Domenica 28 ottobre - Oggi
grandi festeggiamenti nella Chiesa di S. Giuseppe per la cerimonia del rito di
ingresso e presa di possesso canonico da parte del nuovo parroco Padre Miguel
Tuch, presieduta dal nostro Vescovo, S.E. Rev.Mons. Luigi Ernesto Palletti.
L'importante avvenimento è stato preceduto da cerimonie davvero significative:
Penitenziale e Recita del Santo Rosario (mercoledì); Adorazione al
SS.Sacramento e riflessione sul sacerdozio (giovedì); Meditazione sul tema:
"Il Parroco: Pastore e Maestro della Comunità Cristiana, tenuta dal
Vicario Generale, Mons. Enrico Nuti (venerdì).
La cerimonia del rito di ingresso è stata aperta da Don Andrea, Vicario di
Luni, che aveva presieduto ed organizzato anche le funzioni del triduo di
preparazione e che ha dato la parola a me che ero stato incaricato dai
parrocchiani di portare il loro saluto augurale al nuovo Parroco, saluto che di
seguito riporto: "Sono stato incaricato di portare il saluto dell'intera
comunità e gli auguri di un buon apostolato al nostro nuovo parroco PADRE
MIGUEL TUCH, un saluto molto breve per non appesantire l'importante cerimonia
che ci attende.
Oggi nella nostra Parrocchia di S.Giuseppe e S.Martino festeggiamo un grande
evento: Padre Miguel (Michele) prende ufficialmente possesso della parrocchia e
viene insediato dal nostro amato Vescovo. Padre Michele, come lo chiamiamo
tutti noi, svolge già da alcuni mesi questo incarico e perciò noi siamo già
molto legati a questo nostro amato pastore ed alle sue elevate meditazioni,
così come dobbiamo essere immensamente grati alla sua Congregazione: la
Fraternità Missionaria di Maria che, dal lontano Guatemala ha inviato questi
meravigliosi missionari a guidare le nostre anime. Una volta eravamo noi ad
inviare missionari in tutto il mondo e proprio Ortonovo ha dato i natali a
numerosi missionari, specialmente orionini. Ora invece in Italia le vocazioni
scarseggiano e per questo il nostro Vescovo tutti i primi sabati del mese guida
il Pellegrinaggio Mariano per intercedere nuove vocazioni sacerdotali. Ecco
perché noi del Vicariato di Luni dobbiamo ringraziare la nostra Madonna del
Mirteto che dall'alto ci assiste e sicuramente ci ha messo anche del Suo per
far arrivare questi meravigliosi sacerdoti da paesi così lontani. Ed è grazie a
loro se le parrocchie di Ortonovo Paese, Annunziata, Casano e quella vicina di
S.Lazzaro hanno un loro pastore.
Caro Padre Michele, noi Le siamo molto grati per la Sua decisione di venire a
curare le nostre anime, dopo un ventennio di missione a Latina. Speriamo che
trovi in mezzo a noi la collaborazione che merita. Noi ce la metteremo tutta
per facilitare questo Suo gravoso compito e non deluderLa e poi la nostra Madre
Celeste e San Giuseppe, nostro Patrono, ci saranno accanto nel guidare i nostri
passi.
Grazie, Padre Michele, e che il buon Dio L'assista e Le sia sempre vicino.
Grazie a nome di tutti i Suoi nuovi parrocchiani. Cercheremo di non deluderLa.
Grazie".
Ha quindi preso la parola il nostro Sindaco, Avv. Alessandro Silvestri, che ha
dato il benvenuto al nuovo Parroco, esprimendo il suo vivo compiacimento e la
sua vicinanza al nuovo Parroco. Sottolinea gli ottimi rapporti fra il Comune e
la Chiesa di S.Giuseppe che è collocata a pochi metri di distanza dalla Sede
Comunale. Ricorda anche l'opera davvero meritoria prestata dai "Soci
Costruttori" che sono venuti dal Belgio, dall'Olanda e dalla Germania per
costruire questa nuova Casa di Dio.
Auspica quindi la massima collaborazione fra il nuovo Parroco e
l'Amministrazione Comunale, sicuro che non mancherà.
A questo punto il Vescovo ed il nuovo Parroco baciano il Crocifisso che viene
loro presentato su un cuscino. Quindi vengono presentate le chiavi della
Chiesa, che fino ad allora era rimasta chiusa, e il Vescovo le porge al nuovo
Parroco dicendo: "Ecco le chiavi della casa di Dio. Entra felicemente a
prendere in essa il tuo posto per farvi le veci di padre. Tu la custodirai e ne
curerai la bellezza come di una sposa per il suo sposo, affinché sia segno
eloquente della dimora che il Signore ha nel suo popolo". Il nuovo parroco
apre la porta della Chiesa mentre il coro eleva un bellissimo canto.
A questo punto viene celebrata la S.Messa solenne, arricchita da meravigliosi
canti eseguiti dalla Corale di S.Giuseppe.
Bellissimi e commoventi i vari momenti della cerimonia: presentazione del nuovo
Parroco da parte del Vescovo; giuramento di fedeltà da parte del sac.Miguel
Tuch, nell'assumere l'ufficio di Parroco delle Parrocchie di Ortonovo, di
Casano Alto, di Casano Basso e di San Lazzaro, promettendo di conservare sempre
la comunione con la Chiesa cattolica, sia nelle parole che nel modo di agire; di adempiere con
diligenza e fedeltà ai doveri ai quali è tenuto; di compiere fedelmente e
correttamente il compito di amministratore; di conservare integro, trasmettere
ed illustrare fedelmente il deposito
della fede; di osservare tutte le leggi ecclesiastiche, in particolare quelle
contenute nel Codice di Diritto Canonico; di osservare con Cristiana obbedienza
ciò che i sacri Pastori dichiarano e di prestare fedelmente aiuto ai Vescovi
diocesani. Seguono il canto e la lettura del Vangelo; la rinnovazione delle
Promesse Sacerdotali, la Professione di fede (Credo) che viene recitata solo
dal nuovo Parroco, mentre l'assemblea si unisce in silenzio.
Quindi il Vescovo accompagna il nuovo Parroco ai luoghi significativi per il
suo ministero pastorale: al Tabernacolo, al Battistero ed al Confessionale.
Molto profonda e coinvolgente, come sempre, l'omelia del Vescovo che di seguito
riporto:
"Nel brano del Vangelo abbiamo sentito una parola che ci parla di
gratuità.
Tutte e tre le letture ci hanno parlato di gratuità: la gratuità di una
promessa che si deve adempiere; la gratuità di un dono per il servizio del
popolo di Dio; la gratuità di un gesto che riporta quest'uomo a vedere. Ecco
allora ci introduce bene quello che stiamo vivendo. Innanzitutto l'Eucaristia,
perché siamo nel giorno del Signore, siamo di fronte all'Altare del Signore, la
celebrazione, quella del rendere presente, unico ed eterno il sacrificio di
Cristo: celebrare l'Eucaristia e siamo nel momento in cui accogliamo un nuovo
Pastore. Tutti gesti di carità, ma soprattutto gesti di gratuità, perché la
carità, che è l'amore di Dio, è sempre un amore gratuito. Noi non possiamo
pagare a Dio la salvezza. Non possiamo neanche dare qualcosa in cambio della
salvezza.
La salvezza è un atto gratuito che Gesù compie sulla Croce per noi, ma questo
non ci dispensa però dall'essere protagonisti perché il dono che tale rimane e
gratuito richiede però di essere afferrato e di essere portato dentro la
propria vita e allora questo nella grazia di Dio, noi dobbiamo compierlo. È
bello quello che abbiamo sentito dal Vangelo! Ecco quest'uomo cieco e non è un
caso e non è neppure semplicemente il guaio di una cecità fisica.
Certamente il gesto dell'Evangelista, il contesto ci parlano anche di una
cecità molto più profonda e dunque questa necessità nostra di ritornare
quotidianamente a vedere nella fede ciò che i nostro occhi umani non potrebbero
permettere di vedere perché sono vere ed autentiche e presenti, ma per vederle
abbiamo bisogno degli occhi della fede, abbiamo bisogno che il Signore
veramente tocchi ogni giorno la nostra vista e ci permetta di vedere oltre, non
quella pratica che vediamo tutti i giorni, ma quella interiore, quella che proviene
soprattutto dall'ascolto della parola di Dio.
Quest'uomo chiede pietà: "Figlio di Davide abbi pietà di me". Ecco io
ricordo sempre, di fronte a questo brano di Vangelo, come in fondo questo
chiedere pietà è ancora inadeguato nella nostra traduzione perché il verbo
originale che viene usato nel Vangelo è il verbo del questuante: "Signore
fai realmente l'elemosina" e non per niente ci dice che quest'uomo era
lungo la strada proprio a chiedere l'elemosina. Ma perché questo? Per
ricordarci che noi siamo dei questuanti, delle persone che hanno bisogno
quotidianamente di tendere le mani a Dio e chiedere: "Signore facci
l'elemosina", un'elemosina che non è quella che si può fare a un
disagiato, quant'altro, ma quella che Dio compie nei confronti della Sua creatura.
La creatura, per quanto possa pensare di essere grande, potente, intelligente,
di fatto è una creatura.
Noi abbiamo un limite, noi abbiamo realmente una nostra fragilità e, se Dio non
ci viene incontro, quel limite e quella fragilità segnano drammaticamente la
nostra esistenza, soprattutto la nostra esistenza interiore. Ecco, abbiamo
bisogno che il Signore ci venga incontro. E Lui lo fa. Qui lo ha fatto con un
gesto particolare, ma anche con noi lo fa con gesti particolari. Perché il
Signore non ci ha lasciato solo la Sua parola. Intanto ci ha promesso la Sua
presenza, sempre: "Sarò con voi tutti i giorni fino alla fine dei
tempi" e poi ci ha promesso una presenza efficace che da una parte noi
possiamo conoscere attraverso l'annuncio della parola, ma della quale possiamo
fare esperienze attraverso i Suoi gesti. Quali sono i gesti privilegiati?
Quelli che noi comunemente e giustamente chiamiamo i Suoi Sacramenti:
attraverso il Battesimo veniamo realmente fatti, generati figli di Dio;
attraverso la Riconciliazione veramente veniamo nuovamente riconciliati con
Lui; attraverso l'Eucaristia siamo realmente nutriti del Suo corpo e del Suo
sangue e così via, in tutti e sette i Sacramenti e di questi uno ha particolare importanza.
Certo, quello fondamentale è il Battesimo che è la porta di tutti. Quello
essenziale, cioè la pienezza, è l'Eucaristia perché è la presenza stessa del
Signore Gesù, ma quanto è importante il Sacramento dell'Ordine! Che permette
che quell'Eucaristia possa essere celebrata. Ecco perché è importante la
presenza del Pastore, del Sacerdote, perché lì può essere celebrata
l'Eucaristia e la Chiesa realmente non solo si identifica ma si realizza,
cresce proprio attorno all'Altare del Signore, attorno a quel "Prendete e
mangiatene tutti" ma perché è diventato Corpo di Cristo, perché è
diventato Sangue di Cristo. Non è la distribuzione di un simbolo. È veramente
il dono di una realtà che Lui ha lasciato ai Suoi e che i Suoi ci hanno
trasmesso ed è giunta fino a noi.
Ecco, noi oggi dobbiamo dire grazie di tutta questa gratuità e grazie del dono
di avere presente un Pastore, come anche altri confratelli, che possono
realmente spezzare il Pane di questo dono in mezzo a noi.
Abbiamo sentito nel momento dell'Accoglienza, giustamente è stato sottolineato,
abbiamo bisogno di conversioni sacerdotali. Ricordiamoci di questa preghiera.
Il Signore ce lo chiede: "Pregate il Signore della messe perché mandi
operai per la Sua messe" e direi che proprio noi che siamo qua dunque
anche con una sensibilità particolare nella fede comprendiamo quanto sia
necessario e fondamentale avere il dono di nuovi sacerdoti, di accogliere il
nuovo Pastore, sia per il suo nuovo compito che gli viene affidato nella
Chiesa, ma sia anche il nostro compito di pregare il Padrone della messe perché
veramente mandi santi sacerdoti alla Sua messe.
Ora, momento per momento, seguiremo quello che viene compiuto: la rinnovazione
delle promesse sacerdotali e poi il grande momento di rinnovazione proprio
della professione di fede e poi quei gesti semplici che sono importanti e verrà
condotto in quei luoghi dove lui svolgerà il suo ministero, ecco quei luoghi
dove si realizzano i gesti fondamentali di Dio. È bello. Direi non è solo un
momento celebrativo, ma è anche veramente un momento in cui ciascuno di noi è
chiamato a pensare alla bellezza della propria fede, per poi darne tutti
insieme testimonianza al mondo. Ecco vediamolo perché sia proprio un momento di
Grazia e di salvezza per noi".
Sabato 3 novembre - Come ogni primo sabato del mese abbiamo un appuntamento
molto importante da rispettare: il Pellegrinaggio Mariano mensile che oggi si
svolgerà nella bellissima ed antica Chiesa di Santa Maria Maddalena di
Castelnuovo Magra.
Siccome il tragitto da compiere è abbastanza breve, i partecipanti del nostro
Comune faranno uso delle auto private. Io sono arrivato con un certo anticipo e
quindi ho potuto parlare a lungo con alcuni partecipanti in un ambiente davvero
suggestivo, la Piazza Querciola, dove domina il castello, già Palazzo Vescovile
di Luni. Sono presenti i parroci dell'intero Vicariato di Luni.
La cerimonia è aperta dal nostro Vescovo con la seguente esortazione:
"Carissimi, la Chiesa che è nostra madre sollecita, ricorda sempre ai suoi
figli le verità della fede, non semplicemente come dogmi o norme, ma come
realtà che riguardano la vita, la persona. Con le celebrazioni di questi giorni
c'è stato ricordato che la Chiesa è pellegrinante nel tempo verso la città
Santa: la Gerusalemme del cielo, dove vivremo in pienezza quello che qui viviamo
nella fede. Anche il gesto del pellegrinaggio che mensilmente viviamo è un
richiamo a questo: ci dice il popolo di Dio è pellegrino verso una meta
precisa, la visione di un Dio Uno e Trino, partecipando alla vita di quella
comunità composta da Maria SS., i Santi, gli Angeli e tutti quei fratelli che
abbiamo conosciuto e amato e che ci attendono in quel giorno senza tramonto. In
questo cammino per vincere la tentazione della distrazione abbiamo
l'Eucarestia, corpo di Cristo che ci sostiene, memoriale della Pasqua che ci
infonde speranza, speranza che è certezza del futuro meraviglioso a cui siamo
destinati. In questo cammino abbiamo bisogno di guide che ci dicano con la vita
e l’insegnamento dove guardare, per cui insieme chiediamo che Maria, Madre di
questo popolo interceda affinché non manchino guide forti e tenere che dicano
dove guardare".
Quindi si è snodata la processione lungo le strade del borgo, con la recita del
S.Rosario, intervallata dal bellissimo canto Mariano "È l'ora che
pia".
Davvero meravigliosa la Chiesa di Santa Maria Maddalena dove partecipiamo ad
una solenne S.Messa, celebrata dal nostro Vescovo ed accompagnata da canti
eseguiti magistralmente.
Molto profonda, come sempre, l'omelia del nostro Vescovo che di seguito
riporto:
"Viviamo questo nostro sabato , questo nostro pellegrinaggio, questo
nostro andare da Maria, proprio alla luce di questa parola di Dio che abbiamo
ascoltato insieme nella liturgia.
Da una parte abbiamo l'Apostolo che si
trova di fronte un interrogativo:
"Cosa fare della sua vita: essere con Dio, essere con i fratelli per il
servizio". E abbiamo sentito poi la sua scelta, certo.
Dice: "Poter già essere liberato da questo corpo e poter così vivere
quella pienezza ma, per conto mio, sono convinto che resterò e continuerò ad
essere d'aiuto a voi tutti".
E dall'altra parte abbiamo il Vangelo che ci chiede realmente di vivere
quell'ultimo posto ma non per rimanere necessariamente ultimi, ma proprio per
far sì che il Signore possa Lui collocarci al posto che ha deciso per noi.
Ecco, allora in questa luce della parola di Dio, oggi noi viviamo la figura di
Maria. In fondo Maria è colei che è assunta in cielo, dunque è nella pienezza
della Sua gloria, ma è anche Colei che ci è affidata come madre; dunque è nella
presenza in mezzo a noi, silenziosa, invisibile ma efficace. E poi La possiamo
veramente venerare come Maria che intercede le grazie per noi: di quella
intercessione materna di cui solo Lei è capace.
Diventa però segno della Chiesa, Madre, dalla quale siamo nati nel fonte
battesimale, della quale siamo figli e con la quale viviamo in comunione,
quella comunione che Dio ha scritto nei nostri cuori proprio ad immagine e
somiglianza Sua, che è realtà di amore e di comunione.
E poi abbiamo questa intercessione , appunto, di Maria, intercessione presso di
noi, intercessione che nasce - ce lo ricordiamo - da una parte, per il fatto
che Maria è la madre di Gesù, dunque la madre del Capo e noi siamo le membra e,
dall'altra, perché il Signore Gesù ce La affida come madre e ci affida a Lei
come figli.
E allora, se noi guardiamo questa pagina evangelica, che ovviamente Gesù
indirizza ai presenti di quel momento, vedendo i loro comportamenti. Dice il
Vangelo di Luca:" Sceglievano i primi posti”. Ebbene questa pagina
evangelica invita invece a mettersi all'ultimo posto perché , vedendo, colui che ti ha invitato ti dica:
"Amico passa più avanti". Ecco
noi in questa pagina evangelica, veramente, vediamo la figura di Maria. Maria
si colloca all'ultimo posto fin dal primo momento. Fin dal primo momento dice:
"Ha guardato la piccolezza della sua serva!". E proprio perché si
colloca a quest'ultimo posto, La troviamo, poi, al primo posto: perché sotto la
Croce c'è Lei, non ci sono gli altri!
Maria da quel silenzio dell'annunciazione, da quel gioire nel Magnificat, da
quel custodire tutto nel Suo cuore, apparentemente rimane sempre a lato della
scena di Gesù, si trova invece proprio nel cuore della redenzione. Maria è
sotto la Croce e a Maria, non ad altri, viene detto: "Ecco tuo figlio!".
E di Maria, e non di altri, viene detto: "Ecco tua madre!". Allora
questo legame semplicemente devozionale, che giustamente dobbiamo avere, ma è
un legame che proviene proprio dal cuore del Signore Gesù. È Lui che vuole che
la madre rimanga con noi; è Lui che vuole che noi rimaniamo con la Madre e che
questo vincolo profondo non si separi mai. Maria è dunque capace di intercedere
per noi proprio perché è madre, ma è anche segno di quella maternità grande
della Chiesa, alla quale sempre dobbiamo fare riferimento, se vogliamo vivere
la pienezza della nostra fede.
Allora accogliamola così, nella Parola, per accoglierla poi nel grande
Sacramento dell'Eucarestia e invocare da Maria proprio la grazia di Sante
Vocazioni sacerdotali per la nostra
Chiesa. Chiediamole con fede e chiediamole con l'intensità dei figli,
affidandole alle mani premurose della Vergine Madre.