N° 10 - Novembre 2017
Dal "diario" di un parrocchiano
di Enzo Mazzini


Sabato 7 ottobre - Oggi, dopo la pausa estiva, riparte il pellegrinaggio Mariano mensile presieduto dal Vescovo, S.E. Mons. Luigi Ernesto Palletti e che si svolge presso il Santuario di Nostra Signora del Molinello a Vezzano Ligure.
L'autobus riservato si presenta con la consueta puntualità ed anche questa volta la Ditta Lorenzini non mira al risparmio e ci assegna un pullman di gran turismo, con moltissimi posti a disposizione. Peccato che i partecipanti ne occupano poco più della metà!
Allora nasce spontanea una domanda: "Come mai i fedeli delle nostre parrocchie hanno perso una parte della spinta che avevano tempi addietro, quando addirittura si riempivano due autobus?"

Speriamo che Maria Santissima tocchi il cuore di tutti noi e che questi meravigliosi pellegrinaggi tornino ad essere delle occasioni di forte richiamo per numerosi cristiani delle nostre parrocchie. Comunque alle ore 6,45 in perfetto orario, l'autobus inizia la raccolta dei fedeli. Ci accompagna anche Padre Mario che ci fa anche da guida spirituale e che dà vita a momenti di intensa preghiera e partecipazione spirituale, coadiuvando Agostino nei vari adempimenti. Il tragitto da compiere è abbastanza breve e quindi ci presentiamo all'appuntamento in leggero anticipo. In perfetto orario, il nostro amato Vescovo dà inizio al pellegrinaggio con questa bellissima esortazione: "Carissimi, dopo una breve pausa riprendiamo l'appuntamento del primo sabato. In quest'anno che sta volgendo al termine, ricordiamo l'apparizione della S. Vergine a Fatima e lì, ai pastorelli che vivevano un momento particolare sia per il loro paese, sia per l'Europa, sia per la loro Chiesa, Maria chiede la preghiera, la preghiera e l'offerta per la conversione dei peccatori e inoltre, chiede un gesto: quello che noi oggi chiamiamo "i primi
Sabati", con uno scopo preciso: la riparazione dei peccati. Anche noi viviamo questa indicazione e vogliamo offrire la nostra preghiera e la fatica per questo; è un atto di carità.
Maria si presentò ai pastorelli come la Regina del Rosario. Proprio oggi la Chiesa celebra questa memoria, che ci richiama questa preghiera, raccomandata da Maria e dalla Chiesa.

Preghiera semplice e contemplativa: insieme a Maria meditiamo i misteri della salvezza e noi, con spirito grato, entriamo in questo mistero. Affidiamo insieme a questa riflessione la nostra diocesi, in questo inizio di anno pastorale, ogni comunità parrocchiale, il nostro seminario, tutti i presbiteri perché siano, dentro le loro fragilità, date dall'età, dalla salute, entusiasti dell'essere Alter Cristus"
Quindi inizia la recita del S. Rosario ed i fedeli si avviano pregando devotamente, verso il Santuario di Nostra Signora del Molinello.

Meravigliosa la S. Messa e molto profonda ed avvincente, come sempre, l'omelia del Vescovo che ha rimarcato che oggi riparte la sentita pratica dei Pellegrinaggi Mariani mensili, dopo la breve pausa estiva.
Ha quindi proseguito:"...... Quello che preghiamo è un Dio che ci chiama, al quale noi dobbiamo dare una risposta e un Dio al quale ci possiamo rivolgere con umiltà e fiducia.

Allora di lì nasce realmente la nostra preghiera, una preghiera che ha la sua efficacia. È una grande efficacia quella della preghiera; però chiede di essere vissuta innanzitutto nella fede, ovvero pregare credendo che Lui ci sta ascoltando. Il Vangelo lo dice con chiarezza:" Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire…" Ecco la prima cosa che ci viene chiesta nella preghiera è la fede. Noi dobbiamo realmente pregare sapendo che Lui dal cielo ci ascolta. Poi ci viene chiesta la speranza perché, se la fede è legata alla nostra richiesta o alla nostra preghiera, la speranza è legata all'attesa della Sua risposta e noi sappiamo che Dio risponde sempre, anche se in modo diverso da quello che a volte vorremmo noi ed allora non
si tratta che Lui non risponda, si tratta del come noi siamo capaci di accogliere la Sua risposta. Da qui la preghiera allora ci coinvolge profondamente nella nostra vita perché vuol dire che con piena libertà noi invochiamo il Padre e Lui, con la libertà di Padre, risponde a noi che siamo Suoi figli. Però questa preghiera si nutre di carità, sia perché attinge dalla carità di Dio, sia perché la preghiera stessa è un atto grande di carità, sia perché non si può pregare in modo autentico senza vivere la carità. Quello che noi chiediamo al Padre dobbiamo però essere anche capaci di offrirlo, certo in altra maniera, con altre modalità, però anche ai nostri fratelli. Allora la preghiera diventa la vita. Come potremmo dire che non esiste vita vissuta nella sua pienezza se non nelle nostre relazioni quotidiane, nel nostro essere insieme quotidianamente, nel nostro parlarci reciprocamente, così non esiste piena vita senza un dialogo continuo con Dio.
Ecco il mistero della preghiera: una preghiera è efficace se viene
fatta così come la vuole il Signore Gesù. Noi in questi sabati abbiamo veramente la volontà di Dio nella preghiera. Quante volte chiediamo e poi ci viene il dubbio nel dire: "Ma sarà giusto chiedere questo al Signore? Sarà proprio questo quello che il Signore vuole che io Gli chieda?" Oggi noi non possiamo avere questi dubbi. Siamo certi che il Signore vuole questo.
Il Signore vuole che noi chiediamo operai per la Sua messe. In altri momenti forse può sorgere una perplessità nel nostro cuore e dire: "Forse non chiedo bene, forse chiedo solo per me.

Forse.... ". Oggi no, oggi assolutamente no! Oggi noi sappiamo che stiamo chiedendo ciò che il Signore veramente vuole perché ce lo ha detto Lui: "Pregate il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe". E ci ha dato anche la Sua garanzia: "Dove due o più si accorderanno per chiedere qualcosa al Padre mio, il Padre che è nei cieli lo concederà". E questo è l'altro passaggio bello. Noi non siamo qui, ognuno per conto suo, a chiedere la stessa cosa, ma siamo qui a chiedere la stessa cosa facendolo insieme, gli uni con gli altri.
Dunque c'è un accordo fra di noi. Si realizza quella condizione che Gesù pone nel Suo Vangelo ed allora sia veramente il nostro cuore aperto alla fede, nel pregare con intensità il Padre che è nei cieli, nel chiedere il grande dono per avere operai per la messe, per il regno dei cieli, nel chiederlo in modo particolare, certo in tutte le vocazioni, perché ogni vocazione è al servizio del Suo regno, però sappiamo come noi vogliamo destinare questi sabati proprio alle vocazioni sacerdotali. Chiedere che realmente il Padre mandi tanti e santi sacerdoti alla Sua Chiesa. Certo, una Chiesa che è sparsa in tutto il mondo e dunque della nostra preghiera probabilmente non vedremo immediatamente tutta l'efficacia perché i doni il Padre li fa, ma li fa dove reputa opportuno. Noi oggi vogliamo però forzare un pochino la mano e dire che questi doni li faccia un po’ anche a noi. Abbiamo bisogno nella nostra Chiesa locale di pastori.

Le comunità lo sanno e i pastori si impegnano, però realmente è bene che il numero cresca e cresca di pastori convinti, di pastori generosi, di pastori santi. Allora vogliamo chiedere veramente tanto al Signore però, d'altra parte, se non è giusto chiedere tanto gli uni con gli altri, invece è giusto chiedere tanto a Lui perché, essendo onnipotente ed infinito, il nostro è sempre meno di quello che ci può dare. ........ Allora vogliamo chiedere ciò che la Chiesa ha sempre veramente voluto e incoraggiato e lo vogliamo fare anche con la preghiera semplice e personale che poi è quella preghiera che vede gli Apostoli raccolti nel Cenacolo insieme a Maria, in attesa del grande dono dello Spirito. Continuiamo così dunque il nostro pellegrinaggio, continuiamo così la nostra celebrazione, continuiamo in questo modo la nostra preghiera".

Prima e durante la Santa Messa, molte sono state le confessioni dei fedeli, stanti i numerosi parroci resisi disponibili, compreso il nostro Padre Mario e quindi veramente tante le persone che hanno ricevuto Gesù. È davvero confortante vedere tutto questo ed il nostro cuore si riempie di gioia e di speranza! Quanto sono utili ed indispensabili questi momenti di rigenerazione e di totale donazione al Signore ed alla Sua Madre celeste!

Al termine della S. Messa viene recitata da tutti i fedeli la preghiera di consacrazione a Maria che di seguito riporto: "O Immacolata, Regina del cielo e della terra e Madre mia amorosissima, io mi prostro ai Tuoi piedi supplicandoti di accettarmi come cosa e proprietà Tua. A Te Madre consacro tutte le facoltà della mia anima, del mio corpo, la mia vita, morte ed eternità perché Tu disponga di me come a Te piace, fa che nelle Tue mani santissime, divenga strumento adatto per farTi conoscere da tanti che sono lontani da Dio e dalla chiesa così da estendere più rapidamente in tutto il mondo, il regno del Sacratissimo Cuore di Gesù. Tutto questo farò solo con il Tuo aiuto. Amen.

Quindi ai partecipanti è offerto un momento conviviale e poi abbiamo raggiunto l'autobus che ci ha riportati alle nostre case, con il cuore pieno di commozione e portando con noi la gioia che ci donano questi fantastici pellegrinaggi ed il ricordo di questi meravigliosi luoghi di culto che tutti hanno da raccontare tante storie veramente toccanti ed il più delle volte poco conosciute. Per questo non posso esimermi dal tracciare una breve storia di questo santuario e, poiché non posso dilungarmi troppo, accennerò solo all'evento straordinario che si è verificato il 3 giugno 1523 e che ha dato vita a questo santuario.

In quel tempo il territorio vezzanese, come quello della Liguria, era funestato da una grave pestilenza che creava morte e desolazione ovunque. In quell'atmosfera di grande tribolazione e smarrimento avvenne un fatto prodigioso che ridiede vita e speranza. Le cronache del tempo narrano di una giovinetta, Caterina Del Rosso, terziaria francescana che, affranta dalla grande sofferenza che ovunque imperversava, si rifugiò in solitudine nella Valle del Molinello, pregando incessantemente la Beata Vergine, perché facesse cessare il terribile morbo, avvalorando la preghiera con digiuni e penitenze, con l'offerta della sua stessa vita, pur di ottenere la grazia di tanti infelici.

Sorse l'alba del 3 giugno 1523, che coincideva con la vigilia del Corpus Domini e la pia giovinetta s'inoltrò nel bosco e, inginocchiatasi, cominciò a pregare. Verso le ore 9 giunse al suo orecchio un improvviso rumore di foglie che si agitavano; alzò gli occhi e vide l'annoso castagno, che le stava dinnanzi, ondeggiare e rivestirsi di luce e in mezzo a quella sfolgorante luce apparve una splendida Signora che teneva sulla braccia un grazioso Bambino e sotto i piedi la luna: era la Madonna con il Divin Figlio che sorridente, benignamente le parlò in questi termini: "Consolati, o Caterina, l'eterno Iddio per le tue preghiere e per la mia intercessione ha avuto pietà di questo popolo prediletto; va a mio nome e intima a tutti di ritornare alle proprie case senza più temere la peste".

Caterina, obbediente alla Madre Celeste e con il cuore inondato di gioia, si incamminò senza indugio, frettolosa e festante, alla volta di Vezzano.
Narrata la stupenda storia ai commissari della Sanità ed all'Arciprete Prospero Casini, questi, conoscendo la rettitudine della fanciulla,
radunarono una grande folla di fedeli che si avviò al luogo dell'apparizione, dove fu trovata una piccola preziosa immagine, lasciata dalla Madonna stessa, come segno della Sua presenza.
L'icona fu portata in devota processione al paese e venne poi incastonata in un prezioso reliquiario in argento, col fusto a forma di castagno, sormontato di aurea corona. Questo reliquiario è esposto nella giornata del 3 giugno e nella domenica successiva, riprendendo, nel 2007, una cara tradizione per volontà dell'attuale parroco, Don Ugo, che interpretò ed accolse il desiderio dei fedeli.

Nel 1837 il Santuario ha assunto la maestosa dimensione attuale, conservando il tronco di castagno del prodigio, murato sotto l'effige della Vergine MariDomenica
7 ottobre - Oggi ricorre la festa della Madonna della Salute che è venerata, con grande devozione, nella Chiesa di San Martino.

La chiesa è gremita di fedeli, tanto che con immensa difficoltà riesco a prendere parte alla S.Messa, essendo stato attardato da alcune incombenze di carattere organizzativo della festa. La Santa Messa è celebrata dal canonico Don Romano che è molto legato alle nostre parrocchie, onorandoci della sua preziosa presenza e collaborazione in tutte le celebrazioni importanti.
Bellissimi i canti eseguiti dalla piccola Corale di S. Giuseppe, diretta da Pier Giuseppe Franciosi che ne è anche l'organista e molto profonda l'omelia tenuta da don Romano, il quale ci ha ricordato che siamo in festa perché oggi è domenica e quindi il giorno del Signore. Ma c'è un altro motivo importante: oggi celebriamo anche la festa di Maria Santissima, Madonna della Salute. La Chiesa millenaria di S. Martino accoglie la fede e la devozione di larga
popolazione dell'intero Comune di Luni e quella per Maria e per la Madonna della Salute è veramente sentita e straordinaria.
Se la vivessimo veramente con fede, la nostra vita sarebbe anche più serena, più amorevole e più bella. Il cristiano non può non pensare al bello, al buono ed al giusto e tutto questo si può raggiungere invocando l'aiuto di Gesù e della nostra Madre Celeste che ci assiste dal cielo.

Secondo un famoso scrittore africano la bellezza della vita consiste nel fatto che ogni bimbo che nasce sta a testimoniare che il buon Dio ama l'uomo e non si stanca mai di lui. Infatti il popolo di Dio troppe volte tradisce il suo Creatore, ma il buon Dio non si stanca mai del Suo popolo e lo guida costantemente verso la salvezza eterna.
Il Santo Vangelo odierno ci ricorda che l'operaio dell'ultima ora percepisce la stessa retribuzione di quello che ha incominciato a lavorare per primo perché Dio è buono e quindi accoglie i Suoi figli con infinita generosità, in qualunque momento ci doniamo a Lui. Bellissima quindi questa parabola della vigna che ci vuole anche ricordare che chi lavora per il Signore e seguendo il Suo insegnamento avrà una grande ricompensa che dura per l'eternità.

Giovedì 12 ottobre - Alle ore 21, nella bellissima e storica Chiesa dei S.S.Filippo e Giacomo di Nicola, si è svolta l'Ora di Adorazione per le Vocazioni da parte del Gruppo Interparrocchiale. Don Carlo si impegna con tutte le sue notevoli energie per dar vita ad una veglia di preghiera molto intensa, con la presenza dei sacerdoti dell'intera Vicaria.
Dopo il canto di esposizione, viene recitato l'Atto di fede e di Adorazione.

Quindi, dopo una pausa di preghiera, viene data lettura di un bellissimo brano del Vangelo di San Luca che di seguito riporto: "Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. Io vi dico che in quel giorno Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città".

Segue quindi una pausa di silenzio e di adorazione e poi viene data lettura delle seguenti testimonianze dei Santi sul sacerdozio, che di seguito riporto: "Con la Sacra Ordinazione il Sacerdote viene consacrato nell'anima e nel corpo. Diviene un essere tutto sacro, configurato a Gesù Sacerdote. Sappiamo che S. Francesco d'Assisi non volle diventare Sacerdote perché si riteneva troppo indegno di così eccelsa vocazione. Venerava i Sacerdoti con tale devozione da considerarli suoi "Signori", poiché in essi vedeva solamente "il Figlio di Dio" in particolare venerava le mani dei Sacerdoti, che egli baciava sempre in ginocchio con grande devozione; e anzi baciava anche i piedi e le stesse orme dove era passato un Sacerdote.
Il S. Curato d'Ars diceva: "Si dà un gran valore agli oggetti che sono stati deposti, a Loreto, nella scodella della Vergine Santa e del Bambino Gesù. Ma le dita del Sacerdote, che hanno toccato la Carne adorabile di Gesù Cristo, che si sono affondate nel calice, dove è stato il suo Sangue, nella pisside dove è stato il suo Corpo, non sono forse più preziose?".

Nella vita di S. Ambrogio, si legge che un giorno, appena celebrata la S. Messa, il Santo fu avvicinato da una donna paralitica che volle baciargli le mani. La poveretta riponeva grande fede in quelle mani che avevano consacrato l'Eucaristia: e fu guarita all'istante.
"Il Sacerdote - diceva S. Bernardo - per natura è come tutti gli altri uomini, per dignità è superiore a qualsiasi altro uomo della terra, per condotta deve essere emulo degli Angeli".

Per questo Padre Pio diceva: “Il Sacerdote o è un santo o è un demonio". O santifica, o rovina.
San Giovanni Bosco diceva che "un prete o in paradiso o in inferno non va mai solo: vanno sempre con lui un gran numero di anime, o salvate col suo santo ministero o col suo buon esempio, o perdute con la sua negligenza nell'adempimento dei propri doveri e col suo cattivo esempio".

Dopo una pausa di silenzio ed adorazione e la recita della Coroncina per le Vocazioni Sacerdotali, segue una bellissima riflessione da parte di Don Alessio che, dopo aver ricordato che "la messe è molta ma gli operai sono pochi" e quindi "Pregate il Padrone della messe che mandi operai nella sua messe!" , ci ha esortati ad affidarci alla Divina Provvidenza e nulla ci mancherà.
Il Signore sa disegnare le cose con infinita fantasia e vuole l'originalità del sacerdote, ma non per strafare. I sacerdoti non sono dei capi popolo che devono fare ascolto!

"Beati voi quando vi insulteranno in nome mio". C'è solo una risposta: Si o No! Ed allora questa sera siamo qui per pregare il Signore, chiedendo che sempre più ci siano giovani che dicano "si" e che non si creino problemi per agevolare questa scelta vocazionale. Il Signore chiama e il silenzio deve far paura anche a noi stessi.



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