Dom.
3/12/2017 I^ Avvento anno B (Mc 13,33-37)
Oggi
celebriamo la prima domenica di Avvento, il Tempo liturgico di quattro
settimane che ci prepara alla nascita di Gesù.
Il breve ma intenso brano evangelico di San Marco ha
il compito di farci riflettere sulla caducità del tempo che viviamo e sulla
necessità di essere pronti al passeggio nella vita vera, quella eterna, quella
che il nostro “io profondo” anela da sempre.
Il cristiano è chiamato ad essere attento in ogni
momento della sua vita.
La sua attenzione deve essere riservata a quello che
fa, a quello che dice e a quello che pensa: non possiamo ridurci ad essere
inutili come le foglie avvizzite che ci presenta Isaia nella prima Lettura di oggi.
Chi non è alla sequela di Dio perde vitalità ed
avvizzisce.
Il Natale è
festa perché Dio viene a redimere
l’uomo dai suoi errori e ad accendere in lui la speranza di diventare migliore.
Il Natale è un dono: possiamo renderlo fruttuoso o
sprecarlo ….. Pensiamoci.
Dom. 10/12/2017 II^ Avvento Anno B (Mc 1, 1-8)
“Inizio del Vangelo di Gesù
Cristo Figlio di Dio”: sono nove parole che riassumono tutto il messaggio
evangelico.
San Marco è il primo evangelista che cerca di mettere ordine nei tanti racconti
che venivano fatti su Gesù, sulla Sua vita e sul Suo insegnamento negli anni
immediatamente successivi alla Resurrezione.
La parola “inizio” traduce il termine greco “archè” che ha anche il significato
di “fondamento”,”nocciolo della questione”, per cui potremmo interpretare la
frase in questo modo: “Fondamento di ciò
che si rivela al mondo come bella notizia: Gesù Cristo,Figlio di Dio”.
La parola ” Vangelo” viene dalla lingua greca e significa “ bella notizia”.Veniva
usata nel mondo greco-romano riferendosi
ad annunci che facevano pensare a conseguenti tempi di pace: annuncio di una
vittoria strepitosa contro i nemici dell’impero o annuncio della nascita di un
principe ereditario che dava stabilità all’impero.
Gesù è portatore di pace. L’evangelista lo sottolinea ancora utilizzando la
parola “Cristo” che traduce la parola ebraica “Messia”, “il prescelto” che
avrebbe istaurato un Regno di pace. Gesù non parla mai di tale identità e la
manifesta soltanto nel momento della Sua condanna, rispondendo in modo
affermativo alla domanda del sommo sacerdote.
Con le parole “Figlio di Dio” inizia un nuovo modo di essere dell’uomo in Gesù:
nessuno può più sentirsi lontano da Dio, poiché Egli ci è Padre.
La venuta di Gesù viene annunciata dal cugino Giovanni e la sua missione ci appare come la realizzazione
della profezia di Isaia.
Giovanni compie il rito del Battesimo su tutti quelli che si pentivano e
volevano convertirsi.
E’ descritto come un asceta che ha rinunciato a tutti gli agi del mondo e vive
in povertà nel deserto. Il suo compito è quello di preparare la gente
all’incontro con il Messia, colui che porterà l’Amore per gli uomini.
Dom. 17/12/2017 III^ Avvento Anno B (Gv 1,6-8.19-28)
Il brano evangelico di oggi è
formato da due versetti del Prologo e da nove della prima parte del Vangelo di
San Giovanni.
Nei versetti 6-8 ci viene presentato il Battista: è un inviato di Dio, è
testimone della divinità di Gesù ed ha la missione di portare tutti alla fede,
non è lui il Messia.
Anche nei versetti 19-21 ribadisce di non essere il Cristo e probabilmente
l’evangelista sottolinea questo concetto per cercare di far desistere alcuni
discepoli del Battista che si erano legati alla setta dei mandei, la cui
dottrina definiva Giovanni “il profeta” e Gesù un impostore.
Nel versetto 26 Giovanni Battista dice
di essere solo colui che deve rivelare l’ingresso di Cristo nella storia.
Dom. 24/12/2017
IV^ Avvento Anno B (Lc 1,26-38)
Il Vangelo di questa domenica è
lo stesso della festa dell’Immacolata concezione e della festa
dell’Annunciazione.
Ci presenta l’incontro tra Maria e il messaggero di Dio, l’angelo Gabriele.
E’ il momento più importante della storia dell’umanità per i credenti: con la
risposta di Maria, libera creatura, sarebbero cambiate le sorti degli uomini.
Maria è una giovanissima abitante di Nazareth, piccolo villaggio della Galilea,
così sconosciuto che per alcuni archeologi era frutto della fantasia degli
evangelisti (finché non se ne sono ritrovati resti) ed è fidanzata di Giuseppe.
La proposta che le viene fatta è credibile soltanto per chi ha una fede grande
e accettarla significa annullare se stessa, i propri progetti, le proprie
certezze, significa esporsi al giudizio della gente e dei rabbini, significa
perdere la propria vita.
L’angelo Gabriele la saluta con la parola greca “chaire” che significa
“rallegrati”,”sii felice” e le manifesta il progetto di Dio, che definisce
onnipotente ( “nulla è impossibile a Dio”) raccontando che anche l’anziana
Elisabetta, cugina di Maria, è incinta di sei mesi.
Maria non ha bisogno di prove rispetto alle affermazioni di Gabriele: appena
l’angelo termina di parlare si sottomette al progetto di Dio, accetta di fare
la Sua volontà.
Due parole per San Giuseppe.
Non si parla molto di lui nei Vangeli, ma se non avesse accettato di prendere
con sé Maria, riconoscendo la straordinarietà della sua gravidanza, la Madonna
avrebbe rischiato la condanna alla lapidazione, prevista per le adultere.
Grazie Giuseppe per aver creduto all’incredibile!
25/12/2017
Santo Natale Anno B- Messa del giorno-
(Gv 1, 1-18)
Il prologo del Vangelo di San Giovanni
è questo inno diventato una delle pagine più conosciute dell’intera Bibbia.
L’inizio rimanda al Bereshit del
libro della Genesi dove la Parola di Dio crea ogni cosa e l’evangelista
sottolinea che Cristo è all’origine del mondo e della vita. Ci presenta poi
l’immagine antitetica della luce (simbolo di vita e salvezza) e delle tenebre
(simbolo della morte, del peccato e del potere del male): la venuta di
Gesù-luce nella storia crea tensione e rifiuto per alcuni e accettazione nella
fede per altri.
Chi ha fede è considerato figlio di Dio, si guadagna l’elezione a fratello di
Gesù.
Nel versetto 14 viene espresso il fatto dell’Incarnazione del Logos con la
metafora della tenda in cui è venuto ad abitare: Dio non abita più nel Tempio
di pietra di Gerusalemme, ma nella “carne” di Gesù.
L’Eterno e l’Infinito divini entrano nel tempo e nello spazio propri dell’uomo …
e questa considerazione non piaceva alle dottrine gnostiche che volevano
conservare il Verbo nel suo mondo trascendente. Alcuni esegeti dicono che
Giovanni ha rimarcato il tema dell’Incarnazione perché mentre scriveva si stavano
diffondendo queste eresie.
San Giovanni Battista porta la sua testimonianza sul primato di Cristo rispetto
a lui e ne esalta la missione presso gli uomini.
Gesù offre all’uomo “la grazia e la verità”. La Grazia è
la salvezza che viene data “grazia su grazia”, cioè con un’effusione costante e
piena. La Verità per Giovanni è la rivelazione di Dio e del Suo mistero
che Gesù può dare agli uomini senza riserve e con autenticità.
Dom.
31/12/2017 Sacra Famiglia Anno B (Lc 2,22-40)
Gesù viene trattato come ogni
bambino ebreo appena nato.
Viene circonciso, secondo la prescrizione mosaica,
ed entra a far parte del popolo ebreo. Viene poi portato al tempio a
Gerusalemme per essere “riscattato”, secondo la tradizione che, dopo la
liberazione dalla schiavitù in Egitto, ogni primo ebreo maschio era consacrato
a Dio (Esodo 13,2) e la famiglia, per riaverlo, doveva offrire un obolo al
Signore (una coppia di tortore o di colombi).
Mentre stanno compiendo il rito nel tempio Maria,
Giuseppe e il Bambino vengono avvicinati da due persone che rappresentano i
“poveri del Signore”, cioè i veri fedeli. Sono Simeone ed Anna, la vedova
anziana.
Entrambi, mossi dallo Spirito Santo, riconoscono nel
neonato “ la redenzione di Gerusalemme” e “il conforto d’Israele”.
Simeone,”uomo giusto e timorato di Dio”, si rivela
come profeta, poiché vede in quel bambino un “segno di contraddizione”, con il
quale si dovrà confrontare tutta l’umanità, nell’accettazione o nel rifiuto.
Anche Maria parteciperà alla vita del Figlio, ma la
sua anima sarà trafitta dalla spada del dolore.
Simeone pronuncia l’inno Nunc dimittis, un
saluto festoso alla venuta del Messia, che viene recitato ancora oggi nella
Liturgia delle ore a Compieta.
Anche Anna vede in Gesù l’artefice della futura
redenzione d’Israele.
Dopo aver compiuto il loro dovere di genitori
religiosi tornano a Nazaret, dove Gesù visse la sua infanzia, ricevendo
sapienza e grazia .