IL MONTE DEL PERDONO di Don Carlo
Raramente nel Nuovo Testamento
la grandezza d’animo di Gesù è espressa con chiarezza e solennità maggiore che
in queste parole dette sulla croce: “Padre perdonali, perché non sanno quello
che fanno” (Lc 23, 24). È l’espressione più bella della capacità di Gesù nell’unire
la parola all’azione. Una delle più grandi tragedie della vita sta nel fatto che raramente noi uomini
gettiamo un ponte tra la teoria e la pratica, tra il dire e il fare. Questo
strano conflitto tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere, rappresenta il lato
tragico del nostro pellegrinaggio terreno. Nella vita di Gesù scopriamo con gioia che il ponte è gettato. Mai nella storia
si è avuto un esempio così sublime di unità tra parola e azione. Durante la sua
missione attraverso i villaggi assolati della Galilea, Gesù parla con forza
meravigliosa della capacità di perdonare. Questa dottrina nuova e strana
risveglia la curiosità di Pietro: Quante volte dovrò perdonare al mio fratello,
se pecca contro di me? Fino a sette volte?” Pietro desidera essere fedele alla
Legge e alla statistica. Ma Gesù, con grande autorità che gli deriva da un
amore senza limiti, afferma: “Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta
volte sette” (Mt. 8,21- 22). In altre parole il perdono non è problema di
quantità, ma di qualità. Un uomo non può perdonare 490 volte senza che il
perdono si integri alla struttura stessa del suo essere. Il perdono non deve essere un
atto occasionale; è un atteggiamento permanente. Gesù ci insegna ad amare anche
i nemici e a pregare per i persecutori. Alle orecchie di molti questo
insegnamento suonava come una musica strana venuta da un paese lontano e
sconosciuto. Anche noi, come i Discepoli, ci sentiamo chiamati a testimoniare
la legge dell’amore, e mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù. La nostra vita dovrebbe
rivelare la presenza di Dio Padre di misericordia, dovremmo, nello stesso
tempo, sperimentare la gioia del figliol prodigo riaccolto nella casa del padre
e perdonato, e offrire quell’abbraccio paterno che consente di ritornare ad
essere figli. La risposta a questi inquietanti interrogativi brilla di una luce maestosa.
Gesù solleva il suo capo coronato di spine e grida queste parole che hanno una
portata cosmica: “Padre perdonali perché non sanno quello che fanno”. È il
momento più bello di Gesù.
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