Sabato 7 ottobre -
Oggi, dopo la pausa estiva, riparte il pellegrinaggio Mariano mensile
presieduto dal Vescovo, S.E. Mons. Luigi Ernesto Palletti e che si svolge
presso il Santuario di Nostra Signora del Molinello a Vezzano Ligure.
L'autobus riservato si
presenta con la consueta puntualità ed anche questa volta la Ditta Lorenzini
non mira al risparmio e ci assegna un pullman di gran turismo, con moltissimi
posti a disposizione. Peccato che i partecipanti ne occupano poco più della
metà!
Allora nasce spontanea
una domanda: "Come mai i fedeli delle nostre parrocchie hanno perso una
parte della spinta che avevano tempi addietro, quando addirittura si riempivano
due autobus?"
Speriamo che Maria
Santissima tocchi il cuore di tutti noi e che questi meravigliosi pellegrinaggi
tornino ad essere delle occasioni di forte richiamo per numerosi cristiani
delle nostre parrocchie. Comunque alle ore 6,45 in perfetto orario, l'autobus
inizia la raccolta dei fedeli. Ci accompagna anche Padre Mario che ci fa anche
da guida spirituale e che dà vita a momenti di intensa preghiera e
partecipazione spirituale, coadiuvando Agostino nei vari adempimenti. Il
tragitto da compiere è abbastanza breve e quindi ci presentiamo
all'appuntamento in leggero anticipo. In perfetto orario, il nostro amato
Vescovo dà inizio al pellegrinaggio con questa bellissima esortazione:
"Carissimi, dopo una breve pausa riprendiamo l'appuntamento del primo
sabato. In quest'anno che sta volgendo al termine, ricordiamo l'apparizione
della S. Vergine a Fatima e lì, ai pastorelli che vivevano un momento
particolare sia per il loro paese, sia per l'Europa, sia per la loro Chiesa,
Maria chiede la preghiera, la preghiera e l'offerta per la conversione dei
peccatori e inoltre, chiede un gesto: quello che noi oggi chiamiamo "i
primi Sabati", con uno
scopo preciso: la riparazione dei peccati. Anche noi viviamo questa indicazione
e vogliamo offrire la nostra preghiera e la fatica per questo; è un atto di
carità.
Maria si presentò ai
pastorelli come la Regina del Rosario. Proprio oggi la Chiesa celebra questa
memoria, che ci richiama questa preghiera, raccomandata da Maria e dalla
Chiesa.
Preghiera semplice e
contemplativa: insieme a Maria meditiamo i misteri della salvezza e noi, con
spirito grato, entriamo in questo mistero. Affidiamo insieme a questa
riflessione la nostra diocesi, in questo inizio di anno pastorale, ogni
comunità parrocchiale, il nostro seminario, tutti i presbiteri perché siano,
dentro le loro fragilità, date dall'età, dalla salute, entusiasti dell'essere
Alter Cristus"
Quindi inizia la recita
del S. Rosario ed i fedeli si avviano pregando devotamente, verso il Santuario
di Nostra Signora del Molinello.
Meravigliosa la S.
Messa e molto profonda ed avvincente, come sempre, l'omelia del Vescovo che ha
rimarcato che oggi riparte la sentita pratica dei Pellegrinaggi Mariani mensili,
dopo la breve pausa estiva.
Ha quindi
proseguito:"...... Quello che preghiamo è un Dio che ci chiama, al quale
noi dobbiamo dare una risposta e un Dio al quale ci possiamo rivolgere con
umiltà e fiducia.
Allora di lì nasce
realmente la nostra preghiera, una preghiera che ha la sua efficacia. È una
grande efficacia quella della preghiera; però chiede di essere vissuta
innanzitutto nella fede, ovvero pregare credendo che Lui ci sta ascoltando. Il
Vangelo lo dice con chiarezza:" Se aveste fede quanto un granello di
senape, potreste dire…" Ecco la prima cosa che ci viene chiesta nella preghiera
è la fede. Noi dobbiamo realmente pregare sapendo che Lui dal cielo ci ascolta.
Poi ci viene chiesta la speranza perché, se la fede è legata alla nostra
richiesta o alla nostra preghiera, la speranza è legata all'attesa della Sua
risposta e noi sappiamo che Dio risponde sempre, anche se in modo diverso da
quello che a volte vorremmo noi ed allora non si tratta che Lui non
risponda, si tratta del come noi siamo capaci di accogliere la Sua risposta. Da
qui la preghiera allora ci coinvolge profondamente nella nostra vita perché
vuol dire che con piena libertà noi invochiamo il Padre e Lui, con la libertà
di Padre, risponde a noi che siamo Suoi figli.
Però questa preghiera si nutre di carità, sia perché attinge dalla carità di
Dio, sia perché la preghiera stessa è un atto grande di carità, sia perché non
si può pregare in modo autentico senza vivere la carità. Quello che noi
chiediamo al Padre dobbiamo però essere anche capaci di offrirlo, certo in
altra maniera, con altre modalità, però anche ai nostri fratelli. Allora la
preghiera diventa la vita. Come potremmo dire che non esiste vita vissuta nella
sua pienezza se non nelle nostre relazioni quotidiane, nel nostro essere insieme
quotidianamente, nel nostro parlarci reciprocamente, così non esiste piena vita
senza un dialogo continuo con Dio.
Ecco il mistero della
preghiera: una preghiera è efficace se viene fatta così come la
vuole il Signore Gesù. Noi in questi sabati abbiamo veramente la volontà di Dio
nella preghiera. Quante volte chiediamo e poi ci viene il dubbio nel dire:
"Ma sarà giusto chiedere questo al Signore? Sarà proprio questo quello che
il Signore vuole che io Gli chieda?" Oggi noi non possiamo avere questi
dubbi. Siamo certi che il Signore vuole questo.
Il Signore vuole che
noi chiediamo operai per la Sua messe. In altri momenti forse può sorgere una
perplessità nel nostro cuore e dire: "Forse non chiedo bene, forse chiedo
solo per me.
Forse.... ". Oggi
no, oggi assolutamente no! Oggi noi sappiamo che stiamo chiedendo ciò che il
Signore veramente vuole perché ce lo ha detto Lui: "Pregate il Padrone
della messe perché mandi operai nella sua messe". E ci ha dato anche la
Sua garanzia: "Dove due o più si accorderanno per chiedere qualcosa al
Padre mio, il Padre che è nei cieli lo concederà". E questo è l'altro
passaggio bello. Noi non siamo qui, ognuno per conto suo, a chiedere la stessa
cosa, ma siamo qui a chiedere la stessa cosa facendolo insieme, gli uni con gli
altri.
Dunque c'è un accordo
fra di noi. Si realizza quella condizione che Gesù pone nel Suo Vangelo ed
allora sia veramente il nostro cuore aperto alla fede, nel pregare con
intensità il Padre che è nei cieli, nel chiedere il grande dono per avere
operai per la messe, per il regno dei cieli, nel chiederlo in modo particolare,
certo in tutte le vocazioni, perché ogni vocazione è al servizio del Suo regno,
però sappiamo come noi vogliamo destinare questi sabati proprio alle vocazioni
sacerdotali. Chiedere che realmente il Padre mandi tanti e santi sacerdoti alla
Sua Chiesa. Certo, una Chiesa che è sparsa in tutto il mondo e dunque della
nostra preghiera probabilmente non vedremo immediatamente tutta l'efficacia
perché i doni il Padre li fa, ma li fa dove reputa opportuno. Noi oggi vogliamo
però forzare un pochino la mano e dire che questi doni li faccia un po’ anche a
noi. Abbiamo bisogno nella nostra Chiesa locale di pastori.
Le comunità lo sanno e
i pastori si impegnano, però realmente è bene che il numero cresca e cresca di
pastori convinti, di pastori generosi, di pastori santi. Allora vogliamo
chiedere veramente tanto al Signore però, d'altra parte, se non è giusto
chiedere tanto gli uni con gli altri, invece è giusto chiedere tanto a Lui
perché, essendo onnipotente ed infinito, il nostro è sempre meno di quello
che ci può dare. ........ Allora vogliamo chiedere ciò che la Chiesa ha sempre
veramente voluto e incoraggiato e lo vogliamo fare anche con la preghiera
semplice e personale che poi è quella preghiera che vede gli Apostoli raccolti
nel Cenacolo insieme a Maria, in attesa del grande dono dello Spirito.
Continuiamo così dunque il nostro pellegrinaggio, continuiamo così la nostra
celebrazione, continuiamo in questo modo la nostra preghiera".
Prima e durante la
Santa Messa, molte sono state le confessioni dei fedeli, stanti i numerosi
parroci resisi disponibili, compreso il nostro Padre Mario e quindi veramente
tante le persone che hanno ricevuto Gesù. È davvero confortante vedere tutto
questo ed il nostro cuore si riempie di gioia e di speranza! Quanto sono utili
ed indispensabili questi momenti di rigenerazione e di
totale donazione al Signore ed alla Sua Madre celeste!
Al termine della S.
Messa viene recitata da tutti i fedeli la preghiera di consacrazione a Maria
che di seguito riporto: "O Immacolata, Regina del cielo e della terra e
Madre mia amorosissima, io mi prostro ai Tuoi piedi supplicandoti di accettarmi
come cosa e proprietà Tua. A Te Madre consacro tutte le facoltà della mia
anima, del mio corpo, la mia vita, morte ed eternità perché Tu
disponga di me come a Te piace, fa che nelle Tue mani santissime, divenga
strumento adatto per farTi conoscere da tanti che sono lontani da Dio e dalla
chiesa così da estendere più rapidamente in tutto il mondo, il regno del
Sacratissimo Cuore di Gesù. Tutto questo farò solo con il Tuo aiuto. Amen.
Quindi ai partecipanti
è offerto un momento conviviale e poi abbiamo raggiunto l'autobus che ci ha
riportati alle nostre case, con il cuore pieno di commozione e portando con noi
la gioia che ci donano questi fantastici pellegrinaggi ed il ricordo di questi
meravigliosi luoghi di culto che tutti hanno da raccontare tante storie
veramente toccanti ed il più delle volte poco conosciute. Per questo
non posso esimermi dal tracciare una breve storia di questo santuario e, poiché
non posso dilungarmi troppo, accennerò solo all'evento straordinario che si è
verificato il 3 giugno 1523 e che ha dato vita a questo santuario.
In quel tempo il
territorio vezzanese, come quello della Liguria, era funestato da una grave
pestilenza che creava morte e desolazione ovunque. In quell'atmosfera di grande
tribolazione e smarrimento avvenne un fatto prodigioso che ridiede vita e
speranza. Le cronache del tempo narrano di una giovinetta, Caterina Del Rosso,
terziaria francescana che, affranta dalla grande sofferenza che
ovunque imperversava, si rifugiò in solitudine nella Valle del Molinello,
pregando incessantemente la Beata Vergine, perché facesse cessare il terribile
morbo, avvalorando la preghiera con digiuni e penitenze, con l'offerta della
sua stessa vita, pur di ottenere la grazia di tanti infelici.
Sorse l'alba del 3
giugno 1523, che coincideva con la vigilia del Corpus Domini e la pia
giovinetta s'inoltrò nel bosco e, inginocchiatasi, cominciò a pregare. Verso le
ore 9 giunse al suo orecchio un improvviso rumore di foglie che si agitavano;
alzò gli occhi e vide l'annoso castagno, che le stava dinnanzi, ondeggiare e
rivestirsi di luce e in mezzo a quella sfolgorante luce apparve una splendida
Signora che teneva sulla braccia un grazioso Bambino e sotto i piedi la luna:
era la Madonna con il Divin Figlio che sorridente, benignamente le parlò in
questi termini: "Consolati, o Caterina, l'eterno Iddio per le tue
preghiere e per la mia intercessione ha avuto pietà di questo popolo
prediletto; va a mio nome e intima a tutti di ritornare alle proprie case senza
più temere la peste".
Caterina, obbediente
alla Madre Celeste e con il cuore inondato di gioia, si incamminò senza
indugio, frettolosa e festante, alla volta di Vezzano.
Narrata la stupenda
storia ai commissari della Sanità ed all'Arciprete Prospero Casini, questi,
conoscendo la rettitudine della fanciulla, radunarono una grande
folla di fedeli che si avviò al luogo dell'apparizione, dove fu trovata una
piccola preziosa immagine, lasciata dalla Madonna stessa, come segno della Sua
presenza.
L'icona fu portata in
devota processione al paese e venne poi incastonata in un prezioso reliquiario
in argento, col fusto a forma di castagno, sormontato di aurea corona. Questo
reliquiario è esposto nella giornata del 3 giugno e nella domenica successiva,
riprendendo, nel 2007, una cara tradizione per volontà dell'attuale parroco,
Don Ugo, che interpretò ed accolse il desiderio dei fedeli.
Nel 1837 il Santuario
ha assunto la maestosa dimensione attuale, conservando il tronco di castagno
del prodigio, murato sotto l'effige della Vergine MariDomenica
7 ottobre -
Oggi ricorre la festa della Madonna della Salute che è venerata, con grande
devozione, nella Chiesa di San Martino.
La chiesa è gremita di fedeli,
tanto che con immensa difficoltà riesco a prendere parte alla S.Messa, essendo
stato attardato da alcune incombenze di carattere organizzativo della festa. La
Santa Messa è celebrata dal canonico Don Romano che è molto legato alle nostre
parrocchie, onorandoci della sua preziosa presenza e collaborazione in tutte le
celebrazioni importanti.
Bellissimi i canti
eseguiti dalla piccola Corale di S. Giuseppe, diretta da Pier Giuseppe
Franciosi che ne è anche l'organista e molto profonda l'omelia tenuta da don
Romano, il quale ci ha ricordato che siamo in festa perché oggi è domenica e
quindi il giorno del Signore. Ma c'è un altro motivo importante: oggi
celebriamo anche la festa di Maria Santissima, Madonna della Salute. La Chiesa
millenaria di S. Martino accoglie la fede e la devozione di larga popolazione dell'intero
Comune di Luni e quella per Maria e per la Madonna della Salute è veramente
sentita e straordinaria.
Se la vivessimo
veramente con fede, la nostra vita sarebbe anche più serena, più amorevole e
più bella. Il cristiano non può non pensare al bello, al buono ed al giusto e
tutto questo si può raggiungere invocando l'aiuto di Gesù e della nostra Madre
Celeste che ci assiste dal cielo.
Secondo un famoso
scrittore africano la bellezza della vita consiste nel fatto che ogni bimbo che
nasce sta a testimoniare che il buon Dio ama l'uomo e non si stanca mai di lui.
Infatti il popolo di Dio troppe volte tradisce il suo Creatore, ma il buon Dio
non si stanca mai del Suo popolo e lo guida costantemente verso la salvezza
eterna.
Il Santo Vangelo
odierno ci ricorda che l'operaio dell'ultima ora percepisce la stessa
retribuzione di quello che ha incominciato a lavorare per primo perché Dio è
buono e quindi accoglie i Suoi figli con infinita generosità, in qualunque
momento ci doniamo a Lui. Bellissima quindi questa parabola della vigna che ci
vuole anche ricordare che chi lavora per il Signore e seguendo il Suo
insegnamento avrà una grande ricompensa che dura per l'eternità.
Giovedì 12 ottobre -
Alle ore 21, nella bellissima e storica Chiesa dei S.S.Filippo e Giacomo di
Nicola, si è svolta l'Ora di Adorazione per le Vocazioni da parte del Gruppo
Interparrocchiale. Don Carlo si impegna con tutte le sue notevoli energie per
dar vita ad una veglia di preghiera molto intensa, con la presenza dei
sacerdoti dell'intera Vicaria.
Dopo il canto di
esposizione, viene recitato l'Atto di fede e di Adorazione.
Quindi, dopo una pausa
di preghiera, viene data lettura di un bellissimo brano del Vangelo di San Luca
che di seguito riporto: "Dopo questi fatti il Signore designò altri
settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo
dove stava per recarsi. Diceva loro: "La messe è molta, ma gli operai sono
pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua
messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate
borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In
qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio
della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché
l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
Quando entrerete in una
città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i
malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio.
Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e
dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi,
noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. Io
vi dico che in quel giorno Sodoma sarà trattata meno duramente di quella
città".
Segue quindi una pausa
di silenzio e di adorazione e poi viene data lettura delle seguenti
testimonianze dei Santi sul sacerdozio, che di seguito riporto: "Con la
Sacra Ordinazione il Sacerdote viene consacrato nell'anima e nel corpo. Diviene
un essere tutto sacro, configurato a Gesù Sacerdote. Sappiamo che S. Francesco
d'Assisi non volle diventare Sacerdote perché si riteneva troppo indegno di
così eccelsa vocazione. Venerava i Sacerdoti con tale devozione da considerarli
suoi "Signori", poiché in essi vedeva solamente "il Figlio di
Dio" in particolare venerava le mani dei Sacerdoti, che egli baciava
sempre in ginocchio con grande devozione; e anzi baciava anche i piedi e le
stesse orme dove era passato un Sacerdote.
Il S. Curato d'Ars
diceva: "Si dà un gran valore agli oggetti che sono stati deposti, a Loreto,
nella scodella della Vergine Santa e del Bambino Gesù. Ma le dita del
Sacerdote, che hanno toccato la Carne adorabile di Gesù Cristo, che si sono
affondate nel calice, dove è stato il suo Sangue, nella pisside dove è stato il
suo Corpo, non sono forse più preziose?".
Nella vita di S.
Ambrogio, si legge che un giorno, appena celebrata la S. Messa, il Santo fu
avvicinato da una donna paralitica che volle baciargli le mani. La poveretta
riponeva grande fede in quelle mani che avevano consacrato l'Eucaristia: e fu
guarita all'istante.
"Il Sacerdote -
diceva S. Bernardo - per natura è come tutti gli altri uomini, per dignità è
superiore a qualsiasi altro uomo della terra, per condotta deve essere emulo
degli Angeli".
Per questo Padre Pio diceva:
“Il Sacerdote o è un santo o è un demonio". O santifica, o rovina.
San Giovanni Bosco
diceva che "un prete o in paradiso o in inferno non va mai solo: vanno
sempre con lui un gran numero di anime, o salvate col suo santo ministero o col
suo buon esempio, o perdute con la sua negligenza nell'adempimento dei propri
doveri e col suo cattivo esempio".
Dopo una pausa di
silenzio ed adorazione e la recita della Coroncina per le Vocazioni
Sacerdotali, segue una bellissima riflessione da parte di Don Alessio che, dopo
aver ricordato che "la messe è molta ma gli operai sono pochi" e
quindi "Pregate il Padrone della messe che mandi operai nella sua
messe!" , ci ha esortati ad affidarci alla Divina Provvidenza e nulla ci mancherà.
Il Signore sa
disegnare le cose con infinita fantasia e vuole l'originalità del sacerdote, ma
non per strafare. I sacerdoti non sono dei capi popolo che devono fare ascolto!
"Beati voi quando
vi insulteranno in nome mio". C'è solo una risposta: Si o No! Ed allora
questa sera siamo qui per pregare il Signore, chiedendo che sempre più ci siano
giovani che dicano "si" e che non si creino problemi per agevolare
questa scelta vocazionale. Il Signore chiama e il silenzio deve far paura anche
a noi stessi.