N° 8 - Settembre 2018
Dal "diario" di un parrocchiano
di Enzo Mazzini


Sabato 9 giugno - Come ogni primo sabato del mese, abbiamo un appuntamento molto importante: il Pellegrinaggio Mariano mensile che oggi ci porterà nella Chiesa "Cuore Immacolato " di Beverino, in Val Gravegna. Noi partiamo da Casano in perfetto orario, accompagnati da padre Michele e da padre Domingo, raggiungendo il punto di ritrovo con un certo anticipo. Qui il nostro Vescovo dà inizio alla commovente cerimonia con questa esortazione: "Carissimi, ci ritroviamo a vivere il momento del pellegrinaggio mensile in una memoria liturgica particolare: la memoria del Cuore Immacolato di Maria; ieri abbiamo celebrato il S. Cuore di Gesù, giornata di riparazione e di preghiera in modo particolare per la santificazione del clero, la giornata di oggi è la continuazione di quella di ieri e ci richiama un cuore che ama: ama Dio e ama l'umanità. Maria SS. ha amato Dio con tutta sé stessa, Lo ha ascoltato con la mente e con il cuore; questo ascolto, accoglienza, ha permesso che la Parola eterna del Padre, Gesù, prendesse dimora nel suo grembo, diventando carne della sua carne, così da generarlo al mondo. Maria guardandoci vede il volto del suo Figlio e riversa su di noi lo stesso amore. Anche questa giornata ha la caratteristica della riparazione, riparare le offese recate al cuore Immacolato, riparare l'Amore che non è amato. In questo giorno vogliamo fare atto di riparazione e chiedere che la fede cresca più forte e più bella, così che dalle nostre comunità sorgano sante vocazioni. La festa del Cuore Immacolato ci dà speranza: il suo cuore trionferà!"
Quindi dà il via alla consueta marcia verso il Santuario, con la recita del S. Rosario, intervallata da un canto molto amato da tutti i fedeli: "Mira il tuo popolo".
Raggiunta la bella ed antica Chiesa "Cuore Immacolato", il Vescovo dà inizio alla celebrazione di una sentitissima S. Messa, arricchita da canti commoventi, rivolgendo un'omelia come sempre molto profonda ed avvincente che di seguito riporto: "Oggi dunque celebriamo il Cuore Immacolato di Maria. Facciamo questa memoria legatissima alla solennità di ieri perché il Cuore Immacolato di Maria non può essere separato dal Cuore di Gesù. E questo, potremmo dire, sorge quasi spontaneamente dal nostro cuore: madre e figlio; figlio e madre. Ma quel legame è ancora più profondo, perché qui il figlio è il figlio di Dio. Il Figlio di Dio nasce da Maria per la nostra salvezza. Dunque siamo dentro al cuore di Dio stesso. Maria è Maria e sappiamo che quel Cuore Immacolato vuol dire tanto, perché vuol dire anche il fatto che Maria non è mai stata toccata dal peccato d'origine e dunque è veramente immacolato. Sappiamo che quel Cuore Immacolato è un cuore attento e Maria lo dimostra nella sua vita, in modo particolare nelle nozze di Cana dove addirittura previene le necessità. Un cuore immacolato che ha saputo dare e continua a dare la sua risposta a Dio. Non si è chiuso tutto al momento dell'angelo: "Ecco sono la serva del Signore. Si compia di me secondo la tua parola". Quello è stato l'inizio, ma quel l'inizio ha tutto un suo continuare. Continua nel Gesù ritrovato fra i dottori del tempio: "Perché hai fatto questo?" E poi continua in quel "Custodiva tutte queste cose meditandole nel Suo cuore". Continua alle nozze di Cana quando dice: "Fate quello che Lui vi dirà". Continua nel silenzio della casa di Nazareth. Continua sotto la Croce. Continua nella gioia della resurrezione e continua nella gioia della nascita della Chiesa: Maria con gli Apostoli, nel Cenacolo: l'attesa dello Spirito. Continua nella storia della Chiesa. Ecco è un cuore che non ha cessato non solo di essere immacolato, ovviamente, ma di essere attento, di essere materno nei nostri confronti. Perché unirlo così profondamente a quello di Gesù? Intanto perché Dio ha voluto che ci fosse questa unione.
Anche naturalmente. È vero Gesù è figlio di Dio ed in quanto Dio è Dio, ma si è voluto fare uomo come noi. Un uomo straordinario, certamente. Non ha cessato di essere Dio, certamente; però ha preso un'umanità vera da Maria. Non dobbiamo mai dimenticarlo! L'umanità di Gesù, presa da Maria, è un'umanità vera, il che vuol dire che ha un corpo come il nostro, un'anima come la nostra, una volontà umana. E questo è importantissimo! Tutte le nostre facoltà sono presenti nel Signore Gesù. Non è un uomo finto, non è un "facciamo finta che". Solo che quello che dice Lui lo dice come figlio di Dio perché la persona è una sola e questo è importantissimo perché vuol dire che in quel momento unisce il cuore di Dio al cuore dell'uomo. Unisce la natura grande di Dio, infinita, quella che nessuno di noi riesce a comprendere, alla nostra piccola natura e lo fa come? Lo fa unendole nell'unica Sua persona per cui, con verità, può dire al Padre: " Padre" e, nello stesso tempo, può dire a noi veramente: "Fratelli". Questo cuore che ci unisce in Gesù trova il primo passaggio proprio nel grembo di Maria. In Maria riceve quell'umanità e Maria vive veramente quella profonda comunione per cui con verità Maria può chiamare Gesù "Figlio" e con verità Gesù chiama Maria "Mamma". È una verità profonda. Sarebbe impossibile scindere questi due cuori. E questo per noi diventa salvezza perché è vero che la salvezza dipende dal Signore Gesù. È Lui il Redentore dell'uomo, ma sappiamo quanto abbia unito a Sé Maria in questa opera di salvezza. I Santi ce li scegliamo, Maria non è scelta; Maria è donata: "Ecco tuo figlio, ecco tua Madre". Però giustamente i santi Padri dicono: " Ma come pensare che Maria non abbia vissuto il momento della sofferenza e della morte col Figlio! Lo vive una mamma nella quotidianità e non lo vive Maria in quella straordinarietà? Poi è un cuore capace di un'intercessione tutta particolare. Perché? Innanzitutto perché Maria è senza peccato. Ora, per quanto ognuno di noi possa aver raggiunto un grado altissimo di santità, nessuno nel primo momento è stato senza peccato. Il peccato di origine l'abbiamo avuto tutti, Maria no! Ora pensate: se tanto forte è l'intercessione dei Santi ai quali ci rivolgiamo, i quali il peccato d'origine l'hanno conosciuto, quanto dev'essere potente l'intercessione di Maria che non ha mai conosciuto nessuna contraddizione! Non c'è mai stata nessuna ombra in Maria. Quindi con verità possiamo pensare che in Maria abbiamo un'intercessione tutta particolare. Poi perché Maria è la Madre di Gesù. Lo abbiamo visto a Cana: un figlio non può negare qualcosa che gli chiede sua madre. Certe volte Maria, in un certo qual modo, vive in una sorte di onnipotenza ma non perché sia onnipotente: Maria è una creatura come noi, però se una creatura come noi si rivolge a suo figlio e il suo figlio è onnipotente, è ovvio che quello che gli chiede , lui lo fa. Allora pensate che intercessione grande abbiamo dal Cuore di Maria!
Poi Maria, non dimentichiamocelo, è assunta in cielo: in cielo in anima e corpo, nella pienezza, quello che avverrà per ognuno di noi alla fine dei tempi. Una intercessione unica, una intercessione particolare quella di Maria ed allora come fare a non pensare che quella intercessione abbia una potenza superiore ad ogni altro tipo di intercessione? Veramente. Certo Maria è un membro della Chiesa e dunque la pienezza noi l'abbiamo proprio nella Chiesa, perché la Chiesa ha tutte le membra, ma però Lei è un membro privilegiato, un membro che conosce dei privilegi particolari, non per Sé stessa ma che si realizzano in Sé stessa ma per noi. E allora, veramente, quando noi ci rivolgiamo a Lei, al Suo cuore immacolato sappiamo che L'abbiamo avuta come madre. Dalla Croce L'abbiamo avuta come Madre e quindi non è una devozione quella di Maria: è molto di più!
I Santi ce li scegliamo: li prendiamo tutti, ma un Santo che ci è simpatico l'abbiamo tutti, non foss'altro quello di cui portiamo il nome. Maria non L'abbiamo scelta: Maria non è scelta, Maria è donata: "Ecco tuo figlio", "Ecco tua madre". E questo ci fa capire quanto sia forte questo legame con Maria.
Non proviene dalla nostra simpatia, dalla nostra scelta, dal nostro modo di comunicare e grazie al cielo il ruolo dei santi è provvidenziale nel nostro cammino, ma Maria è di più. Maria è donata! Donata ed è ancora poco dire donata. È imposta! Lo vuoi o non lo vuoi Quella è tua Madre. Punto e basta.
Ma è bello pensare questo perché è una madre provvidenziale, una madre che ci sta vicino, una madre che ci accompagna quotidianamente nel cammino, è una madre che ci garantisce che il Suo cuore immacolato trionferà. Ecco, allora La vogliamo cogliere così, sia per mettere di fronte a Maria le nostre sofferenze, sia per mettere di fronte a Maria le nostre gioie, sia per affidare a Maria il mondo intero che ha bisogno della maternità di Maria e della paternità di Dio, sia per chiedere a Maria, ed è lo scopo fondamentale di questi nostri pellegrinaggi, sante vocazioni sacerdotali. È vero che abbiamo bisogno di tutte le vocazioni, ma oggi chiediamo quelle sacerdotali perché dal sacerdote scaturisce l'Eucaristia, dal sacerdote provengono i sacramenti, attorno al sacerdote si riunisce la comunità. Tutti siamo essenziali, tutti siamo importanti, però oggi chiediamo al Signore che questa figura, veramente, non solo non venga a mancare , ma sia abbondante perché poi ognuno di noi possa essere veramente missionario in senso corretto, giusto, bello e doveroso. Ecco chiediamolo insieme, sapendo che Maria intercede, ma attende anche la nostra preghiera filiale, che La riconosce Madre ed insieme andare verso un unico Padre che è nei cieli".
Venerdì 29 giugno - Oggi nella parrocchia di Luni Mare ci sono grandi festeggiamenti. Intanto perché ricorre la festa patronale di San Pietro Apostolo ma poi, e soprattutto, perché è presente il nostro Vescovo per amministrare l'importante sacramento della Cresima a cinque giovinette.
L'avvenimento ha mobilitato tutti i parrocchiani, tanto che la chiesa è veramente ricolma di fedeli. È presente anche un gruppo di componenti la corale di Isola che si è integrato con i fedeli di Luni Mare, il tutto diretto da Nicoletta che ha accompagnato all'organo e che ha eseguito una bellissima messa "De Angelis" e tanti significativi inni.
Molto profonda, come sempre, l'omelia del Vescovo che, dopo aver sottolineato l'importanza della ricorrenza della festa di San Pietro e Paolo, ha richiamato l'attenzione sul grande dono della S. Messa e "il dono dell'Eucaristia, grande dono che Gesù fa di Sé, lasciandoci non qualche cosa, ma Sé stesso: il suo corpo, il suo sangue, la sua anima, la sua divinità, la sua presenza viva in mezzo a noi e lo facciamo attendendo il dono dello Spirito: è un dono grande, un dono che deve rafforzarci nel nostro cammino. Ecco, Gesù fa una domanda ai suoi discepoli e poi una risposta da parte di Pietro: "Voi chi dite che io sia?" E Pietro dà la risposta: "Tu sei il Cristo, il figlio del Dio Vivente". La risposta è perfetta e noi, in un certo qual modo, siamo avvantaggiati perché conosciamo questa risposta e sappiamo di poter rispondere correttamente al Signore Gesù. Però non è sufficiente questo perché un conto è ascoltare, ed è doveroso ascoltare la parola di Dio, un conto è credere ed anche questo è molto bello: il Signore ci ha fatto il dono della fede e dobbiamo custodirlo questo dono, però bisogna che la fede cambi la nostra vita, cioè quando la parola di Dio scende dentro di me, è vero io devo dire: "Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivo" perché questa è una professione di fede, ma poi devo lasciare che Lui mi cambi, altrimenti diventa solo una fede parlata e non vissuta. Allora dobbiamo lasciare che questa fede scenda dentro di noi e che vada a cambiare che cosa? Intanto vada a cambiare il nostro cuore, i nostri sentimenti, la nostra volontà, il nostro modo di giudicare, il nostro modo di parlare, il nostro modo di agire. Allora la vita cambia! Ed è importante. Io, ancora in questi giorni, dicevo che se fossimo di fronte ad un assetato e di fronte ci fosse acqua e lui riconoscesse che quella è acqua, e questo è già una cosa importante, però se non la prende e non la beve, muore di sete, anche se ce l'ha di fronte, anche se ha riconosciuto pubblicamente che quella è acqua, muore di sete.
Ecco, dobbiamo stare attenti noi perché riconosciamo certo la fede, anche pubblicamente, però poi non la facciamo scendere dentro la vita ed allora siamo come degli assetati che conoscono l'acqua ma non la bevono e di conseguenza muoiono. Noi, invece, dobbiamo essere dei testimoni di Dio.
Dunque dobbiamo accogliere la fede che proviene da Lui e che arriva attraverso la testimonianza degli Apostoli, ma vivendola. Se noi la viviamo, iniziamo a dare testimonianza. Però è ovvio che nessuno può vedere che io sto credendo, ma tutti possono vedere come io sto parlando, come io sto pregando ed allora, attraverso il mio parlare, il mio agire, la mia vita, possono vedere quello che altrimenti non potrebbe essere visibile. Ecco, così deve essere la nostra testimonianza: una fede accolta e vissuta nel cuore, perché quello è fondamentale, altrimenti saremmo vuoti; però una volta che è accolta e vissuta, deve essere anche manifestata. Il che non vuol dire solo farla vedere, il che è importante, fondamentale è avere oggi il coraggio di dire che siamo dei cristiani. Questo è importante, molto importante però c'è di più: dovremmo manifestare la nostra fede per diffonderla. Il Signore non si accontenta che noi siamo dei credenti, vuole che noi siamo anche degli annunziatori del Vangelo.
Lo dà proprio come mandato esplicito ai suoi discepoli: "Andate, annunziate, fate mie discepole tutte le nazioni". Ecco noi oggi, alla luce dell'Apostolo Pietro, vogliamo accogliere questo mandato. Conosciamo il Vangelo, dobbiamo ascoltarlo: è il Signore Gesù che ci parla.
Abbiamo i Sacramenti, dobbiamo viverli: è il Signore Gesù che ci santifica prima col Battesimo, poi con la Riconciliazione per purificarci dei nostri peccati, l'Eucaristia per darci l'alimento del nostro cammino e quindi abbiamo tutti i sacramenti e oggi, col sacramento della Confermazione. Lì scende non qualcosa , ma Qualcuno. È Dio stesso, lo Spirito di Dio che scende per rendere testimoni, per confermare, per rendere perenni nella fede.
Ora, i doni di Dio sono sempre gratuiti, ma esigono anche la nostra risposta. Ecco allora, alla luce dell'Apostolo Pietro, che questa risposta l'ha data con la parola, ma sappiamo che l'ha data anche con la vita, perché morirà per il Signore Gesù, anche noi cerchiamo di poter dare la nostra risposta semplice, umile, costante, quotidiana, ma lasciamo che veramente il Vangelo cambi la nostra vita ed impegniamoci a comunicarlo, a diffonderlo. Non
accontentiamoci di quel che siamo, ma dobbiamo essere di più e , per essere di più, questo annunzio deve essere fatto da parte di tutti.
Ecco, oggi abbiamo cinque persone che si rendono capaci di annunziare, nella potenza dello Spirito, il Vangelo. Devono accoglierLo ed ovviamente devono viverLo. Noi le accogliamo così. Noi ora sentiremo le promesse battesimali di queste nostre sorelle e poi, insieme a loro, gioiremo del grande dono dello Spirito, chiedendo per loro l'abbondanza di questo dono, ma chiedendo anche per noi che si ravvivi nel nostro cuore e che veramente ognuno di noi possa uscire fuori rinnovato realmente dallo Spirito di Dio.
Accogliamo le promesse del loro Battesimo".
Sabato 7 luglio - Nonostante la stagione estiva inoltrata, continuano i Pellegrinaggi Mariani mensili e oggi la meta è l'antichissima Chiesa di Nostra Signora delle Grazie, a Legnaro di Levanto.
Noi partiamo da Casano in perfetto orario e tutto funziona come da programma, consentendoci di raggiungere la Chiesa parrocchiale di Legnaro, sede del ritrovo, all'ora stabilita, anzi con un leggero anticipo. Con esattezza cronometrica il nostro Vescovo dà inizio al pellegrinaggio con la seguente esortazione: "Carissimi, stiamo compiendo il gesto del pellegrinaggio che è diventato parte sia della nostra vita personale che di quella ecclesiale.
Dobbiamo vigilare su noi stessi perché non diventi abitudine, routine, ma viverlo come momento importante per la nostra crescita di cristiani e della nostra comunità. Per non cadere dentro a questo pericolo occorre viverlo come un'occasione di crescita che il Signore ci offre per cui è sempre un momento donato, quindi nuovo, lasciarsi animare dalla speranza, non dimenticando che è certezza: il chiedere al Signore per intercessione di Maria il dono di vocazioni deve essere fatto con questa certezza che è fiducia che la nostra preghiera viene accolta e ha una risposta in una modalità che è propria di Dio , per cui sorprende sempre (ricordiamoci la lettura del martedì della XII settimana). Ecco per questo rinnoviamo il nostro impegno, la nostra speranza, la nostra fiducia; come comunità pellegrinante, aiutiamoci a vicenda in questo, consapevoli che siamo espressione di tutta la nostra Chiesa".
Fa quindi seguito la marcia di preghiera verso l'antica Chiesa di Nostra Signora delle Grazie, che è soggetta a lavori di recupero e pertanto la S. Messa viene celebrata nell'adiacente Cappella, anch'essa molto antica.
Profonda, come sempre, l'omelia del Vescovo Luigi Ernesto che di seguito riporto:
" Abbiamo sentito come la parola di Dio chiaramente annunzi profeticamente la pace, ma una pace che nasce ovviamente non semplicemente da un'assenza di guerra, ma da una pienezza portata proprio dal progetto di Dio e, nello stesso tempo, il Vangelo ci invita ad un rinnovamento profondo della nostra vita. Non si tratta di rinnovare qualche cosa: si tratta di rinnovare veramente tutto. Quella pagina che è molto semplice, potremmo dire comprensibile da tutti, anche se è profondissima, però è accessibile veramente a tutti. Nessuno va a mettere una pezza nuova su un vestito vecchio; nessuno mette vino nuovo in otri vecchi perché sennò si rompe tutto. Ecco, il Vangelo ci invita allora a mettere la novità della parola di Dio, che poi è la parola del Signore Gesù, la novità della Sua salvezza, dentro una vita che va rinnovata. Cosa vuol dire? Intanto una parte l'abbiamo anche meditata venendo su, quando si diceva che Dio non dà dei comandi da padrone, ma semmai ci parla da padre. Ora fra il comando e la parola paterna apparentemente potrebbe sembrare non esserci una grande differenza: il padrone dice: “Fai" ed il papà dice: “Fai". Però se questo "Fai" lo metti dentro la relazione nuova, cambia tutto. Se lo metti nella relazione del servo, lo metti in una relazione sì di obbedienza, ma in modo molto servile; se lo metti nella relazione fra figlio e padre, allora entra dentro una relazione di maturità, crescita, di amore. E non è detto che il servo debba comprendere quello che dice il padrone. Al servo viene chiesto solo di eseguire ciò che viene detto dal padrone, al figlio invece viene chiesto di condividere, di entrare dentro a quel progetto.
Ecco, il Vangelo ci chiede di mettere questa parola nuova perché è veramente una parola nuova, ma dentro un contenitore nuovo. Questa volta il contenitore non è né l'otre del vino né il vestito: è la nostra esistenza. Tanto quanto la nostra esistenza è veramente fatta di una relazione nuova con Dio, allora possiamo comprendere quello che ci è stato detto nel Vangelo: lo possiamo vivere ed allora tutta quell'esigenza evangelica, che è forte, entra dentro la nostra vita ma non la rompe, la converte; non la distrugge, ma la rinnova. Ecco, noi siamo chiamati a fare questo. Ovviamente per fare questo abbiamo bisogno intanto dell'aiuto di Dio, dunque della Sua forza, della Sua grazia: da soli noi non abbiamo le forze per compiere tutto questo. Abbiamo bisogno della intercessione dei fratelli, perché ricordiamoci che più volte la parola di Dio ci ricorda come sia necessario pregare gli uni con gli altri ed abbiamo, in modo particolare, bisogno dell'intercessione materna di Maria che, prima fra tutte e sopra di tutte, è capace di una intercessione unica, perché Lei non ha mai conosciuto il peccato, perché Lei è la Madre del Signore, perché Lei è assunta in cielo, corpo ed anima. Ecco, di questa intercessione noi abbiamo estremamente bisogno. Però è anche vero che dobbiamo lasciare che la parola di Dio converta i nostri cuori, li trasformi, li renda capaci di accoglierLa sempre più, sempre meglio, sempre più in profondità. Allora oggi, noi insieme chiediamo proprio questo: da una parte di essere capaci di metterci in ascolto sempre della parola del Vangelo. Tanto, per quanto l'abbiamo ascoltata, mai l'abbiamo approfondita e mai l'abbiamo capita fino in fondo. Dunque l 'ascolto è qualcosa che dovremmo fare sempre. Poi perché la parola eterna di Dio scende sulla nostra vita che, pur fatta per l'eternità, cambia giorno per giorno e dunque ogni giorno la stessa parola ha da dire a me cose nuove, sia perché è sempre nuova, sia perché io ho sempre bisogno di qualche cosa di cui il giorno prima non avevo bisogno.
E poi chiediamo che questa parola di Dio veramente rinnovi i nostri cuori. Allora qui ci sta anche un passaggio di conversione grande: da una parte rinnovi i nostri e rinnovi i cuori di chi da Dio è chiamato in modo particolare e dunque la nostra preghiera per le vocazioni sacerdotali.
Dio chiama veramente ! È impensabile che Dio non chiami a lavorare nel Suo regno; è molto più pensabile invece che chi è chiamato non risponda, o forse non riesca a capire la chiamata per il frastuono che c'è nel mondo o forse non riesca a fare quel passo decisivo del dire: "Vengo". Ecco noi dobbiamo compiere la preghiera che il Signore Gesù ci ha affidato: " Pregate il padrone della messe perché veramente chiami operai per la sua messe". Ma, nello stesso tempo, dobbiamo pregare perché quelli che sono chiamati possano avere la forza, la volontà, la libertà di poter dire: "Eccomi". È un impegno che compete a tutti noi: compete al chiamato rispondere, ma compete a noi intercedere.
E poi preghiamo proprio per i cristiani perseguitati, ma con una intenzione particolare: i cristiani del Medio Oriente, proprio questa regione della nostra terra che ha, da una parte bisogno di pace, dall'altra parte sta anche dando una grande testimonianza. Nello stesso tempo, è quella parte dove sono avvenuti i fatti grandi della salvezza e dunque non possiamo dimenticarci di questo e poi perché quella testimonianza, che diventa feconda certamente perché è sempre la testimonianza dei martiri, è stata feconda però oggi diventi per noi anche esemplare, nel ritrovare il nostro senso, la nostra identità di fede, il nostro cammino nella fede.
Oggi il Papa si incontra con tutti i rappresentanti delle Chiese Cristiane ed in modo particolare con quelli delle Chiese dell'Oriente e noi vogliamo partecipare, in certo qual modo, a questo incontro non solo in un momento di preghiera, ma proprio con l'Eucaristia e quindi in questo momento di preghiera profonda per cui, pur essendo distanti nello spazio, siamo di fatto perfettamente vicini nel mistero della salvezza del Signore Gesù. Ecco, offriamolo! Non è un piccolo contributo, perché le cose piccole poste davanti a Dio si moltiplicano. Se noi lo offriamo con verità è un contributo grande e di conseguenza siamo veramente coinvolti nel cammino della fede non solo nostra, ma di ogni nostro fratello.
Chiediamolo al Signore e continuiamo così la nostra celebrazione".

 



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