Sabato
28 aprile - Grande avvenimento nella Chiesa del Preziosissimo Sangue
a Caffaggiola dove un elevato numero di
fedeli di Luni e di Isola si sono stretti intorno a 16 loro figli, 15 loro
figlie ed un adulto, che hanno ricevuto
il sacramento della Confermazione, più conosciuto come Cresima.
Questo sacramento è molto sentito da noi cristiani e riveste una grande
importanza dato che, insieme al Battesimo ed all'Eucaristia, costituisce
l'insieme dei "sacramenti dell'iniziazione cristiana" e quindi è
essenziale per il rafforzamento della grazia battesimale. Proprio attraverso il
sacramento della Confermazione i battezzati vengono infatti arricchiti di una
speciale forza da parte dello Spirito Santo, rafforzati di un più elevato
obbligo di diffondere e difendere, con la parola e con i comportamenti, la fede
come veri testimoni di Gesù.
La bellissima e capiente chiesa di Luni è stracolma di fedeli a fare da cornice
a questa solenne cerimonia. Veramente solenne la Santa Messa "De
Angelis" eseguita dai due cori riuniti di Isola e di Caffaggiola, diretti
da Nicoletta e dal Dott. Giuseppe Cecchinelli e che hanno elevato al Signore
dei canti meravigliosi, il tutto in un'atmosfera profusa di grande fede e
profonda commozione. Molto accorata la presentazione dei nostri ragazzi che
stanno per ricevere l'importante sacramento, rivolta al Vescovo da parte del
Parroco, don Carlo Cipollini: "Eccellenza Reverendissima, Le presento
alcuni ragazzi e un adulto che oggi hanno chiesto di diventare ufficialmente
portatori della buona notizia del Vangelo: essere cristiani. Accanto a loro ci
sono delle figure importanti: padrino e madrina. Abbiamo chiesto di sceglierli
nella fede. È un cammino fondamentale, importante. La Chiesa, e Lei qui
presente ne è la grande testimonianza, vuole bene alla storia degli uomini e
chiede che siano affiancati da una testimonianza vera, importante. Ecco allora
il vostro servizio, padrini e madrine. Ecco allora la vostra testimonianza,
ragazzi che state crescendo. Io vi ho conosciuti da pochi mesi, però ho subito
notato in voi la curiosità della fede, attraverso la vostra vivacità, la vostra
forza. Però cercate curiosamente quello che è la proposta grande della vostra
vita e, con gioia grande, ho capito che i vostri genitori la cercano. È bello
insieme cercare la verità: ecco è un giorno importante. Il vostro Vescovo vi
offre quello che è il segreto dell'amore, quello che è la chiave molto piccola,
ma potente, che apre la porta della verità. Sono contento che sia venuto in un
giorno particolare. Ci ha portato anche la reliquia di Itala Mela, una santa
del nostro territorio. Oggi la Chiesa, la nostra Chiesa, sottolinea che è la
Sua festa.
Ecco, sono tante le cose che rallegrano il nostro cuore. Viviamo con gioia
questo momento così importante per la nostra vita".
Segue quindi l'omelia del nostro Vescovo, Luigi Ernesto Palletti, come sempre
molto profonda e che riporto integralmente: "Abbiamo ascoltato insieme la
parola di Dio. È la prima mensa alla quale Gesù ci invita: la mensa della
parola, dove siamo chiamati a nutrirci di quella parola perché è veramente pane
vivo la parola di Dio. Abbiamo bisogno di quella parola per conoscere quella
verità profonda, come quella che quotidianamente ovviamente siamo tenuti a
conoscere col nostro intelletto ed anche quello ovviamente viene da Dio, ma
sono sufficienti le nostre forze naturali. Qui c'è di più. Qui c'è la verità di
che cosa è veramente l'uomo, da dove venga e dove vada e quale progetto ci sia
per l'umanità. Ecco, questo è qualcosa che è invece racchiuso nel cuore di Dio
e noi lo possiamo conoscere perché Dio ci apre il Suo cuore. In fondo fa un po'
quello che facciamo noi. Quando vogliamo bene ad una persona, noi ci facciamo
vedere da questa persona, la quale può vedere solo ciò che appare all'esterno.
Il nostro cuore, quello che sta dentro, lo può conoscere nella misura in cui
noi lo riveliamo, apriamo alla sua amicizia. Ecco, Dio fa così con noi. Ci ha
creati, ci ha voluti, ci ha messi nel Suo creato, ci ha fatto un sacco di doni
belli, però c'è di più: vuole dire che cosa è presente nel Suo cuore, dunque il
perché più profondo per cui Lui ci ha creati. Oggi ci viene incontro con la Sua
parola. Il Vangelo lo abbiamo
sentito: "Io sono la vite, voi siete i tralci". Ecco, la vite è un
simbolo molto forte della parola di Dio, ma anche se noi lo cogliamo nella
maniera più semplice, quella di cui possiamo fare esperienza anche con una
pianticella che abbiamo in casa: può essere bella, avere dei fiori, se è per
esempio nel giardino può portare frutti, però tutto questo è possibile tanto
quanto il ramo rimane attaccato al tronco della pianta. Se il ramo si spezza,
anche se ricco di frutti, secca. Gesù usa proprio questo simbolo per dire che
dobbiamo essere in comunione con Lui, se vogliamo veramente portare frutto. Non
è una comunione ideale: è una comunione reale, vera, concreta come è concreta
l'unione fra il tralcio e le vite e questa unione nasce nella sua maniera più
profonda e forte proprio nel Battesimo, quando siamo talmente uniti al mistero
di Dio da permettere che la Sua stessa vita possa essere partecipata a noi, per
cui veramente e realmente ci possiamo chiamare figli di Dio. Però il Signore
dice che non è solo questione di essere uniti a Lui: dobbiamo essere in
comunione piena con Lui. Ed, allora, ecco la necessità di ascoltare la Sua
parola e la necessità di vivere la Sua parola: osservare i Suoi comandamenti.
Non è semplicemente una legge da osservare. È come se noi dicessimo che due
persone che si vogliono bene osservano la legge della fedeltà. Se due persone
si vogliono bene non pensano neppure che ci sia una legge della fedeltà perché
il voler bene porta ad essere fedele, punto e basta! Quando diciamo ad una
persona che c'è la fedeltà è perché è incominciato ad incrinarsi qualcosa che
non va ed allora abbiamo bisogno di una legge che ci dica: “Guarda che devi
essere fedele". Ma finché governa l'amore non andiamo a pensare a quello, perché
è naturale che sia così.
Ecco, i comandamenti del Signore sottolineano ciò che dovrebbe essere naturale
fra di noi, naturale con i nostri fratelli, naturale nel nostro rapporto con
Dio. È vero che siamo fragili e abbiamo anche bisogno di una legge che ci
ricordi i nostri doveri, però non dimentichiamoci che la comunione la si
realizza quando si vive pienamente tutto questo.
Ecco allora che anche l'Apostolo Giovanni ci viene incontro dicendo proprio che
questo osservare la Sua parola, questo vivere la comunione con Dio diventa per
noi vitale e Gesù ritorna, col Suo Vangelo, dicendo: "Attenzione, non è
vitale come è vitale osservare mille leggi". Quante leggi abbiamo nella
nostra vita? Se osservi una legge non paghi una multa, se non la osservi paghi
la multa. Cambia qualcosa nel portafoglio, ma la vita rimane in noi. Qui,
invece, è molto più in profondità: se il tralcio si stacca, la vita cessa. Vuol
dire che la nostra comunione con Dio è qualcosa di essenziale se vogliamo
essere veramente viventi di fronte a Dio. Di questo noi dobbiamo non solo però
ricevere il messaggio evangelico e volerlo vivere, ma dobbiamo anche nutrirci.
Ecco allora il primo impegno: l'ascolto della parola di Dio, del Suo Vangelo
semplice ed accessibile a tutti. Gli studiosi Lo spiegheranno meglio, i
semplici si limiteranno a leggerLo, ma in tutti porta vita, se accolto con un
cuore generoso. Noi non possiamo far finta di non averLo. Fra l'altro è un
librettino piccolo. Lo si legge bene, ma quanto potrebbe nutrire la nostra vita
se prendessimo sul serio quello che Lui ci sta trasmettendo! È il Signore Gesù
Vivente che ci parla attraverso il Suo Vangelo. Gesù però non si è limitato a
darci la Sua parola. Ha voluto darci di più: ci ha dato anche i Suoi gesti.
Alcuni sono diventati gesti particolarmente efficaci perché ce li ha lasciati
come sacramenti: il Battesimo che realmente ci fa diventare figli di Dio;
l'Eucaristia che realmente ci dona il corpo e il sangue vivo del Signore Gesù;
la Riconciliazione che realmente cancella i nostri peccati e ci riporta nella
comunione con Dio e così tutti i sacramenti.
Oggi però ce n'è uno in particolare: quello della Confermazione, che realmente
invoca e realizza la discesa dello Spirito Santo su questi cresimandi. Oggi
diventerete testimoni ovvero, io dico sempre, non solo persone che hanno la
fede, perché la fede ce l'avete già ora, non sareste qui se non aveste la fede,
ma persone che non si accontentano di avere la fede.
Innanzitutto la vogliono portare a maturità e dunque far sì che questa fede
veramente modelli in modo nuovo la vostra vita, il vostro parlare, il vostro
agire, il vostro pensare, il vostro giudicare, il vostro scegliere, il vostro
vivere e poi non si accontentano di avere neppure una fede matura, ma vogliono
diffondere questa fede. Ecco il testimone: colui che non si accontenta di
credere, ma che annuncia o inizia ad annunciare il Vangelo del Signore Gesù. Fa
un po' quello che, come abbiamo sentito, l'Apostolo Paolo aveva iniziato a
fare. Certo, Lui con una certa difficoltà perché Lui era stato un persecutore.
Ci vuole Barnaba ad introdurLo nella comunità. È bello! In fondo è un po' il
padrino di Paolo: Lo introduce nella comunità. Si fa garante con gli Apostoli
che di quello ci si può fidare. È proprio la figura più bella del padrino:
"Guarda, ti accompagno io, spiego io che di te ci si può fidare, ti seguo
perché gli Apostoli siano garantiti che tu sei diventato una realtà nuova"
e Paolo sappiamo quale grande realtà diventerà: l'apostolo dei pagani. Ecco,
oggi si realizza, nel nostro piccolo, ma per la stessa efficacia dello Spirito,
tutto questo.
Alcuni vi accompagnano e diventano garanti della vostra presenza, della vostra
affidabilità ed anche del vostro cammino: i vostri padrini e le vostre madrine.
Voi siete qui per dire al Signore che volete la pienezza dello Spirito che
scenderà su di voi e tutto questo per diventare Suoi testimoni.
Ecco, chiediamolo al Signore proprio perché ci ricolmi della Sua grazia, per
voi nell'iniziare questo cammino, per noi che quello Spirito lo abbiamo
recepito già da anni, che Lo ravvivi, che ravvivi il nostro cuore, che ravvivi
la nostra capacità di essere testimoni credenti, fragili, è vero, però
autentici perché, anche nel chiedere misericordia, noi possiamo dare
un'autentica testimonianza. Allora, insieme ora accogliamo la rinnovazione
delle promesse battesimali in questi nostri fratelli e sorelle e poi, insieme a
loro, gioiamo del dono dello Spirito".
Seguono quindi le promesse battesimali e la somministrazione del sacramento
della Confermazione, con l'imposizione della mano del Vescovo sui cresimandi,
per esprimere la discesa dello Spirito Santo su di loro.
Martedì 1 maggio - Alle ore 21 ho
partecipato alla cerimonia di apertura del mese mariano presso il Santuario N.S. del Mirteto in Ortonovo.
La pioggia ha impedito la tradizionale fiaccolata, con recita del S. Rosario,
lungo il percorso cittadino dalla Chiesa di S. Lorenzo fino al Santuario. Per
questo l'intera cerimonia si è svolta all'interno del Santuario.
Abbastanza numerosa la presenza di fedeli, accorsi da tutte le parrocchie e che
hanno sfidato le avversità atmosferiche, affidandosi alla nostra Madre Celeste.
Alla recita del S. Rosario, condotta da Don Carlo, ha fatto seguito la
celebrazione di una S. Messa veramente solenne, animata dal Coro "Padre
Pio" della Parrocchia di San Lazzaro e celebrata dal novello sacerdote Don
Alessio Batti che ha pronunciato una bellissima omelia che riporto
integralmente: " Sia lodato Gesù Cristo. Beata la Vergine Maria! Senza
morte ha meritato la pena del martirio sotto la Croce del Signore. Pensando un
po' all'episodio che abbiamo appena ascoltato nel Vangelo di Giovanni, mi
chiedevo che cosa può aver provato Maria ai piedi della Croce. Certamente il
Suo atteggiamento è stato profondamente diverso da quello degli Apostoli che,
nell'ora del dolore, si sono dileguati. Addirittura Pietro ha rinnegato!
Maria era ai piedi della Croce. Era ai piedi della Croce non solo per assistere
il Figlio negli ultimi momenti della Sua vita, ma era ai piedi della Croce
anche per ricevere un mandato: "Ecco tuo figlio", "Ecco tua
madre"! Da quel momento Maria
diventa la Madre della Chiesa, una Chiesa impaurita, una Chiesa nascosta. La
vedremo poi, andando avanti col Vangelo, nel Cenacolo, insieme ai discepoli, chiusi,
protetti, in quel luogo.
Maria diventa, dicevo, la Madre della Chiesa. Diventa il modello della fede di
ciascuno di noi, il modello del coraggio. Perché, vedete, è facile e lo diceva
proprio non tanto tempo fa il nostro Vescovo, è facile guardare con un po' di
sprezzo, se vogliamo, l'atteggiamento degli Apostoli ad esempio nell' Orto
degli Ulivi: dormivano; o nel momento della condanna del Signore: tutti in fuga
i discepoli. Pietro dice: "Non lo
conosco", però siamo ben sicuri che al loro posto noi avremmo fatto
diversamente? Davanti alla paura, essere seguaci di Gesù Cristo voleva dire
fare la Sua fine. Siamo sicuri che in quella circostanza noi avremmo agito
diversamente? E nel nostro oggi, nella nostra vita, siamo sicuri di non dire
anche noi: "Non Lo conosco. Non sono dei Suoi"? In realtà penso che
se ci poniamo questa domanda con un po' di obiettività, tante volte nella
nostra vita ci sono dei piccoli rinnegamenti, certo non eclatanti, non
addirittura ai livelli del tradimento di Giuda, certamente, però ci sono dei
"Non lo conosco", "Non sono dei suoi" . Eppure lo sono sacramentalmente
in virtù del Battesimo, però tante volte questa parola mi pesa. Questa parola
la vorrei un po' strattonare da una parte all'altra per ritagliarmela su
misura, per farmela un po' più comoda. "Non lo conosco"!
Quante volte anche la nostra testimonianza nei confronti dei fratelli nella
fede è all'insegna di questo "Non lo conosco"? Quante volte anche noi
ci sentiamo cristiani in aggiornamento? E guardate che il Vangelo non si
aggiorna!
Quando vogliamo fare gli aggiornamenti del Vangelo, che sono sempre
accomodamenti a nostro uso e consumo, diciamo i nostri "Non lo
conosco". E allora Maria che cosa ci insegna? Maria ci insegna l'atteggiamento
del fedele.
Maria ai piedi della Croce ci sta; sta ai piedi della Croce. C'è. È presente.
Cosa avrà pensato? Come avrà pregato? Cosa nel Suo cuore di Madre sarà passato
in quel momento? È un bel l'esercizio di meditazione provare ad entrare nel
cuore di Maria, ma sta di fatto che Maria sta ai piedi della Croce, incurante
del pericolo, nella preghiera, nell'abbandono fiducioso. Maria non è disperata
ai piedi della Croce. Non è disperata. Avrà vissuto sicuramente quel dolore
straziante con una straordinaria fede, con una straordinaria speranza e con un
amore senza confini, Lei, l'onnipotente per grazia.
Ebbene, all'inizio di questo mese di maggio ci dice: "Guardate a Me.
Guardate anche voi l'umiltà di questa Serva perché anche in voi il Signore, in ciascuno
di voi, il Signore possa fare grandi cose come ha fatto in Me", ma perché
il Signore possa fare grandi cose, ci vuole un cuore disposto ad accogliere la
grazia e il cuore disposto ad accogliere la grazia è il cuore umile: "Ha
guardato l'umiltà della Sua serva" e non vuol dire, guardate, "umile
come Me non c'è nessuno" perché altrimenti sarebbe una contraddizione in
termini. Vuol dire: ha guardato quella condizione di umiltà nella quale Maria
si trovava, una povera ragazza di un villaggio sperduto ed anche un po'
malfamato. Il Signore farà grandi cose anche in noi se vivremo questo mese di
maggio come un nuovo inizio, un'occasione, una grazia che il Signore ci dà per
ricalibrare la nostra fede, per rimettere al centro della nostra vita Lui e ricordiamoci
che tutto quello che chiediamo al Signore per Maria noi siamo certi che ci
arriva, perché come dice quel grande Santo: "Non si è mai udito che a
Maria venga chiesto qualche cosa ed Ella non lo esaudisca". Non perché
Maria è la massima dei desideri per cui chiedo, risponde e grazia è fatta. No!
Perché quando quello che noi chiediamo è ordinato al nostro ordinamento
spirituale, quando è ordinato a questo, Maria lo porta immediatamente a Dio.
Lei che Lo ha portato nel grembo, Lei che Lo ha accudito fino all'ultimo
istante della Sua vita, Lei che ha ricevuto il mandato di essere madre di
ciascuno di noi. Sia lodato Gesù Cristo".
Sabato 5 maggio - Come ogni primo
sabato del mese, si svolge il Pellegrinaggio Mariano mensile che oggi ha come
meta il Santuario di N.S.della Foce a Cassana di Borghetto Vara.
La partenza da Casano avviene alle ore 6,45 e quindi in perfetto orario. Il
piccolo autobus noleggiato risponde esattamente alle necessità e tutti i posti
sono esauriti. Ci accompagnano Padre Michele e Padre Domingo (Domenico). Alle
ore 8, come da programma, raggiungiamo la località "Ressadora" ed in
perfetto orario inizia il Pellegrinaggio che, come sempre, è aperto dal nostro
Vescovo, S.E. Mons.Luigi Ernesto Palletti che ci ha ricordato che "
abbiamo iniziato da pochi giorni il mese, che nella tradizione cristiana è
consacrato a Maria SS., e siamo invitati in modo più vivo alla recita del
Rosario. Questa preghiera semplice è una preghiera contemplativa, non una
ripetizione di formule come si potrebbe pensare; è un entrare dentro gli
avvenimenti che ci hanno portato la salvezza in compagnia di Maria SS.,
lasciandoci provocare, interpellare dai fatti che meditiamo. Nell'esortazione
sul Rosario del 2003, S. Giovanni Paolo II ci ricorda proprio questo aspetto contemplativo
della preghiera del Rosario, dove oggetto della riflessione è Gesù, per cui
possiamo dire che è una preghiera Cristocentrica. Ad ogni mistero annunciato
dobbiamo metterci di fronte la scena evangelica, le parole che l'accompagnano e
porci dentro a tale scena confrontando la nostra vita, la nostra persona,
lasciandoci guidare da Maria SS., chiedendo a Lei il dono dell'obbedienza,
della sequela ecc..., affidando al Signore attraverso di Lei le varie
intenzioni ad ogni decina. Oggi come ogni mese Le affidiamo la nostra
intenzione: che interceda presso il Suo divin Figlio perché doni alla nostra
Chiesa sante vocazioni. Andiamo in pace".
Quindi i fedeli, abbastanza numerosi, si sono avviati in processione per
raggiungere il Santuario, con la recita del S. Rosario, attraverso un percorso
davvero affascinante anche se un pò in salita e quindi abbastanza impegnativo,
specialmente per le persone più anziane come me. Ma la carica che anima i
pellegrini fa diventare tutto piacevole e commovente. Vale davvero la pena di
provare queste meravigliose sensazioni!
Nel Santuario di Nostra Signora della Foce, davvero gremito di fedeli, viene
celebrata una S. Messa veramente solenne e commovente e, come sempre, i fedeli
sono rapiti dalla profonda omelia del nostro Vescovo, che ha commentato il
Vangelo del giorno e che di seguito riporto: "Oggi nella parola il Signore
ha fatto risuonare questa profonda comunione che c'è fra il discepolo e Lui
stesso: una comunione che rende il discepolo partecipe di tutto ciò che riguarda
la vita del Signore; lo rende partecipe della persecuzione, come lo rende
partecipe anche dell'efficacia del Suo ministero.
Il Signore ci ricorda come tutto sia profondamente così unito a Lui da non
poter essere mai separato, proprio perché il discepolo non diventa
semplicemente uno che segue dall'esterno, ma che entra in comunione con Lui.
Poi ci ricorda che non siamo del mondo. Lui stesso lo dice: "Se foste del
mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti Io dal
mondo, per questo vi odia". Guardiamo innanzitutto la parte più bella:
"Vi ho scelti Io dal mondo". E noi sappiamo, il Signore lo dirà
proprio nel Suo Vangelo: ci ha scelti dal mondo non per toglierci dal mondo, ma
per inviarci nuovamente nel mondo a diventare seme fecondo del Suo Vangelo.
Questo è il senso profondo di quello che il Signore ha voluto compiere su di
noi ed allora ci rendiamo conto come questa comunione sia una comunione
integrale, comunione nella persecuzione: "Se hanno perseguitato Me
perseguiteranno anche voi", comunione nell'accoglienza: "Se hanno
osservato la Mia parola osserveranno anche la vostra". Però tutto questo
ha il suo senso profondo, potremmo dire la sua efficacia, la sua identità,
proprio da quello che il Signore ora va dicendo: "Faranno a voi tutto
questo a causa del mio nome". Dunque è quel "Suo nome", quella
"Sua identità" che segna la nostra identità: è quel "Suo nome" che deve essere
annunciato, nel quale possiamo essere perseguitati o accolti, ma certamente non
nel nostro nome. Noi portiamo Lui. Noi annunziamo Lui. Noi proclamiamo il
Signore Gesù, crocefisso e risorto per noi. Abbiamo sentito anche l'Apostolo
Paolo, abbiamo sentito i primi collaboratori di Paolo, abbiamo sentito quant'è
presente in loro il desiderio, l'ansia, nel senso bello del termine, di portare
a tutti il Signore Gesù.
E di portarLo dentro quella che è l'unica fede, dunque la fede in Gesù Cristo,
figlio di Dio, vero Dio che si è fatto uomo come noi, morto e risorto per noi,
ma di portarLo anche dentro la fede della Chiesa.
Abbiamo sentito nella prima lettura: Paolo andava annunciando non solo Gesù
Cristo, ma anche ciò che gli Apostoli avevano disposto. Erano stati i primi
problemi di discernimento della fede e allora era stato convocato proprio il
gruppo degli Apostoli con Pietro a capo ed avevano dato una linea di
comportamento, che segnerà sempre il cammino della Chiesa. Ecco, l'Apostolo
Paolo ci ricorda come questo annuncio non possa però essere fatto fuori da
quello che è il cammino grande della Chiesa, ma dobbiamo farlo all'interno: con
la fede che la Chiesa ci consegna, con l'autenticità della parola che la Chiesa
ci consegna, con l'autorevolezza che la Chiesa indica sul nostro cammino. E
allora è all'interno di tutto questo che insieme, anche oggi, vogliamo chiedere
sante vocazioni. Abbiamo sentito nel percorso che abbiamo fatto, nel recitare
il Rosario, che ognuno di noi è chiamato a portare l'annuncio di Cristo. Ognuno
di noi è chiamato ad incarnare quell'opera di salvezza e i modi sono tanti: la
famiglia come famiglia, ovviamente ogni battezzato come battezzato, chi lavora
in un campo, facendo bene, cristianamente, autenticamente, ciò che sta facendo,
ma oggi vogliamo puntare la nostra attenzione sulla vocazione sacerdotale,
quella vocazione che permette, per un dono di grazia, non certo per alcun
merito, ma permette di prendere il pane, di pronunziare le parole del Signore e
di donarLo come Corpo Vivente di Cristo; permette di prendere il Calice col
vino, di pronunciarne le parole del Signore e di donarLo come Sangue Vivente di
Cristo. Quella vocazione che permette di celebrare i grandi gesti della
salvezza, che porta a presiedere la comunità, che diventa garanzia di una
comunione nella fede. Ecco, noi abbiamo bisogno di questo! Allora, invochiamolo
insieme, chiediamolo per intercessione della Beata Vergine Maria. Chiediamolo
nella consapevolezza che la verità di questa pagina di Vangelo ha segnato nel
nostro cuore. Chiediamo veramente che ci siano sempre più servi, come dice il
Vangelo, non più grandi del Padrone, ma chiamati da Lui, in comunione con Lui,
partecipi con Lui, dei dolori, delle gioie, dell'annuncio del Vangelo.
Lo chiediamo, e ripeto , in modo particolare lo affidiamo all'intercessione
della Beate Vergine Maria".
Giovedì 10 maggio - L'Adorazione
Eucaristica Interparrocchiale per le vocazioni, questa sera, si svolge presso
il Santuario N.S. del Mirteto in Ortonovo.
Il clima mite e la sede molto amata dai cittadini dell'intero vicariato
favoriscono un'ampia partecipazione ed infatti è presente un bel gruppo di
fedeli con i loro parroci. Bellissimi i canti diretti ed accompagnati
all'organo da Nicoletta.
Molto profonde le meditazioni predisposte ed introdotte da Padre Mario che,
dopo l' Esposizione del Santissimo, ricorda che "ancora una volta il
Signore ci ha convocati. Ci vuole attorno a sé perché senza riserve ci ama e
viene a cercarci dovunque ci troviamo dispersi. E lo fa anche servendosi di una
Guida, Madre e Modello quale lo fu per
Lui nella sua vita terrena. Mentre Gesù ci chiama alla comunione con Sé, la
Vergine Maria ci conduce a Lui affrettando il nostro cammino verso tale
comunione. Preghiamo tutti in silenzio contemplando attentamente Gesù
Eucarestia".
Seguono quindi la Preghiera di Adorazione e tre bellissime letture,
intervallate da momenti di preghiera silenziosa e da profonde meditazioni che
tutte meriterebbero di essere riportate, ma lo spazio a disposizione mi
permette di riportarne soltanto una, intitolata "Lo sguardo di
Maria":
"Signore, Tu sei qui presente in quest'ostia consacrata. Noi questa sera
vogliamo adorarti come Maria, Tua Madre. Nessuno quanto Lei ha scrutato il Tuo
cuore. Nessuno quanto Lei ha contemplato il Tuo volto e il Tuo corpo, Signore.
Gli occhi del Suo cuore erano già su di Te dal momento dell'Annunciazione, sul
Verbo che si stava facendo uomo dentro di Lei, già "visibile" al Suo
cuore. Da quel momento lo sguardo di Tua Madre è stato concentrato su di Te.
Sono stati i Suoi occhi i primi a posarsi sul Tuo corpo: Lei Ti ha avvolto con
il Suo sguardo prima ancora di avvolgerTi in fasce. lei Ti ha nutrito, curato e
cresciuto. I Tuoi occhi erano i Suoi, e Lei serbava tutto di Te: la Tua
immagine, le Tue parole e le Tue azioni, meditandole nel Suo cuore.
Tanto forte è stato il Vostro legame, che con il Suo spirito è sempre stata con
Te, anche quando Tu andavi da un capo all'altro della Terra Santa per predicare
la buona novella e convertire le anime. Fino alla sofferenza ai piedi della
croce, lo sguardo straziato dal dolore che risaliva al Tuo cuore per
condividere e alleviarTi le sofferenze,
fino al Tuo ultimo respiro, quando Ti sei abbandonato nelle braccia del Padre.
A chi, se non a Maria, che ha avuto lo sguardo sempre su di Te, possiamo
chiedere di rendere puri i nostri occhi per adorarTi come Tu desideri? Dacci
allora, o Madre Nostra, occhi nuovi e capaci di vedere Tuo Figlio in
quest'ostia consacrata qui presente. Rinnova quel velo che ci rende ciechi e
assenti alla realtà della vita eterna, capaci solo di vedere delle ombre che si
muovono nella luce. E donaci, se possibile, anche solo uno sguardo del Tuo Gesù
dai Tuoi occhi!".