Papa
Francesco a Milano non poteva smentire il suo stile semplice e confidenziale. “Sono
venuto come sacerdote” e come tale si è comportato nella sua visita pastorale.
Al solito la massima attenzione è data al suo ruolo di pastore delle periferie,
lasciando ai margini chi si sente di contare.
Nel Duomo milanese affida il suo pensiero ad una parabola che inventa - “ Io non ho mai visto un pizzaiolo che
prende mezzo chilo di lievito e un etto di farina per fare la pizza, semmai si
fa il contrario.” – per riflettere con i religiosi sull’incerto futuro di molti
ordini sempre più carenti di vocazioni e spesso poco incisivi nel sociale,
perché, ormai, vivono soltanto del ricordo di “un passato glorioso che lungi
dal risvegliare il carisma iniziale, avvolge sempre più in una spirale di
pesantezza esistenziale, dove tutto si fa pesante e difficile da sollevare.” Il
concetto è chiaro: anziché reagire ripartendo dalle origini, dalle estremità e
dalle periferie, si è presi dalla rassegnazione e dal pessimismo, quindi da
quel bisogno di sicurezza che “trasmettono le strutture e i soldi in banca.” Con
queste condizioni il triste viale del tramonto senza sbocchi è garantito,
perché il Signore “che è buono, quando un istituto lascia la strada della
povertà, di solito invia un economo o economa brutti, che fanno crollare tutto.”
Di conseguenza è necessario ripensare che “serve solo un pizzico di lievito e
un po’ di sale. Le nostre congregazioni non sono nate per essere massa, ma un
po’ di lievito.” Istituzioni di vita comunitaria come l’antica Abbazia di Cluny
in Francia col suo migliaio di frati, Montecassino o seminari pieni, oggi, sono
realtà irripetibili, difatti osserviamo strutture tenute in vita con un
paralizzante accanimento terapeutico, sperando nel ritorno improbabile, o
meglio impossibile, del passato glorioso. San Giovanni XXIII ha indetto il
Concilio Vaticano II per concordare il nuovo modo di “porre” la fede immutabile
al mondo che cambia repentinamente. Il modo e lo stile sono diversissimi, ma il
messaggio dei due Papi è il medesimo: il cristianesimo non è fatto per
barcamenarsi crogiolandosi sul bel tempo passato o per piangersi addosso, ma
per adeguare i modi di “porre” la Verità senza adulterarne la sostanza. Questa
è la sfida alla quale ci chiama papa Francesco. Facciamo che non resti uno che
predica nel deserto come il Battista e, purtroppo, tanti altri di buona volontà
nel corso dei secoli.