Sabato 9 giugno - Come ogni
primo sabato del mese, abbiamo un appuntamento molto importante: il
Pellegrinaggio Mariano mensile che oggi ci porterà nella Chiesa "Cuore
Immacolato " di Beverino, in Val Gravegna. Noi partiamo da Casano in
perfetto orario, accompagnati da padre Michele e da padre Domingo, raggiungendo
il punto di ritrovo con un certo anticipo. Qui il nostro Vescovo dà inizio alla
commovente cerimonia con questa esortazione: "Carissimi, ci ritroviamo a
vivere il momento del pellegrinaggio mensile in una memoria liturgica
particolare: la memoria del Cuore Immacolato di Maria; ieri abbiamo celebrato
il S. Cuore di Gesù, giornata di riparazione e di preghiera in modo particolare
per la santificazione del clero, la giornata di oggi è la continuazione di
quella di ieri e ci richiama un cuore che ama: ama Dio e ama l'umanità. Maria
SS. ha amato Dio con tutta sé stessa, Lo ha ascoltato con la mente e con il
cuore; questo ascolto, accoglienza, ha permesso che la Parola eterna del Padre,
Gesù, prendesse dimora nel suo grembo, diventando carne della sua carne, così
da generarlo al mondo. Maria guardandoci vede il volto del suo Figlio e riversa
su di noi lo stesso amore. Anche questa giornata ha la caratteristica della
riparazione, riparare le offese recate al cuore Immacolato, riparare l'Amore
che non è amato. In questo giorno vogliamo fare atto di riparazione e chiedere
che la fede cresca più forte e più bella, così che dalle nostre comunità
sorgano sante vocazioni. La festa del Cuore Immacolato ci dà speranza: il suo
cuore trionferà!"
Quindi dà il via alla consueta marcia verso il Santuario, con la recita del S.
Rosario, intervallata da un canto molto amato da tutti i fedeli: "Mira il
tuo popolo".
Raggiunta la bella ed antica Chiesa "Cuore Immacolato", il Vescovo dà
inizio alla celebrazione di una sentitissima S. Messa, arricchita da canti
commoventi, rivolgendo un'omelia come sempre molto profonda ed avvincente che
di seguito riporto: "Oggi dunque celebriamo il Cuore Immacolato di Maria.
Facciamo questa memoria legatissima alla solennità di ieri perché il Cuore
Immacolato di Maria non può essere separato dal Cuore di Gesù. E questo,
potremmo dire, sorge quasi spontaneamente dal nostro cuore: madre e figlio;
figlio e madre. Ma quel legame è ancora più profondo, perché qui il figlio è il
figlio di Dio. Il Figlio di Dio nasce da Maria per la nostra salvezza. Dunque
siamo dentro al cuore di Dio stesso. Maria è Maria e sappiamo che quel Cuore
Immacolato vuol dire tanto, perché vuol dire anche il fatto che Maria non è mai
stata toccata dal peccato d'origine e dunque è veramente immacolato. Sappiamo
che quel Cuore Immacolato è un cuore attento e Maria lo dimostra nella sua
vita, in modo particolare nelle nozze di Cana dove addirittura previene le
necessità. Un cuore immacolato che ha saputo dare e continua a dare la sua
risposta a Dio. Non si è chiuso tutto al momento dell'angelo: "Ecco sono
la serva del Signore. Si compia di me secondo la tua parola". Quello è stato
l'inizio, ma quel l'inizio ha tutto un suo continuare. Continua nel Gesù
ritrovato fra i dottori del tempio: "Perché hai fatto questo?" E poi
continua in quel "Custodiva tutte queste cose meditandole nel Suo
cuore". Continua alle nozze di Cana quando dice: "Fate quello che Lui
vi dirà". Continua nel silenzio della casa di Nazareth. Continua sotto la
Croce. Continua nella gioia della resurrezione e continua nella gioia della
nascita della Chiesa: Maria con gli Apostoli, nel Cenacolo: l'attesa dello
Spirito. Continua nella storia della Chiesa. Ecco è un cuore che non ha cessato
non solo di essere immacolato, ovviamente, ma di essere attento, di essere
materno nei nostri confronti. Perché unirlo così profondamente a quello di
Gesù? Intanto perché Dio ha voluto che ci fosse questa unione.
Anche naturalmente. È vero Gesù è figlio di Dio ed in quanto Dio è Dio, ma si è
voluto fare uomo come noi. Un uomo straordinario, certamente. Non ha cessato di
essere Dio, certamente; però ha preso un'umanità vera da Maria. Non dobbiamo
mai dimenticarlo! L'umanità di Gesù, presa da Maria, è un'umanità vera, il che
vuol dire che ha un corpo come il nostro, un'anima come la nostra, una volontà
umana. E questo è importantissimo! Tutte le nostre facoltà sono presenti nel
Signore Gesù. Non è un uomo finto, non è un "facciamo finta che".
Solo che quello che dice Lui lo dice come figlio di Dio perché la persona è una
sola e questo è importantissimo perché vuol dire che in quel momento unisce il
cuore di Dio al cuore dell'uomo. Unisce la natura grande di Dio, infinita,
quella che nessuno di noi riesce a comprendere, alla nostra piccola natura e lo
fa come? Lo fa unendole nell'unica Sua persona per cui, con verità, può dire al
Padre: " Padre" e, nello stesso tempo, può dire a noi veramente:
"Fratelli". Questo cuore che ci unisce in Gesù trova il primo
passaggio proprio nel grembo di Maria. In Maria riceve quell'umanità e Maria
vive veramente quella profonda comunione per cui con verità Maria può chiamare
Gesù "Figlio" e con verità Gesù chiama Maria "Mamma". È una
verità profonda. Sarebbe impossibile scindere questi due cuori. E questo per
noi diventa salvezza perché è vero che la salvezza dipende dal Signore Gesù. È
Lui il Redentore dell'uomo, ma sappiamo quanto abbia unito a Sé Maria in questa
opera di salvezza. I Santi ce li scegliamo, Maria non è scelta; Maria è donata:
"Ecco tuo figlio, ecco tua Madre". Però giustamente i santi Padri
dicono: " Ma come pensare che Maria non abbia vissuto il momento della
sofferenza e della morte col Figlio! Lo vive una mamma nella quotidianità e non
lo vive Maria in quella straordinarietà? Poi è un cuore capace di
un'intercessione tutta particolare. Perché? Innanzitutto perché Maria è senza
peccato. Ora, per quanto ognuno di noi possa aver raggiunto un grado altissimo
di santità, nessuno nel primo momento è stato senza peccato. Il peccato di
origine l'abbiamo avuto tutti, Maria no! Ora pensate: se tanto forte è
l'intercessione dei Santi ai quali ci rivolgiamo, i quali il peccato d'origine
l'hanno conosciuto, quanto dev'essere potente l'intercessione di Maria che non
ha mai conosciuto nessuna contraddizione! Non c'è mai stata nessuna ombra in
Maria. Quindi con verità possiamo pensare che in Maria abbiamo un'intercessione
tutta particolare. Poi perché Maria è la Madre di Gesù. Lo abbiamo visto a
Cana: un figlio non può negare qualcosa che gli chiede sua madre. Certe volte
Maria, in un certo qual modo, vive in una sorte di onnipotenza ma non perché
sia onnipotente: Maria è una creatura come noi, però se una creatura come noi
si rivolge a suo figlio e il suo figlio è onnipotente, è ovvio che quello che
gli chiede , lui lo fa. Allora pensate che intercessione grande abbiamo dal
Cuore di Maria!
Poi Maria, non dimentichiamocelo, è assunta in cielo: in cielo in anima e
corpo, nella pienezza, quello che avverrà per ognuno di noi alla fine dei
tempi. Una intercessione unica, una intercessione particolare quella di Maria
ed allora come fare a non pensare che quella intercessione abbia una potenza
superiore ad ogni altro tipo di intercessione? Veramente. Certo Maria è un
membro della Chiesa e dunque la pienezza noi l'abbiamo proprio nella Chiesa,
perché la Chiesa ha tutte le membra, ma però Lei è un membro privilegiato, un
membro che conosce dei privilegi particolari, non per Sé stessa ma che si
realizzano in Sé stessa ma per noi. E allora, veramente, quando noi ci
rivolgiamo a Lei, al Suo cuore immacolato sappiamo che L'abbiamo avuta come
madre. Dalla Croce L'abbiamo avuta come Madre e quindi non è una devozione
quella di Maria: è molto di più!
I Santi ce li scegliamo: li prendiamo tutti, ma un Santo che ci è simpatico
l'abbiamo tutti, non foss'altro quello di cui portiamo il nome. Maria non
L'abbiamo scelta: Maria non è scelta, Maria è donata: "Ecco tuo
figlio", "Ecco tua madre". E questo ci fa capire quanto sia
forte questo legame con Maria.
Non proviene dalla nostra simpatia, dalla nostra scelta, dal nostro modo di
comunicare e grazie al cielo il ruolo dei santi è provvidenziale nel nostro
cammino, ma Maria è di più. Maria è donata! Donata ed è ancora poco dire
donata. È imposta! Lo vuoi o non lo vuoi Quella è tua Madre. Punto e basta.
Ma è bello pensare questo perché è una madre provvidenziale, una madre che ci
sta vicino, una madre che ci accompagna quotidianamente nel cammino, è una
madre che ci garantisce che il Suo cuore immacolato trionferà. Ecco, allora La
vogliamo cogliere così, sia per mettere di fronte a Maria le nostre sofferenze,
sia per mettere di fronte a Maria le nostre gioie, sia per affidare a Maria il
mondo intero che ha bisogno della maternità di Maria e della paternità di Dio,
sia per chiedere a Maria, ed è lo scopo fondamentale di questi nostri
pellegrinaggi, sante vocazioni sacerdotali. È vero che abbiamo bisogno di tutte
le vocazioni, ma oggi chiediamo quelle sacerdotali perché dal sacerdote
scaturisce l'Eucaristia, dal sacerdote provengono i sacramenti, attorno al
sacerdote si riunisce la comunità. Tutti siamo essenziali, tutti siamo
importanti, però oggi chiediamo al Signore che questa figura, veramente, non solo
non venga a mancare , ma sia abbondante perché poi ognuno di noi possa essere
veramente missionario in senso corretto, giusto, bello e doveroso. Ecco
chiediamolo insieme, sapendo che Maria intercede, ma attende anche la nostra
preghiera filiale, che La riconosce Madre ed insieme andare verso un unico
Padre che è nei cieli".
Venerdì 29 giugno - Oggi nella parrocchia di Luni Mare ci sono grandi
festeggiamenti. Intanto perché ricorre la festa patronale di San Pietro
Apostolo ma poi, e soprattutto, perché è presente il nostro Vescovo per
amministrare l'importante sacramento della Cresima a cinque giovinette.
L'avvenimento ha mobilitato tutti i parrocchiani, tanto che la chiesa è
veramente ricolma di fedeli. È presente anche un gruppo di componenti la corale
di Isola che si è integrato con i fedeli di Luni Mare, il tutto diretto da
Nicoletta che ha accompagnato all'organo e che ha eseguito una bellissima messa
"De Angelis" e tanti significativi inni.
Molto profonda, come sempre, l'omelia del Vescovo che, dopo aver sottolineato
l'importanza della ricorrenza della festa di San Pietro e Paolo, ha richiamato
l'attenzione sul grande dono della S. Messa e "il dono dell'Eucaristia,
grande dono che Gesù fa di Sé, lasciandoci non qualche cosa, ma Sé stesso: il
suo corpo, il suo sangue, la sua anima, la sua divinità, la sua presenza viva
in mezzo a noi e lo facciamo attendendo il dono dello Spirito: è un dono
grande, un dono che deve rafforzarci nel nostro cammino. Ecco, Gesù fa una
domanda ai suoi discepoli e poi una risposta da parte di Pietro: "Voi chi
dite che io sia?" E Pietro dà la risposta: "Tu sei il Cristo, il
figlio del Dio Vivente". La risposta è perfetta e noi, in un certo qual
modo, siamo avvantaggiati perché conosciamo questa risposta e sappiamo di poter
rispondere correttamente al Signore Gesù. Però non è sufficiente questo perché
un conto è ascoltare, ed è doveroso ascoltare la parola di Dio, un conto è
credere ed anche questo è molto bello: il Signore ci ha fatto il dono della
fede e dobbiamo custodirlo questo dono, però bisogna che la fede cambi la
nostra vita, cioè quando la parola di Dio scende dentro di me, è vero io devo
dire: "Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivo" perché questa è una
professione di fede, ma poi devo lasciare che Lui mi cambi, altrimenti diventa
solo una fede parlata e non vissuta. Allora dobbiamo lasciare che questa fede
scenda dentro di noi e che vada a cambiare che cosa? Intanto vada a cambiare il
nostro cuore, i nostri sentimenti, la nostra volontà, il nostro modo di
giudicare, il nostro modo di parlare, il nostro modo di agire. Allora la vita
cambia! Ed è importante. Io, ancora in questi giorni, dicevo che se fossimo di
fronte ad un assetato e di fronte ci fosse acqua e lui riconoscesse che quella
è acqua, e questo è già una cosa importante, però se non la prende e non la
beve, muore di sete, anche se ce l'ha di fronte, anche se ha riconosciuto
pubblicamente che quella è acqua, muore di sete.
Ecco, dobbiamo stare attenti noi perché riconosciamo certo la fede, anche
pubblicamente, però poi non la facciamo scendere dentro la vita ed allora siamo
come degli assetati che conoscono l'acqua ma non la bevono e di conseguenza
muoiono. Noi, invece, dobbiamo essere dei testimoni di Dio.
Dunque dobbiamo accogliere la fede che proviene da Lui e che arriva attraverso
la testimonianza degli Apostoli, ma vivendola. Se noi la viviamo, iniziamo a
dare testimonianza. Però è ovvio che nessuno può vedere che io sto credendo, ma
tutti possono vedere come io sto parlando, come io sto pregando ed allora, attraverso
il mio parlare, il mio agire, la mia vita, possono vedere quello che altrimenti
non potrebbe essere visibile. Ecco, così deve essere la nostra testimonianza:
una fede accolta e vissuta nel cuore, perché quello è fondamentale, altrimenti
saremmo vuoti; però una volta che è accolta e vissuta, deve essere anche
manifestata. Il che non vuol dire solo farla vedere, il che è importante,
fondamentale è avere oggi il coraggio di dire che siamo dei cristiani. Questo è
importante, molto importante però c'è di più: dovremmo manifestare la nostra
fede per diffonderla. Il Signore non si accontenta che noi siamo dei credenti,
vuole che noi siamo anche degli annunziatori del Vangelo.
Lo dà proprio come mandato esplicito ai suoi discepoli: "Andate,
annunziate, fate mie discepole tutte le nazioni". Ecco noi oggi, alla luce
dell'Apostolo Pietro, vogliamo accogliere questo mandato. Conosciamo il
Vangelo, dobbiamo ascoltarlo: è il Signore Gesù che ci parla.
Abbiamo i Sacramenti, dobbiamo viverli: è il Signore Gesù che ci santifica
prima col Battesimo, poi con la Riconciliazione per purificarci dei nostri
peccati, l'Eucaristia per darci l'alimento del nostro cammino e quindi abbiamo
tutti i sacramenti e oggi, col sacramento della Confermazione. Lì scende non
qualcosa , ma Qualcuno. È Dio stesso, lo Spirito di Dio che scende per rendere
testimoni, per confermare, per rendere perenni nella fede.
Ora, i doni di Dio sono sempre gratuiti, ma esigono anche la nostra risposta.
Ecco allora, alla luce dell'Apostolo Pietro, che questa risposta l'ha data con
la parola, ma sappiamo che l'ha data anche con la vita, perché morirà per il
Signore Gesù, anche noi cerchiamo di poter dare la nostra risposta semplice,
umile, costante, quotidiana, ma lasciamo che veramente il Vangelo cambi la
nostra vita ed impegniamoci a comunicarlo, a diffonderlo. Non
accontentiamoci di quel che siamo, ma dobbiamo essere di più e , per essere di
più, questo annunzio deve essere fatto da parte di tutti.
Ecco, oggi abbiamo cinque persone che si rendono capaci di annunziare, nella
potenza dello Spirito, il Vangelo. Devono accoglierLo ed ovviamente devono
viverLo. Noi le accogliamo così. Noi ora sentiremo le promesse battesimali di
queste nostre sorelle e poi, insieme a loro, gioiremo del grande dono dello Spirito,
chiedendo per loro l'abbondanza di questo dono, ma chiedendo anche per noi che
si ravvivi nel nostro cuore e che veramente ognuno di noi possa uscire fuori
rinnovato realmente dallo Spirito di Dio.
Accogliamo le promesse del loro Battesimo".
Sabato 7 luglio - Nonostante la stagione estiva inoltrata, continuano i
Pellegrinaggi Mariani mensili e oggi la meta è l'antichissima Chiesa di Nostra
Signora delle Grazie, a Legnaro di Levanto.
Noi partiamo da Casano in perfetto orario e tutto funziona come da programma,
consentendoci di raggiungere la Chiesa parrocchiale di Legnaro, sede del
ritrovo, all'ora stabilita, anzi con un leggero anticipo. Con esattezza
cronometrica il nostro Vescovo dà inizio al pellegrinaggio con la seguente
esortazione: "Carissimi, stiamo compiendo il gesto del pellegrinaggio che
è diventato parte sia della nostra vita personale che di quella ecclesiale.
Dobbiamo vigilare su noi stessi perché non diventi abitudine, routine, ma
viverlo come momento importante per la nostra crescita di cristiani e della
nostra comunità. Per non cadere dentro a questo pericolo occorre viverlo come
un'occasione di crescita che il Signore ci offre per cui è sempre un momento
donato, quindi nuovo, lasciarsi animare dalla speranza, non dimenticando che è
certezza: il chiedere al Signore per intercessione di Maria il dono di
vocazioni deve essere fatto con questa certezza che è fiducia che la nostra
preghiera viene accolta e ha una risposta in una modalità che è propria di Dio
, per cui sorprende sempre (ricordiamoci la lettura del martedì della XII
settimana). Ecco per questo rinnoviamo il nostro impegno, la nostra speranza,
la nostra fiducia; come comunità pellegrinante, aiutiamoci a vicenda in questo,
consapevoli che siamo espressione di tutta la nostra Chiesa".
Fa quindi seguito la marcia di preghiera verso l'antica Chiesa di Nostra
Signora delle Grazie, che è soggetta a lavori di recupero e pertanto la S.
Messa viene celebrata nell'adiacente Cappella, anch'essa molto antica.
Profonda, come sempre, l'omelia del Vescovo Luigi Ernesto che di seguito
riporto:
" Abbiamo sentito come la parola di Dio chiaramente annunzi profeticamente
la pace, ma una pace che nasce ovviamente non semplicemente da un'assenza di
guerra, ma da una pienezza portata proprio dal progetto di Dio e, nello stesso
tempo, il Vangelo ci invita ad un rinnovamento profondo della nostra vita. Non
si tratta di rinnovare qualche cosa: si tratta di rinnovare veramente tutto.
Quella pagina che è molto semplice, potremmo dire comprensibile da tutti, anche
se è profondissima, però è accessibile veramente a tutti. Nessuno va a mettere
una pezza nuova su un vestito vecchio; nessuno mette vino nuovo in otri vecchi
perché sennò si rompe tutto. Ecco, il Vangelo ci invita allora a mettere la
novità della parola di Dio, che poi è la parola del Signore Gesù, la novità
della Sua salvezza, dentro una vita che va rinnovata. Cosa vuol dire? Intanto
una parte l'abbiamo anche meditata venendo su, quando si diceva che Dio non dà
dei comandi da padrone, ma semmai ci parla da padre. Ora fra il comando e la
parola paterna apparentemente potrebbe sembrare non esserci una grande
differenza: il padrone dice: “Fai" ed il papà dice: “Fai". Però se
questo "Fai" lo metti dentro la relazione nuova, cambia tutto. Se lo
metti nella relazione del servo, lo metti in una relazione sì di obbedienza, ma
in modo molto servile; se lo metti nella relazione fra figlio e padre, allora
entra dentro una relazione di maturità, crescita, di amore. E non è detto che
il servo debba comprendere quello che dice il padrone. Al servo viene chiesto
solo di eseguire ciò che viene detto dal padrone, al figlio invece viene
chiesto di condividere, di entrare dentro a quel progetto.
Ecco, il Vangelo ci chiede di mettere questa parola nuova perché è veramente
una parola nuova, ma dentro un contenitore nuovo. Questa volta il contenitore
non è né l'otre del vino né il vestito: è la nostra esistenza. Tanto quanto la
nostra esistenza è veramente fatta di una relazione nuova con Dio, allora
possiamo comprendere quello che ci è stato detto nel Vangelo: lo possiamo
vivere ed allora tutta quell'esigenza evangelica, che è forte, entra dentro la
nostra vita ma non la rompe, la converte; non la distrugge, ma la rinnova.
Ecco, noi siamo chiamati a fare questo. Ovviamente per fare questo abbiamo
bisogno intanto dell'aiuto di Dio, dunque della Sua forza, della Sua grazia: da
soli noi non abbiamo le forze per compiere tutto questo. Abbiamo bisogno della
intercessione dei fratelli, perché ricordiamoci che più volte la parola di Dio
ci ricorda come sia necessario pregare gli uni con gli altri ed abbiamo, in
modo particolare, bisogno dell'intercessione materna di Maria che, prima fra
tutte e sopra di tutte, è capace di una intercessione unica, perché Lei non ha
mai conosciuto il peccato, perché Lei è la Madre del Signore, perché Lei è
assunta in cielo, corpo ed anima. Ecco, di questa intercessione noi abbiamo
estremamente bisogno. Però è anche vero che dobbiamo lasciare che la parola di
Dio converta i nostri cuori, li trasformi, li renda capaci di accoglierLa
sempre più, sempre meglio, sempre più in profondità. Allora oggi, noi insieme
chiediamo proprio questo: da una parte di essere capaci di metterci in ascolto
sempre della parola del Vangelo. Tanto, per quanto l'abbiamo ascoltata, mai l'abbiamo
approfondita e mai l'abbiamo capita fino in fondo. Dunque l 'ascolto è qualcosa
che dovremmo fare sempre. Poi perché la parola eterna di Dio scende sulla
nostra vita che, pur fatta per l'eternità, cambia giorno per giorno e dunque
ogni giorno la stessa parola ha da dire a me cose nuove, sia perché è sempre
nuova, sia perché io ho sempre bisogno di qualche cosa di cui il giorno prima
non avevo bisogno.
E poi chiediamo che questa parola di Dio veramente rinnovi i nostri cuori.
Allora qui ci sta anche un passaggio di conversione grande: da una parte
rinnovi i nostri e rinnovi i cuori di chi da Dio è chiamato in modo particolare
e dunque la nostra preghiera per le vocazioni sacerdotali.
Dio chiama veramente ! È impensabile che Dio non chiami a lavorare nel Suo
regno; è molto più pensabile invece che chi è chiamato non risponda, o forse
non riesca a capire la chiamata per il frastuono che c'è nel mondo o forse non
riesca a fare quel passo decisivo del dire: "Vengo". Ecco noi
dobbiamo compiere la preghiera che il Signore Gesù ci ha affidato: "
Pregate il padrone della messe perché veramente chiami operai per la sua
messe". Ma, nello stesso tempo, dobbiamo pregare perché quelli che sono
chiamati possano avere la forza, la volontà, la libertà di poter dire: "Eccomi".
È un impegno che compete a tutti noi: compete al chiamato rispondere, ma
compete a noi intercedere.
E poi preghiamo proprio per i cristiani perseguitati, ma con una intenzione
particolare: i cristiani del Medio Oriente, proprio questa regione della nostra
terra che ha, da una parte bisogno di pace, dall'altra parte sta anche dando
una grande testimonianza. Nello stesso tempo, è quella parte dove sono avvenuti
i fatti grandi della salvezza e dunque non possiamo dimenticarci di questo e
poi perché quella testimonianza, che diventa feconda certamente perché è sempre
la testimonianza dei martiri, è stata feconda però oggi diventi per noi anche
esemplare, nel ritrovare il nostro senso, la nostra identità di fede, il nostro
cammino nella fede.
Oggi il Papa si incontra con tutti i rappresentanti delle Chiese Cristiane ed
in modo particolare con quelli delle Chiese dell'Oriente e noi vogliamo
partecipare, in certo qual modo, a questo incontro non solo in un momento di
preghiera, ma proprio con l'Eucaristia e quindi in questo momento di preghiera
profonda per cui, pur essendo distanti nello spazio, siamo di fatto
perfettamente vicini nel mistero della salvezza del Signore Gesù. Ecco,
offriamolo! Non è un piccolo contributo, perché le cose piccole poste davanti a
Dio si moltiplicano. Se noi lo offriamo con verità è un contributo grande e di
conseguenza siamo veramente coinvolti nel cammino della fede non solo nostra,
ma di ogni nostro fratello.
Chiediamolo al Signore e continuiamo così la nostra celebrazione".