Di Rut, della famosa
spigolatrice della Bibbia, ce ne parlava il parroco a dottrina, raccontandoci
le vicende di questa eroina come le vicende di una favola. La sua storia, la
storia di questa donna, si trova in un libro della Bibbia, nel Vecchio
Testamento, Il libro di Rut, appunto. Un libro edificante che merita di essere
letto, proprio in questa atmosfera natalizia in cui soprattutto si parla di
bontà e di altruismo. E noi arriviamo alle vicende di Rut, come colui che, dopo
aver attraversato un deserto, si trova in un’oasi.
Chi legge la Bibbia, infatti, incontra l’eroina moabita dopo un lungo cammino
(dal libro del Genesi al libro dei Giudici) difficile e periglioso, in cui
siamo messi di fronte ad un negativo a tutto campo.
Pensate. E citiamo così come ci viene in mente.
Dal peccato di Adamo ed Eva, al delitto di Caino; dalla malvagità umana che
provoca il diluvio, a quella che porta alla rovina Sodoma e Gomorra; da Labano
che inganna Giacobbe sostituendogli la sposa: Lia al posto di Rachele; dalla
vendita di Giuseppe da parte dei fratelli gelosi, alla cruenta campagna di
guerra di Giosuè, per la conquista della terra promessa (che si fa a costo di
eccidi e devastazioni), è tutto un susseguirsi di avvenimenti e di
comportamenti, in cui la pazienza del Signore è messa alla prova dalla malizia
e dalla malvagità dell’uomo.
Insomma di libro in libro, una lettura
difficile, in cui la religione appare pretesto all’uomo per realizzare
crudeltà ed efferatezze e in cui il negativo sembra trionfare e che può essere redento solamente nella fede
che Dio è comunque Provvidenza e che in Lui il male può diventare bene.
Ma con il libro di Rut usciamo da questa selva oscura, per affacciarci ad un
paesaggio di serenità e di pace. Abbandoniamo la crudeltà, l’efferatezza, per
entrare in un mondo in cui il sentimento religioso diventa gentilezza, umanità,
disponibilità, altruismo, tolleranza, rispetto del diverso, sacrificio per
l’altro.
La religione qui non è pretesto per annientare chi non ha la stessa fede, ma è
aiuto all’altro, è consolazione, è disponibilità ed è amore. Il libro di Rut è
un libro tutto di pace. Le visioni che qui abbiamo non sono quelle di eserciti
in marcia che si lasciano dietro incendi, devastazioni e stragi; ma sono campi
di orzo imbionditi dal sole, con contadini all’opera per la mietitura; sono
riunioni per pranzi insieme, nell’intervallo della fatica; sono aie in cui
ferve il lavoro della ventilazione e della pulitura del frumento. Sono dolcezze
e gentilezze e sono generosità di proprietari terrieri nei confronti di chi ha
bisogno.
Per cui è un libro questo che più di ogni altro anticipa l’umanesimo dei Vangeli.
E lo stile di vita di Gesù.
E il Bambino Gesù può essere orgoglioso di avere fra i suoi antenati questa
‘nonna’, questa moabita, di nome Rut, in tutto degna della missione di amore,
di pace e di redenzione, che Lui, il Bambino, è stato chiamato a compiere fra
gli uomini.
Ricordando il libro di Rut in questa atmosfera natalizia, abbiamo voluto fare
un omaggio al Bambino, parlando di una sua antenata tanto importante, ma tanto
diversa da altre sue bibliche sorelle, da Giaele, per esempio, o da Giuditta.
E poi perché il libro di Rut è un libro moderno; in esso la donna è
protagonista, attua la sua emancipazione, pur mantenendo quelle che noi
riteniamo caratteristiche della femminilità: la dolcezza, la disponibilità, la
dedizione e… la sua natura fatta per sedurre.Rut, infatti, oltre ad essere
un’eroina, conserva ancora tutto il suo fascino di donna, che seduce e si fa
sposare.