguagliabili, della vita di Gesù.
Il Vangelo, di oggi, è in forma dialogata, viene cioè proclamato a più voci: il sacerdote legge le Parole del Signore, un primo lettore legge le parole del cronista e un secondo lettore legge i dialoghi dei vari personaggi che appaiono via via sulla scena insieme al Signore Gesù.

Il Vangelo della Passione si articola in paragrafi che ci invitano a seguire gli spostamenti di Gesù:  dal Cenacolo  al monte degli Ulivi, davanti alla casa del Sommo Sacerdote  al Sinedrio, davanti alla presenza  di Pilato e  poi alla presenza di Erode, ancora da Pilato  e poi sulla via dolorosa che porta al Calvario e poi  in un crescendo di dolore e di sofferenza sulla Croce ...... infine nel Sepolcro nuovo scavato nella roccia dove il coraggio e la pietà di Giuseppe di Arimatea depongono il corpo senza vita del Figlio di Dio.
E' un racconto coinvolgente che rapisce la sensibilità di ogni ascoltatore attento, ogni quadro che viene descritto durante la lettura si concretizza vivo e reale nel cuore degli astanti penetrando come una lama tagliente che colpisce ogni abitudine, ogni aridità e ogni insensibilità procurando una ferita fertile dove può mettere radici la compassione, la pietà, la sofferenza condisiva che, se lasci libera di operare, produce lacrime e Salvezza.

 

21 aprile    DOMENICA DI PASQUA - RISURREZIONE DEL SIGNORE (ANNO C)    Gv. 20,1-9


"...vide e credette…"
Auguri di una Santa Pasqua a tutti. Oggi è domenica: il giorno del Signore, il giorno della Gioia, il giorno della Pace è il giorno in cui tutto e tutti rinascono in Cristo ….
La gioia della Resurrezione è presente nella natura che sorride nei colori e nei profumi che regala all’osservatore attento, la Pace e la Gioia della Resurrezione sono visibile nei volti e nei sorrisi di coloro che si scambiano i tradizionali auguri insieme a segni sinceri di felicità partecipata ed autentica: Santa Pasqua di Resurrezione a tutto il creato rinnovato e rinato dalla Grazia del Creatore della Vita.

Oggi si "corre" insieme a Maria di Magdala e agli apostoli Pietro e Giovanni, ma non per la fretta che tutti i giorni inghiottisce le nostre facoltà in un'operosità ossessiva, ma per meravigliarci, per dedicare alla nostra anima un respiro vitale e rigenerativo, per gioire per il dono della Vita Eterna e ringraziarne il Signore Gesù Cristo. Oggi si "corre" verso un sepolcro vuoto pieno di luce .... È una corsa verso un altare consacrato dalla Grazia Divina dove viene celebrato il memoriale della Morte e Resurrezione del Figlio di Dio e dove possiamo VEDERE l'Amore Eterno del Signore per noi e CREDERE nella Sua e nostra Resurrezione.

 

28 aprile II DOMENICA DI PASQUA o della DIVINA MISERICORDIA (ANNO C) 

Gv. 20,19-31


“Mio Signore e mio Dio! “
Questa frase mi ricorda con nostalgia ed affetto il mio carissimo e compianto parroco don Lodovico:è lui che mi aveva consigliato, tantissimi anni fa, di recitare questa frase durante la Santa Messa nel momento dell’elevazione del Corpo di Cristo dopo che il sacerdote aveva spezzato il pane eucaristico.

Infatti nello spezzare il pane il sacerdote dice: “Il Corpo e il Sangue di Cristo, siano per noi cibo di vita eterna”, poi mette una parte dell’ostia nel calice, per significare l’unità del Corpo e del Sangue di Cristo Gesù vivente e glorioso. L’Ostia consacrata spezzata nell’elevazione mi ricorda il Corpo di Cristo ferito dai chiodi della crocifissione e dalla lancia del soldato romano, lo stesso Corpo Glorioso che Tommaso vuol vedere e toccare per credere nella Resurrezione del Signore. Vedendo l’Ostia consacrata spezzata e mancate di una piccola parte unita al Sangue di Cristo insieme a Tommaso che, vede e mette il dito nelle ferite di Nostro Signore Gesù Cristo Risorto, esclamiamo con meraviglia e gioia “Mio Signore e mio Dio”! Questa esclamazione diventa la prima professione di fede del credente nella Resurrezione del Figlio di Dio. Continuando nella Liturgia Eucaristica il sacerdote, dopo la frazione del pane e l’Agnello di Dio si prepara, con una preghiera fatta a voce bassa e a mani giunte, a ricevere con frutto il Corpo e il Sangue del Signore. Il Messale propone due preghiere, quella scelta da don Lodovico che recitava chino sul calice in modo che si potesse ascoltare ed insieme a lui recitare, era:“Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, che per volontà del Padre e con l’opera dello Spirito Santo, morendo hai dato la vita al mondo, per il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, liberami da ogni colpa e da ogni male, fa che sia sempre fedele alla tua legge e non sia mai separato da te”.  Io, vi confido, che continuo a recitarla come quando lui era il celebrante, lui che ora, essendo sacerdote in eterno, passa la sua eternità davanti al Signore trasfigurato dalla Luce della Grazia e a Lui chiede per noi Misericordia per le nostre debolezze e chiede per noi la certezza di non essere mai separati da Lui. 

Grazie don Lodovico continua a pregare e a celebrare l’Eucarestia all’altare del Signore per chiedere la nostra Salvezza.





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