Domenica
23
settembre - Insieme a mia moglie, ho avuto la possibilità di vivere
un'esperienza veramente eccezionale, accompagnando la mia nipotina Margherita a
Milano per partecipare alle prove per l'allestimento della nuova versione del
meraviglioso "Mary Poppins - Il Musical" che è andato in scena presso
il Teatro Nazionale di Milano, a partire dal 5 ottobre e che si ripeterà per
cinque giorni la settimana fino al 31 dicembre, con la partecipazione di attori
di grande fama nazionale e con una meravigliosa orchestra che esegue, dal vivo,
le indimenticabili musiche che hanno incantato tutto il mondo. Quindi abbiamo
dovuto soggiornare a Milano per due settimane.
Non vi nascondo che mi è molto dispiaciuto non partecipare, per così lungo
tempo, alle funzioni religiose nella mia parrocchia e non aver potuto dare il
mio contributo organizzativo, ma vi debbo confessare che le emozioni provate in
questo lungo soggiorno milanese sono state davvero indimenticabili. Inoltre,
frequentando le funzioni religiose in varie chiese, ho avuto modo di provare
nuove sensazioni e coinvolgimenti indimenticabili.
Non avendo lo spazio per soffermarmi su ognuna di esse, mi limito a riportare,
in sintesi, l'omelia ascoltata nella messa domenicale presso la Chiesa di San
Remigio a Vimodrone ( Milano ): " Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia
carne per la vita del mondo": il pane è la vita stessa di Gesù, il suo
essere Figlio di Dio in noi, per renderci figli come Lui. La liturgia di questa
Domenica è invito a riconoscere la fame di questo pane e a superare la sazietà
che ci illude di bastare a noi stessi. È infatti il Signore Gesù, Pane di vita
nuova, che accompagna e sostiene il nostro cammino nel tempo, anche quando la
nostra vita sembra incontrare il deserto della delusione, del dubbio, dello
smarrimento e della sfiducia. Con la forza di questo pane, come è avvenuto per
il profeta Elia, possiamo camminare con un nuovo slancio e vigore, trovando
soccorso nella nostra debolezza. Dio non fa mancare ciò che ci nutre e ci
sostiene nelle fatiche di ogni giorno. Gesù è il nostro cibo, Parola e pane di
vita eterna.
L'Eucaristia che celebriamo è il luogo privilegiato della Sua Presenza e della
manifestazione del Suo Amore. Ce lo ricorda anche S. Paolo che, scrivendo ai
Corinzi, racconta del dono dell'Eucarestia: Essa è annuncio della Sua morte e
resurrezione, è il cuore della nostra fede".
Sabato
6 ottobre - Come sopra riferito, io mi trovo a Milano al seguito
della mia nipotina Margherita e sto vivendo un'esperienza veramente
indimenticabile. L'unico rincrescimento è quello di non poter partecipare al
Pellegrinaggio Mariano mensile che si svolge a Suvero, presieduto dal nostro
Vescovo, S.E. Mons.Luigi Ernesto Palletti. Siccome mi dispiace infinitamente di
non riportare sul Sentiero l'omelia del nostro Vescovo e quindi privare i
lettori di questo immenso arricchimento, ho pensato di avvalermi della grande
disponibilità del mio caro amico Italo Lunghi di Tele Liguria Sud che, con
grande generosità, mi ha trasmesso l'omelia stessa, che di seguito riporto:
"Abbiamo ascoltato la parola di Dio; realmente il Signore stamattina ci
viene incontro e ci viene incontro ricordando una grande verità:
"Rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli".
Ecco, questo deve essere la fonte della nostra gioia! Non è la potenza, non
sono altre cose, è invece questo essere scritti nei cieli; quei nomi scritti
nei cieli che diventano per noi quasi una garanzia, ma nello stesso tempo anche
un forte impegno, una responsabilità da parte nostra. Da una parte garanzia,
perché vuol dire che se quei nomi sono scritti, veramente il Padre ci ama e noi
sappiamo che Dio ama tutti gli uomini. Dunque non c'è un nome non scritto. Ma
non è detto che a quel nome scritto, corrisponde un sì da parte nostra; ecco
allora l'impegno, la responsabilità! Un conto essere scritto, un conto è dare
la risposta.
Nel cammino che abbiamo fatto, abbiamo sentito: la fede è certo la luce di Dio;
c'è una chiamata da parte di Dio, ma Dio attende la nostra risposta. E questo
diventa per noi fondamentale, sia perché e in modo particolare in questo nostro
primo pellegrinaggio del nuovo anno pastorale e soprattutto alla luce del
Sinodo dei Vescovi sui giovani vogliamo veramente riflettere su questo. Dio ci
chiama, Dio ci ama, Dio pronuncia il nostro nome e vuole che da parte nostra ci
sia un sì generoso.
Certo le modalità sono molteplici, però Dio è unico e il nostro sì deve essere
veramente un sì personale che noi diciamo; un sì che, se da una parte ci fa
gioire, perché i nomi sono scritti nei cieli, dall'altra parte però ci deve
trovare impegnati a chiedere al Signore la grazia di perseverare costantemente
in questo sì; la grazia di camminare sulla via della luce che Lui ha tracciato
per noi; la grazia di comprendere come veramente ognuno di noi faccia parte di
un progetto preciso che parte dal Cuore di Dio, si concretizza dentro la nostra
storia e chiede a noi di esserne realmente partecipi. Nessuno può mettersi alla
finestra, dice il Papa, e guardare la gente che scorre lungo la via.
Dobbiamo essere dentro quella via della storia perché siamo chiamati
innanzitutto alla santità. È la nostra vocazione, la vocazione di tutto il
genere umano; quando Dio ha pensato l'uomo l'ha pensato lì, nella comunione
eterna con Lui. Dunque l'ha pensato nella santità, perché la santità è la
comunione e termina con Dio. Però non siamo solo chiamati a diventare santi - e
quest'anno sarà un po’ anche il tema del nostro cammino - ma siamo chiamati a
far diventare santi anche i nostri fratelli. Ciò vuol dire che non possiamo
accontentarci di dire: "Io cerco di vivere bene e gli altri avranno la
loro responsabilità, ci pensino loro". Questo sarebbe un atteggiamento
molto simile a quello di Caino quando, richiamato da Dio che gli dice: “Dov’è
tuo fratello?" Dice: "Che ne so io? Mica sono io custode di mio
fratello! ". È invece la bellezza di comprendere come noi siamo chiamati
dentro un cammino di comunione, a diventare santi: non santi da soli, ma santi
con voi, santi insieme a voi, santi col noi della Chiesa e, di conseguenza,
anche a proporre, o meglio ancora pregare, ancora di più annunciare il Vangelo
in modo che anche tutti gli altri possano giungere alla meta della santità. Ora
se questo è vero per ognuno - perché il Papa ce lo ricorda - ogni battezzato è
anche missionario, dunque nessuno di noi è dispensato dall'annunciare il
Vangelo. Forse lo spiegarlo, certamente, richiede una maggiore attenzione ma
l'annunciarlo no! Chiunque di noi può dire: "Sono figlio di Dio; Gesù
Cristo è il salvatore del mondo e io te lo annunzio!".
Ogni battezzato può e deve fare questo annunzio ! Nel venire insieme in
pellegrinaggio, noi sappiamo che il Signore ha costituito alcuni perché possano
essere guide autorevoli della comunità, possano celebrare l'Eucarestia,
celebrare i sacramenti, annunziare il Vangelo con autorevolezza, diventare
garanti di quella fede che poi tutti devono insegnare, ma che devono trovare la
loro garanzia lì. Ecco, allora, non dimentichiamoci quanto sia importante
questo nostro pellegrinaggio perché fin dall'inizio è stato dedicato a chiedere
vocazioni sacerdotali al Signore e mi sembra molto bello chiedere vocazioni
sacerdotali al Signore. Sappiamo quanto sia importante non solo il numero, ma
anche la qualità ovviamente, sappiamo quanto sia necessario che i nostri
giovani, quelli che sono chiamati, possano dire il loro sì al Signore. Però
sappiamo anche quanto sia necessario che tutto questo avvenga non solo per noi,
ma anche attraverso di noi, perché il Signore dice: "Pregate il padrone
della messe che mandi operai alla sua messe!".
Allora se ad alcuni fa la proposta di seguirLo più strettamente, nel
sacerdozio, a tutti dà il comando di pregare. Ecco allora l'importanza di
questo nostro momento nel quale veramente vogliamo pregare e vogliamo anche
accompagnare coloro che magari iniziano a sentire questa voce, ma forse non
l'hanno ancora compresa, hanno bisogno della forza della nostra preghiera e,
perché no, anche della nostra testimonianza!
Poi, in modo particolare, siamo vicini anche ai nostri confratelli, soprattutto
quelli che possono avere un momento di difficoltà nella malattia, in modo
particolare anche Don Andrea: ieri sera ci siamo incontrati per la Veglia.
Ecco, veramente il Signore sostenga tutti quelli che sono chiamati, quelli che
stanno camminando nel ministero, che stanno lottando in un momento difficile
della loro esistenza. Però ricordiamo che questo primo sabato di ogni mese è
dedicato a questo: a chiedere al Signore sante vocazioni per la Sua Chiesa.
Allora sia veramente il cuore di tutto e sia veramente la nostra preghiera
fondamentale di oggi, ma anche di ogni giorno".
Domenica
14 ottobre - Oggi si celebra la festa della Madonna della Salute.
Questa ricorrenza è molto sentita dai parrocchiani di Casano che da sempre le
riservano una particolare devozione. Per questo la S. Messa solenne delle ore
11 viene celebrata a S. Martino. Io ho partecipato anche alla Messa delle ore
9,30 a S. Giuseppe dove, con mia grande sorpresa, era presente un discreto
numero di fedeli e quindi abbiamo potuto eseguire dei bellissimi canti. Quindi
ho raggiunto la Chiesa di S. Martino per rendermi utile nel disbrigo delle
numerose incombenze, mentre veniva celebrata la Messa solenne, con la partecipazione
della corale di S. Giuseppe, diretta da Piergiuseppe.
Bellissima l'omelia di Padre Michele, di cui riporto alcuni passi: “Tutto è
possibile a Dio, impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è
possibile a Dio " dice il brano del Vangelo.
Quando noi sperimentiamo la sofferenza, il dolore, quando siamo colpiti da una
malattia, non c'è la gioia, la tranquillità. Siamo nella malattia e nel dolore,
con tanti pensieri. A volte siamo sereni, altre volte agitati ed altre volte
ancora, arrabbiati. E con chi? Con Dio. Quando qualcuno ti dice: "Prega
per me perché non mi sento bene, prega per me perché ho bisogno" e noi
preghiamo e magari più forte se non avviene ciò che chiediamo. C'è sempre
l'esperienza del dolore, della sofferenza e poi subentra la sfiducia, lo
scoraggiamento, l'angoscia e magari l'ansia.
Ecco noi, in questo giorno stiamo celebrando la festa della nostra Madre, Maria
Santissima , Madonna della salute. E il Vangelo che abbiamo ascoltato ci aiuta
a riflettere su di noi. A quel tale possiamo dare un nome, il nostro nome.
L'incontro con Gesù. Questa persona chiede a Gesù: “Maestro buono cosa devo
fare per avere la vita eterna?" E Gesù dice: "Conosci i Comandamenti.
Mettili in pratica". E Lui: “Li ho osservati fin dalla mia
giovinezza". Ecco il brano del Vangelo che celebriamo oggi ci dice che
Gesù lo amò e poi soggiunse: "Ti manca una cosa per essere felice, per
essere gioioso. Vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in
cielo; e vieni! Seguimi! ". Ascoltando queste parole, dice il Vangelista,
diventò triste e se ne andò via triste perché possedeva tanti beni. Poi Gesù
incominciò a parlare ai discepoli: “Quanto è difficile, per quelli che
possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello
passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio". Chi di
voi non ha bisogno della felicità? Stare tranquilli; senza dolori? E abbiamo la
salute? Tutti abbiamo bisogno della salute e cerchiamo i mezzi per avere il
benessere della salute. Andiamo dai medici e comperiamo le medicine. E se viene
Gesù e ti dice: "Ti manca una cosa: ciò che non ti lascia la felicità e la
gioia" e ci dice il nome. Allora andiamo via tristi e pensiamo: "Ma è
troppo grande per me". Ecco l'ostacolo per accogliere quel Gesù dentro di
noi e guardate quello che dice Gesù quando l'apostolo Pietro dice: "Ecco
noi abbiamo lasciato tutto e Ti abbiamo seguito e quindi siamo bravi". E
Gesù gli rispose: "In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia
lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa
mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento
volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi". Ma
perché dobbiamo lasciare padre o madre? Cosa ti impedisce di stare contento, di
essere felice? Cosa ti impedisce di essere gioioso? Sei invidioso? Non essere
invidioso. Sei geloso o gelosa? Non essere geloso o gelosa. Sei orgoglioso o
orgogliosa? Lascia l'orgoglio. Giudichi sempre? Non giudicare anche se ti piace
chiacchierare. È bello sparlare, ma non sparlare. Questo dice Gesù oggi per
avere la felicità della vita. Chiediamo dunque a Gesù ed alla nostra Madre
Celeste che ci diano la salute che non riguarda solo la malattia fisica.
Conosco persone che soffrono fisicamente ma hanno un cuore tranquillo, sereno.
Conosco persone che non hanno malattie eppure non sono contente. Chiediamo al
Signore ed alla nostra Madre Santissima: "Ho bisogno di essere guarito o
guarita dentro di me, nel mio cuore": questa è una malattia che solo Gesù
e Maria possono guarire. E chiediamo anche la salute del corpo. Questo incontro
con Gesù ci renda felici. Chiediamo questo al Signore e chiediamo
l'intercessione della nostra Madre Celeste.