“ Questi è il figlio mio
prediletto: ascoltatelo”
Mentre i Vangeli ci offrono
innumerevoli parole pronunciate dal Cristo, non ne riportano che tre
pronunciate dal Padre.
Quanto preziose dovrebbero essere per noi! Una di esse è un consiglio; l'unico
consiglio del Padre ai propri figli.
Con grande gioia dobbiamo accoglierlo e con infinita sollecitudine seguirlo.
Tale consiglio, che racchiude in sé il segreto di ogni santità, è semplice e si
esprime con una parola sola: “Ascoltatelo”.
Così dice il Padre indicandoci il suo diletto figlio.
Quella di saper ascoltare è una grande arte, Cristo stesso ci mette
sull'avviso: “Guardate dunque in che modo ascoltate” (Lc. 8,18).
Se siamo cigli della strada, terreno roccioso o incolto, la sua Parola non
potrà crescere in noi; dobbiamo invece essere quella terra buona in cui i segni
trovano quanto è loro necessario per sbocciare, svilupparsi, maturare.
Ascoltare non è peraltro soltanto ed esclusivamente un fatto d'intelligenza, è
il nostro essere, preso nella sua interezza (anima e corpo, intelligenza e
cuore, immaginazione, memoria e volontà), che deve essere attento alla parola
di Dio, aprirsi ad essa, cederle il posto, lasciarsi invadere, prendere da
essa, e ad essa dare una adesione senza riserve.
A dire il vero senza la grazia nessuno saprebbe ascoltare Cristo, in quanto noi
siamo tutti sordi. Ma nel nostro battesimo Cristo ha pronunciato la Parola che,
dopo la guarigione del sordomuto, ha aperto le orecchie a milioni di discepoli:
confronta Mc. 7, 34.
Quando offriamo accesso attraverso la preghiera, la Parola di Dio ci converte,
ci “fa passare dalla morte alla vita” (Gv. 5,24), ci resuscita; essa diventa
per noi ed in noi sorgente inesauribile di vita eterna.
Ma ascoltare la Parola non è sufficiente: “Beato colui che ascolta la Parola di
Dio e la custodisce”, dice Gesù (Lc. 11,28), cioè chi se ne compiace, si nutre
e la porta con sé, come Maria portava nel seno il fanciullo che aveva concepito
e che ha la Parola di vita.
Attraverso sua Madre, Gesù santificava coloro che ella incontrava, faceva
sussultare di gioia Giovanni Battista nel grembo di Elisabetta. Così vuol fare
attraverso di noi.
Ma dire tutto questo non è ancora sufficiente: è importante che la Parola
ascoltata e custodita, sia messa attivamente in pratica.
Questo ci fa capire che bisogna, durante tutto il corso della giornata, essere
attenti alla sua presenza che agisce in noi e che ci santifica.
In questi giorni abbiamo la gioia di poter vivere uno dei periodi principali
dell'anno liturgico, la preparazione alla Pasqua di Cristo.
Siamo tutti invitati ad accogliere la Parola che ci salva, che diventa luce e
speranza per la nostra vita: sarà questa Parola che ci farà moltiplicare
le opere buone, lavorare, faticare,
vivere, morire per la venuta del Regno di Dio.
E se noi saremo fedeli, la
nostra gioia sarà grande in quanto Gesù ha detto : “ Mia Madre e i miei
fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica” (Lc. 8,21).